Nel terreno di quella che è stata la Fiat, nella Torino
abbandonata da Marchionne si scopre la A come agricoltura, una
agricoltura attenta alla qualità del cibo, al rispetto per l’ambiente e al
rispetto degli uomini che ci lavorano
In questi giorni (23-27 ottobre) si
sta svolgendo presso il Lingotto Fere di Torino , la diciottesima edizione
del Salone del Gusto e Terra Madre 2014.
In soli 2 giorni ci sono stati 80
mila visitatori, molti giovani e intere scolaresche; un successo per Carlo
Petrini, detto Carlin, anima, mente e braccio di Slow Food e di Terra Madre,
che con questa edizione è riuscito a realizzare un’Arca internazionale dedicata
alla tutela della biodiversità e all’agricoltura familiare.
L’agricoltura può dare pane e lavoro ed anche
un po’ di allegria e di felicità se ben indirizzata verso i bisogni dell’uomo.
Agricoltura significa anche una precisa proposta per i paesi in via di sviluppo
e in particolare per l’Africa.
Carlo Petrini ha ricordato che il cibo è un
patrimonio dell'umanità tutta, e che bisogna condividere e far circolare
l'idea che il cibo sia nutrimento, cultura, economia e…felicità. Arrivare ad una visione di intelligenza
affettiva, di condivisione delle risorse tramite il cibo e la sua produzione
e che così come esiste il valore del "bello", così c'è il
valore del gusto, che va coltivato e insegnato.
Occorre prendere atto che siamo seduti su una
miniere d'oro e questa è il settore agro-alimentare, e che dobbiamo
tornare alla terra, in quanto "non mangeremo i computer". Negli anni
'50 i contadini erano in Italia il 50%, ora sono solo il 3%, e questo ci deve
far riflettere.
Valorizzare la diversità, come forza
creatrice, investire nella reciprocità, tipica delle civiltà rurali, puntare
sul dialogo e sull’incontro tra contadini e, ad un grado superiore, tra uomini:
in questi tre passaggi si deve condensare il processo di trasformazione della
società mondiale. Che, soprattutto, deve portare a far crescere l’economia
verde e far decrescere i consumi industriali.
“I principali depositari
dei saperi tradizionali sono
gli indigeni, i contadini, le donne e gli anziani”, ha detto Petrini,
sottolineando come proprio questa gente umile sia portatrice di una nuova
rivoluzione “dal basso”, rivoluzione che Terra Madre ha il compito di
contribuire a realizzare. “Tutto deve cominciare e tutto è già ricominciato”,
ha proseguito Petrini, rivolgendosi ai molti giovani presenti, “a voi è stata
data una grande opportunità: conciliare la scienza e le moderne tecnologie con
i saperi tradizionali”.
L'uomo si spinge fino all'impossibile per tornare al possibile luogo da dove era partito. Tutto nella vita è cerchio, un eterno ritorno e non so decidere se questo sia un bene o una maledizione.
RispondiEliminaCiao.
proviamo a trasformarlo in un bene. Come dice il Petrini, torniamo all'agricoltura con tutta la conoscenza della scienza moderna, ma anche con la dovuta attenzione di capire ciò che è veleno per la terra e ciò che è concime. Ho detto torniamo anche se sono troppo vecchio per usare un noi. ciao
EliminaNoi vecchi siamo seminatori di idee, parole, esperienza... il confine fra il lecito e l'illecito. Tu sei un gran contadino, coi tuoi blog e la tua intraprendenza.
EliminaUsiamolo quindi, questo noi e