domenica 26 ottobre 2014

Torino A come agricoltura


Nel terreno di quella che è stata la Fiat, nella Torino abbandonata da Marchionne si scopre  la A come agricoltura, una agricoltura attenta alla qualità del cibo, al rispetto per l’ambiente e al rispetto degli uomini che ci lavorano
In questi giorni (23-27 ottobre) si sta svolgendo presso il Lingotto Fere di Torino , la diciottesima edizione del Salone del Gusto e Terra Madre 2014.
In soli 2 giorni ci sono stati 80 mila visitatori, molti giovani e intere scolaresche; un successo per Carlo Petrini, detto Carlin, anima, mente e braccio di Slow Food e di Terra Madre, che con questa edizione è riuscito a realizzare un’Arca internazionale dedicata alla tutela della biodiversità e all’agricoltura familiare.
  L’agricoltura può dare pane e lavoro ed anche un po’ di allegria e di felicità se ben indirizzata verso i bisogni dell’uomo. Agricoltura significa anche una precisa proposta per i paesi in via di sviluppo e in particolare per l’Africa.
Carlo Petrini ha ricordato che  il cibo è un patrimonio dell'umanità tutta,  e che bisogna condividere e far circolare l'idea che il cibo sia nutrimento, cultura, economia e…felicità.  Arrivare ad una visione di intelligenza affettiva, di condivisione delle risorse tramite il cibo e la sua produzione  e che così come esiste il valore del "bello", così c'è il valore del gusto, che va coltivato e insegnato.
 Occorre prendere atto che siamo seduti su una miniere d'oro e questa  è il settore agro-alimentare, e che dobbiamo tornare alla terra, in quanto "non mangeremo i computer". Negli anni '50 i contadini erano in Italia il 50%, ora sono solo il 3%, e questo ci deve far riflettere. 
 Valorizzare la diversità, come forza creatrice, investire nella reciprocità, tipica delle civiltà rurali, puntare sul dialogo e sull’incontro tra contadini e, ad un grado superiore, tra uomini: in questi tre passaggi si deve condensare il processo di trasformazione della società mondiale. Che, soprattutto, deve portare a far crescere l’economia verde e far decrescere i consumi industriali. 

 “I principali depositari dei saperi tradizionali sono gli indigeni, i contadini, le donne e gli anziani”, ha detto Petrini, sottolineando come proprio questa gente umile sia portatrice di una nuova rivoluzione “dal basso”, rivoluzione che Terra Madre ha il compito di contribuire a realizzare. “Tutto deve cominciare e tutto è già ricominciato”, ha proseguito Petrini, rivolgendosi ai molti giovani presenti, “a voi è stata data una grande opportunità: conciliare la scienza e le moderne tecnologie con i saperi tradizionali”. 

3 commenti:

  1. L'uomo si spinge fino all'impossibile per tornare al possibile luogo da dove era partito. Tutto nella vita è cerchio, un eterno ritorno e non so decidere se questo sia un bene o una maledizione.
    Ciao.

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    1. proviamo a trasformarlo in un bene. Come dice il Petrini, torniamo all'agricoltura con tutta la conoscenza della scienza moderna, ma anche con la dovuta attenzione di capire ciò che è veleno per la terra e ciò che è concime. Ho detto torniamo anche se sono troppo vecchio per usare un noi. ciao

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    2. Noi vecchi siamo seminatori di idee, parole, esperienza... il confine fra il lecito e l'illecito. Tu sei un gran contadino, coi tuoi blog e la tua intraprendenza.
      Usiamolo quindi, questo noi e

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