venerdì 28 febbraio 2014

Nel peggio siamo al massimo, disoccupazione al 12,9%

A gennaio 2014  il tasso di disoccupazione è balzato al 12,9%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su dicembre e di 1,1 su base annua.
I disoccupati italiani, secondo i dati provvisori diffusi dall'Istat, sfiorano i 3,3 milioni.
Il peggior dato dal 1977

lunedì 17 febbraio 2014

134 mila imprese in meno in sei anni di crisi

134 mila imprese in meno in Italia: è questo il drammatico bilancio dopo sei anni di crisi. La CGIA di Mestre denuncia che tra il 2008 e il 2013 le due principali categorie che costituiscono il cosiddetto popolo delle partite Iva hanno subito una vera e propria moria di imprese: il saldo, dato dalla differenza tra le aziende nate e quelle cessate, è spaventosamente negativo. Se tra i piccoli commercianti sfiora le 64 mila unità, tra gli artigiani supera addirittura quota 70 mila. Sommando i risultati dell’una e dell’altra categoria, all’appello mancano quasi 134 mila piccole imprese.

domenica 16 febbraio 2014

Lavoro nero e Governo Letta

Prima che tutto il merito di tutto passi a Renzi pare doveroso ricordare che il Governo Letta, nell’ambito delle poche cose che ha fatto,  ha aumentato le sanzioni contro il lavoro in nero.
Nel decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145 (in G.U. n. 300 del 23 dicembre 2013) in vigore dal 24 dicembre 2013, contenente interventi urgenti di avvio del piano “Destinazione Italia”, sono state inserite nuove misure sanzionatorie e di riorganizzazione ispettiva.
Per il dettaglio delle nuove norme a questa pagina


Visto che il quadro normativo è stato varato, occorrerà vedere se il nuovo governo metterà in atto anche tutte le necessarie misure applicative. 


sabato 15 febbraio 2014

i giovani visti dalla ex Fiat


 Elkann: «Il lavoro c’è ma i giovani non sono così determinati a cercarlo» dice «Se guardo a molte iniziative che ci sono, non vedo in loro la voglia di cogliere queste opportunità perché da un lato non c’è una situazione di bisogno oppure non c’è l’ambizione a fare certe cose». Secondo Elkann «ci sono tantissimi lavori nel settore alberghiero ma c’è tantissima domanda di lavoro ma c’è poca offerta perché i giovani o stanno bene a casa o non hanno ambizione».

DELLA VALLE : "Il poveretto di Jaki non perde mai tempo di ricordare agli italiani che è un imbecille". Lo ha detto Diego Della Valle riferendosi alle dichiarazioni di John Elkann sui giovani. "Dovremmo fare un referendum - ha aggiunto - e chiederci se lo vogliamo ancora in Italia". "Appartiene a una famiglia che ha distrutto una quantità industriale di posti di lavoro e, di conseguenza, anche le speranze di molti giovani . È una vergogna che uno degli Agnelli dica che oggi in Italia i giovani hanno i posti di lavoro. Uno che si permette di dire che i ragazzi stanno a casa perché non hanno voglia di lavorare, perché il lavoro c'è, è un imbecille - ha continuato - lo tengano a casa, lo tengano un po' a riposo, vada a sciare».

NON riesco a intervenire su questa diatriba, ho già due figli emigrati all’estero, mi diventa difficile trovare nel vocabolario le parole adatte;
per commentare con un immagine questa notizia prendo in prestito un disegno di Salvatore Salamone, "Le pietre parlanti" bozzetto per installazione, acrilici e grafite su cartoncino, 1995
Delle pietre vagano in una serie di stanze attaccate a delle funi e dialogano con un indecifrabile linguaggio.
Esposto in
IPOTESI D'AVVICINAMENTO, mostra collettiva a cura di Antonio Vitale
Dal 1 al 23 febbraio 2014
SPAZIOVITALEin, via Milano 20 - 95128 Catania.


15/02/14 francesco zaffuto

lunedì 10 febbraio 2014

referendum in Svizzera: chiusura porte

C’era da aspettarselo: la Svizzera chiude le porte. Non sono certo le porte delle banche che restano sempre ben aperte per chi esporta capitali, ma le porte a immigrati e frontalieri
 Non si tratta di una decisione del governo svizzero ma dei risultati della cosiddetta volontà popolare. Si è espressa per restrizioni agli immigrati una maggioranza risicata  del 50,3%, ma se si considerano i risultati del Canton Ticino, di lingua italiana e confinante con l’Italia, la maggioranza sale al 68,17%. E’ il chiaro sintomo che le nuove restrizioni vogliono prendere di mira gli italiani che trovano lavoro in Svizzera.
  Con i livelli di disoccupazione sempre crescenti nella cosiddetta ricca Lombardia lo sfogo della Svizzera per tanti lavoratori è stato una delle poche possibilità, ora questa possibilità rischia di essere fortemente ridimensionata.
 La Lega Lombarda da una parte si allarma in difesa dei frontalieri e dall’altra minaccia un referendum dello stesso tipo contro gli extracomunitari;  ma dal 1994 è stata alleata in tutti i governi Berlusconi e la crisi occupazionale in Lombardia è maturata in tutti questi anni.
 Le leghe svizzere, promotrici del referendum, hanno fatto leva sulla paura degli svizzeri di non trovare lavoro; ma se il lavoratore straniero viene messo in regola e viene pagato nella stessa misura del lavoratore locale non fa concorrenza al lavoratore locale; la questione sta sempre nel maggior sfruttamento del lavoratore straniero e al posto di esercitare un controllo sulle ditte si preferisce perseguitare i lavoratori stranieri.
 La Svizzera non fa parte della comunità europea,  ma per motivi geografici ne è avvolta, e di fronte ad una Europa che ha lasciato crescere i livelli di disoccupazione oltre misura ha reagito seguendo le spinte xenofobe. L’Europa ha forti responsabilità: ha stabilito misure sul debito ma non ha stabilito misure sulla disoccupazione,  una vera Europa si può costruire solo partendo dalla tutela dei livelli occupazionali.
10/02/14  - francesco zaffuto


immagine – dogana tra Como e la Svizzera