Lo sgomento dei primi giorni di agosto è stato per il dato Istat
del – 0,2% per la nostra economia. Si aggiunge che i consumi non riprendono e
che i prezzi di vari generi tendono a
diminuire per la diminuzione della domanda. Questo il sintetico quadro della
mancata ripresa. L’effetto positivo per gli 80 euro di Renzi tarda ad arrivare.
Si dice che è “troppo presto” per la misurazione degli effetti. Magari qualche
effetto arriverà dopo, ma la misura degli 80 euro non può avere effetti
miracolistici
Uno dei motivi chiave che frena i consumi e la ripresa dell’economia
è l’aver distrutto in Italia la capacità rigeneratrice delle nuove generazioni.
Sono state bruciate almeno due generazioni, abbiamo disoccupati oltre i trenta
anni, abbiamo giovani che hanno lasciato il paese, abbiamo giovani che stanno
in una costante condizione di precariato. Una grande leva per la domanda di beni è stata
in passato quella che veniva dalle coppie di giovani che mettevano su famiglia;
negli anni prima della crisi sono stati sempre le giovani famiglie a tenere
alta la domanda di elettrodomestici, case, arredi, mezzi di trasporto .. ecc …
Le famiglie di anziani
hanno comprato in passato ciò che gli necessitava,e nel comportamento futuro
tendono al risparmio per paura di malesseri fisici o per potere aiutare i figli
in difficoltà. Le stesse difficoltà dei giovani sono una ulteriore spinta al
risparmio delle famiglie di anziani con giovani a carico.
Era evidente che
bisognava subito partire dai giovani: intanto un immediato aiuto alle
condizioni di disoccupazione avrebbe diminuito l’impatto negativo sulle famigli
e avrebbe prodotto sulla domanda effetti più immediati degli 80 euro
distribuiti indistintamente, perché sarebbe arrivato denaro a chi aveva la
necessità immediata di consumarlo.
In un intervento sul
blog “crisi dopo la crisi” di aprile 2014, criticavo la misura degli 80 euro
proprio su questo aspetto e l’ho considerata soprattutto elettoralistica, http://crisidopolacrisi.blogspot.it/2014/04/80-euro-e-altro.html
, ora aggiungerei, visto che le risorse sono sempre poche, che è stata un’occasione
mancata. Si potevano spendere meglio.
Il governo ha scelto
per il lavoro tempi lunghi: parla di
legge delega, parla di rivedere lo statuto dei diritti, ma la scelta dei tempi
lunghi su un argomento urgente non è certo un buon segno. Parlare di riforma
dei diritti e di tutto l’impianto del lavoro senza avere un’idea su come
affrontare il nodo disoccupazione ha una grande perversità di fondo.
13/08/14 francesco zaffuto
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