domenica 19 gennaio 2014

Scoraggiati nuovo record


In Italia ci sono quasi 3,3 milioni di persone che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano impiego: il 13,1% della forza lavoro, oltre tre volte la media Ue-28 (4,1%). Lo rileva l'Eurostat in uno studio sul terzo trimestre 2013
 L'Italia detiene il record assoluto di coloro che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano, con il 13,1% della forza lavoro (appena l'1,3% in Germania, il 2,5% nel Regno Unito e il 5,1% in Spagna


Quando si sono inviati centinaia di curriculum senza avere ricevuto una risposta, quando si sono frequentati corsi di riqualificazione che non sono serviti a nulla … essere scoraggiati è il minimo … altrimenti resta la nevrosi e la depressione …

Immagine – il pensatore – dettaglio del bronzo di Auguste Rodin

domenica 12 gennaio 2014

lettera a Renzi

Matteo Renzi ha pubblicato sul suo blog le premesse per la sua proposta di jobsact (detta in lingua italiana sul lavoro)
Su questo blog è stata inserita sul post precedente
http://creapaneelavoro.blogspot.it/2014/01/le-premesse-del-jobsact-di-renzi.html

QUESTA é LA LETTERA INVIATA DAL BLOG "crea pane e lavoro" via mail a Renzi.

Gent. Matteo Renzi

leggo molte cose condivise e mi auguro che vadano in porto. Voglio puntualizzare due cose.
1 Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.
Sacrosanto, perché va dato un sostegno a chi cerca il lavoro e si rende disponibile a prendere immediatamente il lavoro offerto.  Ma se non vengono considerati coloro che cercano lavoro in prima istanza si commette di nuovo una grave ingiustizia specie nei confronti dei giovani. Allora a chi si scrive, anche per la prima volta,  con le nuove regole  ai nuovi centri d’impiego, e si rende effettivamente disponibile e non rinuncia all’offerta di collocamento,  va datato un minimo di sostegno vitale che compensi la sua disponibilità.
2 Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
 Ottimo,  perché si possono utilizzare in pieno tutti gli strumenti di informatizzazione.  Ma dovrebbe derivare un obbligo di iscrizione per tutti coloro che cercano il lavoro ed un obbligo d’iscrizione per tutti coloro che offrono lavoro.  Se la collettività si fa carico di un sostegno ai lavoratori disoccupati ed anche alle imprese, è anche giusto che le imprese siano gravate da un minimo obbligo di assunzione  delle persone in attesa da più tempo.  La percentuale di questo obbligo può essere contenuta ma è necessaria per il funzionamento dell’agenzia stessa.  Non si tratta di fare un ritorno alle antiche regole del collocamento,  si tratta di costruire un nuovo strumento effettivamente agile per collocare al lavoro chi aspetta da più tempo.
Qui il link di una proposta che in maggio 2013 fu inviata a tutti i parlamentari e al ministro del lavoro inserita in questo blog http://creapaneelavoro.blogspot.it/2013/06/bozza-proposta-di-legge-su-collocamento.html
Qui il link sulle vostre proposte doverosamente pubblicate sullo stesso blog  http://creapaneelavoro.blogspot.it/2014/01/le-premesse-del-jobsact-di-renzi.html
cordiali saluti

francesco zaffuto

sabato 11 gennaio 2014

le premesse del jobsact di Renzi


Qui di seguito sono inserite le premesse del jobsact di Renzi - come apparse sul suo blog
http://www.matteorenzi.it/enews-381-8-gennaio-2014/

L’obiettivo è creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri (tra il 2008 e il 2012 l’Italia ha attratto 12 miliardi di euro all’anno di investimenti stranieri. Metà della Germania, 25 miliardi un terzo della Francia e della Spagna, 37 miliardi). Per la Banca Mondiale siamo al 73° posto aal mondo per facilità di fare impresa (dopo la Romania, prima delle Seychelles). Per il World Economic Forum siamo al 42° posto per competitività (dopo la Polonia, prima della Turchia). Vi sembra possibile? No, ovviamente no. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto
Parte A – Il Sistema
  1. 1.  Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell’Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
  2. 2.  Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
  3. 3.  Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
  4. 4.  Azioni dell’agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
  5. 5.  Eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici. 
  6. 6.  Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.
  7. 7.  Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell’Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.
  8. 8.  Adozione dell’obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.
Parte B – I nuovi posti di lavoro
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura
Parte C – Le regole
  1. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero.
  2. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
III. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.
IV. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.
V.  Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
VI. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.

Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l’idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilità di denari. Ma non investe perché ha paura, perché è bloccato, perché non ha certezze.
Noi vogliamo dire che l’Italia può ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini (matteo@matteorenzi.it). Poi redigeremo il vero e proprio Jobs Act.

giovedì 2 gennaio 2014

QUANDO IL LAVORO DIVENTA MOSTRUOSITA’


La tragedia accaduta alla fine dell’anno in una famiglia del Piemonte (nel comune di Collegno) ha avuto aspetti raccapriccianti; un uomo di 57 anni ha sterminato tutta la sua famiglia e poi si è suicidato. Per la cronaca si rinvia a questo link de La Stampa
Lo stesso cronista, nel commentare il fatto, ha trovato una qualche relazione tra l’episodio di follia e la nuova condizione di disoccupazione in cui si era venuto a trovare da tre mesi l’uomo di 57 anni.  In un caso limite come questo non è facile porre delle relazioni; ma se si fa memoria di altri casi limite e se si aggiungono i tanti casi di suicidio connessi alla perdita del lavoro, possiamo dire che i casi limite sono la punta di un grande malessere.
La disoccupazione spesso è vissuta come annientamento e come impossibilità a potersi ricostruire una immagine della propria esistenza per sopportare l’esistenza stessa.
Se il lavoro è l’unica fonte di reddito per la sopravvivenza, se con il lavoro ci si identifica in tutto, se quando il lavoro cessa viene a cessare anche l’uomo: il lavoro è una mostruosità e la disoccupazione è un aspetto della mostruosità stessa del lavoro.
 In questa società dominata da una tecnologia avanzata che tende ad espellere la forza lavoro  non è facile difendersi. Non basta il sogno di una ripresa della crescita per riprodurre le stesse condizioni precedenti alla crisi economica. Non basta un obolo di carità dato a chi non lavora per tenerlo in stato di espulsione.
 Occorre che si costruiscano strumenti inclusivi sul piano economico e una cultura che ponga al centro la persona umana.
 Lo strumento inclusivo più importante è quello del “lavorare meno lavorare tutti”; quello che può sembrare un vecchio slogan utopistico è il progetto umano per la società del futuro.
  Sul piano culturale quelle domande costanti che incontriamo nella nostra vita quotidiana: “che lavoro fai?” e “quanto denaro hai?” dovranno essere sostituite da un sostanziale “chi sei?” e “come stai?”.

2 gennaio 2014 francesco zaffuto

immagine - coercizione - fotocomposizione di Liborio Mastrosimone - http://libomast1949.blogspot.com/

giovedì 19 dicembre 2013

sosta d'inverno

Buon Natale e buon anno
e che la locomotiva possa ripartire ...

Claude Monet - Treno nella neve o la locomotiva", 1875- Olio su tela 78 x 59 cm Musée Marmottan-Monet, Paris

martedì 10 dicembre 2013

Forconi in assenza dei sindacati


Le manifestazioni del 9 dicembre, che forse continueranno nei giorni successivi, hanno visto scendere in lotta una composizione sociale complessa e tutta compromessa dal perdurare della crisi: piccoli imprenditori in difficoltà sull’orlo della chiusura della propria attività e disoccupati.
 I lavoratori in proprio (che spesso sono classificati come piccoli imprenditori, piccoli commercianti, autotrasportatori) vedono che con la possibile chiusura della propria attività non si apre nessuna possibilità lavoro dipendente e si presenta lo spettro di una disoccupazione di lungo periodo.
La storia non lascia mai spazi vuoti.  Se il sindacato è stato assente,  non ha voluto organizzare i disoccupati,  non ha  dato risposte in termini proposte per risolvere i problemi occupazionali e di welfare, non ci si può meravigliare che lo spazio venga riempito da altri soggetti.
La manifestazioni in corso non hanno più la caratteristica di una richiesta alle Istituzioni  ma di messa in stato di accusa di tutta rappresentanza politica nelle istituzioni.  Una mancanza di risposta della politica e un suo chiudersi in difesa può creare uno stato di sbandamento nel paese di cui non è facile prevedere le conseguenze. (f.z.)
Per le notizie

immagine di un forcone – da internet

lunedì 2 dicembre 2013

BUCIARE NEL CAOS DEL LAVORO IN NERO

 7 morti e due feriti gravi, a Prato in una fabbrica – dormitorio  gestita da imprenditori cinesi.
il presidente della Regione, Enrico Rossi, sostiene che "questa tragedia l'abbiamo sulla coscienza tutti. Occorre andare più a fondo nella denuncia della più grande concentrazione di lavoro nero in Italia. Siamo sotto la soglia dei diritti umani".

Sono anni che si sapeva dell’esistenza di queste fabbriche. Una imprenditoria straniera spregiudicata si è inserita nella piaga del lavoro nero che in Italia è stata sempre ben tollerata, e per tollerare il lavoro in nero italiano si tollera quello della imprenditoria straniera.
 Gli imprenditori tutti debbono essere obbligati ad assumere almeno il 50% della manodopera da liste di collocamento pubbliche, è il solo modo per evitare le sacche di sfruttamento occulte.
 L’assunzione di una percentuale obbligatoria di operai attraverso liste di collocamento pubbliche  e il controllo degli ispettorati del lavoro sono gli strumenti per contrastare il lavoro nero.   Libertà di mercato e di impresa non può significare assenza di regole e di controlli. 
 Qui la proposta di legge che questo blog ha inviato ai parlamentari

sabato 30 novembre 2013

occupazione DATI TRISTI ottobre 2013

ANCHE UN LAVORO PRECARIO DIVENTA DIFFICILE DA TROVARE
I dati sulla disoccupazione resi pubblici dall’Istat ieri 29 novembre e in riferimento ad ottobre 2013 sono TRISTI enon promettono una inversione di tendenza.
Ad ottobre 2013 il tasso di disoccupazione è al 12,5% ed è invariato rispetto a settembre
Il numero dei disoccupati complessivo a ottobre è pari a 3 milioni 189 mila, invariato rispetto al mese precedente ma in aumento del 9,9% su base annua.
Il numero degli scoraggiati, coloro che non cercano un’occupazione perché ritengono di non trovarla, nel terzo trimestre del 2013 sale a un milione 901 mila, un livello mai così elevato.
Per la fascia di età 18-29 anni il tasso di disoccupazione si attesta invece al 28% (+5,2 %), con un numero di disoccupati che giunge a un milione 68 mila (+17,2%, pari a 157mila unità) in crescita nel terzo trimestre dell’anno.
Perfino  il lavoro precario, definito dall’Istat come atipico, subisce un nuovo calo, il terzo consecutivo, perché il numero di dipendenti a tempo determinato e di collaboratori scende a 2 milioni 624 mila, in calo di 253 mila unità (-8,8% su anno).  Una diminuzione ancora più forte rispetto a quella registrata per i dipendenti a tempo indeterminato (-1,3%) e segnala come le aziende stiano in parte rinunciando alla stabilizzazione di contratti a termine e non stiano realizzando nuove assunzioni.

 La disoccupazione giovanile è ad ottobre al 41,2%, record della serie storica, anche se la rilevazione chiama in causa la fascia di età 15-24 anni in cui la gran parte dei giovani è impegnata in un ciclo formativo (è un dato calcolato dall’Istat per omogeneità con le rilevazioni dell’Unione Europea).





venerdì 29 novembre 2013

Lavoro, no a un’economia dell’esclusione


Sono qui inseriti alcune parti della esortazione apostolica di Papa  Francesco che riguardano il lavoro e l’economia. Quanto inciderà la sua voce sui mercati finanziari e sui comportamenti degli Stati non è facilmente da prevedere, ma benvenuta questa voce.

 I. Alcune sfide del mondo attuale

52. L’umanità vive in questo momento una svolta storica che possiamo vedere nei progressi che si producono in diversi campi. Si devono lodare i successi che contribuiscono al benessere delle persone, per esempio nell’ambito della salute, dell’educazione e della comunicazione.

martedì 26 novembre 2013

A Milano per un lavoro si aspetta la neve

A Milano per trovare un lavoro si aspetta la neve:  le iscrizioni di chi aspetta un provvisorio lavoro di spalatore sono 3.400, il 25 per cento in più rispetto all'anno scorso, di questi iscritti  3mila sono italiani, l'85 per cento del totale.
Tra gli iscritti sono tanti i quarantenni.
Il freddo che sta arrivando fa ben sperare e 75 euro netti al giorno (90 se di notte) fanno sempre più gola.
Si tratta dell’unica lista di collocamento pubblica che esiste in Italia, per gli altri lavori occorre rivolgersi ad uffici di collocamento che non funzionano.
La notizia

Immagine – "Tram in Piazza S. Stefano" Olio su tela 30x30" Sabrina Laganà, artista contemporanea
Vive e lavora a Milano  dal blog  http://sandrablogprove.blogspot.it/2010/11/neve-milano.html

giovedì 21 novembre 2013

Pane, sale e attraverseremo il deserto

Di Giandiego Marigo
Cosa sta succedendo?
L’ennesimo tentativo di unificare la “sinistra”? Una bella idea nata in un gruppo di intellettuali  e da un paio di sindacalisti “conseguenti”?
Un’altra bandiera sollevata, nuovamente? Un’altra variazione sul tema della nostalgia
Nulla di tutto questo ed anche tutto questo. Innanzi tutto non siamo intellettuali riconosciuti e ben remunerati, siamo un gruppo di persone vere, esistiamo in rete e nel territorio. Persone normali, anche se forse con una lunga storia di partecipazione , certamente, con un grandissimo amore e rispetto per i movimenti. Lontanissime, per molteplici ragioni,  da ogni segreteria e salotto. Non siamo nostalgici e non pratichiamo la Raccolta di bandiere cadute.

sabato 9 novembre 2013

Lettera aperta a Fassina

Esimio Stefano  Fassina
 Lei non può rispondere di fronte a una proposta di legge sul reddito minimo di sopravvivenza, perché di questo si tratta, dicendo: “sono balle”.
Lei è in dovere di fare i conti, Lei è in dovere di presentare una sua proposta fattibile, Lei è in dovere di studiare, studiare, studiare ... per affrontare  il problema più grave che attanaglia tanti cittadini italiani:  la sopravvivenza.

09/11/13  f.to Francesco Zaffuto

venerdì 8 novembre 2013

Benvenuta la nuova proposta e ora avanti ....

Proposta del M5S sul reddito minimo garantito
articolo riportato da Il Fatto quotidiano


L’hanno trovata. La copertura finanziaria per il reddito di cittadinanza esiste ed è realizzabile. O almeno è quello che promette il Movimento 5 Stelle, che dopo sei mesi di lavoro annuncia “abbiamo un disegno di legge”. Costa 20 miliardi e prevede un contributo di massimo 600 euro per chi ha perso il lavoro o si trova sotto la soglia di povertà. E’ il punto numero uno del programma elettorale, promosso da Beppe Grillo nelle piazze di tutta Italia e la proposta che non possono mancare. Il modello è la Francia, e non la Svizzera come aveva detto il leader, e soprattutto il sostegno è legato ad una riorganizzazione dei centri dell’impiego. Tecnicamente andrebbe chiamato “reddito minimo garantito” e non “reddito di cittadinanza”, perché quest’ultimo indica l’erogazione di fondi ai cittadini maggiorenni a prescindere che lavorino o no, ma resta una forma di contributo. 

mercoledì 23 ottobre 2013

in ogni caso è un morto per lavoro


Sul ragazzo ucciso a Kent si ridimensionano i motivi razziali
- ma in ogni caso è un morto per lavoro
http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/10/23/news/ucciso_nel_kent_un_lecchese_di_19_anni_voi_italiani_rubate_lavoro_a_noi_inglesi-69247278/

Massacrato di botte in un tranquillo angolo dell'Inghilterra in cui era andato per imparare la lingua e lavorare. Per fare la sua esperienza, come molti giovani in fuga dall'Italia  

cercando lavoro più in là


QUESTAAAAAA LA CRONACA 



Massacrato di botte fino ad ammazzarlo. Solo perché italiano. Una storia di emigrazione e razzismo

sabato 19 ottobre 2013

fatti più in là


“Fatti più in là” pare essere la regola generale di questo pianeta per tutte le cose spiacevoli e anche per gli uomini che sono diventati essi stessi delle cose spiacevoli.
 Non voglio l’inceneritore nel mia città, sia fatto più in là. Non voglio che il mio corso d’acqua sia inquinato, sia fatto più in là. Non voglio che con i tuoi stracci vieni a costruire un tuo campo nomadi alla periferia del mio paese, sia fatto più in là.   Sei uno oppositore al mio regime, ti distruggo oppure fatti più in là.
Accanto  a questa prassi generale che pare regolare il mondo c’è ne sta un’altra da parecchio tempo: è quella del “vado più in là”. Non riesco a vendere le merci che ho prodotto nel mio paese, per venderle “vado più in là”. Mi costa tanto la manodopera  nel mio paese, per costruire i miei prodotti “vado più in là”. Non ho le materie prime che mi servono per costruire milioni di telefonini cellulari, per prenderle “vado più in là”. Non ho risorse energetiche sufficienti a mantenere il mio standard produttivo, per prenderle “vado più in là”.

lunedì 14 ottobre 2013

Cercare lavoro


Come si fa a dimostrare che il lavoro nobilita l'uomo se quest'ultimo può dimostrare che non trova un lavoro?
E anche il povero piteco, non l'ho mai visto così sbattuto, poverino.
Niente, tutto va in malora in questo pianeta, ci sono ancora esseri viventi che vivono con un unico desiderio irreale. Ma sul giornale non c'è niente che parli di questi desideri.

domenica 13 ottobre 2013

occhio al razzismo


E’ tale il malessere che si vive nella nostra società al punto che anche la ragione e il buon senso possono cadere nel sonno. Abbiamo gente che muore in mare travolta e annegata,  e abbiamo anche gente che si suicida perché non trova lavoro. Può accadere addirittura che il disperato che dovrebbe essere vicino all’altro disperato,  per sua stessa condizione e natura, viva tale vicinanza come soffocamento.

sabato 12 ottobre 2013

cronache dimenticate

Ponti, si uccide 52enne: aveva perso il lavoro

Le notizie che non arrivano più alle prime pagine dei grandi giornali, ora restano fatti di cronaca locale
qui dalla cronaca locale del 10 ottobre 2013

Non ha più retto alla vergogna, alla rabbia, alla depressione per aver perso il lavoro e non essere stato più in grado di ritrovarlo in 2 anni. A 52 anni ha pensato - guardandosi anche intorno - di non avere più futuro e di non essere più in grado di darlo agli altri. E così è sceso in giardino nel cuore della notte e si è impiccato. Un dramma che è avvenuto nella zona dei Ponti di Perugia alba dell'9 ottobre. La scoperta è stata fatta dalla sua famiglia che non ha potuto fare altro che chiamare il 118 ma non c'era più nulla da fare. 
L'ex lavoratore poco più che cinquantenne ha lasciato una lettera sul tavolo della cucina per spiegare il suo

martedì 8 ottobre 2013

Da cassa integrati a disoccupati

Secondo i dati pubblicati dall’INPS :
nel mese di settembre 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. interventi ordinari,straordinari e in deroga sono state complessivamente 85,2 milioni, con una diminuzione di -1,3% del dato complessivo rispetto allo stesso mese del 2012, quando le ore autorizzate erano state 86,4 milioni;
aumentano mobilità e disoccupazione
tra disoccupazione e mobilità, ad agosto 2013, sono state presentate 97.238 domande, il 10,53% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (87.976 domande);
per quanto riguarda quindi i dati specifici, nel mese di agosto 2013 sono state presentate 70.797 domande di Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego), 18.647 domande di mini Aspi;
ad agosto 2013 sono state presentate 222 domande tra disoccupazione ordinaria e speciale edile, 7.373 domande di mobilità e 199 di disoccupazione ordinaria ai lavoratori sospesi;
nel periodo gennaio-agosto complessivamente sono state presentate 1.214.582 domande di mobilità e disoccupazione, con un aumento del 22,3% rispetto alle 993.287 domande presentate nel corrispondente periodo del 2012.


Immagine – manifestazione per il lavoro

lunedì 7 ottobre 2013

Letta e il cuneo fiscale

Ecco la promessa di Letta
"Bisogna che in Italia il costo del lavoro scenda. E' insopportabile il costo attuale del lavoro. La legge di stabilità avrà come cuore la riduzione del cuneo fiscale. Dobbiamo dare soldi in busta paga ai lavoratori e non solo alle imprese. Ne discuteremo. Nel 2014 i lavoratori italiani avranno un beneficio in busta paga. Ne discuteremo con le parti sociali, e ci saranno vantaggi anche per le imprese".
 Sul piano fiscale la riduzione delle imposte per i redditi di lavoro è la strada maestra per incrementare i redditi di lavoro e i consumi,  e può avere un riflesso positivo sull’occupazione.  Ma quando il Presidente del consiglio accenna al’entità degli interventi: circa 2,5 miliardi nel 2014, si può stimare un beneficio annuo d’imposta di circa 200 euro. Cifra che se divisa tra lavoratore ed impresa e spalmata su dodici mesi si riduce a ben poco. Si cominciano a convocare riunioni  tra governo e parti sociali (Sindacati e Confindustria).  Pare che inizia a montare una grande attesa per un piccolo arrivo.

immagine – un piccolo cuneo geometrico

mercoledì 2 ottobre 2013

meno immatricolazioni auto e Fiat pensa al Suv

 Le immatricolazioni auto nei primi nove mesi del 2013 le immatricolazioni sono diminuite dell'8,34% rispetto allo stesso periodo del 2012. Lo comunica il ministero dei Trasporti e Infrastrutture.
A settembre Fiat ha immatricolato in Italia 29.227 nuove vetture, in flessione dell'11,71% rispetto alle 33.104 di un anno fa.

C’era d’aspettarselo, tanti italiani si tengono la macchina vecchia e quelli che non si possono

martedì 1 ottobre 2013

Giovani senza lavoro 40,1%

La disoccupazione ad agosto sale al 12,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su luglio e di 1,5 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati provvisori), aggiungendo come sia stato uguagliato il massimo già raggiunto a maggio, il livello più alto dall'inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977.
Il numero di disoccupati ad agosto torna a crescere, dopo due mesi di stop, raggiungendo quota 3 milioni 127 mila, in aumento dell'1,4% rispetto al mese precedente (+42 mila) e del 14,5% su base annua (+395 mila).
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24anni) ad agosto balza al 40,1%, in rialzo di 0,4 punti percentuali su luglio e di 5,5 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati provvisori).Viene così superata per la prima volta la soglia del 40% e raggiunto il livello più alto dall'inizio sia delle serie mensili (2004) sia trimestrali(1977). Ansa del 1 ottobre 2013
Ironia della sorte a questi dati ISTAT si affianca la protesta degli stessi lavoratori dell’ISTAT che protestano conto il loro stato di precarietà. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2013/09/30/video-ironia-precari-Istat_9385431.html


Immagine – manifestazione giovani con striscione che porta la scritta “giovani specializzati per essere disoccupati” da http://www.radiondadurto.org/2013/07/31/economia-aumenta-ancora-il-tasso-di-disoccupazione-giovanile/

sabato 28 settembre 2013

Otto mesi 2013, chiuse 50 mila imprese


Allarme lanciato dalla Confesercenti:
nei primi otto mesi del 2013 hanno chiuso i battenti 50mila imprese, con un saldo negativo di 20mila esercizi, al netto delle nuove attivita' avviate. A fine anno Confesercenti teme di perdere oltre 90mila posti di lavoro.
 Crescono sempre i negozi online. Le imprese di commercio al dettaglio che vendono attraverso internet sono aumentate, negli ultimi 20 mesi, del 24,5%. In particolare, da gennaio 2012 ad agosto 2013, le attività di commercio web sono passate da 9.180 a 11.430: un saldo positivo di 2.250 unità.

venerdì 27 settembre 2013

Mondiali e morti bianche nel Qatar

L'International Trade Union Congress, organizzazione sindacale transnazionale, denuncia l’inumano sfruttamento schiavistico dei lavoratori nel Qatar. Senza diritti, senza dignità e con un elevatissimo numero di morti bianche stanno costruendo gli stadi per i mondiali del 2022.
1.200 morti sul lavoro negli ultimi due anni e secondo le previsioni dell’organizzazione sindacale si aggiungeranno altri 4.000 morti entro il 2022.
 Milleduecento morti bianche fin qui, spesso attribuite a infarti o a decessi accidentali perché le autopsie non vengono condotte dalle autorità qatariote.
 L'inchiesta dell'Ituc rivela tutt'altra verità: muratori sulle gru a 50 gradi, orari senza fine, mentre le case dove vengono alloggiati sono fatiscenti e sovrappopolate, con condizioni igieniche terribili. I datori di lavoro sanno che a queste condizioni non si può resistere a lungo e quindi sequestrano i passaporti ai dipendenti e sospendono le paghe per mesi: il caso è esploso con violenza quando trenta edili nepalesi si sono rifugiati nell'ambasciata del loro paese, lamentando di non venire retribuiti e chiedendo di essere rimpatriati. Altri 44 di loro erano morti durante l'estate, sempre per incidenti sul lavoro o per "infarto", mentre fonti indiane dicono che sono 82 i decessi di lavoratori del subcontinente dall'inizio dell'anno e altri 700 erano morti per le medesime ragioni nel biennio precedente.
L’Ituc ha fatto appello alla FIFA per un suo intervento verso il governo Qatar per il rispetto dei diritti dei lavoratori, ma la FIFA pare che conosca solo il linguaggio del pallone http://www.ituc-csi.org/fifa-to-discuss-moving-qatar-2022

immagine – grattacieli del Qatar dal sito https://www.credit-suisse.com/qa/en/

lunedì 23 settembre 2013

168 milioni di minori al lavoro

in un mondo dove abbonda la disoccupazione, 168 milioni di bambini sono sfruttati per il lavoro

 

Il rapporto dell'Ilo - Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo) rivela che nel 2012 ci sono stati 168 milioni di minori al lavoro:

oltre 70 milioni di ragazzini che lavorano hanno meno di 11 anni.

Rispetto ai 246 milioni di minori in fabbrica e nei campi segnato nel 2000 il miglioramento è notevole, ma l’obbiettivo di eliminare il lavoro minorile è ancora lontano.

Da http://www.repubblica.it/economia/2013/09/23/news/lavoro_minorile_in_calo_del_32_dal_2000_ma_riguarda_ancora_168_mln_di_bambini-67085445/

 Immagine – minori tessitori di tappeti da http://www.unicef.it/doc/364/lavoro-minorile.htm