mercoledì 24 maggio 2017

Laureati italiani pochi, ma il 42% non trova lavoro

Il 26 aprile 2017 Eurostat ha pubblicato i dati sui 30-34enni che hanno una laurea, riferiti al 2016. L’Italia è al penultimo posto, davanti alla Romania: 26,2 laureati su cento giovani, contro un valore medio europeo di 39.
Dal confronto internazionale, emerge che la quota di laureati è indiscutibilmente troppo bassa, benché l’Italia abbia raddoppiato la quota dal 2002, quando nella stessa fascia 30-34 erano il 13,1%.
Nel 2015 il dato dei laureati in Italia è stato di 266.742 di cui il 58% ha conseguito la laurea triennale, il 29% quella magistrale e il 13% la laurea a ciclo unica.
 Le immatricolazioni hanno mostrato deboli segnali di ripresa, dopo anni di calo, ma l’indagine Pisa mostra che solo il 38,3% dei quindicenni italiani pensa di laurearsi, contro una media di 44,2% per i 72 paesi Ocse che partecipano all’indagine.
L’Italia viene penalizzata sia da un tasso di laureati troppo ridotto, sia da una quota di abbandonanti intorno al 13% nella fascia di età 18-24, anche qui agli ultimi posti in Europa.
I tassi di iscrizione all’università immediatamente dopo il diploma sono in linea con i valori europei, ma si laurea la metà degli immatricolati, fra triennale e specialistica. Il Rapporto Anvur del 2016 dice che a sei anni dall’iscrizione il 32,8% delle matricole ha abbandonato, il 14% è ancora iscritto e solo il 53,1% si è laureato, percentuale che cresce di poco con il passare di ulteriori anni. Un iscritto su quattro abbandona entro il terzo anno, il 15% si trasferisce ad un altro corso di laurea tra il primo e il secondo anno: circa un terzo si laurea in corso, anche qui con differenze anche vistose fra corsi e zone territoriali.
 Riguardo all'accesso al mondo del lavoro dei laureati italiani under 35, il cui tasso di occupazione a tre anni dalla discussione della tesi è del 57,7%, lontano anni luce dall'80,7% che si registra in media nell'Ue a 28. Il dato - rilevato da Eurostat con riferimento al 2016 - è in netto miglioramento rispetto al 53,5% del 2015 e al 49,6% del 2014 ma resta comunque il penultimo in Europa, migliore solo di quello greco. In Germania entro tre anni dalla laurea lavora il 92,6% delle persone.
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immagine da internet

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