Il nuovo rapporto di Amnesty International rivela la
terribile situazione dei 40.000 bambini ridotti in schiavitù nelle miniere
africane. Per due dollari al giorno cercano cobalto, litio e minerali utili a
costruire le batterie dei nostri smartphone.
La Repubblica Democratica del Congo è uno dei paesi
più poveri al mondo, ma è ricco di cobalto. I minatori finiscono qui perché non
c’è altro lavoro, i bambini non possono permettersi di andare a scuola.
Il cobalto va a
finire alla “Congo Dongfang Mining International”, sussidiaria della cinese
“Huayou Cobalt”, che fornisce batterie alle grandi aziende tecnologiche tipo
Apple, Sony, Samsung e Dell. Sono 16 le aziende implicate: una ha ammesso la
connessione, quattro non sapevano dare risposte, cinque hanno negato il legame
con la Huayou (ma i documenti le smentiscono), sei hanno promesso che
indagheranno sulla questione. Milioni di persone si godono le nuove tecnologie
a spese dei bambini africani.
Le
multinazionali vietano il lavoro minorile ma poi non controllano le condizioni
in cui lavorano i fornitori. Le aziende ricche e innovatrici mettono sul
mercato dispositivi incredibilmente sofisticati ma nessuno chiede loro di
mostrare la fonte dei componenti.
Continua
su …
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