L’articolo 18, oltre ad avere effetti nella sua
applicazione, ha soprattutto effetti di deterrenza, basta guardare questo
recente esempio:
una lavoratrice posta sul suo profilo facebook un post poco gradito dai superiori della sua
azienda, viene licenziata, il sindacato evidenzia la mancanza di giusta causa,
l’azienda ci ripensa ed annulla il
licenziamento.
Oggi
è così perché c’è l’art. 18, che con un linguaggio denigratorio viene chiamato “totem”, se si annullano tutti gli effetti di questo
“totem”, l’azienda potrebbe semplicemente dire “non ci servi” senza aggiungere
altra motivazione. E se la motivazione economica non può essere sottoposta al
giudizio del giudice ai fini del reintegro qualsiasi licenziamento discriminatorio può
essere fatto utilizzando una motivazione
economica.
Un'altra storia. Un lavoratore, dopo un anno di lavoro, venne licenziato perchè scoprirono che apparteneva al popolo dei sinti. Il sindacato lo fece reintegrare ma a quell'operaio non venne assegnato alcun incarico in seno all'azienda e dovette resistere, con le mani in mano, a veder lavorare i suoi colleghi. Umiliato, dopo pochi mesi si licenziò, con le lacrime agli occhi. L'azienda aveva aggirato furbescamente l'ostacolo.
RispondiEliminaL'esempio che tu citi è particolarmente importante, dimostra che il lavoro non è solo pane, è anche dignità, è riconoscimento del valore dell'uomo. La lezione che riesce a dare quell'operaio è grande. Mi domando se ci sono stati colleghi, amici, compagni, che l'hanno raccolta. ciao
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