venerdì 30 dicembre 2016

Legittimo perbacco, licenziare per aumentare i profitti

Siamo di fronte ad una cosiddetta evoluzione del pensiero giuridico in materia di lavoro.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25201  depositata il 7 dicembre 2016 (segnalata dal quotidiano ItaliaOggi), scrive una nuova pagina nel campo del diritto del lavoro e destinata a fare giurisprudenza.  La Cassazione è intervenuta sul caso di un dipendente messo alla porta dall'azienda dove lavorava, dopo due sentenze tra di loro in contrasto. Il giudice di primo grado aveva stabilito che il licenziamento era legittimo in quanto "effettivamente motivato dall'esigenza tecnica di rendere più snella la catena di comando e quindi la gestione aziendale". Giudizio ribaltato in appello , dove il giudice aveva ritenuto illegittimo il provvedimento in quanto non era stato motivato dalla necessità economica e dalla presenza di eventi sfavorevoli, ma essendo stato "motivato soltanto dalla riduzione dei costi e quindi dal mero incremento del profitto".

ALMAVIVA – NON è IL SINDACATO CHE LICENZIA

La sede romana di Almaviva contact ( il call center) chiude e le lettere di licenziamento dei 1.666 dipendenti sono partite. Secondo la viceministra Teresa Bellanova: "Purtroppo l'azienda ha avanzato difficoltà anche dal punto di vista della tenuta della procedura e quindi ha ribadito il mantenimento dell'accordo dei lavoratori di Napoli e il mancato accordo con Roma".
Ma vediamola la procedura:

giovedì 22 dicembre 2016

Lavoro dal biologico

Una domanda di cibo biologico in continua crescita e un’offerta che stenta a decollare, costringendo le industrie alimentari ad approvvigionarsi all’estero. I cereali biologici in Italia sono sempre più richiesti, ma la conversione delle superfici coltivate procede a rilento, nonostante la redditività per ettaro sia nettamente superiore a quella del convenzionale.
Sia perché le aziende trasformatrici hanno esigenza di creare filiere biologiche al 100% e sono quindi disposte a riconoscere prezzi molto alti per granelle e farine coltivate senza l’impiego della chimica di sintesi, sia perché la politica agricola europea sostiene con interessanti incentivi le imprese agricole che decidono di convertirsi (Il Programma di Sviluppo Rurale (Psr) del Veneto ha stanziato 559 euro l’ettaro per la conversione dei seminativi).
«In Italia c’è un problema culturale da superare – afferma Massimo Roncon, titolare di 
Agricola Grains – la stragrande maggioranza degli agricoltori è legata alle pratiche tradizionali, anche se negli ultimi anni la crescita esponenziale della domanda e gli incentivi dei Psr stanno pian piano convincendo molto imprenditori a sposare un nuovo modo di fare agricoltura, più redditizio e anche più sostenibile».
Tra le colture estensive bio più richieste ci sono il grano tenero (utilizzato per confezionare prodotti da forno e amido), il grano duro (per la pasta), il girasole (per produrre olio di semi) e la soia. Un terzo dei cereali bio italiani o dei derivati finisce all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e nel Nord Europa, con il risultato che le industrie alimentari italiane sono costrette a importare materia prima dall’estero (in particolare dall’Est Europa) per soddisfare le richieste di prodotti bio del mercato.
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mercoledì 21 dicembre 2016

Chi ha paura di ... 3 quesiti referendari CGIL

L'11 gennaio la Corte Costituzionale deciderà sull'ammissibilità dei tre quesiti referendari proposti dalla Cgil. Tre proposte per cancellare la riforma del lavoro voluta dal governo Renzi, e una scadenza che si avvicina e che l'ormai ex premier ha già definito “una rogna” da risolvere al più presto. Con il via libera della Consulta, l'esecutivo Gentiloni dovrebbe fissare la data del voto fra il 15 aprile e il 15 giugno. Anche se il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha ipotizzato un possibile slittamento.

Già scottata dal voto del 4 dicembre, e di fronte all’incertezza sulla reale durata del governo, però, nella maggioranza si fa anche strada l'idea di modificare in fretta il Jobs act, per rivedere almeno le norme sui voucher. Eppure le ipotesi avanzate dal sindacato di Corso d'Italia a colpi di milioni di firme, e che tanto fanno paura, si spingono oltre. I quesiti chiedono sì l’abolizione di alcuni “pezzi” della riforma del lavoro, la cancellazione dei voucher e il ritorno all’articolo 18, ma anche il ripristino delle garanzie per i contributi dei lavoratori delle ditte che subappaltano lavori.
Ecco il contenuto dei tre quesiti.
1. Voucher
Il 2015 ha visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, inventati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero. Sempre più spesso, però, attraverso l’utilizzo dei voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali.La Cgil vuole quindi cancellare i voucher “perché non combattono il lavoro nero, anzi, il loro abuso determina una sommersione anziché un’emersione del lavoro nero e irregolare”. Per questo, il sindacato chiede il referendum per l’abrogazione dei voucher usati in maniera “flessibile” ed illegittima.

2. Licenziamenti
Secondo la normativa vigente, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. Il sindacato chiede il referendum per il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende sotto i 15 dipendenti, fino a 5 dipendenti. Nel caso in cui ciò avvenga in un’azienda con meno di 5 addetti, il reintegro non sarà automatico ma a discrezione del giudice. In caso di reintegro, sarà il lavoratore a scegliere il risarcimento congruo o il rientro. “Il referendum - dice la Cgil - vuole ripristinare un principio fondamentale di giustizia nel lavoro”.

3. Appalti
L’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti vuole difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando la tutela dell’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo. L’obiettivo, in questo caso, è rendere il regime di responsabilità “solidale omogeneo”, applicabile in favore di tutti i lavoratori a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro. “Ripristiniamo la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore - chiede la Cgil -, garantiamo la stessa dignità a tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, contribuiscono alla crescita aziendale”.


martedì 20 dicembre 2016

Voucher: entità, Poletti, e i dati di Lombardia e Veneto

Quasi quattro miliardi di euro. Tanto valgono i 387 milioni di voucher venduti dal 2008, primo anno di sperimentazione, fino allo scorso settembre. I buoni lavoro esentasse da 10 euro lordi - 7 euro e mezzo netti, tolti i mini contributi e la quota Inail - da quando crescono al galoppo bruciando di mese in mese ogni record storico, grazie alla liberalizzazione della legge Fornero nel 2012 (che li estese ad ogni ambito) e al generoso innalzamento del tetto deciso dal governo Renzi (da 5 mila a 7 euro all'anno), si sono guadagnati la triste fama di "nuova frontiera del precariato".
Uno dei tre referendum proposti dalla Cgil - e sulla cui ammissibilità si esprimerà la Corte Costituzionale a partire dall'11 gennaio - ne chiede l'abrogazione.
 Il ministro del Lavoro Poletti è in attesa di leggere il primo report sulla tracciabilità dei buoni (arriverà nei primi giorni di gennaio), obbligatoria dall'8 ottobre, come deterrente per il lavoro nero mascherato dai voucher: il datore di lavoro deve inviare un sms o una mail almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione all'Ispettorato nazionale, pena una sanzione da 400 a 2.400 euro. Se il risultato non sarà buono, in mancanza cioè di "una sensibile diminuzione" nella vendita dei ticket, spiegano i tecnici del dicastero, allora si metterà mano alla normativa, rendendola più severa.
La situazione nei territori sembra però allarmante. Le Regioni che più fanno uso dei buoni sono le più produttive. Dopo la Lombardia (con 20 milioni venduti nei primi nove mesi) c'è il Veneto (con 18 milioni).
Da un servizio su:

lunedì 19 dicembre 2016

Le sorprese dell’uovo Kinder

Lavorano 13 ore al giorno, in condizioni igenico-sanitarie precarie guadagnando poco più di quattro euro, ogni mille ovetti Kinder riempiti con la sorpresa. Venticinque centesimi all’ora che si traducono in sfruttamento e schiavitù.
E’ quello che sono costrette a subire intere famiglie rumene, compresi bambini di appena sei anni, che spinti dalla miseria e dalla povertà, accettano di tutto. Lo denuncia il quotidiano britannico The Sun in un’inchiesta che svela cosa si nasconde dietro le sorprese degli ovetti Kinder che arrivano negli scaffali dei nostri supermercati.
In pratica, il fornitore ufficiale Ferrero subappalta il confezionamento delle sorprese a un’altra azienda, la quale affida a sua volta, il lavoro a queste famiglie che lavorano in casa...
prosegui per la notizia tradotta in italiano su ...
immagine qui riportata – sorprese – fotocomposizione di Liborio Mastrosimone

domenica 18 dicembre 2016

Milano, un lavoro sperando nella neve

Ancora aperto il bando Amsa per assumere lavoratori stagionali da destinare alla rimozione della neve. L'azienda municipale cerca lavoratori aggiuntivi da impiegare in caso di nevicate abbondanti. 
Tutte le persone interessate possono dare la propria disponibilità a collaborare registrandosi sul sito internet
 Le candidature pervenute al momento sono 2mila, ma l'azienda punta a raggiungere 5mila adesioni. 
Il compenso per l'attività di otto ore in caso di servizio prestato in orario diurno è di 100 euro lordi, corrispondenti a 75 euro netti, e in caso di lavoro notturno, di 120 euro lordi (90 euro netti). Lavoro ma sperando sempre in abbondanti nevicate.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/12/17/news/milano_amsa_neve-154305010/?ref=fbplmi

sabato 17 dicembre 2016

Per la tutela dei lavoratori autonomi colpiti dal cancro

In Italia vivono circa 3.000.000 di persone che hanno o hanno avuto una diagnosi di cancro, di cui oltre 700.000 in età lavorativa.
 Continuare o riprendere a lavorare è infatti un’esigenza vitale per il paziente.
 L’impatto del cancro sulla vita dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti è forse ancora più drammatico.  Professionisti, consulenti, artigiani, commercianti, rappresentanti, freelance in molti, troppi casi sono costretti a chiudere le loro attività o ad indebitarsi per far fronte alla crisi lavorativa causata dalla malattia e dalle terapie che impediscono o limitano fortemente la capacità di svolgere il proprio lavoro. La malattia inoltre impatta sull’intera famiglia e spesso accade che un lavoratore debba assistere il proprio caro dovendo quindi conciliare i tempi di lavoro con quelli di assistenza.
Mercoledì 14 dicembre 2016, Afrodite K (Daniela Fregosi) portatrice della petizione per la Tutela dei lavoratori autonomi colpiti dal cancro, si è recata a Roma alla Camera dei deputati per sostenere la sua battaglia in un dibattito organizzato da FAVO (Federazione italiana delle Associazioni Volontariato in Oncologia) – In questa pagina il resoconto dell’incontro in Parlamento.

venerdì 16 dicembre 2016

La strana alternanza scuola lavoro

 Le belle idee e i soldi buttati: per abbattere il cosiddetto “muro ideologico” che divide la scuola dal lavoro ecco uno stanziamento di 100 milioni per il capitolo alternanza scuola-lavoro; ne godranno gli istituti statali, le scuole paritarie e quelle degli enti locali.
In un paese dove ci sono centinaia di migliaia di giovani disoccupati a spasso e senza la minima collocazione, che senso hanno le iniziative di alternanza scuola – lavoro?
Smettetela con queste speculazioni sui giovani; per dare una occupazione basta un brevissimo corso iniziale per l’introduzione nelle diverse mansioni e poi procedere all’assunzione, se si vuole veramente assumere per un lavoro.
Invece si gioca sull’immagine e si spendono centinaia di milioni per progetti dove spesso si nascondono: l’uso improprio di mano d’opera gratuita o inutili attività per giustificare la spesa.
Ecco qui un servizio dell’Espresso:
Un obbligo per arrivare all’esame di stato che prevede 400 ore di stage non retribuito per gli istituti tecnici e 200 ore di impieghi fuori dalle mura scolastiche per i liceali da “consumare” nell’arco del triennio.
 Bello, bellissimo, ma il trampolino verso le professioni senza adeguate norme di comportamento e senza concrete possibilità in territori più sfortunati si è trasformato in altro. Qui di seguito abbiamo raccolto delle storie di ordinario sfruttamento grazie al dossier dell’Unione degli studenti.
 Liceo scientifico “Seguenza” di Messina sono andati a raccogliere le cozze nel lago di Ganzirri.
Agli omologhi del Salvemini di Sorrento è forse andata anche peggio: in un frantoio dove hanno pulito i macchinari.
Per l’aspirante cuoco, l’alternanza scuola-lavoro è partita con le feste di Pasqua. Dall’istituto alberghiero Ipssar De Cecco di Pescara direttamente in un hotel a quattro stelle di Rimini per fare le otto ore di lavoro tra pranzo e cena – e come alloggio in uno scantinato. Alle proteste dello studente, il direttore risponde: “Sono qui per farti lavorare e non per farti da babysitter e poi ci hanno dormito altri ragazzi, cosa vuoi tu?”».
Leggere tutto il servizio su:

giovedì 15 dicembre 2016

In dieci anni povertà + 141%


In dieci anni  un balzo drammatico: povertà: più 141 per cento.
Oggi, infatti, 4,6 milioni di persone vivono nell'indigenza assoluta: quasi l'8% della popolazione residente in Italia. Basti pensare che erano poco meno di 2 milioni nel 2005 (il 3,3% del totale).
Dati elaborati da Openpolis (in collaborazione con ActionAid) per Repubblica.it, la probabilità di essere poveri è cresciuta soprattutto tra chi si trova ai margini del mercato del lavoro, come i giovani e coloro che sono in cerca di occupazione.
Emerge pure che spesso il lavoro - per come si è configurato dopo la crisi - a volte non basta a mettere al riparo da ristrettezze e immiserimenti. 



mercoledì 14 dicembre 2016

Thyssen, depositate le motivazioni sentenza di condanna

“ NON venne fatto alcun investimento in sicurezza nonostante i numerosi motivi di allarme».
I manager erano  «informati e adesivi di tali scelte»
La quarta sezione penale della Cassazione, spiegando perché il 13 maggio scorso ha confermato la sentenza del maggio 2015 della Corte d’Assise d’appello di Torino, parla di «scellerate strategie aziendali» e di una «serie impressionante di violazioni a regole cautelari nel settore della programmazione, prevenzione e adozione di sistemi antinfortunistici».
Continua su:

martedì 13 dicembre 2016

URGENTE: l’Art. 38 per tutti i disoccupati

Chiamiamolo reddito di cittadinanza, chiamiamolo indennità di disoccupazione generalizzata; chiamiamolo come accidente vogliamo; ma è urgente ed è contemplato nell’art. 38 della Costituzione
Art. 38. Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidita` e vecchiaia, disoccupazione involontaria. 
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.  L’assistenza privata e` libera.

lunedì 12 dicembre 2016

23 anni e un maledetto Natale

Le morti sul lavoro sono tutte tremende;  ma questa di Matteo Bianchi, 23 anni, intrappolato con la testa nel macchinario per la produzione dei panettoni porta un’amarezza tutta particolare; questo giovane lavorava per questo Natale, per la nostra festa

Era addetto ai forni, turno di notte, in una fabbrica  di panettoni dove lavora anche la madre; ancora qualche giorno di lavoro e il 17 dicembre il suo contratto da lavoratore stagionale sarebbe scaduto.  Qualcosa è accaduto, e sicuramente lavorava per vivere.
 Forse per la notte è meglio dormire e non dover andare, pinze in mano, a controllare la macchina che fabbrica panettoni.
Da la Repubblica del  3 dicembre 2016

domenica 11 dicembre 2016

e se arrivano i referendum sul lavoro?

Dopo la fine della riforma costituzionale potrebbe arrivare la fine del Jobs Act.
I fascicoli con le firme (3milioni e trecentomila firme) sono stati depositati in Cassazione e in questi giorni dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale: in caso di esito positivo e di ammissibilità della proposta di indire un referendum abrogativo sul Jobs Act e sulle regole attuali sul licenziamento si andrà a votare, verosimilmente, entro la metà del 2017.
CONTENUTI DEI REFERENDUM
*Ripristinare l’articolo 18, abrogando le novità introdotte dal Jobs Act sul licenziamento e sui cosiddetti “licenziamenti economici”.
*L’abrogazione del lavoro accessorio mediante Voucher
*Ripristinare la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante, in caso di violazioni nei confronti del lavoratore.



sabato 10 dicembre 2016

Lavoro dal zafferano in Sardegna

Lavoro da un fiore prezioso
A San Gavino sono impiegati circa 30 ettari di terreno, vengono prodotti circa 200 chilogrammi di stimmi e le persone coinvolte sono all’incirca un centinaio di produttori circa. Sì, ci sono giovani che si stanno avvicinando a questa realtà …

venerdì 9 dicembre 2016

terzo trimestre, guai uguali per l’occupazione

DATI ISTAT TRIMESTRALI
DISOCCUPAZIONE STABILE Il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre 2016 è rimasto stabile all'11,6% sul secondo.
Resta stabile rispetto al trimestre precedente anche il tasso di occupazione a 57,3%.
RISALITA DISOCCUPAZIONE GIOVANI Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni nel terzo trimestre 2016 risale al 37,5% dal 36,8% del secondo trimestre.

giovedì 8 dicembre 2016

Oltre un italiano su quattro a rischio povertà

Oltre uno su quattro, il 28,7% delle persone residenti in Italia, nel 2015 è "a rischio di povertà o esclusione sociale". Lo stima l'Istat. Si tratta di una quota, scrive l'Istituto, "sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%)".
Nel 2015 in termini assoluti in Italia l'Istat stima in 17 milioni 469 mila le persone a rischio povertà o esclusione sociale. Numeri che, scrive l'Istituto, vedono gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europea 2020 "ancora lontani". Entro il 2020, infatti, l'Italia dovrebbe ridurre gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila. Oggi la popolazione esposta è invece "superiore di 4 milioni 587 mila unità rispetto al target previsto". 
Quasi 1 su 2 ovvero quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno risulta a rischio povertà o esclusione sociale. Lo stima l'Istat calcolando che nel 2015 la percentuale di esposizione nell'Italia meridionale è pari al 46,4%, in rialzo sul 2014 (45,6%) e notevolmente maggiore rispetto alla media nazionale (28,7%).
Il rischio povertà in Sicilia

eppure l’Italia per ricchezza è considerata terza nel mondo http://creapaneelavoro.blogspot.it/2016/12/povera-italia-terza-nel-mondo-per.html
immagine: lunga fila per la distribuzione del pane quotidiano

martedì 6 dicembre 2016

su una gru minaccia di gettarsi

licenziato e non pagato, su una gru minaccia di gettarsi
Cronaca del 5 dicembre 2016
Lavoratore su una gru alta una trentina di metri minaccia di gettarsi nel vuoto se non fosse stato pagato per il lavoro svolto.  Villasanta (Monza-Brianza) nel pomeriggio di lunedì 5 dicembre;  l’operaio, alle dipendenze di una ditta subappaltatrice, sarebbe stato licenziato insieme a due colleghi e non avrebbe ricevuto quanto pattuito. Un vigili del fuoco l’ha convinto a desistere, l’operaio è stato soccorso per le cure del caso.

lunedì 5 dicembre 2016

Lavoro, diciotto morti in cinque giorni

SI LAVORA PER VIVERE E NON PER MORIRE
Dopo il martedì nero di Messina, con tre operai morti sulla nave Sansovino per le esalazioni di carburante, l'Osservatorio indipendente di Bologna ha contato altre quindici vittime
Si chiude una settimana nera per il mondo del lavoro italiano. Dopo la strage di Messina di martedì, con tre operai morti per le esalazioni di carburante da una cisterna che stavano pulendo sulla nave Sansovino, l'Osservatorio indipendente di Bologna ha contato altre quindici vittime, alcune delle quali giovanissime. Come Matteo Bianchi, di appena 23 anni, che ha perso la vita l'altra notte in un'azienda dolciaria di Torino, finendo con la testa incastrata in un macchinario. Poche ore prima era toccato a Domenico Gangemi, anch'egli ventitreenne della Provincia di Reggio Calabria, caduto sopra la struttura elicoidale del silos di una segheria e morto sul colpo. A Castelguelfo, in provincia di Bologna, è deceduto Ferdinando Procopio, 53 anni, investito da un muletto, mentre in provincia di Vibo Valentia si è contata un'altra vittima dei trattori: Maurizio Purita di 36 anni è rimasto schiacciato dal mezzo che stava manovrando. Infine, sull'autostrada A14 un tamponamento è stato fatale a Claudio Boldrin, autostrasportatore di 50 anni.

«Ma nessuno fa niente»

«Ma come fa la classe dirigente di un Paese ad assistere senza far nulla alla morte dei suoi figli migliori?», tuona Carlo Soricelli, 67 anni, metalmeccanico di Bologna in pensione, che dal primo gennaio 2008 gestisce l'Osservatorio delle morti sul lavoro. «Ogni giorno - racconta - passo dalle tre alle quattro ore su Internet per scovare le notizie degli incidenti. Mi sono imposto questa missione, a titolo assolutamente volontario, dopo la tragedia della Thyssen Krupp di Torino, per onorare i tanti, troppi lavoratori che perdono la vita. È un fenomeno intollerabile, ma lo è ancora di più il fatto che nessuno delle istituzioni abbia mai risposto ai miei appelli. Non chiedo nulla, mi basterebbe un cenno di apprezzamento da parte del governo o del Parlamento. Sarebbe il segnale che, invece, queste tragedie coinvolgono tutto il Paese».

Questo blog Crea pane e Lavoro, raccomanda a tutti i lavoratori e ai disoccupati di seguire il blog di Carlo Soricelli in modo che possa diventare un punto di riferimento di una grande
 BATTAGLIA PER LA VITA SUL LAVORO

Denunce in aumento

Stando ai dati pubblicati dall'Inail sul proprio sito, nei primi nove mesi del 2016 sono aumentate le denunce di infortunio. Dalle 463.189 dello stesso periodo del 2015, si è passati a 470.924, con un incremento dell'1,67%. In crescita del 3,39% anche le malattie professionali denunciate, mentre sono in calo del 12,03% le denunce di incidente mortale: 753 rispetto alle 856 del 2015. Ad oggi, invece, l'Osservatorio di Bologna ha documentato 592 morti nei luoghi di lavoro e oltre 1.300 considerando anche i decessi sulle strade e in itinere, cioè lungo il tragitto casa-lavoro.
la pagina face book collegata al blog

domenica 4 dicembre 2016

Povera Italia, terza nel mondo per ricchezza

Nonostante che la recessione morde da cinque anni, l’Italia si conferma sul podio mondiale delle economie più ricche al mondo secondo la classifica dal Credit Suisse nella quinta edizione del Global Wealth Report.
Lo studio mostra che la ricchezza media di ogni adulto in Italia si attesta a 142mila dollari a metà dell’anno in corso con un aumento del 9,6% rispetto ai dodici mesi precedenti.
Al primo posto l’Australia con 225mila dollari, poi il Belgio con 173. Altre due paesi europei al quarto e quinto posto, Francia e Gran Bretagna, rispettivamente con 141mila e 131mila dollari.
Solo in ottava posizione la Svizzera con 107mila dollari, ma in termini di ricchezza media gli elvetici si confermano al primo posto con una ricchezza individuale di 581mila dollari, mentre l’Italia esce dalla top ten.
Balzano al quarto posto gli Stati Uniti con 348mila dollari, preceduti solo da Australia (431mila dollari per ogni adulto) e Norvegia con 359mila.
Un link sul rapporto:


Se consideriamo questa ricchezza di fondo e consideriamo anche tutta la politica di sperpero confusionario fatta dal Governo Renzi (tra bonus vari e riduzioni di Imu); possiamo dire che c’erano e ci sono le energie per sostenere un reddito di cittadinanza o almeno  un welfare capace di tutelare tutti i disoccupati  involontari come recita l’art. 38 della Costituzione.

sabato 3 dicembre 2016

10 mila euro per un posto di lavoro


 Certe notizie danno i brividi a chi non ha un lavoro: Ercolano, 10 mila euro per avere un posto di lavoro. “In tutti i settori per l'Ospedale del Mare, eh... Ci sono tantissime richieste. Non solo infermieri, manutenzione, logistica, sicurezza, tutto... Ormai è una presa della Bastiglia", si vanta il politico di vecchio corso, senza ovviamente sapere che le micro telecamere di Striscia la Notizia, ben nascoste, stanno registrando qualcosa che somiglia molto a un tentativo di corruzione. Verosimile che la Procura, da oggi, chieda l'acquisizione di quel video.
Nella trasmissione di Striscia il suo volto è coperto, ma fonti qualificate riconoscono in lui il politico già identificato da tempo.
 Lui, prima avanza la richiesta di denaro sottobanco per distribuire, a suo dire, posti di lavoro "a tempo indeterminato". "Dieci", detta lui, secco. E la signora. "Dieci cioè...". E lui: "Diecimila". Euro. "Sì". E la signora: "E come, prima di tutta l'operazione? E dove, poi, in una busta?". Lui quasi si spazientisce: "In una busta, dove vuole.
Riportato su …

venerdì 2 dicembre 2016

il nostro Panettone in Gran Bretagna

Nella Food Hall di Selfridges, uno dei migliori grandi magazzini di Londra, le vendite di panettone stanno superando quelle di pudding 2 a 1. Da Waitrose, grande catena di supermercati di qualità, le vendite sono aumentate del 56 per cento rispetto allo scorso anno.
Tutto ciò avviene nonostante il calo della sterlina provocato dalla vittoria della Brexit che ha di fatto alzato il prezzo dei prodotti importati.
Ma le nostre eccellenze devono sempre guardarsi le spalle dalle imitazioni,  già comincia  a circolare una versione di panettone “made in Britain”, ovviamente, ha tutto un altro sapore rispetto all’originale.
Difendere e promuovere con la qualità  i nostri prodotti “made in Italy”  è una scelta che corrisponde a lavoro per le nostre aziende.  
http://www.xlifestyle.eu/gran-bretagna-panettone-batte-christmas-pudding/

giovedì 1 dicembre 2016

Costituzione e lavoro

La Costituzione italiana contiene tutti gli elementi per promuovere e proteggere il lavoro, tutti gli elementi per istituire un welfare diffuso anche sotto il profilo di un reddito di cittadinanza, compresi elementi per sviluppare il lavoro autonomo e la piccola impresa artigiana; contiene anche indicazioni per una economia solidale e per una imposizione fiscale adeguata alla ricchezza. Dalla lettura della Costituzione comprendiamo quello che è stato fatto e quello che non è stato ancora fatto ma che deve realizzarsi. Ecco gli articoli della Costituzione su lavoro ed economia solidale.
Il lavoro come aspetto fondativo della Repubblica
Art. 1. L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Il lavoro come diritto e dovere
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita`, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta` politica, economica e sociale.

L’impegno della Repubblica per rimuover gli ostacoli economici e favorire la partecipazione dei lavoratori
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignita` sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta` e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Il lavoro come realizzazione materiale e spirituale
Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita` e la propria scelta, una attivita` o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa`.

L’impegno della Repubblica a promuovere i diritti dei lavoratori nel mondo
Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la liberta` di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

La giustizia per il salario e per il riposo
Art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantita` e qualita` del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se´ e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa e` stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non puo` rinunziarvi.

Parità nel lavoro per le donne e tutela dei minori
Art. 37. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parita` di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di eta` per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parita` di lavoro, il diritto alla parita` di retribuzione.

L’assistenza sociale per invalidi e disoccupati
Art. 38. Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidita` e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.  L’assistenza privata e` libera.

La tutela dei diritti sindacali e di sciopero
Art. 39. L’organizzazione sindacale e` libera.
Ai sindacati non puo` essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
E` condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalita` giuridica.
Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
Art. 40. Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano

Iniziativa privata libera e in armonia con l’utilità sociale
Art. 41. L’iniziativa economica privata e` libera.
Non puo` svolgersi in contrasto con l’utilita` sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla liberta`, alla dignita` umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perche´ l’attivita` economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

La proprietà tutelata dalla legge ma non in contrasto con la funzione sociale
Art. 42. La proprieta` e` pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprieta` privata e` riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti . La proprieta` privata puo` essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale. La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredita`.

La riserva dello Stato di nazionalizzare ed intervenire nell’economia per l’interesse generale
Art. 43. A fini di utilita` generale la legge puo` riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunita` di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

L’intervento dello Stato per favorire la piccola proprietà terriera
Art. 44. Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprieta` terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unita` produttive; aiuta la piccola e la media proprieta`. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.

La promozione della cooperazione e la promozione dell’artigianato
 Art. 45. La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualita` e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi piu` idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalita`. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato.

La partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende
 Art. 46. Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

Tutelare il risparmio, favorire la proprietà dell’abitazione, e stimolare l’investimento azionario
Art. 47. La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprieta` dell’abitazione, alla proprieta` diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.

Un sistema fiscale informato a criteri di progressività
Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita` contributiva. Il sistema tributario e` informato a criteri di progressivita`.