Sì, è vero,
capisco che sia un atto inutile, come lo fu il primo ma …
Questa
proposta fu inviata
l'8 maggio 2013 via mail a 640
parlamentari e per raccomandata al Ministro del lavoro
Giovannini; visto che il Ministro del
lavoro è cambiato è stata inviata all’attuale
Ministro Poletti con la lettera
qui sotto allegata.
Disponibilità al lavoro, collocamento
e welfare
1
Ai fini dell’applicazione degli
articoli 1, 4 e 38 della Costituzione italiana sono istituiti presso i Centri
di impiego regionali le Liste di Collocamento al Lavoro con carattere
obbligatorio e pubblico.
2
Ogni cittadino in condizione di
disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può chiedere l’iscrizione
alle Liste di Collocamento e sarà iscritto in base alle proprie capacità e
formazione a diverse tipologie di mansioni, oltre a una di generica iscrizione
di disponibilità a lavori di pubblica utilità predisposti dal Comune di
appartenenza e comuni viciniori. Sono da considerare cittadini in stato di
disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo
indeterminato, determinato, a progetto e di qualsiasi altra forma; tutti i
cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che
hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro
autonomo.
3
Tutte le ditte private che assumono
personale sono obbligate a farlo tramite le liste di collocamento pubbliche per
almeno il 70% delle assunzioni, sia per le assunzioni a tempo indeterminato e
sia per le assunzioni a tempo determinato. Tutti gli organismi pubblici sono
obbligati ad assumere tramite dette liste per il 100% delle assunzioni a tempo
indeterminato e determinato, tranne per i posti soggetti a concorso pubblico.
Le percentuali indicate sono comprensive delle quote previste per le categorie
protette.
4
Solo le ditte che dimostrano di
assumere per il 70% tramite le Liste di Collocamento pubbliche potranno godere
di incentivi per l’occupazione e potranno detrarre gli emolumenti corrisposti
ai lavoratori dalla base imponibile IRAP.
5
Le assunzione avverranno sulla base
delle seguenti priorità: carichi di famiglia e precedenza per maggior tempo di
attesa in collocamento.
6
Durante il tempo di attesa
verrà riconosciuta una indennità di disponibilità al lavoro di 20 euro al
giorno a carico dello Stato esente da ogni tassazione e tributo. Ai fini
previdenziali e pensionistici i periodi di permanenza di iscrizione alle liste
di collocamento sono riconosciuti come lavoro effettivo.
7
Il Centro di impiego
comunicherà al lavoratore in disponibilità il primo lavoro disponibile e il
lavoratore sarà obbligato a prendere servizio. La mancata presa di servizio
viene a comportare la cancellazione dalle liste per mesi tre e la sospensione
dell’indennità per lo stesso periodo.
8
Durante il periodo di
permanenza in disponibilità i Comuni possono utilizzare gli iscritti alle liste
per lavori socialmente utili. In tal caso i comuni provvederanno a pagare al
lavoratore altri 20 euro per l’effettiva utilizzazione giornaliera.
9
Ai fini del finanziamento di
questi dispositivi vengono sospese tutte le pensioni superiori a 5.000 euro
netti mensili e tutti gli emolumenti pubblici del personale in attività
non potranno superare il doppio di tale riferimento; in caso di
mancata capienza finanziaria si farà riferimento ad un tributo di scopo con
carattere solidale, proporzionale e progressivo, e con vincolo di
destinazione al solo finanziamento degli oneri derivanti da questi
dispositivi.
Egregio
Signor Ministro del Lavoro Giuliano Poletti
Via Veneto, 56 - 00187 Roma
Via Veneto, 56 - 00187 Roma
Le
allego una bozza di proposta su collocamento e welfare che è stata condivisa in rete sul blog http://creapaneelavoro.blogspot.it/ e che fu inviata al precedente Ministro
Giovannini l’8 maggio 2013. Considerato che la SV ora è a capo di codesto
Ministero si ritiene doveroso ripetere l’invio.
Chi cerca lavoro è lasciato solo dallo Stato
in una disperazione che può durare mesi e anni. E’ estremamente
necessario che i tempi di attesa producano una forma di precedenza per
evitare gesti estremi di disperazione.
Cercare un lavoro con gli attuali Centri di impiego si rivela inutile; cercarlo
con centri privati o su internet è deprimente, spesso si tratta di meri annunci
fatti allo scopo di accantonare curriculi e dati.
Liste
di collocamento pubbliche e centralizzazione informatica della offerta di lavoro sono essenziali.
Per
la gestione di tali liste è necessaria una collaborazione delle aziende. I benefici fiscali vanno dati solo alle
aziende che sono disposte ad assumere per una percentuale tramite le liste
pubbliche. Il 70 per cento per assunzioni tramite liste pubbliche e il 30
per cento tramite chiamata diretta può essere un buon equilibrio tra funzione
pubblica e privata nel criterio delle assunzioni.
Retribuire la disponibilità al lavoro e ancorare questa retribuzione ad un
meccanismo di controllo è il modo meno umiliante con cui concedere un reddito
minimo di cittadinanza ed evitare la
dispersione delle risorse.
La retribuzione della disponibilità al
lavoro va considerata come
riconoscimento di una attività produttiva potenziale e non come un mero atto di carità. Altre
forme di sostegno per carichi di famiglia, per assenza di ogni altra forma di
reddito e per la casa è opportuno che
vengano considerati a parte.
Gli
esborsi monetari per tale welfare avranno la caratteristica di ritornare
immediatamente nel circuito della domanda dei beni e determineranno la riduzione
di altri costi sociali: si sottrae manodopera alla malavita, si fa diminuire
l’evasione con il lavoro in nero, si riducono costi di altra assistenza, e
soprattutto si riduce la disperazione.
Distinti Saluti
Il cielo ti benedica, Francesco!
RispondiEliminaProprio stamane ho commentato sul blog di Sari sul fatto che i politici, soprattutto quelli governanti, si propongono ad essere ascoltati rifiutando di ascoltare chiunque lo richieda.
RispondiEliminaAnche le voci più sensate.
Questo post conferma purtroppo quel mio commento.
Un caro abbraccio.
ciao, lieto di risentirti
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