lunedì 23 febbraio 2015

Qatar 2022: liberiamo gli schiavi del XXI secolo

FIRMIAMO L'APPELLO DI Avaaz
https://secure.avaaz.org/it/bloodiest_world_cup_loc/?bCfjVab&v=54156
Noi cittadini di tutto il mondo osserviamo con profonda preoccupazione le condizioni in cui i lavoratori immigrati in Qatar sono costretti a lavorare per il Mondiale di calcio del 2022. Vi chiediamo di varare al più presto una politica pubblica che garantisca che ogni lavoratore dei cantieri del Mondiale possa conservare il proprio passaporto, abbia la garanzia di ottenere un visto di uscita dal Paese e veda riconosciuti i diritti basici e di sicurezza. Chiediamo inoltre al governo del Qatar di riformare il suo programma per la forza lavoro estera, permettendo a tutti i lavoratori stranieri il diritto di tornare alle loro case. Queste modifiche aumenterebbero la fiducia mondiale nei confronti del Qatar e di CH2M Hill, e avrebbero un impatto enorme sulla vita di 1,4 milioni di lavoratori immigrati al lavoro nel Paese.
Fanno turni massacranti sotto al sole del deserto, senza cibo né acqua, senza potersene andare: migliaia di lavoratori in Qatar sono gli schiavi del nostro secolo. E noi abbiamo un’occasione per liberarli.
Lo scorso anno, in uno dei mega-cantieri per i Mondiali di calcio del 2022 è morto un lavoratore ogni due giorni. Gran parte di questo progetto da 1 miliardo di dollari lo gestisce una multinazionale USA la cui direttrice vive in una tranquilla cittadina in Colorado. Se 1 milione di noi chiederà la libertà di queste persone, andremo direttamente da lei eogni volta che uscirà di casa, ogni volta che andrà al lavoro troverà il nostro messaggio. Finché non farà qualcosa per mettere fine a questo dramma. 
Questa stessa tattica, nel giro di pochi giorni, ha spinto Hilton a proteggere le donne dallo sfruttamento sessuale nei suoi hotel. Unisciti all’appello per liberare questi moderni schiavi del Qatar
https://secure.avaaz.org/it/bloodiest_world_cup_loc/?bCfjVab&v=54156
La causa di tutto è la politica del Qatar per i lavoratori stranieri. Li attira con la promessa di un buon lavoro, ma appena mettono piede nel Paese i loro nuovi capigli sequestrano il passaporto, e cominciano i turni massacranti sotto il sole del deserto a 50 gradi. Senza alcuna possibilità di tornare a casa.
L'azienda statunitense di cui stiamo parlando è la CH2M Hill e dice che la colpa è degli appaltatori e delle leggi locali. Ma il marchio internazionale della costruzione dei Mondiali 2022 è il suo, e la sua direttrice può e deve dare l'esempio e per garantire che non ci saranno altri 7 anni di morti nei cantieri. Potrebbero persino minacciare di andarsene dal Paese fino a ché le cose non verranno cambiate. 
Ha il dovere di contribuire a mettere fine a questa moderna schiavitù. Spingiamola a farlo e a coinvolgere altre aziende finché ognuna di queste persone sarà di nuovo libera. Clicca qui sotto per unirti all’appello: appena raggiunto il milione di firme lo consegneremo direttamente all’amministratrice delegata di CH2M Hill, Jacqueline Hinman e non ce ne andremo finché non ci ascolterà:
https://secure.avaaz.org/it/bloodiest_world_cup_loc/?bCfjVab&v=54156
Una mobilitazione globale fatta nel momento giusto può salvare migliaia di vite. Hilton non stava facendo abbastanza per proteggere le donne e le ragazze sfruttate sessualmente nei suoi alberghi, così abbiamo portato la protesta direttamente a casa dell’amministratore delegato. La loro politica cambiò nel giro di pochi giorni. Possiamo farcela di nuovo.
Con speranza,
Emma, Nell, Mais, Ricken, Alice e tutto il team di Avaaz

sabato 21 febbraio 2015

Habemus Jobs Act

Habemus Jobs Act
Si dice che i suoi frutti comincerà a darli da subito, ma che la maggior parte dei frutti si raccoglieranno tra dieci anni. Se sei un disoccupato di 35 anni si pone un problema: sarai tra quelli che avranno un lavoro subito o tra dieci anni????
Oggi  tante parole , a questo link  qualche informazione dettagliata

venerdì 20 febbraio 2015

Pagare gli operai in nero è peccato gravissimo

Roma 20/02/15….. Così come riporta la cronaca della Radio Vaticana, Francesco nell’omelia di stamane durante la messa a Santa marta ha toccato il tema dei falsi digiuni. “Così, – ha detto – se uno va a Messa tutte le domeniche e fa la comunione, gli si può chiedere: ‘E com’è il tuo rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi loro il salario giusto? Anche versi i contributi per la pensione? Per assicurare la salute?”. “Quanti, quanti uomini e donne di fede, hanno fede ma dividono le tavole della legge: ‘Sì, sì io faccio questo’ – ‘Ma tu fai elemosina?’ – ‘Sì, sì, sempre io invio un assegno alla Chiesa’ – ‘Ah, beh, va bene. – ha poi notato il Papa – Ma alla tua Chiesa, a casa tua, con quelli che dipendono da te – siano i figli, siano i nonni, siano i dipendenti – sei generoso, sei giusto?'” si è chiesto. “Tu non puoi fare offerte alla Chiesa sulle spalle della ingiustizia che fai con i tuoi dipendenti. – ha quindi concluso – Questo è un peccato gravissimo: è usare Dio per coprire l’ingiustizia”.
Molto giustamente il Papa ha fatto la sua parte per diffondere un'etica cristiana non contraddittoria. Ma da parte di chi governa c'è assenza;  il lavoro in nero arriva al punto di impedire una reale misurazione della disoccupazione. Domina la convinzione: "Sì, ma con un po' di lavoro in nero si arranciano e sopravvivono". In questo modo sopravvivono lavoro in nero ed evasione, quella piccola e quella grande. E' necessaria ed urgente una legge che dia una indennità a tutti i disoccupati disponibili al lavoro. Si può fare e non costerebbe tanto; ma i pochi soldi che c'erano furono investiti per l'elargizione degli 80 euro. Sono anni che scrivo a ministri. Dovrei scrivere al Papa? Ma il papa non ha competenza in materia di leggi. La competenza è del nostro Parlamento dove abbondano scristianizzati e falsi socialisti.
francesco zaffuto

domenica 15 febbraio 2015

una piccola grande vittoria



Lunedì tornerò a lavorare! 
Ho vinto un'altra battaglia, dopo quella contro il cancro. Con a fianco il mio avvocato, l'organizzazione sindacale e la solidarietà vostra, di migliaia di persone che, senza neanche conoscere il mio volto, mi hanno sostenuta. Grazie a voi ho avuto il coraggio di difendere la mia dignità di donna e di lavoratrice, rifiutando anche un rilevante indennizzo economico. Il procedimento di licenziamento è stato sospeso e, con un accordo firmato oggi presso l'associazione industriali, è stato revocato l'esonero dal lavoro e disposto il distacco ad una società del gruppo, sempre all'interno dello stabilimento petrolchimico di Brindisi. 
Dopo una vita passata al servizio dell’azienda LyondellBasell di Brindisi, mi ero vista licenziare dall’oggi al domani, senza precise spiegazioni. Per questo avevo deciso di lanciare una petizione su change.orgIn poco tempo sono arrivate oltre 80mila firme, una valanga di solidarietà e sostegno che ha certamente giocato un ruolo cruciale primanell’apertura e poi nella positiva chiusura dellatrattativa.
Dopo tre mesi di buio è arrivato finalmente il giorno delritorno alla vita! 
GRAZIE A TUTTI!!! 80.320 VOLTE GRAZIE!!!
Patrizia Zoe via Change.org

venerdì 13 febbraio 2015

GIUSTIZIA UGUALE A CHE?


Notizia recente: Sei mesi di galera per il furto di un pezzo di formaggio e una confezione di wurstel che costavano  4 euro e 7 centesimi. Giudici inflessibili contro un senzatetto che 4 anni fa rubò qualcosa da mangiare in un supermercato genovese. 
L'accusa aveva chiesto di 'attenuare' il reato … ma i giudici della Corte d'appello hanno confermato la pena, già inflitta in primo grado, a sei mesi di reclusione, con la condizionale, e una multa di 160 euro.

mercoledì 11 febbraio 2015

Gela grande impianto fotovoltaico su serra


A Gela posata la prima pietra del più grande impianto fotovoltaico su serra d'Italia e probabilmente al mondo: 80 MW, affiancati da 40 MW da biomasse in cogenerazione. Un progetto che combina agricoltura biologica fuori suolo, FV e biomasse da filiera corta. Essendo su suolo pubblico godrà delle tariffe del IV conto energia.
 dovrebbe creare circa 400 posti di lavoro stabili e circa 800 nella fase di costruzione ....

domenica 8 febbraio 2015

No, a un'economia dell'esclusione e della inequità



"No, a un'economia dell’esclusione e della inequità.
Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che
muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il
ribasso di due punti in borsa.  Questo è
il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul
più debole. Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello
sfruttamento, ma a quella dello scarto; infatti "gli esclusi non sono solo
esclusi o sfruttati, ma rifiuti, sono avanzi
È dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i
problemi e non perderci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è
l'inequità. Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere:
rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria
e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità.
Il video che abbiamo reperito su youtube, purtroppo,  contiene solo una parte, l'intero messaggio potete leggerlo su: 

domenica 1 febbraio 2015

50 anni età media nella Pubblica Amministrazione

50 anni l’Età media degli impiegati della Pubblica amministrazione, solo un 3% di giovani (la maggior parte impiegata nell’esercito) per il resto tutti vecchi. E’ la stessa Ragioneria dello Stato che rivela il dato ed anche la preoccupazione che una amministrazione così vecchia possa assicurare servizi efficienti.

 Questo il risultato delle politiche che hanno bloccato il turn over per tanti anni e il risultato della elevazione dell’età pensionabile della legge Fornero. Se è stata una buona cosa contenere le spese di bilancio dello Stato non è stata di certo una buona cosa il salto generazionale; quei giovani che mancano alla pubblica amministrazione sono disoccupati o già partiti per l’estero; dopo che abbiamo speso soldi dello Stato e delle famiglie per farli studiare li abbiamo ceduti gratis ad altri paesi.  

immagine - Totò, aspirante archivista capo