venerdì 28 settembre 2018

Reddito di cittadinanza diventa una priorità di governo


Ieri 27 settembre 2018 pare che si sia arrivati ad un accordo di governo sul Def, ed il Reddito di cittadinanza è stato posto nelle priorità di governo.
„"Una nota al Def 'non coraggiosa' e senza reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza, quota 100 Fornero, risarcimento dei truffati dalle banche non avrà i voti del M5S aveva spiegato Di Maio.
L'accordo sul Def sarebbe stato raggiunto fissando l'asticella del rapporto deficit/Pil al 2,4%.
 La manovra finanziaria in deficit dovrebbe contemplare anche un inizio di flat tax voluta dalla Lega; e questa è sicuramente la contraddizione più evidente: più uscite e meno entrate.
Comunque un primo passo verso il Reddito di cittadinanza è stato avviato, e il dibattito su questo punto è all’ordine del giorno su tutti gli organi di stampa. Il 10 ottobre l’accordo arriverà in Parlamento.
Sul Reddito di cittadinanza è prevedibile che si comincerà a discutere sicuramente sulla base della proposta del disegno di legge 5 stelle dell’ottobre 2013:  780 euro, accompagnati da una serie di obblighi ai cittadini che vogliono fruire di tale misura – e riforma dei centri per l’impiego per costruire un sistema efficiente di controllo e stimolo alla ricerca del lavoro.
Inizia una battaglia difficile  che ha un valore anche dal punto di vista culturale:
“dare pane in attesa di dare un lavoro”
Questo blog, che ha dedicato all’argomento tanti post negli ultimi anni saluta con speranza questo inizio. 
Tutto il testo del testo del disegno 5stelle ottobre 2013 in questo link

mercoledì 26 settembre 2018

il jobs act per gli indennizzi nei licenziamenti è incostituzionale


La Corte costituzionale ha deciso di dichiarare "illegittimo l'articolo 3, comma 1, del Decreto legislativo n.23/2015 sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, nella parte che determina in modo rigido l'indennità (ancorata agli anni di anzianità) spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato.

Il recente Decreto dignità ha ritoccato il quantum minimo e massimo degli indennizzi (alzandoli nella nuova forchetta da 6 a 36 mesi), ma non il meccanismo di determinazione che è rimasto legato all'anzianità di servizio. Motivo per cui il problema originario rilevato dalla Corte non è stato risolto. Per la Consulta, si spiega, "la previsione di un'indennità crescente in ragione della sola anzianità di servizio del lavoratore è, secondo la Corte, contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione"




sabato 22 settembre 2018

4 laureati su 10 senza lavoro o sottoccupati


a 30 anni  4 laureati su 10 sono senza lavoro o sottoccupati. E' quanto risulta dai dati dell'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro secondo il quale nel 2017 degli oltre 1,7 milioni di trentenni con la laurea, il 19,5% (344.000) è privo di occupazione, e un ulteriore 19% (circa 336.000) opera in posizioni professionali che non richiedono laurea. Prosegui su …