Il disegno di legge delega contro la povertà che vuole
istituire il reddito di inclusione giace
in Senato dal 15 luglio 2016.
Alla faccia dell’urgenza: il Governo Renzi aveva cominciato a
parlare di quella misura dal febbraio 2016, e fece approvare alla Camera il
disegno di legge delega che avrebbe dovuto spalmare un po’ di miseria per
colmare la miseria.
Per il momento ci sono
disposizione 600 milioni per il 2016 e poco più di un miliardo per ciascuno
degli anni 2017 e 2018 che rappresentano i fondi stanziati dalla legge di
stabilità 2016. Troppo poco per ipotizzare che possa usufruirne la totalità
della platea delle famiglie indigenti. Come rilevato anche dal servizio
bilancio del senato, se si dovesse suddividere il plafond sulla totalità dei
4,6 milioni di individui in povertà assoluta si otterrebbe un importo medio
unitario del beneficio pari a circa 230 euro annui a regime (circa 20 euro
mensili) che salirebbe a 660 euro annui (55 euro mensili) qualora si prenda a
riferimento il numero di famiglie.
Questo il testo del Governo sul reddito d’inclusione
presentato dal Ministro Poletti
Questo il testo sul reddito di cittadinanza presentato del movimento cinque
stelle dal 29 OTTOBRE 2013 ed osteggiato dal Governo
Era evidente che le opposizioni avrebbero contrastato, defindendole insufficienti, le misure previste dal ministro Poletti con il
suo reddito d’inclusione; il ritardo in
Senato era prevedibile, ma il Governo ha preferito non percorrere la via del
decreto legge per urgenza; la povertà ovviamente non è urgente per chi non l’ha;
e nel contempo si può scaricare la responsabilità sulle opposizioni.
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