martedì 8 dicembre 2015

Jobs Act e licenziamento possibile per gli statali


Anche i dipendenti pubblici possono sottostare al Jobs Act varato dal Governo Renzi.  Una sentenza della Cassazione dello scorso 7 marzo parla di pari applicazione al settore pubblico.
I giudici, in particolare, hanno affrontato un caso di licenziamento dal Consorzio area sviluppo industriale di Agrigento, ente di diritto pubblico. Pur dichiarando nullo il provvedimento per vizi procedurali, la corte ha affrontato il tema più ampio dell’articolo 18 per gli statali. “L’inequivocabile tenore” del testo unico del pubblico impiego, dice la sentenza, “prevede l’applicazione anche al pubblico impiego cosiddetto contrattualizzato della legge 300/70 (lo Statuto dei lavoratori, ndr) e successive modificazioni”. Quindi, il documento ribadisce come sia “innegabile” che il nuovo testo dello Statuto trovi applicazione anche per gli statali.
  Il ministro Madia, per mesi,  ha portato avanti la tesi che la riforma della pubblica amministrazione e lo strumento del Jobs Act nulla avevano di che spartire; e che i dipendenti pubblici erano al riparo.
 Tecnicamente si può dire che anche gli stessi insegnanti appena assunti rischierebbero il licenziamento senza reintegro.
 Se non verrà varata una nuova norma di legge la sentenza della Cassazione del 7 marzo farà giurisprudenza per successivi contenziosi.
   Cosà faranno Renzi e Madia per rispettare l’impegno con gli statali? Riusciranno a far varare una norma? E questa norma sarà inoppugnabile sotto il profilo costituzionale?

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