Se su un giornale come Qui Finanza si
legge
e su Il Giornale di Sallusti si legge
Lo
dice pure la Corte dei Conti: il reddito di cittadinanza è un flop
Ti
può venire il dubbio che la Corte dei Conti sia andata oltre i suoi compiti di
vigilanza – se hai tempo e pazienza puoi andare sul
e
cercare i documenti originali.
Scopri
che alla Pagina 13/14 dalla Requisitoria
orale del Procuratore generale Fausta Di Grazia
Sul
fronte assistenziale, l’attuazione del “reddito di cittadinanza” è rientrato
tra le finalità della missione 24, con uno stanziamento definitivo di 5.728,6
milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni. Dai dati
degli uffici di controllo risultano essere state accolte circa 1 milione di
domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali, secondo
elaborazioni di questo Istituto, soltanto il 2% ha poi dato luogo ad un
rapporto di lavoro tramite i Centri per l’impiego. Il calo degli
investimenti pubblici non ha aiutato certamente la ripresa dell’economia nazionale,
in evidente sofferenza per la pressione
fiscale e l’alto costo del lavoro, nonché per i noti fenomeni corruttivi. Appare
non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto
possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti ed anche dei pensionati che,
pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le
generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle
quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese.
pagina 65/66 del Documento di Sintesi Relazione
sul Rendiconto Generale dello Stato
Per
quel che riguarda le politiche assistenziali, nel primo anno di vigenza
dell’RdC sono state accolte poco più di 1 milione di domande, con complessivi
2,4 milioni di beneficiari coinvolti. L’importo medio mensile del beneficio è
risultato pari a 513 euro. Rispetto al precedente programma (Reddito di
inclusione), si è registrato un sensibile incremento sia delle persone
assistite (erano pari a 1,3 milioni), sia del sussidio erogato (296 euro per
nucleo, nel 2018). Secondo
elaborazioni proposte dalla Corte nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza
pubblica, effetti sensibili si sono avuti in termini di riduzione degli indici
di povertà e minore concentrazione della distribuzione del reddito (indice di
Gini). Di contro, appaiono modesti i risultati in termini occupazionali.
Elaborazioni della Corte sui dati micro dell’indagine trimestrale sulle forze
di lavoro condotta dall’Istat mostrano che la quota di coloro i quali trovano
lavoro tramite i CPI resta modestissima: intorno al 2 per cento.
Ora,
dopo aver riportato la Fonte, aggiungo
una mia brevissima considerazione.
Dall’esame
di questi due documenti risulta che la Corte dei Conti dice che la misura del
Reddito di cittadinanza è costata meno del previsto (solo 3.878,7 milioni rispetto ai 5.728,6 milioni di euro
stanziati, e spendere di meno è sicuramente un bene) – ed inoltre dice che ha avuto un
sensibile effetto in termini di riduzione dell’indice di povertà: quindi meno
gente disperata – meno suicidi per disperazione – meno dolore – meno degradazione - e questo sul
piano umano è un risultato notevole.
Dice
pure che solo il 2% ha trovato lavoro con il collocamento tramite Centri d’impiego
e Navigator – Quindi c’è qualcosa che non va in questo sistema di trovare
lavoro. I Navigator non potevano trovare un lavoro da proporre perché non ci
sono stati investimenti per aumentare il lavoro (e lo dice il Procuratore della Corte
dei Conti). E io aggiungerei che quel
poco di lavoro che c’era non è arrivato neanche ai Centri per l’impiego perché
nessun obbligo di notifica di richieste è stato previsto per le Aziende, quindi
i Navigator dovevano gestire il nulla e questo nulla ha prodotto il 2%. (francesco zaffuto)
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