1
milione e 130mila nuclei familiari senza redditi da lavoro, tra i quali 491mila
sono coppie con figli, e 213mila con
monogenitore. Questo il dato Istat sul 2013, che diventa ancora più grave se si
guarda all’incremento temporale: il fenomeno delle famiglie sprovviste di reddito
da lavoro se si va confrontare con i dati di due anni prima ha avuto un rialzo
del 56,5%; la crescita nell'ultimo anno è stata pari al
18,3%, con l’aggiunta di altre 175mila famiglie.
Come vivono o
sopravvivono l’Istat non è in grado di dircelo, nel nostro civile paese non esistono liste di
disoccupazione con un criterio di attesa e di precedenza, tutto naviga nell’impreciso
e nell’indeterminato su un argomento gravissimo. Dentro quel milionecentotrentamila
possiamo trovare: famiglie che hanno un
qualche reddito di capitale, famiglie che si arrangiano con qualche lavoro in
nero, quelle che si sostengono con l’indennità di disoccupazione o con qualche
aiuto dei comuni o di enti caritatevoli, e quelli che si sostengono con l’aiuto
di qualche componente familiare in pensione.
Una galassia sconosciuta di cui i governi si possono preoccupare o
continuare per la strada di sempre, al punto di non conoscere i dettagli del problema.
http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/crisi_lavoro_famiglie_senza_reddito_istat/644193.shtml
immagine - il quadro "mangiatori di patate" di Vincent Van Gogh
Il fatto, drammatico è che "loro" conoscono i dati ma non gliene importa niente di chi stenta o muore. E continuano a spendere le poche risorse...
RispondiEliminaFamiglie disperate, persone informate solo dalla tv, percezione del disastro incombente, futuro senza prospettive, divisioni "nord-sud, bianchi-neri"... che mix esplosivo.
Sono convinto che i dati non li conoscono nemmeno e non gli importa neanche di conoscerli. Tutti i governi si sono rifiutati di porre mano minimamente al lavoro in nero, l'hanno considerato come una sfogatoia del malessere; Berlusconi addirittura pretendeva che l'UE riconoscesse un maggior valore al prodotto interno lordo per effetto del lavoro in nero in Italia da considerare come strutturale, (non ho idea di quali commenti di ilarità siamo stati ricoperti per simile richiesta in ambito europeo). Il governo Renzi è partito con il piede giusto di fare riprendere potere d'acquisto ai salari, ma anche con il piede sbagliato di non avere riconosciuto le urgenze disperate della disoccupazione e di incrementare la precarietà; di conseguenza l'angolo della camminatura del suo governo sarà alquanto strabico. ciao
EliminaIgnoranza e strafottenza sono le "convergenze parallele" di questi tempi.
Elimina