Una morte straziante sul lavoro, ne
ha dato notizia l’Osservatorio dei caduti sul lavoro di Bologna
giovedì 28 settembre 2017
venerdì 22 settembre 2017
Dati Inps su occupazione: più posti ma da precari
"Nei primi sette mesi del 2017, nel settore privato, si registra un
saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +1.073.000, superiore a quello del
corrispondente periodo sia del 2016 che del 2015". Lo rileva l'inps,
spiegando che anche il saldo annualizzato, relativo agli ultimi 12 mesi,
"risulta positivo" e "pari a +571.000", frutto della
"crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+18.000), dei
contratti di apprendistato (+52.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo
determinato (+501.000, inclusi i contratti stagionali)".
giovedì 21 settembre 2017
2017 aumento di morti e infortuni sul lavoro
Per la prima volta
da un quarto di secolo, incidenti e morti aumentano entrambi nei primi sette
mesi dell’anno: rispettivamente dell’1,3 e del 5,2 per cento.
Tra gennaio e luglio gli
incidenti sul lavoro denunciati (ma non ancora riconosciuti come tali) sono
stati 380.236, contro i 375.486 degli stessi mesi di un anno fa. I morti sono
saliti da 562 a 591, ventinove in più.
L’articolo di Marco
Ruffolo su Repubblica
mercoledì 20 settembre 2017
Lombardia occupazione, un debole miglioramento e tanto precariato
Dai
risultati di una indagine di Confindustria sul mercato del lavoro in Lombardia.
il numero degli occupati, in aumento di oltre 50mila persone nel 2016 - soprattutto donne e laureati (o diplomati specializzati) - Nel 2016 in Lombardia il mercato del lavoro ha accolto 75mila donne in più rispetto al 2008, e 21mila uomini in meno.
il numero degli occupati, in aumento di oltre 50mila persone nel 2016 - soprattutto donne e laureati (o diplomati specializzati) - Nel 2016 in Lombardia il mercato del lavoro ha accolto 75mila donne in più rispetto al 2008, e 21mila uomini in meno.
giovedì 14 settembre 2017
Sicilia record europeo per la disoccupazione
La Sicilia è al top tra oltre 200 regioni europee per l'alto tasso di giovani fra i 18 e i 24 anni che non studiano e non cercano lavoro, i cosiddetti Neet.
Il dato negativo dell'isola (41,4%) è inferiore solamente a quelli registrati per la Guyana francese (44,7%) e la regione bulgara di Severozapaden (46,5%). E' quanto emerge dal Regional Yearbook 2017 pubblicato oggi da Eurostat.
venerdì 1 settembre 2017
Vendemmia senza voucher
Senza i voucher che in qualche modo davano trasparenza e
tracciabilitá a diverse tipologie di attività occasionali in agricoltura, si evidenziano difficoltà a ridosso della
vendemmia.
giovedì 31 agosto 2017
Lavoro Gratis in alcune scuole private
Da Facebook una storia di
ordinaria follia: esistono scuole private che assumono docenti senza pagargli
alcun stipendio, solo con la promessa di far maturare il punteggio.
Maria Concetta Trovato a ProfessioneInsegnante.it
15 h ·
Vi racconto una storiella, che vorrei fosse falsa, ma
è dolorosamente vera.
La paritaria di questa mattina si profonde in complimenti. Mi vogliono per Inglese.
Fissiamo un colloquio: mi presento nella mia forma migliore.
La paritaria di questa mattina si profonde in complimenti. Mi vogliono per Inglese.
Fissiamo un colloquio: mi presento nella mia forma migliore.
mercoledì 30 agosto 2017
Vivere con 190 euro al mese, SI CHIAMA ReI
Dopo quattro anni e verso la fine della legislatura; dopo che si
sono spesi decine di miliardi per bonus vari che non hanno fatto ripartire la
domanda interna e decine di miliardi di incentivi per il lavoro che non sono riusciti ad abbassare sensibilmente
il tasso di disoccupazione: il Governo
si accorge dell’esistenza dei poveri e approva in via definitiva il decreto per
il Reddito d’Inclusione.
lunedì 21 agosto 2017
OCCUPAZIONE, UN DECENNIO DI GUAI
Si
parla di una ripresa, ma dopo un decennio di guai.
Tutti
quelli che sono stati bruciati in dieci anni di guai potranno riprendersi?
I
giovani disoccupati di questo decennio di guai sono già diventati anziani.
venerdì 11 agosto 2017
Vinci il concorso e vieni scartato per età
Dopo avere superato tutte le fasi di un
complesso e selettivo concorso a cattedre, al momento di coronare il sogno di
entrare in ruolo, lo scorso 7 agosto si è visto recapitare questo messaggio
dall’Ufficio scolastico regionale della Puglia: “Aspirante non convocato in
quanto non destinatario di proposta di nomina a tempo indeterminato per
superamento limiti d’età”.
Ha superato i 66 anni e viene escluso
Poco importa se altri suoi colleghi possono restare in
servizio con proroga fino a 70 anni e poco importa se gli occorreva ancora
qualche anno di lavoro per arrivare all’agognata meta dell’età minima
pensionabile.
“Vivo male questa esclusione: ho vinto il
concorso, mi mancano 2 anni per raggiungere il minimo pensionistico e il primo
settembre sarò senza stipendio e senza pensione per tutta la vita. …”.
sabato 22 luglio 2017
Licenziamento per aver superato i 25 anni
Chi vuole
solo giovani dipendenti è autorizzato a licenziarli al compimento dei 25 anni. Il caso dei baby commessi di Abercrombie
& Fitch arriva, così, davanti alla Corte Ue.
La Corte non nega che la
licenziabilità del lavoratore intermittente al compimento del venticinquesimo
anno introduca una differenza di trattamento fondata sull’età. «Tuttavia -
spiegano i giudici Ue - tale differenza di trattamento è giustificata dalla
finalità di favorire l’occupazione giovanile. Infatti, i giovani sotto i 25
anni sono normalmente penalizzati sul mercato del lavoro dall’assenza di
esperienza professionale. Per controbilanciare tale situazione, il contratto
intermittente riservato agli infraventicinquenni consente agli stessi non tanto
di ottenere un lavoro stabile quanto piuttosto di avere una prima esperienza
lavorativa funzionale al successivo accesso al mercato del lavoro».
Il
lavoratore era stato assunto nel 2010 con contratto di lavoro intermittente a
tempo determinato, poi convertito a tempo indeterminato il 1 ° gennaio 2012. Il
26 luglio di quell’anno, però, era stato licenziato perché compiva 25 anni.
Altri dettagli su:
Resta
ingiustificabile un’assunzione a tempo indeterminato quando si conosceva la
prossimità di un licenziamento al compimento dei 25 anni. Cosa deciderà alla
fine la Cassazione? Poi quel povero giovane lavoratore che ha osato chiedere
chissà come farà a pagare le spese di una si lunga causa? (???)
venerdì 21 luglio 2017
INPS e BOERI CONTENTI ? Ma si tratta di un furto
“Gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi in
contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni
sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per
le casse dell’Inps”
Egregio Dott. Boeri
Questa iniquità non solo riguarda i migranti ma
anche tutti quegli italiani che non raggiungono i 15 anni di versamenti contributivi per accedere
alla pensione di vecchiaia INPS. Tutto quello che hanno versato viene
considerato inutile e incamerato dall’ente previdenziale.
Un giusto sistema previdenziale contributivo
dovrebbe liquidare per quanto è stato versato agli italiani ed anche agli
stranieri. I contributi per la pensione non sono IMPOSTE O TASSE; sono CONTRIBUTI ed è ASSOLUTAMENTE INGIUSTO
CHE VENGANO DA UNA PARTE RESI OBBLIGATORI E DALL’ALTRA PARTE INCAMERATI e
NULLIFICATI SENZA ALCUNA PRESTAZIONE.
I lavoratori bianchi o neri o gialli vanno
trattati con pari dignità; si evidenzia in questo frangente che anche i lavoratori italiani non sono trattati
con pari dignità e si discriminano quelli che (per particolare disagio
occupazionale) non sono riusciti a mettere da parte contributi per 5 anni.
Due link: sulla dichiarazione di Boeri e sui
requisiti per la pensione Minima agli italiani
martedì 18 luglio 2017
Come triplicare la pensione per alcuni sindacalisti
Un paginone di
domenica 16 luglio 2017 del Corriere della Sera con un articolo di Gian Antonio
Stella è stato dedicato alla magia di triplicare la propria pensione attuata da
alcuni dirigenti sindacali.
L’articolo è stato riportato
su internet con questo link
All’origine della
questione ci sta un ricorso alla Corte dei conti
di un sindacalista
(coordinatore della Gilda degli Insegnanti Gennaro Di Meglio) che si era visto
negata dall’INPS la liquidazione della pensione su
uno stipendio di 8 mila euro al mese, percepito solo negli ultimi mesi di lavoro.
La
Corte dei conti ha osservato nella sentenza
491/2016 che al lavoro svolto dal sindacalista Di Meglio mancavano i criteri
della fissità e della continuità, stabiliti come necessari per poter conteggiare i versamenti
con il criterio retributivo, per cui degli 8 mila euro di retribuzione ne ha
calcolati «solo» 5 mila.
“Tutto
sommato al sindacalista Di Meglio non è andata male se si considera che come ex
docente di scuola elementare avrebbe potuto percepire una pensione al massimo
di circa 1700 euro. E se si considera che la Gilda degli insegnanti è stata
sempre paladina di lotte contro i privilegi sindacali.” (nota in corsivo di
Francesco Zaffuto)
Ma considerato
quanto avevano ottenuto altri sindacalisti (tipo Cisl) il trattamento riservato
al coordinatore della Gilda Gennaro Di Meglio era penalizzante e veniva visto
dall’INPS come un’ottima Sentenza da fare applicare a tutti.
Verdetto alla mano, l’Inps va a controllare un campione di
119 pensioni decorrenti dal 1997 al 2016. Salta fuori che, contando i
contributi aggiuntivi nella «quota A» invece che nella «quota B», c’è chi ha
avuto un incremento del 18,9% (il minimo), chi del 37,5%, chi del 55,5%, chi
del 62,5% fino al record. Con i criteri della Corte dei Conti il «soggetto 18»
della Cisl (il sindacato di Raffaele Bonanni, i cui ultimi stipendi sollevarono
un putiferio) dovrebbe prendere, come
dicevamo, 39.282 euro ma ne prende 114.275. Il 190,9% in più. Il triplo. (Dall’articolo di Gian Antonio Stella)
Ma considerato che
queste pensioni sono ormai definitive e non c’è modo di
tagliarle ma incombono i vitalizi di altri 1.400 sindacalisti che potrebbero
essere rivisti alla luce della sentenza dei magistrati contabili, l’Istituto di
previdenza chiede al ministero del Lavoro: come ci dobbiamo regolare? Per
quattro mesi: silenzio. Finché, pensa e ripensa, arriva la risposta. «In
conclusione sembra di poter dire che anche gli emolumenti sindacali erogati con
carattere di fissità e continuità — da individuare in termini generali in via
preventiva — vanno valorizzati ai fini del computo nella quota A». «Ferma
restando la necessità», continua il ministero di Giuliano Poletti per
aggiustare un po’ il tiro, «di evitare gli abusi del diritto che si possono
realizzare attraverso incrementi anomali delle retribuzioni dei rappresentanti
sindacali a ridosso del collocamento in quiescenza al solo fine di conseguire
sproporzionati ed ingiusti vantaggi in termini di prestazione pensionistica». Traduzione: chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto. Ma poiché gli
spropositati e ingiusti vantaggi ci sono stati davvero, come bontà sua
riconosce il ministero, nel futuro occorre cambiare. Nel futuro, si capisce... Non ora. (Dall’Articolo di Gian
Antonio Stella)
Quindi il tutto
resta al momento come prima.
Ma vediamo un po’ l’origine
dei mali.
In
base a quale legge i sindacalisti di cui sopra sono stati baciati dalla
fortuna?
Non una sola, ma almeno tre leggi
distinte. Tutto comincia
con l’introduzione del sistema contributivo (pensione basata solo sui
contributi) al posto del retributivo (pensione calcolata sullo stipendio degli
ultimi anni) decisa nel 1992, che per ridurre l’impatto consentì di mantenere
il vecchio sistema per i contributi versati prima del 31 dicembre di
quell’anno. Nel 1995 la legge Dini offrì a tutti la possibilità di rimpolpare
la pensione con versamenti ulteriori, e per non dilatare il privilegio già
ottenuto dagli «anziani» stabilì che quanto aggiunto finisse nella quota
calcolata con il meno vantaggioso contributivo. A queste due leggi se ne
aggiunse una terza, quella voluta nel ’96 dall’allora ministro del Lavoro Tiziano Treu, che consentì ai
sindacati di incrementare, sempre con versamenti aggiuntivi, le pensioni dei
loro dirigenti in aspettativa o in distacco sindacale dalle rispettive aziende.
È qui che si crea il corto circuito, perché le circolari applicative
consentono inspiegabilmente di conteggiare questi versamenti aggiuntivi dei
sindacati non con il sistema contributivo, come per tutti gli italiani, ma con
il retributivo, che per il settore pubblico gode di un trattamento davvero
speciale, essendo basato addirittura sull’ultimo giorno di lavoro.
L’effetto, è che
basta una retribuzione molto elevata negli ultimi mesi per portare a casa un
aumento abnorme della pensione, naturalmente a spese dell’ente previdenziale,
ossia degli altri contribuenti. (Dall’Articolo
di Stefano Caviglia su Panorama del gennaio 2017 http://www.panorama.it/economia/lavoro/pensioni-doro-dei-sindacalisti-la-fine-dei-privilegi/ )
MORALE DELLA FAVOLA
“In
pratica mentre per tutti i lavoratori si introduceva il penalizzante sistema
contributivo il Ministro Tiziano Treu
trovava un escamotage per lasciare il sistema retributivo solo agli “amici” dei
sindacati.
Occorre precisare, nel particolare caso, che la Gilda degli
insegnanti dal 1992 al 1996 si batteva contro quella iniquità e contro il
privilegio che si ritagliavano i sindacalisti (lo ricordo bene perché all’epoca ero dirigente di quel sindacato).
Quindi nessuna responsabilità per quelle leggi inique è attribuibile alla Gilda
degli insegnanti.
Ma una volta che l’iniquità si è stabilita diventa “quasi ovvio” approfittare
dell’iniquità ed anche qualche dirigente Gilda ha fatto richiesta dei privilegi
sindacali. Infatti in Italia vige un vecchio detto siciliano:
cu avi cummirità e `un si ni servi, 'un c'è cunfissuri chi
l'assolvi (chi ha le
comodità e non se ne serve, non troverà confessore disposto ad assolverlo).
In ogni caso alla fine
voglio precisare, in quanto antico sindacalista, che vivo con la mia pensione
di 1.650 euro – per 35 anni di lavoro di insegnante – non sono tanti – me li
faccio bastare – e c’è tanta gente in questo paese che sta molto peggio di me.”
(Francesco Zaffuto)
Foto – Quadro Vincent Van Gogh – Mangiatori di patate – (ovviamente
sono i lavoratori)
Post precedente
su questo blog sullo stesso argomento
martedì 4 luglio 2017
Disoccupazione: eccola di nuovo all'11,3%
Il tasso di disoccupazione
risale a maggio all'11,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali dopo il calo di
aprile. A maggio, comunica ancora l'Istat, cresce anche il tasso di
disoccupazione giovanile, che sale al 37% con un incremento di 1,8 punti da
aprile.
mercoledì 21 giugno 2017
incidenti e lavoro
Il 40% delle 25.671vittime di incidenti stradali in
Europa nel 2016 stava percorrendo il tragitto casa-lavoro o stava effettuando
spostamenti legati alla propria professione.
venerdì 16 giugno 2017
Necessario e urgente patentino per i trattori
Un adolescente di 17 anni morto schiacciato dal trattore e il
Parlamento ha appena rinviato la legge che obbliga chi guida questo mezzo a
sottoporsi a un esame per prendere il patentino.
Solo in questi primi 15 giorni di giugno i
morti schiacciati dal trattore sono stati 12 e 65 dall'inizio dell'anno
Prosegui la lettura su …
http://cadutisullavoro.blogspot.it/2017/06/un-adolescente-di-17-anni-morto.html?spref=fb
giovedì 15 giugno 2017
con Mirko sono 300
Con la morte di Mirko Nivazzi morto a Sasso Marconi ieri 13 giugno 2017 arriviamo a contare lo strabiliante numero
di 300 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno e oltre 600 se si
aggiungono i morti sulle strade e in itinere. La trecentesima vittima del 2016
è stata Carmine Guglielmi ma era il giorno 29 di giugno. abbiamo raggiunto i
300 morti sui LUOGHI DI LAVORO con ben 15 giorni d'anticipo. E la politica sta
a guardare
E' morto a soli 29 anni Mirko Nivazzi a Sasso Marconi di
Bologna. Il povero giovane è caduto da una scala in un'azienda agricola mentre
puliva una mietitrebbia. Ma anche ieri i morti sono stati ben 6 di cui due
agricoltori schiacciati dal trattore in provincia di Cuneo. Due
autotrasportatori hanno perso la vita in uno scontro tra TIR sull'autostrada A
14 all'altezza di Ravenna. Uno dei due TIR si è incendiato: immaginate la fine
orrenda di questi camionisti. Quando entri in autostrada ti vengono i brividi
nel vedere questi bisonti che spesso fanno la gara tra di loro incuranti degli
automobilisti. Ne muoiono tantissimi sulle strade e spesso coinvolgono anche gli
automobilisti. Le vittime sono tutte e due straniere.
mercoledì 14 giugno 2017
Ieri non ho fatto benzina
Andavo spesso a fare il rifornimento di benzina in
una stazione di servizio dove c’era l’omino che ti dava una mano e pagavi. Poi
l’omino e scomparso, facevo benzina da solo e poi andavo a pagare alla cassiera
in uscita. Ieri ho potuto notare che il gabbiotto della cassiera è stato chiuso
e che tutto dovevo fare io con banconote o con carta di credito. Ebbene ieri
non ho fatto benzina. Mi cercherò oggi una stazione di servizio con l’omino o
almeno la cassiera.
?Ma come si può trovare lavoro se si elimina ogni
giorno l’uomo dal lavoro?
E il tutto
con la promessa di un miserabile sconto di alcuni centesimi.
?E se lo STATO, quello Stato tanto vituperato che
mette le tasse, mettesse una tassa sulle macchine che sostituiscono l’uomo? In
qualche modo ci dovrebbero fare un pensierino in più prima di scartare l’uomo.
(f.z.)
sabato 10 giugno 2017
Reddito inclusione – Poco e tardi
Primo sì del Consiglio dei ministri al
decreto legislativo che introduce in Italia i cosiddetto Reddito d’Inclusione. Arriva dopo
quattro anni di legislatura e di Governi: Letta - Renzi - Gentiloni.
Era la prima cosa da fare per l’urgenza ed ancora non è decollata
Ora
il provvedimento dovrà acquisire i pareri delle commissioni parlamentari
competenti.
480 euro forse dal 2018 e a chi:
La misura appena approvata per la lotta
alla povertà nella prima fase si rivolgerà "a 660mila famiglie, di
cui 560mila con figli minori", ha spiegato il
ministro del Lavoro. Verrà data ai nuclei "con almeno un figlio minorenne
o con disabilità anche se maggiorenne, a quelli con una donna in stato di
gravidanza o un over50 in disoccupazione".
GLI ALTRI POVERI OVVIAMENTE si dovranno
arrangiare.
giovedì 8 giugno 2017
Licenziata per maternità e riassunta per lotta dei colleghi
La lavoratrice
rientrata dalla maternità era stata
licenziata dopo 15 anni di attività alla Reggiani Macchine di Grassobbio. Lo rende noto la Fiom Cgil:
«moltissimi colleghi venerdì 26
maggio erano scesi in sciopero e in presidio per manifestarle tutta la loro
solidarietà».
«Finalmente ho riottenuto un posto di lavoro»
ha commentato oggi la lavoratrice. «Per questo vorrei ringraziare tutti coloro
che in modi diversi mi hanno fatto ottenere questo risultato: da chi ha preso
in carico fin dall’inizio la procedura di licenziamento, ai miei colleghi che,
saputa la notizia, hanno scioperato compatti, a chi, venendo a conoscenza in
altro modo del licenziamento, mi ha sostenuta».
Foto dal giornale citato
lunedì 5 giugno 2017
5 giugno tre morti sul lavoro
Anche oggi, 5 giugno 2017,
tre lavoratori hanno perso la vita sui
luoghi di lavoro. Nella provincia di Trieste, dove Stefano Fiorentino un
operaio di 40 anni ha perso la vita rimanendo travolto da lamiere in una
nota ditta del luogo. Non era un lavoratore di retto ma di una ditta
appaltatrice.
A Iglesias di Cagliari è rimasto schiacciato dal suo camion un autotrasportatore. Nella provincia di Vibo Valentia è morto cadendo da un albero mentre lo stava tagliando un sessantenne.
A Iglesias di Cagliari è rimasto schiacciato dal suo camion un autotrasportatore. Nella provincia di Vibo Valentia è morto cadendo da un albero mentre lo stava tagliando un sessantenne.
sabato 27 maggio 2017
I voucher e l’arte del governo di schiaffeggiare la CGIL
Dopo il
ritiro della normativa sui voucher e la conseguente nullificazione del
referendum, il minimo che ci si potesse aspettare era un tentativo di
confronto con i sindacati per avviare delle scelte normative che introducessero
strumenti sul lavoro saltuario in qualche modo concordati. Invece il Governo è
andato verso soluzioni senza alcun confronto. A prescindere dalla bontà delle
scelte, il problema del Governo pare che
sia quello di schiaffeggiare la CGIL; ed i lavoratori saltuari ultraprecari
sono diventati ostaggi inconsapevoli di una battaglia politica che può portare
perfino ad una crisi di Governo.
mercoledì 24 maggio 2017
Laureati italiani pochi, ma il 42% non trova lavoro
Il 26 aprile 2017 Eurostat ha pubblicato i dati sui 30-34enni che hanno una
laurea, riferiti al 2016. L’Italia è al penultimo posto, davanti alla Romania:
26,2 laureati su cento giovani, contro un valore medio europeo di 39.
Dal confronto internazionale, emerge che la quota di laureati è
indiscutibilmente troppo bassa, benché l’Italia abbia raddoppiato la quota dal
2002, quando nella stessa fascia 30-34 erano il 13,1%.
Nel 2015 il dato dei laureati in Italia è stato di 266.742 di cui il 58% ha
conseguito la laurea triennale, il 29% quella magistrale e il 13% la laurea a
ciclo unica.
Le immatricolazioni hanno mostrato
deboli segnali di ripresa, dopo anni di calo, ma l’indagine Pisa mostra che
solo il 38,3% dei quindicenni italiani pensa di laurearsi, contro una media di
44,2% per i 72 paesi Ocse che partecipano all’indagine.
L’Italia viene penalizzata sia da un tasso di laureati troppo ridotto, sia
da una quota di abbandonanti intorno al 13% nella fascia di età 18-24, anche
qui agli ultimi posti in Europa.
I tassi di iscrizione all’università immediatamente dopo il diploma sono in
linea con i valori europei, ma si laurea la metà degli immatricolati, fra
triennale e specialistica. Il Rapporto Anvur del 2016 dice che a sei anni
dall’iscrizione il 32,8% delle matricole ha abbandonato, il 14% è ancora
iscritto e solo il 53,1% si è laureato, percentuale che cresce di poco con il
passare di ulteriori anni. Un iscritto su quattro abbandona entro il terzo
anno, il 15% si trasferisce ad un altro corso di laurea tra il primo e il
secondo anno: circa un terzo si laurea in corso, anche qui con differenze anche
vistose fra corsi e zone territoriali.
Riguardo all'accesso al mondo del lavoro dei
laureati italiani under 35, il cui tasso di occupazione a tre anni dalla discussione
della tesi è del 57,7%, lontano anni luce dall'80,7% che si registra in media
nell'Ue a 28. Il dato - rilevato da Eurostat con riferimento al 2016 - è in
netto miglioramento rispetto al 53,5% del 2015 e al 49,6% del 2014 ma resta
comunque il penultimo in Europa, migliore solo di quello greco. In Germania
entro tre anni dalla laurea lavora il 92,6% delle persone.
Notizie e dati da
lunedì 22 maggio 2017
Bruxelles chiede di rafforzare la contrattazione collettiva
Riunione Eurogruppo.
Rafforzare la contrattazione collettiva perché tenga conto delle
situazioni locali, razionalizzare la spesa sociale migliorandone la sua
composizione, assicurare politiche attive efficaci del mercato del lavoro e
facilitare l'occupazione per il secondo percettore di reddito: è quanto
raccomanda la Commissione Ue all'Italia nella sezione dedicata al lavoro.
L'Italia deve "con il
coinvolgimento delle parti sociali, rafforzare il quadro della contrattazione
collettiva per consentire agli accordi collettivi di tenere meglio in
considerazione le condizioni locali", scrive Bruxelles.
venerdì 12 maggio 2017
Disoccupazione e la giusta conta
La Banca centrale europea si
è chiesta quale potrebbe essere la
percentuale dei senza lavoro se si togliesse il velo delle consuetudini statistiche. Ed è arrivata alla conclusione che
dal 9,5% stimato da Eurostat per
l’area euro si arriverebbe al 18%, quasi il doppio.
Lotte per il lavoro in Francia: abbiamo minato la fabbrica
Punti estremi di lotta per il lavoro in Francia
"Abbiamo minato la
fabbrica":
"non
avremmo mai voluto arrivare fino a questo, ma non ci danno scelta”
Creuse, nel centro della Francia
gli operai, rischiano di
perdere il lavoro per la chiusura ormai imminente dello stabilimento
Anche il muletto è un assassino
dall'Osservatorio caduti sul lavoro di Bologna
http://cadutisullavoro.blogspot.it/2017/05/anche-il-muletto-e-un-assassino-silente.html?spref=fb
11 maggio 2017
11 maggio 2017
E' morto a 47 anni
schiacciato dal muletto in una ditta di Vignola presso la ditta Garavini dove un 47enne
di Savignano è rimasto schiacciato da un muletto.
Quale crescita in Africa
Ma è proprio vero che la
crescita economica sia l'antidoto alla disoccupazione?
Nonostante la forte crescita,
il tasso di occupazione dei giovani non decolla su quel continente.
In Africa, la crescita della
popolazione spesso supera la crescita economica. Ma la conseguenza è che i
giovani devono affrontare una disoccupazione di massa. La Fondazione
Mo Ibrahim ha pubblicato un rapporto;
"2017 Africa at a Tipping Point - L'Africa a un punto critico",
in cui si mette in evidenza questo problema sociale che colpisce
l'Africa.
"Dopo aver osservato la
situazione in 51 paesi, la Fondazione Mo Ibrahim osserva che nonostante la
crescita economica, la disoccupazione rimane a un livello elevato.
Italia: crescita debole, ma va forte per le armi
La relazione annuale
presentata al Parlamento dal Ministero degli Esteri, rivela che l’export nel
mondo di armamenti prodotti dall’Italia è praticamente quasi raddoppiato in
solo anno.
Infatti secondo la
relazione, le esportazioni italiane di armamenti nel 2016 hanno raggiunto 14,6
miliardi di euro, con un aumento dell'85,7% rispetto ai 7,9 miliardi del 2015.
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