venerdì 24 maggio 2013

una laurea per parrucchieri


 Sei già diplomato, ragioniere o assistente sociale, non hai alcuna possibilità di lavoro, allora cerchi di riciclarti, di imparare velocemente un mestiere per inserirti: parrucchiere ad esempio.
 Scopri che per diventare parrucchiere devi frequentare un corso di tre anni e in certi casi di quattro, come per qualsiasi laurea. Scopri anche che devi ritornare a frequentare ore di Diritto ed altre materie che già avevi studiato per diplomarti, scopri che le ore di pratica si risolvono in guardare in un Salone quello che sta facendo un provetto parrucchiere che ospita “benevolmente” i corsisti.  Forse a conclusione dell’ultimo anno del corso ti daranno una forbice ed affronterai una testa umana. Quando alla fine avrai raggiunto la Laurea in parrucchieria forse qualcuno ti assumerà, ma in prova, e sarai ancora un tirocinante.
 Questa situazione si ripete per tanti casi dall’aiuto cuoco al barman, dal vetrinista all’elettricista. Corsi triennali, con grande spreco di fondi europei e regionali e che riescono a risolvere solo il problema economico di chi tiene i corsi.
Non si può speculare sulla disagio di chi cerca un lavoro e sulle famiglie speranzose di trovare una nuova opportunità per i loro figli dopo che hanno già studiato e completato un lungo ciclo di studi.
 In questa realtà sociale, caratterizzata da disoccupazione e grande richiesta di flessibilità,  abbiamo bisogno di corsi di formazione, ma di cosi di formazione brevi e veramente ancorati alla pratica del mestiere che si vuole apprendere;  e accanto ai corsi, immediati sviluppi di contratti di apprendistato di inserimento.

Immagine  fuori testo - "Il Barbiere di Siviglia" da http://info.music.indiana.edu/web/page/normal/15490.html

1 commento:

  1. Ormai sono passati secoli da quando un ragazzino appena finite le elementari (le mignin) andava garzone in bottega, o presso già antichi artigiani, a imparare "il mestiere" che, crescendo in età e nel meglio appreso, avrebbe poi trasmesso ad altro ragazzino, suo succedaneo... e così via; allora si pensava sarebbe stato così fino alla fine dei secoli.
    Non c'erano carte né diplomi a "raccontare" ad altri la propria capacità: erano l'esperienza e la noméa l'unica garanzia che si dava per ottenere commesse.
    Quasi all'improvviso questa sequenza secolare, direi millenaria, si è interrotta.
    I garzoni, per essere riconosciuti come tali, devono avere minimo un diploma, cartaceo, firmato e controfirmato, meglio se da scuole prestigiose. Se c'è una laurea è possibile aspirare a un posto in un call-center, a ripetere fino alla nausea le ragioni per cui è opportuno aderire a una determinata offerta, ovvero all'utilità dell'abbonamento a una rivista a prezzo scontato per tutto un anno...
    Gli antichi artigiani, quelli che insegnavano il mestiere, talvolta a suon di schiaffoni se gli errori si ripetevano, sono scomparsi o hanno rinunciato a passare il testimone a giovanotti che, imbottiti di sola teoria, si presentano tronfi di "io so tutto, io ho studiato... mi spetta questo, questo non lo faccio poiché non di mia competenza...".
    I calci in culo di un tempo erano veramente tali, prima di diventare metafora di raccomandazioni che prevedono sempre un ritorno, o quantomeno un ossequio perenne da parte di chi le riceve.
    Laurea in parrucchieria...
    Ciao, Francé, buon fine settimana.

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