Forse approda
il cosiddetto reddito di cittadinanza nella versione voluta da Di Maio, e ad
aprile ci dovrebbero essere le circolari applicative della nuova normativa.
E’ una
riforma, che sia pure con tutte le contraddizioni, viene a portare un
cambiamento importante nel welfare in Italia.
Una delle bordate degli acerrimi oppositori è
quella di dire che non porterà nuovo lavoro.
Questa affermazione non è vera. Non si riesce a quantificare l’entità di
lavoro che potrà generare, ma
sicuramente l’incrementare la domanda
interna di beni porta ad avere un riflesso sulla produzione con il conseguente
aumento di lavoro.
I circa sei
miliardi che arriveranno a cittadini
attualmente sprovvisti di reddito saranno sicuramente spesi in beni soprattutto
di prima necessità, e non saranno tesaurizzati e messi da parte, non solo per i
marchingegni delle tessere di Di Maio, ma perché quei cittadini hanno immediati
bisogni di spesa. Ma non tutto avrà un
riflesso sulla produzione nazionale, e per comprenderlo può servire un esempio:
se il percettore del reddito comprerà un chilo di limoni di Sicilia, si avrà un
riflesso su un produttore nazionale, se
comprerà un chilo di limoni spagnoli il riflesso si avrà in parte sulla rete di
commercializzazione nazionale e in parte sul produttore estero, Ma ciò è normale e dipende dalla condizione
dei mercati aperti.
Quindi il riflesso positivo sulla domanda
interna ci sarà e in qualche modo inciderà sull’incremento della produzione e
sull’incremento di posti di lavoro. Quanti è in quanto tempo, non è facile da
valutare. E se sarà poco dipende soprattutto dal fatto che sei miliardi sono
ben pochi.
Vediamo cosa potrebbe accadere se questi sei
miliardi, al posto di andare verso
persone povere prive di redditi, andassero verso persone che già percepiscono
redditi medio alti: una parte andrebbe verso lo sviluppo dei consumi ed un’altra
parte verrebbe tesaurizzato o messo da parte in previsione di consumi futuri, l’incremento
della domanda sarebbe sicuramente inferiore.
Certo non può essere solo questa misura a
generare nuovo lavoro, deve essere
accompagnata da più misure. Ma in ogni caso è una misura che ha un duplice
aspetto: quello di sostegno ai ceti più poveri per diminuire il malessere
sociale e quello di sostegno della domanda interna per il suo aspetto
economico. (fr. z.)