Anche i dipendenti
pubblici possono sottostare al Jobs Act varato
dal Governo Renzi. Una sentenza della Cassazione dello scorso 7
marzo parla di pari applicazione al settore pubblico.
I giudici,
in particolare, hanno affrontato un caso di licenziamento dal Consorzio area sviluppo industriale di
Agrigento, ente di diritto pubblico. Pur dichiarando nullo il provvedimento per vizi procedurali,
la corte ha affrontato il tema più ampio dell’articolo 18 per gli statali.
“L’inequivocabile tenore” del testo unico del pubblico impiego, dice la
sentenza, “prevede l’applicazione anche al pubblico impiego cosiddetto
contrattualizzato della legge 300/70 (lo
Statuto dei lavoratori, ndr) e successive modificazioni”. Quindi,
il documento ribadisce come sia “innegabile” che il nuovo testo dello Statuto
trovi applicazione anche per gli statali.
Il
ministro Madia, per mesi, ha portato
avanti la tesi che la riforma della pubblica amministrazione e lo strumento del
Jobs Act nulla avevano di che spartire; e che i dipendenti pubblici erano al
riparo.
Tecnicamente si può dire che anche gli stessi
insegnanti appena assunti rischierebbero il licenziamento senza reintegro.
Se non verrà varata una nuova norma di legge
la sentenza della Cassazione del 7 marzo farà giurisprudenza per successivi
contenziosi.
Cosà
faranno Renzi e Madia per rispettare l’impegno con gli statali? Riusciranno a
far varare una norma? E questa norma sarà inoppugnabile sotto il profilo
costituzionale?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/02/jobs-act-via-articolo-18-anche-per-i-dipendenti-pubblici-il-governo-ha-mentito-sapendo-di-mentire/2269513/
Ulteriore
intervento del Ministro Madia dell’11 dicembre
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