sabato 1 dicembre 2018

REDDITO DI CITTADINANZA – appunti di viaggio


Non so a che punto siano Di Maio e quelli del suo staff che studiano l’attuazione del Reddito di cittadinanza, comunque mi auguro che facciano un discreto  provvedimento, perché trattasi di qualcosa d’importante per tanta gente che non ce la fa a tirare avanti.
 Sulla questione Reddito di cittadinanza, non voglio stare dalla parte di quelli che esultano e non voglio stare tra quelli che si augurano che il Governo possa sbagliare; e neanche con quelli che sanno già tutto e prevedono già tutto.
 Va fatto un Reddito di cittadinanza  perché va ribadito che si lavora per il pane e che se il pane c’è va in qualche modo distribuito. Va fatto perché un lavoro la società può costruirlo se vuole: c’è da ripulire l’Italia da tutta l’immondizia lasciata in giro, c’è da avviare tutto il riciclo dei rifiuti, c’è da fare argine ad un territorio sempre più disastrato, c’è da fornire servizi a cittadini  in difficoltà. Ci sono  anche da produrre nuovi beni che non inquinano e c’è anche da dividere il carico di lavoro di tanti vessati da orari pesanti che non lasciano spazio al godimento della vita.  C’è tanto da fare e il lavoro si può trovare;  e se il Privato stenta a trovarlo deve darsi da fare il Pubblico. Ma nel tempo di attesa nessuno deve essere gettato nella disperazione di un’assoluta mancanza di reddito, nella  povertà.
 Magari questo Governo potrà sbagliare la misura e farla  con qualche difetto, ma va fatta; va iniziato un processo di consapevolezza; occorre arrivare alla coscienza che nessuno deve restare abbandonato se vive in una società.
Per quel poco che so sul problema e che ho cercato in questi anni di affrontare nel blog
ho inviato una lettera a Di Maio –
 via mail ed anche via Raccomandata con ricevuta di ritorno.
So che la lettera è arrivata a destinazione perché ho la ricevuta di ritorno e so che la spedizione mi è costata € 8,10. So anche, che essendo nessuno,  non posso pretendere alcun segno di ricevimento, tranne quello postale che ho pagato; so purtroppo che Uno non vale Uno.
Francesco Zaffuto