martedì 29 aprile 2014

Buon 1° Maggio 2014


La Crisi2009  augura un Buon 1° Maggio 2014 con questo quadro di  Vincent van Gogh –
Spesso si fanno gli auguri di Buon Natale e Buona Pasqua e ci si dimentica di fare gli auguri per il Primo Maggio, eppure questa festa è l’unica festa laica che attraversa il mondo.
BUON PRIMO MAGGIO
LAVORARE PER MIGLIORARE LA TERRA E NON PER DISTRUGGERLA
LAVORARE PER MIGLIORARE LA VITA UMANA
LAVORARE MENO LAVORARE TUTTI

martedì 22 aprile 2014

1 milione e 130mila nuclei familiari senza redditi da lavoro


 1 milione e 130mila nuclei familiari senza redditi da lavoro, tra i quali 491mila sono coppie con figli, e  213mila con monogenitore. Questo il dato Istat sul 2013, che diventa ancora più grave se si guarda  all’incremento temporale:  il  fenomeno delle famiglie sprovviste di reddito da lavoro se si va confrontare con i dati di due anni prima ha avuto un rialzo del 56,5%;  la crescita nell'ultimo anno è stata pari al 18,3%, con l’aggiunta di altre 175mila famiglie.

 Come vivono o sopravvivono l’Istat non è in grado di dircelo,  nel nostro civile paese non esistono liste di disoccupazione con un criterio di attesa e di precedenza, tutto naviga nell’impreciso e nell’indeterminato su un argomento gravissimo. Dentro quel milionecentotrentamila possiamo trovare:  famiglie che hanno un qualche reddito di capitale, famiglie che si arrangiano con qualche lavoro in nero, quelle che si sostengono con l’indennità di disoccupazione o con qualche aiuto dei comuni o di enti caritatevoli, e quelli che si sostengono con l’aiuto di qualche componente familiare in pensione.  Una galassia sconosciuta di cui i governi si possono preoccupare o continuare per la strada di sempre, al punto di non conoscere i dettagli del problema. http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/crisi_lavoro_famiglie_senza_reddito_istat/644193.shtml


immagine - il quadro "mangiatori di patate" di Vincent Van Gogh

martedì 15 aprile 2014

80 euro e altro ...

Gli 80 euro promesse dal governo Renzi stanno cominciando ad assumere un carattere mitico, ci si aspetta dalla loro introduzione una inversione di marcia dell’economia. Provo ad aggiungere qualche riflessione.
 La produzione di beni destinati all’esportazione ha avuto nel corso di un anno una debole ripresa, mentre la domanda interna di beni continua con i dati negativi e si riflette complessivamente sulla produzione generando a sua volta nuova disoccupazione.
 I detentori di redditi elevati in Italia non hanno determinato un aumento complessivo della domanda interna; c’è stato un aumento di beni di  consumo solo in alcuni settori di nicchia,  un notevole aumento di tesaurizzazione e risparmio con un rivolgersi a titoli di debito pubblico e privato (ed anche ad oro), e una fuga di capitali verso l’estero.  Il correre verso il risparmio non è stato solo determinato dal comportamento dei detentori di reddito elevati, ma anche dal comportamento di detentori di redditi medio bassi che per la stessa paura della crisi si sono astenuti da consumi considerati superflui; la stessa incertezza del lavoro per i figli ha determinato comportamenti prudenti di famiglie di genitori anziani; le difficoltà avute dai giovani nel formare nuove famiglie autonome ha determinato una ulteriore flessione della domanda di beni.
L’idea di operare sul cuneo fiscale determinando un immediato aumento dei redditi di lavoro bassi  per 80 euro mensili può dare una qualche ripresa alla domanda interna di beni di cui in parte potranno beneficiare le aziende italiane a livello di aumento di beni venduti.  Ho aggiunto “in parte” perché ovviamente la domanda non sarà rivolta esclusivamente a beni prodotti in Italia; in un mercato aperto si possono comprare “in parte” prodotti che vengono dall’estero. Quindi un effetto positivo gli 80 euro l’avranno ma non si può pensare ad un effetto magico di risoluzione di tutti i mali di una economia ingessata.
 Non critico pertanto il governo Renzi per avere fatto la scelta degli 80 euro, la direzione è giusta, ma lo critico per non aver considerato nella scala delle urgenti priorità, come primo punto, un sostegno immediato a chi versa in condizione di disoccupazione.
 Se si fanno le stesse considerazioni sulla domanda interna di beni, ogni sostegno dato ai disoccupati si traduce sempre in potenziamento  della domanda interna di beni. E allora perché non si è posta l’urgenza sul sostegno universale a chi versa in stato di disoccupazione? Azzardo una ipotesi interpretativa: se debbo dare 640 euro come sussidio di disoccupazione ad un disoccupato tolgo dalle difficoltà uno (che forse sì o forse no mi darà un voto); con 640 euro riesco a dare 80 euro e accontento 8 detentori di redditi di lavoro bassi  (sul forse sì o forse no, aumentano le possibilità di riconoscenza).  La vastità della platea conta;  ad essere cattivi si può ricordare l’operazione IMU sulla prima casa, che fece la “buonanima”,  anche allora si volle cogliere la vastità della platea.
15/04/14 francesco zaffuto
Immagine – foto di 80 euro

La proposta del blog Crea pane e lavoro

sabato 12 aprile 2014

Disoccupati giovani e vecchietti di Poletti


50enni disoccupati e che non riuscite a rientrare nel mondo del lavoro, prendete nota. Il ministro Giuliano Poletti annuncia che sta studiando un progetto:  una forma contrattuale che favorisca il reinserimento degli over 50, ed una sorta di "scivolo" per chi è prossimo a ritirarsi. 
Prima  è ovvio occorre trovare le risorse, ma per chi è disoccupato il passare del tempo in attesa non è ovvio.
Intanto, in prima fila ci sono i giovani per loro arriva la prima applicazione pratica della garanzia giovani europea, con uno stanziamento di 1,7 miliardi che dovranno servire per offrire un’occasione di lavoro ai giovani tra i 18 e i 29 anni. I servizi saranno disponibili grazie a un portale internet Garanzia giovani.  Ovviamente, il ministro trova generoso  il suo decreto legge che cambia le regole dei contratti a termine, che potranno durare tre anni senza l’obbligo di indicare una causale (il motivo del contratto a termine) e l’apprendistato (senza garanzie di assunzione di precedenti apprendisti già formati). Accanto a questo decreto si attendono gli effetti del disegno legge delega che porterà alla scrittura di un codice semplificato del lavoro, con introdurre un assegno di disoccupazione “universale” (questa universalità però sarà tutta da vedere, perché l’assegno pare che sarà proporzionale alla durata dell’impiego che lo ha preceduto).  
Peccato che esistono i disoccupati da 30 a 49 anni senza alcun progetto governativo.
Peccato che non si tiene conto di quanto tempo si è stati in disoccupazione e non scatta un minimo di precedenza per chi è già disoccupato da qualche anno. Il problema è urgente ma pare che sia allo studio.  Riguardo alle urgenze la preoccupazione maggiore del Governo  Renzi pare che sia quella relativa agli 80 euro che dovrebbero arrivare ai lavoratori occupati; non è facile comprendere la scala delle urgenze del Governo.
11/04/14 francesco zaffuto


Immagine – cartello della Terapia d’urgenza

giovedì 3 aprile 2014

Disoccupazione, il malato e le cure


2009, siamo nel pieno della crisi economica, nata negli USA comincia ad espandersi in Europa, il dato di disoccupazione in Italia nel dicembre 2009 è dell’ 8,2%,
E’ indubbio che tutto il 2010 sia un anno di piena crisi, ebbene il dato di disoccupazione al gennaio 2011 è dell’ 8,6%.
Si invocano cure contro la crisi, cominciano le cure ed in agosto 2012 il dato diventa 10,7%
Continuano le cure ed in maggio 2013 il dato diventa 12,2%, fino ad arrivare al fatidico 13% del febbraio 2014 comunicato in questi giorni dall’Istat.
Vediamo le cure attuate: aumento della flessibilità, aumento della precarizzazione, aumento dell’età per andare in pensione, aumento dei corsi di riqualificazione.
Flessibilità: se flessibilità significa spostarsi da un settore produttivo in difficoltà ad un altro in espansione sicuramente la flessibilità è utile;  ma se flessibilità significa lavorare pochi mesi all’anno e per gli altri mesi starsene a casa senza neanche una indennità di disoccupazione, questo tipo di flessibilità può solo avere una ripercussione negativa sulla domanda di beni di consumo con tutti gli effetti negativi sull’economia.
Precarizzazione: l’aumento di giovani con lavori precari ha una forte incidenza sulla domanda, grava come risparmio forzato verso le famiglie di origine dove i genitori vedono i figli ancora non sistemati,  impedisce la formazione di nuove famiglie in grado di avere una propria autonomia di spesa. Le nuove famiglie sono il traino per lo sviluppo dei consumi in tanti settori e se hanno difficoltà a formarsi anche l’economia ne risente.
Aumento dell’età pensionabile: se da un lato ha l’effetto positivo di diminuire la spesa previdenziale,  dall’altro impedisce l’ingresso di giovani nei lavori stabili. Se si considera che gli anziani hanno una propensione ai consumi molto ridotta rispetto a quello che possono avere  le nuove famiglie, anche questa soluzione ha inciso in modo negativo sulla domanda di beni.
Aumento dei corsi di riqualificazione: la maggior parte dei corsi di formazione sono stati una specie di posteggio per i disoccupati;  i corsi di riqualificazione sono utili solo se sono in vista di una nuova collocazione nel mondo produttivo, altrimenti sono solo una spesa inutile.
Le cure sono state pessime. Il contenimento del costo del lavoro può dare una boccata di ossigeno alle aziende,  ma se le aziende che producono (anche a costi di lavoro più bassi) non riescono a vendere i loro prodotti, CHIUDONO lo stesso.
L’idea di diminuire il cuneo fiscale e fare arrivare più soldi alle buste paga sperando in una ripresa della domanda, promossa dal governo Renzi con i cosiddetti 80 euro, può avere un effetto positivo;  non è facilmente misurabile per la sua entità degli effetti, ma quantomeno va in una direzione diversa dalle precedenti cure.  Il richiamo nuovamente alla flessibilità, dello stesso governo Renzi, invece, può continuare a produrre effetti negativi, il recente decreto del Governo  sui contratti a tempo determinato va nella stessa direzione delle vecchie cure.
 Se la flessibilità è un bene per le imprese, le stesse imprese debbono pagare un qualche centesimo in più rispetto al lavoro a tempo indeterminato.
03/041/14 – francesco zaffuto


Immagine fuori testo – la cura con le sanguisughe probabilmente meno dannosa -  http://sanguisugheamedicinalis.blogspot.it/p/salasso-terapeutico.html

martedì 1 aprile 2014

raggiunto il fatidico 13%

 Febbraio il tasso di disoccupazione ha raggiunto il fatidico 13%.
Oltre 3,3 milioni di persone sono in cerca di lavoro: +8 mila su mese e +272 mila su base annua.
La componente giovani 42,3% di disoccupazione,  in lievissima diminuzione su gennaio, ma con un +3,6% su base annua.