L’ISTAT ci dice che: "Il numero di occupati ha superato il livello di
23 milioni di unità,
soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell'inizio della lunga crisi". Grande esultanza del Capo del Governo, del suo Ministro del Lavoro e dell’ex Capo di Governo Renzi che intende aggiudicare il risultato alla sua normativa del Jobsact.
soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell'inizio della lunga crisi". Grande esultanza del Capo del Governo, del suo Ministro del Lavoro e dell’ex Capo di Governo Renzi che intende aggiudicare il risultato alla sua normativa del Jobsact.
Proviamo un attimo a ragionare sul dato: 23 milioni e 63mila persone
lavorano nel nostro paese; quindi se l’altra parte del paese è fatta di
bambini, vecchi e casalinghe, possiamo dire che siamo in un paese di quasi
piena occupazione, un paese che non ha più problemi di lavoro. Non si comprende
perché nel paese ci siano più di 4 milioni di persone in grave condizione di
povertà. E non si comprende perché ci sta ancora nel luglio 2017 un 11,3% di
disoccupazione.
Spiegare l’arcano è abbastanza semplice, basta guardare a come vengono misurati
i dati Istat rispetto all’occupazione?
“È
considerato occupato se nella settimana di riferimento dell’indagine ha
lavorato almeno un’ora”
Quindi in quei 23 milioni ci stanno
quelli che lavorano tutto l’anno, quelli che lavorano solo pochi mesi l’anno,
quelli lavorano pochi giorni in un anno, fino a quelli che hanno lavorato nella
settimana dell’indagine sono un’ora.
Se i 23 milioni di occupati nell’indagine
del 2008 erano prevalentemente occupati stabili, non possiamo certo dire che lo
sono quelli dell’indagine del 2017. I 23 milioni di allora non sono i 23 milioni
di oggi, dopo quasi un decennio di crisi che ha precarizzato il mondo del
lavoro.
Certo, tra i buoni propositi
del Governo c’era la stabilizzazione, ma purtroppo è stato un risultato
raggiunto per pochi; e gli stessi stabilizzati non hanno più le stesse garanzie
del 2008 su posto di lavoro. (f.z.)
Dati e notizie su:
Il tasso di disoccupazione sale a luglio all'11,3%. L'Istat segnala un
aumento di 0,2 punti percentuali da giugno. Anche il tasso di disoccupazione
giovanile aumenta a luglio e si attesta al 35,5%, in crescita di 0,3 punti da
giugno. Il tasso di disoccupazione si accompagna a una crescita
dell'occupazione grazie all'aumento delle persone attive nel mercato. Tocca
infatti il minimo storico il tasso degli inattivi, che scende al 34,4% (-0,3%),
il livello più basso dal 2004.
A crescere soprattutto gli occupati over 50 anche grazie all'aumento
dell'età per l'accesso alla pensione, mentre l'aumento della disoccupazione
nell'ultimo mese coinvolge esclusivamente le donne (+4,6%) a fronte di una
stabilità tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione maschile si attesta al
10,3% (-0,1 punti percentuali), mentre quello femminile sale al 12,8% (+0,5
punti).
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