Ci hanno detto che votando Sì,
si mettono in difficoltà i lavoratori che operano sulle piattaforme.
Ebbene non è così.
Con il Sì, si vuole eliminare
la concessione automatica e fatta in eterno dal Governo Renzi alle società
petrolifere.
Gli impianti di estrazione
esistenti potranno rimanere a lavorare fino alla prevista scadenza del
contratto.
Ogni contratto deve avere una
sua scadenza, è un principo che esiste per tutti contratti, e se il Governo
vuole potrà rinnovarlo dopo un’attenta verifica e valutazione della sicurezza
degli impianti e non al buio come prevede la norma che si vuole abrogare con il
referendum.
A questi due link una più
dettagliata informazione sul quesito referendario
Il mare non può essere zona
franca dei petrolieri, il mare è una grande riserva naturale e nutrizionale, il
mare dà lavoro ai pescatori, il mare pulito incrementa tutto il settore
turistico che dà lavoro a milioni di addetti. Un disastro petrolifero sul mare può
provocare una catastrofe per centinaia di migliaia di lavoratori.
Ecco cosa accadde nel golfo
del Messico
Ecco cosa è accaduto un mese
fa nelle coste della Tunisia
Occorre votare Sì proprio per
preservare il lavoro di tutti quelli che lavorano sulla ricchezza naturale del mare
e per preservarlo come grande fonte economica di ricchezza.
Il voto attualmente riguarda
12 chilometri dalla costa, ma la vittoria del Sì potrà essere un primo monito
dato all’Europa e a tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, per la
tutela del MARE DI TUTTI, IL
MEDITERRANEO. Il Mediterraneo si dovrà liberare di tutte le trivelle vicine e
lontane e anche degli oleodotti e petroliere che lo attraversano. L’era del
petrolio deve essere archiviata dalla storia per inziare la nuova era delle
energie rinnovabili, capaci di dare molto più lavoro e capaci di preservare l’enorme
ricchezza del mare.
Francesco Zaffutoimmagine - pescatori sulla riva del mare - Giovanni Rovero
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