venerdì 30 marzo 2018

Pensioni, abbiamo bisogno di dati più chiari


L’Osservatorio Inps sulle pensioni ci dice che:
-         al primo gennaio del 2018 le pensioni assistenziali ammontano 3,9 milioni, mentre quelle previdenziali sono 13,97 milioni;
-         per quanto riguarda gli importi circa il 70,8 per cento di quelle che vengono erogate sono inferiori a mille euro;
-         il 62,2% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro
-         delle 11.117.947 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 44,3% (4.930.423) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.
Tutti dati  che riguardano le singole pensioni e non il trattamento complessivo che può percepire un pensionato.
Di conseguenza i dati sono poco significativi, ancora il nostro paese necessita di chiarezza  sul cumulo dei trattamenti pensionistici.


giovedì 29 marzo 2018

Un caffè con Boeri


Stamani volevo passare dallo stesso Bar dove Boeri prende il caffè, per fargli qualche domanda.
?Ma non eri tu che tempo addietro hai lanciato l’allarme che i giovani nel futuro si troveranno senza alcuna copertura contributiva e di conseguenza senza pensione?
?Ma non eri tu che hai detto che bisogna fare in fretta per dare una copertura ai giovani?
 ?Come mai ora diventi così scoraggiante di fronte all’ipotesi di un reddito di cittadinanza?     ?Vuoi chiamarlo reddito d’inclusione?
 Il problema per un disoccupato non è il nome ma la sostanza: se sarà dato a tutti i disoccupati o qualcuno ne sarà escluso.  Se sarà almeno sufficiente per tentare di vivere, se terrà conto di avere o non avere un tetto sulla testa, se sarà di spinta a cercare lavoro o costruire un lavoro autonomo, se sarà si ostacolo al lavoro nero o incrementerà il lavoro nero, se funzioneranno o non funzioneranno i centri per l’occupazione.
 Il problema non è di aggiungere una stratosferica uscita per lo Stato, ma di fare ordine in tutto il sistema del welfare in Italia.  E fare ordine implica da una parte un aumento delle spese ma anche una diminuzione di altre spese. Certo che non è facile fare ordine, ma proprio perché non è facile è necessario che tu dia una mano.
 Non si tratta di aiutare il Movimento cinque stelle, ma di aiutare qualsiasi governo a risolvere questo problema.
 (fr,z.)



operai morti per esplosione

Non può essere considerato un fatto normale esplodere mentre fai un turno di lavoro

martedì 27 marzo 2018

La vecchiaia e la BCE


Nel  suo bollettino economico, la BCE  chiede che i Governi dell'area Euro non facciano passi indietro sulle riforme delle pensioni  e si appella  anche perché  intraprendano ulteriori interventi per innalzare età…. http://www.ilgiornale.it/news/politica/arriva-diktat-bce-aumentate-ancora-let-pensione-1509002.html
Che la Bce possa avere una sua competenza quando dice agli Stati di tenere i conti in ordine ciò è comprensibile. ??Ma quale è la sua competenza in materia di vita delle persone e di come gestire una società equilibrata dal punto di vista sociale.?? Nessuna, perché la vita non è solo un fatto contabile.
  A 60 anni comincia la vecchiaia , e non è per tutti uguale perché non tutti invecchiamo allo stesso modo.  Ci sono persone che non possono più fare lo stesso lavoro che facevano da giovani; questo è un dato di fatto per i lavori usuranti, ma  esiste anche un dato di fatto rispetto al proprio stato di salute ( e questo è un dato estremamente soggettivo).
 Una società che ha a cuore la vita umana deve permettere una necessaria flessibilità per andare in pensione:  dare la possibilità di andare in pensione prima con un assegno pensionistico più limitato; oppure una collocazione a part time che meglio corrisponda alle energie fisiche; oppure un cambiamento di mansione, da una mansione faticosa ad una meno faticosa.  E dare la possibilità di scegliere tra queste opzioni.
 Una società equilibrata deve permettere l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro favorendo l’uscita degli anziani: non si può arrivare all’assurdo di avere giovani disoccupati e vecchi ancora al massimo d’ impiego e sfruttamento delle residuali energie. Lavorare tutti lavorare meno,  significa agevolare l’uscita degli anziani; e magari usare le loro esperienze per fare brevi corsi  di inserimento al lavoro delle nuove leve.
 Se la BCE vuole i conti in ordine allora diciamo che possiamo metterli in ordine cercando di evitare ogni spreco: no alle doppie pensioni; no alle pensioni d’oro, no a tutti privilegi;   ma lasciamo lavorare dopo i 60 anni solo chi se la sente per le sue energie. (fr.z.)

Van Gogh  - Alle Porte dell'Eternità-

Qualche dato sulle pensioni d'oro

lunedì 26 marzo 2018

Il (possibile governo) e l’urgenza


Continuano tutte le ipotesi giornalistiche su un possibile Governo che ci stordiscono la mente giornalmente. Continuano le ipotesi di aggiustare reciprocamente i  programmi dei vincitori delle elezioni. Ma una cosa è certa, esiste un’urgenza: un reddito minimo di sopravvivenza per chi versa in condizione di disoccupazione.
Durante la campagna elettorale chi ha posto il problema con una certa forza è stato il Movimento 5stelle, chiamandolo reddito di cittadinanza.
 Ora, indipendentemente da ogni possibile denominazione,  si tratta di un’urgenza, di un s.o.s.  nazionale sociale, e se non sarà data una risposta cadranno tutte le percentuali elettorali delle ultime elezione. E può cadere anche la speranza di poter risolvere con il voto le questioni sociali.
 Renzi ed il PD non sono caduti in disgrazia elettorale per strane motivazioni, ma perché non sono riusciti a rispondere al problema cruciale del paese: lavoro e sostegno economico ai disoccupati.

domenica 25 marzo 2018

IATTURA Xylella 2018


Sono 2924 gli ulivi infetti da xylella in Puglia nella cosiddetta fascia di contenimento. Il dato aggiornato appreso dall'ANSA da esperti della Regione Puglia racconta di un'ulteriore crescita di casi positivi all'infezione
La iattura della Xylella deve farci riflettere per una agricoltura capace  di far fronte alle catastrofi. E' necessario il potenziamento della ricerca  per attivare le necessarie tecnologie di difesa  ed è necessario un sistema assicurativo degli agricoltori a livello nazionale per non abbandonare quelli che cadono in disgrazia.

sabato 24 marzo 2018

TASSARE I ROBOT


I Robot sono per l’impresa un costo interamente deducibile e di conseguenza ogni investimento nella robotizzazione fa diminuire utili che altrimenti potrebbero essere soggetti a tassazione.
I costi per i Robot (macchinari) sono considerati costi soggetti a procedura di ammortamento pluriennale; spesso le normative fiscali hanno permesso l’ammortamento anticipato in pochi anni determinando un immediato vantaggio fiscale per le aziende che investono in tecnologie avanzate.
Le Aziende che hanno investito in macchinari hanno avuto vantaggi fiscali notevoli rispetto alle aziende con alto livello di utilizzo di lavoro umano. Almeno nell’immediato dovrebbero cessare questi vantaggi fiscali; oppure avviare politiche fiscali che rendano l’impiego del lavoro umano vantaggioso per l’imprenditore.
Vanno incentivate quelle tecnologie, e quelle robotizzazioni, che possono essere impiegate per lavori pericolosi o estremamente faticosi; vanno disincentivati le scelte di robotizzazione nei servizi perché tolgono tanto lavoro e perché inaridiscono i rapporti umani.
 Tassare la robotizzazione non è un assurdo: chi utilizza le tecnologie robotiche sta utilizzando non solo dei brevetti, ma anche un complessivo patrimonio di progresso tecnologico che appartiene a tutta la collettività umana; è giusto che paga qualcosa alla collettività per contribuire al benessere collettivo e per contribuire allo stato sociale dei lavoratori che possono trovarsi a dover affrontare lunghi periodi di disoccupazione.  (fr.z.)
LINK







mercoledì 21 marzo 2018

Quando il lavoro è generoso e rischioso


Esplosione in un palazzo a Catania,  tre persone morte, di cui due vigili del fuoco
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I Vigili del fuoco non sono considerati morti sul lavoro dalle statistiche ufficiali; eppure la loro morte è possibile e prevedibile ed è connessa al proprio quotidiano e coraggioso lavoro al servizio della collettività.   

Attacchi di generosità dell'INPS


Le vacanze estive in regalo dall’INPS. I pensionati debbono però candidarsi a un concorso entro il 26 marzo 2018 - L’Istituto di previdenza mette in palio un contributo per un soggiorno estivo in Italia o all’estero. Un pacchetto turistico che comprenderà oltre ai costi di viaggio in sé, anche vitto, alloggio, attività sportive, gite, escursioni e persino un corso a tema.  Per i viaggi di una settimana si può ottenere un importo massimo di 800 euro. Mentre per i soggiorni di due settimane i contributi salgono a 1400.  I fondi saranno concessi a circa 4000 pensionati, ai loro coniugi (anche uniti civilmente) e ai loro figli disabili purché conviventi. Il contributo sarà assegnato tenendo conto dell’Isee della famiglia e in base a una graduatoria in ordine di reddito crescente, assegnando la priorità di accesso ai disabili tutelati dalla legge 104/92. L’obiettivo è promuovere l’autosufficienza. Perciò sarà obbligatorio per i vincitori frequentare un corso a tema di almeno 10 ore la settimana durante la vacanza che consenta loro di imparare qualcosa di nuovo. Si può scegliere di approfondire i segreti dell’arte culinaria (cucina o pasticceria), oppure mettersi alla prova con un corso d’arte (disegno, pittura e musica) o ancora imparare l’informatica, seguire un’attività sportiva o ludica (scacchi, dama, giochi di carte), o cimentarsi nel ballo, o anche scegliere di impegnarsi in più attività insieme.

lunedì 19 marzo 2018

I pendolari dei concorsi

Anche più di sedici ore su un bus, dormire scomodamente, e poi arrivare in tempo per sostenere un concorso.
Ovviamente troppo caro pernottare in albergo e viaggiare in treno.
 Questi sono i viaggi della speranza di tanti meridionali, spesso laureati, che aspirano a un posto di infermiere o qualsiasi altro lavoro a tempo indeterminato
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giovedì 15 marzo 2018

il licenziamento è ingiusto, ma resta valido


Il giusto ingiusto, un particolare esempio di Giano bifronte;  forse occorre ricorrere a questa simbologia per descrivere la sentenza che ha riguardato la dipendente della Cidiu Servizi (azienda di raccolta rifiuti di Collegno), accusata di aver rubato un monopattino dal  deposito di rifiuti. Un oggetto destinato alla discarica che la dipendente recuperò per regalarlo al figlio, fu preso a pretesto come se fosse stato un vero e proprio furto per licenziare la dipendente.
 La dipendente nel settembre 2017 fece ricorso, il procedimento  iniziato ad ottobre e  si era concluso il 26 febbraio 2018, poi il 7 marzo è arrivata la sentenza. Il giudice ha deciso che la donna riceverà una cifra corrispondente a diciotto mensilità come risarcimento. "Il licenziamento -  spiega il magistrato nel provvedimento - non è da considerarsi per giusta causa perché viene ritenuto dal tribunale un «provvedimento eccessivo», eppure la strada scelta dall’azienda resta valida perché, secondo il giudice, la condotta tenuta da Ounnadi (la dipendente) rientra nelle ipotesi  che secondo il contratto nazionale di categoria definisce il furto.
In pratica non è un furto, ma siccome il contratto lo può definire furto allora il licenziamento resta valido; una questione complicata e bizzarra, che sicuramente merita un ricorso in appello, ed anche un parere dell’alta corte di Cassazione. Ma intanto la dipendente è senza lavoro quello e che ha ricevuto d’indennizzo può essere rapidamente assorbito dalle spese legali;  non sarà facile continuare a chiedere giustizia al Dio Giano bifronte.

Per i riferimenti alla notizia

http://torino.repubblica.it/cronaca/2018/03/07/news/perse_il_lavoro_per_aver_rubato_un_monopattino_dai_rifiuti_il_giudice_licenziamento_e_ingiusto_ma_resta_valido_-190703583/


martedì 13 marzo 2018

Il ballo dei dati


Siamo grassi o siamo magri? 
Oggi l’Istat ci dice che il tasso di disoccupazione è sceso di 0,5 punti percentuali nella media del 2017: si attesta all'11,2% dall'11,7% dell'anno prima. Dunque sulla base di questi dati dovremmo stare leggermente meglio.
Giusto ieri i dati di Bankitalia sulla povertà che ci dicono che il rischio di povertà è salito nel 2016 al massimo storico del 23%. E sulla base di questi dati dovremmo dire che siamo conciati proprio male.
Nei fatti dobbiamo considerare che gli aumenti di occupazione sono incentrati sul lavoro precario, e che risultano occupati anche i lavoratori che in un mese hanno lavorato un paio di giorni. Come dobbiamo anche considerare che i poverissimi si arrangiano con qualche lavoro in nero e non dichiarato.
 Sostanzialmente stiamo male, si parla di crisi superata ma esiste un dopo crisi ancorato alla miseria.

lunedì 12 marzo 2018

Bankitalia ci dice che siamo poveri


Dall’indagine di Bankitalia sui bilanci 2016 di oltre 7mila famiglie italiane
Un italiano su quattro guadagna meno di 830 euro al mese
Il rischio di povertà è salito nel 2016 al massimo storico del 23% dal 19,6% del 2006
 Nel Mezzogiorno, il 13,3 % degli individui vive in famiglie senza alcun percettore di reddito da lavoro rispetto al 6,1 nel Nord e 6,9 nel Centro”.
Tra il 2006 e il 2016, si assottiglia  la quota delle persone che vivono in nuclei familiari dove ci sono almeno due redditi di lavoro dal 50,7 al 45,5%.
Scende la ricchezza media che, fra il 2014 e il 2016, ha perso il 5% proseguendo in scia al trend negativo imboccato nel 2010.
Il reddito annuo familiare 2016 degli italiani si è attestato a 30.700 euro, appena cento euro in più rispetto al 2014.
Aumentano le diseguaglianze -  il 30% più ricco delle famiglie ha circa il 75% del patrimonio netto rilevato nel complesso, con una ricchezza netta media di 510.000 euro. Oltre il 40% di questa quota è detenuta dal 5% più ricco, che ha un patrimonio netto in media pari a 1,3 milioni di euro. Al 30% delle famiglie più povere invece l'1% della ricchezza.
Dati ricavati da questi due link
Non avevamo dubbi la situazione è questa e ce la ripetono tutte le indagini, da Bankitalia a Istat ad altri istituti di ricerca. Il problema è anche che non siamo belli; e se si parla di un concreto aiuto a chi sta in povertà sono tanti quelli che fanno i tirchi dicendo che non ci sono risorse sufficienti.  ?Allora che cosa si vuole fare: si sta ad aspettare cosa? ? la rottura del patto sociale?

domenica 11 marzo 2018

A margine di un drammatico caso di suicidio


Un uomo di 44 anni si è lanciato dal terzo piano dell'ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina, a Roma, dove la moglie era ricoverata in seguito al parto avvenuto solo pochi giorni fa.  L’uomo dicono che  in passato era stato vittima di crisi depressive, e da poco aveva perso il lavoro. Il Tgcom ha riportato così la notizia:  "alcuni testimoni lo avrebbero visto salire sulla terrazza, dove c'è un'area fumatori, e parlare al telefono. Poi, una volta terminata la chiamata, scavalcare la balaustra e gettarsi nel vuoto … http://www.ilgiornale.it/news/cronache/roma-va-trovare-moglie-e-figlio-appena-nato-disoccupato-si-1503304.html
 Se sentiamo che il suicida era un uomo che da poco aveva perso il lavoro, possiamo ipotizzare che ciò abbia contribuito; se sentiamo che da poco era diventato padre vediamo come il suo malessere gli impedisse di godere di uno dei momenti più belli ed esaltanti della vita; e forse il carico delle responsabilità del futuro ha prevalso sulla sua debole resistenza.
 Cosa passa nella testa di un uomo l’attimo prima di una scelta così drammatica resta un mistero che porta via con sé; ai familiari resta un dolore forte per la morte del congiunto e la particolare angoscia che il suicidio comunica; alla società dovrebbe restare una domanda: “Quanto ha contribuito all’evento il malessere sociale?”.  
  Durkheim, che dedicò al suicidio gran parte dei suoi studi sociali, disse che: pur sembrando in apparenza un atto soggettivo, imputabile a incurabile infelicità personale mostra come ci possano essere dei fattori sociali che esercitano un'influenza determinante; soprattutto ciò che egli chiamò anomia,  rottura degli equilibri della società e sconvolgimento dei suoi valori. Durkheim  ammetteva che vi potesse essere una predisposizione psicologica di certi individui al suicidio, ma la forza che determina il suicidio non è psicologica, bensì sociale.  
  L’Italia ha attraversato un lungo periodo di crisi economica depressiva e ora sta attraversando un periodo di dopo crisi lento e pieno di difficoltà per gli strati sociali più poveri. Il periodo di crisi è stato costellato da tanti casi di suicidio di lavoratori disoccupati ed anche d’imprenditori sull’orlo del fallimento economico; e lo stato di malessere economico  ancora oggi continua.  Non si hanno dati statistici ben definiti sui sucidi di questi anni di crisi;  e spesso le notizie dei casi di suicidio sono state poste senza rilievo dagli organi d’informazione, come se la stampa tendesse a rimuovere un atto che colpevolizza l’intera società. D’altra parte una eccessiva enfatizzazione dei casi di suicidio può anche portare a processi imitativi.
  Se le ristrettezze economiche possono essere una delle motivazioni sociali che portano a quell’emarginazione che può perfino portare al suicidio, una via per affrontare i problemi sociali più spinosi di sopravvivenza economica dei disoccupati è quella di un reddito di cittadinanza, ed è sicuramente un aiuto economico che li può sollevare dalle drammatiche ristrettezze. Ma occorre, altresì, puntare sull’incremento delle possibilità di lavoro, perché attraverso il lavoro si concretizzano un salario ed  il riconoscimento di una propria autonomia, questo secondo aspetto va contribuire al  riconoscimento dell’Io necessario a vivere.
Francesco Zaffuto

Articolo inserito su un post di Arpa eolica 

sabato 10 marzo 2018

Reddito di cittadinanza: finalmente se ne parla con il dovuto rilievo


Sull’onda del risultato elettorale finalmente se ne parla con il dovuto rilievo e il reddito di cittadinanza diventa centrale nei talk show politici della TV. Su questo blog ne parliamo fin dalla fondazione del blog, lo abbiamo chiamato in tutti i modi possibili ribadendo la sua urgenza dal maggio 2013.
La proposta che fu inserita su questo blog era un po’ diversa, ma la questione sopravvivenza è la sostanza del problema: si vive con un reddito da lavoro, e se il lavoro non c’è si deve in qualche modo vivere.
Al link che segue la proposta di questo blog che fu inviata a tutti i parlamentari nel maggio 2013

venerdì 9 marzo 2018

Firmato l'accordo sul nuovo modello contrattuale


Firmato definitivamente l'accordo sul nuovo modello contrattuale tra Confindustria e sindacati confederali (c’era stata già una sigla il 28 febbraio):
 2 livelli di contrattazione (nazionale e aziendale o territoriale),
introduzione delle tipologie Trattamento economico complessivo e minimo (Tec e Tem) 
e definisce per la prima volta la misurazione della rappresentanza anche per le imprese. Notizia da
IL TESTO

Se fila liscio l’OLIO in Meridione può dare lavoro


Olive Oil Award – la competizione tra produttori di olio d'oliva,  che si è svolta a Norimberga,  riconosce l’olio d'oliva prodotto in provincia di Caltanissetta per qualità tra i migliori del mondo.  Continua su …

mercoledì 7 marzo 2018

Lavoro nell’acciaio e i minacciati dazi di Trump

Allarme della Commissione europea  per l’annuncio fatto da Trump su  dazi americani sull'acciaio e sull'alluminio se si concretizza in vere e proprie misure può portare a difficoltà di occupazione per migliaia di lavoratori nella siderurgia in Europa.

martedì 6 marzo 2018

In 7anni 12.000 infermieri in meno


Aumento dei bisogni di assistenza, e diminuiscono gli infermieri impiegati, in 7 anni  oltre 12mila mila infermieri in meno nella sanità pubblica. La più grande perdite di personale registrata da qualunque categoria faccia parte del servizio pubblico.
Dettagli della notizia su

domenica 4 marzo 2018

Embarco – licenziamenti sospesi


Svolta nella vertenza Embraco - le lettere di licenziamento che sarebbero dovute partire alla fine di marzo saranno congelate e ai lavoratori sarà garantito lo stipendio almeno per quest'anno.
Auguri agli operai che hanno lottato duramente e che continueranno a vigilare sull’accordo
Per dettagli notizia su

giovedì 1 marzo 2018

Melegatti, Auguri !


Auguri agli operai della Melegatti e al coraggioso imprenditore Fabrizio Zanetti che si è fatto avanti per rilevare la fabbrica ripristinando la produzione – si attende il via libera del tribunale fallimentare … continua su