lunedì 15 luglio 2013

di lavoro ce ne sta tanto …


Di lavoro ce ne sta tanto
Salvare l’Italia, pulirla dall’inquinamento,
salvare i suoi preziosi fiumi e laghi.
Drenare il terreno per evitare valanghe
Piantare alberi
Coltivare la terra per ricavarne alimento per tutti
Allevare gli animali senza crudeltà
Pescare senza distruggere le riserve ittiche
Utilizzare per l’industria alimentare i prodotti della terra
Valorizzare tutti prodotti alimentari della tradizione italiana
e proteggerli dalle contraffazioni.
Produrre energie non inquinanti.
Riciclare i rifiuti urbani e industriali
Produrre prodotti non inquinanti
Produrre macchine che funzionano con energie non inquinanti
Rendere efficienti i trasporti pubblici
Distruggere le armi
Costruire case per tutti con criteri antisismici
Abbattere le case fatiscenti
Ricercare e studiare,
Aumentare il livello della cultura, dell’informazione e della consapevolezza
Curare i malati
Preparare farmaci che non avvelenano
Assistere gli anziani
Lavorare con uomini e mezzi per l’ordine e per una giustizia giusta
Preparare cibi e posti di accoglienza per i turisti e i viandanti sfortunati del pianeta
Curare le istanze in cui deve manifestarsi la partecipazione e la democrazia
Abbellire la terra con l’arte, avere cura delle nostre preziose città d’arte, tenere aperti i musei mettendo in mostra anche quelle opere che giacciono in magazzini inidonei.
Organizzare spettacoli per curare le angosce e sorridere
Di lavoro ce ne sta proprio tanto
Occorre essere disponibili a organizzarlo in forma pubblica o privata
Occorre essere disponibili a pagarlo dando fondo a tutte quelle ricchezze
di denaro e di preziosi che stanno conservati nei forzieri
di banche e di società fantasma

martedì 2 luglio 2013

12,2% DISOCCUPAZIONE in Italia RECORD DAL 1977



Non ci possono essere dubbi per individuare la priorità

PANE e LAVORO

Da
Disoccupazione italiana mai così alta da quando esistono le rilevazioni Istat: a maggio 2013 secondo i dati provvisori e destagionalizzati dell’istituto di statistica, ha toccato quota 12,2 per cento.  E’ il nuovo massimo storico, il livello più alto toccato sia dalle serie mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali, avviate nel primo trimestre 1977, cioè 36 anni fa.
In dettaglio, il numero di disoccupati a maggio risultava pari a 3 milioni 140mila persone, in aumento di 56mila unità su aprile e di 480mila su base annua. La crescita interessa sia gli uomini che le donne. Cala tuttavia la disoccupazione giovanile (15-24 anni): a maggio si è attestata al 38,5%, in calo di 1,3 punti percentuali su aprile, ma in rialzo di 2,9 punti su base annua. Risultano in cerca di lavoro 647mila ragazzi.
Il tasso di disoccupazione è così in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile e di 1,8 punti nei dodici mesi. Nel dettaglio il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,5%, raggiunge il valore più alto dall’inizio delle serie storiche, anche di quelle trimestrali (1977). In aumento risulta anche il tasso di disoccupazione femminile, che tocca quota 13,2 per cento. Guardando al numero di disoccupati (3 milioni 140mila persone) l’Istat registra un rialzo dell’1,8% rispetto ad aprile e del 18,1% su base annua.
………
Se l’Italia piange, l’Europa certo non ride. Secondo i dati Eurostat, nella zona euro a maggio la disoccupazione è salita ancora passando dal 12% al 12,1%, un punto base in meno della  Penisola, quindi. Per l’istituto di statistica del vecchio continente, si tratta di “un incremento marcato” rispetto al 2012, quando la media era dell’11,3% (e in Italia del 10,4%). Numeri alla mano, Eurostat stima che sono 26,405 milioni gli uomini e le donne senza lavoro nella Ue, di cui 19,222 milioni solo nella zona euro.

Il più alto tasso di senza lavoro è in Spagna (26,9%), Grecia (26,8%), Portogallo (17,6%) e Cipro (16,3%). Il più basso in Austria (4,7%), Germania (5,3%) e Lussemburgo (5,7%). Rispetto a un anno fa, i cali più profondi sono stati registrati in Lettonia (da 15,5% a 12,4%), Estonia (da 10,0% a 8,3%) e Lituania (da 13,3% a 11,7%). La disoccupazione giovanile è scesa anche nella zona euro: da 23,9% di aprile a 23,8% di maggio. Ad aprile 2012 era del 23 per cento.