L’estorsione
nella piccola attività imprenditoriale può portare anche alla chiusura della
stessa attività; ed è anche un fenomeno che scoraggia l’inizio di una piccola
attività imprenditoriale; il fenomeno si riflette negativamente in modo grave
sul piano dell’occupazione perché la piccola imprenditoria è soprattutto un
modo per costruirsi un lavoro autonomo.
Qui
qualche dato emerso nel convegno di Confcommercio novembre 2016.
In
Italia un
imprenditore su 10 nel commercio e servizi ha ricevuto minacce o intimidazioni con
finalità estorsive. Nel rapporto 2016 di Confcommercio–GfK Eurisko (ricerca condotta su 900
imprenditori del terziario) emerge che il 31% delle
estorsioni è nelle grandi città al Centro-Sud.
Più di un imprenditore su quattro percepisce un peggioramento nei
livelli di sicurezza per la propria attività rispetto
all’anno scorso, un dato che si accentua anche nel nord-est.
Tra perdite di fatturato e costi
per ferimenti, assicurazioni e spese per i sistemi di difesa,
l’illegalità costa al commercio ogni anno 26,5 miliardi, secondo
le stime della federazione.
Intervenendo
al convegno, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha detto che “i
costi di contraffazione, abusivismo, estorsioni, furti fanno perdere 180mila posti di
lavoro”.
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