La Philips, proprietaria del marchio, vuole delocalizzare in Romania
Natale
davanti i cancelli per gli operai
della Saeco, senza spostarsi nemmeno un minuto, guardando la
legna che brucia in bidoni di lamiera.
A Gaggio Montano, sulle montagne che uniscono l’Emilia e laToscana, fino a oggi molte famiglie della valle hanno
vissuto grazie alla storica azienda di macchinette del caffè. Gli operai non si
rassegnano alla notizia di 243 esuberi, su 558 operai. Praticamente uno su due.
“Se non si torna indietro qui è una catastrofe, la montagna muore”. Lo
sanno i sindaci dell’Appennino, lo sanno i commercianti e i cittadini, e perciò
tutti danno una mano, tutti contribuiscono a tenere vivo il presidio davanti ai
cancelli di via Torretta 240.
Nel giorno di Natale, i lavoratori che non hanno abbandonato
il presidio sono stati raggiunti dal sindaco di Bologna Virginio Merola. Sono
due delle ultime iniziative prese scongiurare la delocalizzazione dell’impianto
che azzererà l’occupazione. Perché l’elenco è lungo. Il 23 c’erano state le
t-shirt dei 243 operai sistemate in piazza Maggiore, a un tiro di schioppo
dalla sede comunale del capoluogo emiliano. Su ogni maglietta stesa sul
«Crescentone», il lastricato di pietre squadrate che adorna il piazzale, c’era
un numero: da 1 a 243.
Le aziende delocalizzano da anni ma la politica rimane immobile e i sindacati paiono muti. Questa storia di Gaggio Montano è veramente tragica e non so come andrà a finire. Spero ancora...
RispondiElimina