L’ipotesi
fatta dal ministro Giovannini di operare una staffetta con i giovani mettendo i
vecchi in part time negli ultimi cinque anni è un’ipotesi utile
per creare un po’ di lavoro ma cela una ingiustizia di fondo.
Tenere
i vecchi in fabbrica fino a 67 anni, grava in termini di occupazione e grava sulle
stesse aziende che con il blocco del turn over non possono rinnovare la mano d’opera;
in qualche modo sono le stesse aziende che chiedono qualche provvedimento per
sboccare la situazione.
Una spinta verso la scelta del part-time, con
un aiuto dello Stato per colmare la spesa contributiva per gli ultimi cinque anni
che precedono la pensione e fare entrare giovani leve, può essere una buona
scelta. Va incontro alle esigenze delle
aziende, va incontro alla creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato per
i giovani, va incontro ad una formazione sul campo, e va incontro a un qualche
effetto positivo sulla domanda di beni; giovani
con un lavoro a tempo indeterminato creano
nuova domanda di beni per nuove per famiglie che si possono formare e libera da
forzati risparmi le famiglie che mantengono giovani disoccupati.
L’ipotesi
di Giovannini di staffetta potrebbe avere dei forti effetti benefici se la
collocazione in part-time avesse un carattere obbligatorio e se fosse estesa a
tutti i settori compreso lo stesso pubblico impiego. Ma la limitata
applicazione e il carattere di scelta facoltativa la ridurranno a un misero
pannicello caldo per il malato e forse produrrà anche meno dei centomila posti
previsti dal ministro. Comunque con l’aria che tira di crisi anche un
pannicello caldo può essere utile.
Ma qual è l’aspetto ingiusto? Si lascerà come
al solito alle aziende la massima libertà di scegliere sulle assunzioni, visto
che nel nostro paese non esiste nessuna Lista di attesa per chi sta in
disoccupazione. Quei tanti giovani che all’inizio della crisi (diciamo
2009/2010) avevano 32/33 anni ora per le aziende sono vecchi. Le aziende
preferiranno assumere vent’enni più
duttili nei percorsi formativi e sfruttabile per un più lungo periodo.
Chi è in stato di disoccupazione da tempo
rischia di essere considerato vecchio e totalmente escluso dai circuiti di
lavoro, tutto il prezzo della crisi ricade su chi ha già subito la crisi. La stessa proposta del Ministro Giovannini con
la presenza di Liste di collocamento pubbliche d’attesa diventerebbe più umana e meno ingiusta. Chi aspetta un
lavoro è sempre un giovane disperato anche se va verso i 40 anni.
Qui la lettera e la proposta che è stata
inviata al Ministro Giovannini via mai il 7 Maggio e+ Raccomandata R.R. l’otto
maggio INVIATA
- LA LEGGERANNO???????????? e
che attende una sua risposta che forse non arriverà mai.
16/05/13
francesco zaffuto
Immagine – scena finale del film Tempi
moderni
Nessun commento:
Posta un commento
Tutti i commenti e i contributi sono benvenuti, la redazione si riserva, in via di autotutela, di eliminare commenti che incitano alla violenza o con carattere offensivo verso terzi.