Il pane
e il lavoro si possono creare fabbricando armi?
Abbiamo
esportato strumenti di guerra ed ora ci ritroviamo i profughi
La legge
sul commercio delle armi (legge n. 185
del 9 luglio del 1990) doveva assicurare trasparenza e correttezza, ma attualmente
sul commercio il traffico delle armi dall’Italia ormai è
totalmente fuori controllo e
le autorizzazioni sono spesso difficili da controllare. I motivi sono
molteplici, tra gli interessi della ricca lobby delle armi italiana fino alle
banche che incassano ingenti guadagni dall’intermediazione delle vendite.
In questi
25 anni, infatti, i sistemi militari italiani sono stati esportati a ben 123
nazioni, tra cui alle forze amate di regimi autoritari di diversi paesi come
l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, la Libia, la Siria,
Kazakistan e Turkmenistan, a paesi in conflitto come India, Pakistan, Israele
ma anche la stessa Turchia, fino a paesi con un indice di sviluppo umano basso
come il Ciad, l’Eritrea e la Nigeria.
«Nel corso
di questi 25 anni sono state autorizzate esportazioni dall’Italia, in valori
costanti, per oltre 54 miliardi di euro
Per continuare al lettura
dell’inchiesta al link
http://www.linkiesta.it/it/article/2015/07/09/italia-ipocrita-ripudia-la-guerra-ma-vende-armi-per-54-miliardi-di-eur/26630/
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