giovedì 24 marzo 2016

Presto arriverà Amelia, per chiudere i call center


Chetan Dube e i suoi colleghi della IPsoft stanno esplorando la possibilità di una intelligenza artificiale per creare quello che chiamano un "agente cognitivo" . Sono già avanti nella ricerca e gli hanno dato un nome: Amelia, come una segretaria di bell’aspetto.
 Amelia non si limiterebbe ad imitare l'intelligenza umana, ma avrà anche la capacità di analizzare l'intenzione semantica e il contesto di una domanda al fine di proporre una soluzione.

 Quando un cliente contatterà  un call center che utilizzerà un software come Amelia avrà subito una veloce risposta al suo quesito. Amelia capirà la domanda e sceglierà la risposta tra tutte quelle che ha nel suo archivio tecnologico.  Solo se non sarà soddisfatto della risposta di Amelia il cliente potrà chiedere di parlare con un essere umano.  
 Quindi se in un call center tradizionale ci sono 20 impiegati che rispondono;  in futuro ci sarà Amelia che risponderà velocemente a tutte le possibili domande catalogate, e solo un impiegato che interverrà eccezionalmente per qualche quesito che non era stato previsto.

 Fra qualche anno, non tanti, Amelia arriverà e si succhierà la quasi totalità degli impiegati dei call center;  e anche quelle misere 700/1000  euro al mese che si potevano guadagnare con questo lavoro scompariranno.

Qui l’intervista in inglese al  ricercatore della IPsoft


REDDITO DI CITTADINANZA  E’ UNA NECESSITA’ DEL FUTURO

immagine da internet - cartoons

lunedì 21 marzo 2016

Ma quale reddito garantito ci vuole?

“Un reddito garantito ci vuole! Ma quale reddito ci vuole? Dalle campagne sociali alle proposte di legge per il reddito minimo garantito: modelli di società o governance delle povertà?” Questo il titolo del dibattito che si terrà Mercoledi 23 marzo 2016, dalle ore 17:30 presso lo Sparwasser in via del Pigneto 215 a Roma.


giovedì 17 marzo 2016

sei sei giornalista puoi lavorare gratis al Viminale

Cercasi giornalista professionista: referenziato, esperienza pluriennale, ottima conoscenza dell’inglese. Per lavorare gratis per un anno. Un ruolo di prestigio e su una materia anche particolarmente delicata, ma che secondo i dirigenti del Viminale non merita di essere pagato.
E probabilmente lo troveranno pure uno schiavo disposto a lavorare gratis per incrementare il suo curriculum.  Qui di seguito notizia e bando di gara … perché ovviamente si pretende anche di selezionare tra più aspiranti …
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/17/viminale-cerca-giornalista-professionista-ma-lincarico-e-a-titolo-assolutamente-gratuito/2555244/


Alfano l’ha definito: “un’oppportunità …”  

lunedì 14 marzo 2016

Reddito di base, prova in Canadà

Lo stato canadese dell’Ontario ha messo nero su bianco nel documento ufficiale di bilancio 2016 la volontà di sperimentare il reddito di cittadinanza,  e cioè la corresponsione a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro situazione economica, patrimoniale o familiare, di un contributo mensile in denaro.
Secondo i suoi sostenitori, il reddito di cittadinanza contribuirebbe a ridurre il peso della burocrazia e garantirebbe a tutti i cittadini un livello di supporto di base, in modo da combattere più efficacemente povertà ed emarginazione. Secondo i suoi detrattori, invece, la misura rischierebbe di tradursi in uno spreco di denaro pubblico e in un deterrente alla ricerca di lavoro per i non occupati.
Per il momento, l'Ontario non ha diffuso ulteriori dettagli: il progetto è probabilmente tutto da definire, visto che nel documento di bilancio si legge che il Governo lavorerà con le comunità, con i ricercatori e tutte le altre parti interessate per capire come meglio impostare la sperimentazione.

domenica 13 marzo 2016

Disoccupazione dati medi annuali 2015

Stiamo meglio!
L’Istat ha reso noto i dati medi annuali della disoccupazione 2015.
Nel 2015 il tasso di disoccupazione è sceso all’11,9% dal 12,7% del 2014.
L’occupazione nel 2015 è cresciuta in media di 186mila unità (+0,8%) rispetto al 2014.
I dati mensili li conoscevamo, ma ripetuti insieme come dati medi di un intero anno fanno un certo effetto;  sono  in grado di dare la cosiddetta lezione di ottimismo. Stiamo sereni, con questo ritmo,  tra 15 anni in Italia avremo tutti un lavoro.
Ci sono però due problemi:
1  non è stato costruito un welfare  per tutti i disoccupati;
2 gli incentivi dati dal Governo Renzi alle imprese per le assunzioni  sono previsti solo per altri due anni.

sabato 27 febbraio 2016

Reddito di cittadinanza, ben venga la Puglia


Avviato un esperimento di reddito di cittadinanza a Livorno;  e cominciano subito ad attaccare i supercritici del PD.

Il governatore Emiliano vuole avviare un esperimento di reddito di cittadinanza in Puglia, e cominciano subito ad attaccare i supercritici del movimento 5 stelle.

Giorni addietro ne aveva cominciato a parlare timidamente di reddito di cittadinanza  il ministro Poletti;  e questo blog l’ha invitato a fare, e a fare presto.


Il reddito di cittadinanza non è una partita di pallone , è una necessità sociale urgente per far fronte alla povertà generata dalla disoccupazione, specie quella disoccupazione che non ha alcuna forma di tutela.  Tutti quelli che possono contribuire per un dibattito costruttivo lo facciano;  e chi comincia ad operare va incoraggiato a proseguire. 

lunedì 22 febbraio 2016

Niente welfare non sei inglese


Uno dei punti dell’accordo tra Gran Bretagna e Ue, per scongiurare uscita della Gran Bretagna dall’Europa, riguarda i lavoratori e il welfare.
Quello che ha ottenuto Camerun  è di poter limitare l’accesso ai benefici del welfare agli emigrati provenienti dagli altri paesi europei. 
 Da ora in avanti  un cittadino italiano, danese o bulgaro che si trasferisca in Inghilterra non avrà più diritto ad accedere automaticamente ai benefici del welfare: ci vorranno non meno di quattro anni, allungabili fino a sette, per ottenere sussidi di disoccupazione e assegni familiari. Questi ultimi, poi, da uguali per tutti diventano su misura: nel caso che il lavoratore comunitario abbia lasciato i figli nel paese di origine, la sovvenzione sarà legata al costo della vita del paese dove abitano i figli.
Sul suolo britannico i lavoratori ai fini del welfare saranno discriminati tra britannici e no. Questa eccezione che al momento vale per la Gran Bretagna può aprire la stura per altre prossime discriminazioni in altri paesi.
 Gli inglesi si lamentavano per un grande afflusso di migranti (specie dai paesi dell’est europeo) che trovavano conveniente andare a risiedere in Gran Bretagna solo al fine di ottenere l’accesso al welfare britannico.
 Occorre, in questo frangente,  ricordare che in Italia il welfare generalizzato a tutti i disoccupati non esiste;  e che l’Italia, bontà sua,  tratta parimente male disoccupati italiani ed europei. Così male,  al punto che tanti disoccupati italiani lamentano di essere trattati peggio degli extracomunitari.
Nota personale: ho un figlio emigrato a Londra, quando ha avuto qualche difficoltà i soldi glieli ho mandati io (pensionato) dall’Italia;  non abbiamo mai chiesto una sterlina alla Corona Britannica. Francesco Zaffuto

PRIMA DI QUESTO NUOVO ACCORDO LA NORMATIVA
L’assegno di sostegno cui hanno diritto quanti siano privi di contributi e non abbiano risparmi monetari superiori a una somma che spazia (secondo le circostanze individuali) dalle 5.500 alle 16.000 sterline (circa 6.350-18.400 euro). Nel dettaglio, si tratta: 1) di un versamento settimanale che parte da un minimo di 70 euro; 2) dell’esenzione dalle imposte comunali e sul reddito; 3) dell’esenzione del ticket per qualsiasi prestazione sanitaria, medicine incluse; 4) del rimborso del canone di affitto dell’abitazione. 
Il sostegno non ha tempi di scadenza. Un ulteriore vantaggio è indubbiamente rappresentato dal fatto che l’assegno di sostegno non ha termine di scadenza e per di più spetta anche a chi (britannico o cittadino comunitario) sia in cerca del primo lavoro nel Paese. Inoltre, i tempi per la concessione dell’assegno di solito non superano i sette giorni

lunedì 15 febbraio 2016

Robot: lavorare tutti lavorare meno


Ad accendere nuovamente la scintilla del dibattito è Moshe Vardi, esperto di informatica della Rice University di Houston, in Texas. Al convegno della Società americana per l'avanzamento delle scienze in corso a Washington ha tracciato uno scenario quasi apocalittico: entro il 2045 i robot potranno sostituire l'uomo nella maggior parte delle attività lavorative, portando la disoccupazione sopra la soglia del 50%.

''La tecnologia che stiamo sviluppando porterà davvero benefici al genere umano?'', domanda Vardi snocciolando i dati sugli ultimi progressi nel campo dell'intelligenza artificiale. ''La risposta tipica è che se le macchine faranno il nostro lavoro, allora avremo più tempo libero per fare ciò che ci piace, ma non penso che sia una prospettiva allettante. Credo che il lavoro sia essenziale per il benessere dell'uomo''.
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sabato 13 febbraio 2016

Disoccupazione: aspettando Godot


Gli ultimi dati di disoccupazione relativi al Dicembre 2015 hanno mostrato una lieve battuta d’arresto all’11,4% rispetto all’11,3% del novembre 2015. Soottolinea l’Istat che rispetto a dicembre 2014 si registra comunque un calo di 0,9 punti percentuali. Le persone in cerca di occupazione sono 2.898.000, in aumento di 18.000 unità su novembre (+0,6%) e in calo di 254.000 unità su dicembre 2014 (-8,1%). Gli occupati a dicembre calano di 21.000 unità rispetto a novembre 2015 (-0,1%) attestandosi a quota 22.470.000. Rispetto a dicembre 2014 si registrano 109.000 occupati in più (+0,5%). L’Istat segnala che il dato di dicembre risente del calo dei lavoratori indipendenti (-54.000) compensato solo in parte dall’aumento dei dipendenti, in particolare permanenti (+31.000). Il tasso di occupazione (56,4%) rimane invariato rispetto a novembre. L’Istat spiega che a dicembre il tasso di disoccupazione risulta pari all’11,42% arrotondato all’11,4% mentre quello comunicato a novembre all’11,3% è stato rivisto all’11,3501 e quindi arrotondato nelle serie storiche all’11,4%.
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martedì 9 febbraio 2016

Giustizia per Raffaele


Il 31/03/15 mio fratello Raffaele Tirali ha avuto un incidente sul lavoro mentre lavorava al Chesa Chantarella a St. Moritz in Svizzera, mentre spostava un frigorifero è stato schiacciato da quest'ultimo all'interno del montacarichi.
La Procura Svizzera ci ha liquidati dicendo che mio Fratello se l'è cercata e non ci sono colpevoli per la sua morte. Mio fratello stava lavorando, non era al bar a bere una birra...
Il 10 febbraio la causa verrà archiviata come un suicidio... Non permettiamolo. Chiediamo Giustizia e verità... E che il caso non venga chiuso come se mio Fratello si fosse suicidato.

martedì 2 febbraio 2016

Reddito di cittadinanza e la versione Poletti


Dopo due anni di governo Renzi,  che ha sbomballato denaro in tutte le direzioni, e senza un minimo di criterio,  il ministro Poletti pensa che si possa affrontare il problema della povertà. Problema  che doveva essere la priorità iniziale di un governo fin dal primo giorno del suo insediamento.
 In un paese con gli alti livelli di disoccupazione  e con circa 4 milioni di poveri era quella la priorità, e per due anni l’hanno ignorata.  Ora,  visto che: si muovono Comuni e Regioni (almeno a parole: Lombardia, Basilicata, Livorno …) verso l’ipotesi di reddito di cittadinanza, e si avvicinano le elezioni amministrative,  arriva il ministro Poletti con una sua proposta sul reddito di cittadinanza; proposta  che dovrebbe iniziare a concretizzarsi nel 2017.
A parte come possano sopravvivere i senza reddito da qui al 2017; veniamo alla sua proposta: l’ipotesi è di 320 euro al mese a chi non ha redditi, non ha lavoro ed ha figli. In pratica quello che lo stesso Poletti spende in caffè  deve bastare a sostenere una famiglia.
Comunque,  ministro Poletti,  benvenuto tra quelli che queste cose le dicono da diversi anni, e si ricordi che occorre fare in fretta e bene. (f.z.)
Nella foto la ricevuta della raccomandata che questo blog inviò a Poletti sin dal suo insediamento  a questo link il contenuto

L’intervista di Poletti a Repubblica

lunedì 1 febbraio 2016

Svizzera Referendum sul reddito cittadinanza

In Svizzera si voterà  per un referendum che prevede l'approvazione di uno stipendio minimo garantito ad ogni cittadino pari a circa 2.230 euro mensili.  Sempre secondo la proposta, ogni bambino dovrebbe ricevere 130 euro a settimana.
Si andrà alle urne il 5 giugno
 Il piano, proposto da un gruppo di intellettuali, potrebbe rendere il Paese il primo al mondo a pagare un mensile a tutti i suoi abitanti indipendentemente che essi lavorino o no.
Duemila e duecento euro in Svizzera sono la soglia della sopravvivenza, gli stipendi medi sono molto più elevati e di conseguenza tale reddito minimo di cittadinanza non può influire come un incentivo ad abbandonare il lavoro. Una recente inchiesta dell’Istituto Demoscope, che ha intervistato di 1076 cittadini svizzeri, rivela  che solo un terzo  pensano che un reddito di cittadinanza porterebbe portare all’abbandono del lavoro.
 L'iniziativa non è stata accolta con molto entusiasmo tra i politici di destra e sinistra e sarà  osteggiata dalle componenti politiche. La battaglia referendaria  si annuncia difficile, ma è un momento importante per discutere di ciò in tutta l’Europa: in una società sempre più automatizzata e sempre più espulsiva dal mondo del lavoro in qualche modo occorre trovare una nuova forma di welfare.


martedì 26 gennaio 2016

se un lavoratore autonomo si ammala di cancro



Caro Presidente del Consiglio, caro Ministro del Lavoro, 
Mi chiamo Daniela Fregosi, ho 48 anni, sono una maremmana doc e mi occupo dal '92 di formazione aziendale come libera professionista con partita iva. Fin dal momento della diagnosi di cancro al seno (a luglio 2013), intuendo le difficoltà che mi aspettavano, ho cominciato a mettere in atto una serie di strategie di adattamento: ho iniziato a informarmi su quali potessero essere gli “ammortizzatori sociali” a cui avevo diritto consapevole che, anche se tutto andava bene, sarei stata fuori gioco per un bel po’ (come è poi accaduto). 
Ma nessuno sapeva nulla sui miei diritti di lavoratrice autonoma. Mi sforzavo di dire a destra e manca che ero una libera professionista e che questo tumore al seno non aveva su di me lo stesso effetto che poteva avere su una dipendente. Ma niente, nessun consiglio mi arrivava dai medici e dal commercialista. E' iniziato allora per me un viaggio terrificante con i patronati che fanno quello che possono con code interminabili di utenti in cerca di informazioni, call center Inps cui devi spiegare tu l’ultima circolare del maggio 2013 sui lavoratori autonomi e che ti ringraziano pure per l’informazione. Insomma, meno male che sono bella sveglia, che il tumore mi è arrivato alla tetta e non al cervello e che so navigare su internet.
Ma c’è anche la beffa. Mi sono dovuta difendere anche da un mantra ricorrente tuttora “Ma come, non ce l’hai un’assicurazione privata?”. Una cosa così la chiedono solo ai liberi professionisti, tutti convinti che, siccome ce la spassiamo a far quello che ci pare, a non avere padroni, ad evadere di brutto e arricchirci alla faccia degli altri poveri lavoratori, il minimo è che cacciamo i soldi almeno per le assicurazioni private e non rompiamo troppo le scatole all’Inps, anche se abbiamo un tumore. Sì, l’assicurazione malattia ce l’ho ma visto che dal 1997 l’Inps ha reso obbligatori i versamenti e l’aliquota è passata dal 10% all’attuale 27,72%, i soldi doppi per pagare tutto un qualsiasi autonomo non ce l’ha. E’ già grasso che cola se riesce ad avere una piccola assicurazione malattia con premi bassi che non copre quasi nulla (giusto la degenza ospedaliera, non certo mesi e mesi di terapie per un cancro).
Mi sono letta innumerevoli guide e libretti informativi per pazienti oncologici dove venivano descritti i diritti dei lavoratori. Tutte le informazioni riguardano i dipendenti: di noi neppure un cenno. Come se non esistessimo. Come se in Italia non ci fosse il popolo delle P.Iva. Ma un paziente oncologico non è un paziente oncologico e basta? No, esistono malati di cancro di serie A e di serie B.
Noi siamo di serie B e per noi gli articoli 3-32-38-53 della Costituzione sono opzionali. Dato che come lavoratrice autonoma non ho adeguate tutele ho scelto di dedicare tutte le mie risorse a curarmi ed ho iniziato uno sciopero contributivo sospendendo i pagamenti INPS per 1 anno e mezzo. Questa è la mia storia e la mia Campagna VIDEO
CHIEDO a nome mio, di tutti i lavoratori autonomi e di ACTAl’Associazione dei Freelance cui appartengo e che mi sostiene, che venga rispettata la Costituzione Italiana (e la recente risoluzione del Parlamento Europeo) e che sia data anche agli autonomi la possibilità di una malattia dignitosa:
  • Indennità di malattia che copra l'intero periodo di inattività
  • Indennità di malattia a chi abbia versato all’INPS almeno 3 annualità nel corso della sua intera vita lavorativa (e non solo nell'ultimo periodo)
  • ridefinizione delle indennità su valori che siano effettivamente sostitutivi del reddito (80% del reddito per la malattia ospedalizzata e 30% per quella domiciliare), usando come parametro il reddito percepito prima della malattia
  • Indennizzo relativo alla malattia uguale a quello stabilito per la degenza ospedaliera quando ci si deve sottoporre a terapie invasive (chemio, radio etc)
  • Riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo della malattia
  • Possibilità di sospendere tutti i pagamenti (INPS, IRPEF), che saranno poi dilazionati e versati a partire dalla piena ripresa lavorativa (e senza l'applicazione di more perchè non si può tassare una malattia). Nel mio caso, per esempio, quello che non fa lo Stato lo sta facendo Acta con una raccolta fondi che andrà a coprire le spese legali e le more che mi arriveranno per il mancato pagamento dei contributi Inps.
  • Esclusione dagli studi di settore.
Daniela Fregosi in arte Afrodite K come dire.... la voce delle migliaia e migliaia di partite iva ormai decisamente nervose

lunedì 25 gennaio 2016

Amazon o Ammazzon … 80 ore di lavoro alla settimana


Si tratta di supersfruttamento della manodopera ma anche di concorrenza spietata verso altre aziende che non usano questi metodi.  Piccole librerie e piccole reti di distribuzione chiudono e va avanti chi non ha scrupoli. Le tutele ai lavoratori paradossalmente tutelano anche gli imprenditori più scrupolosi e corretti. (f.z.)

Qui l’inchiesta  tradotta in italiano
Qui l’intera inchiesta del New York Times
Qui alcuni stralci
Appena mettono piede nell'azienda, gli viene ordinato di dimenticare tutte le "cattive abitudini" che hanno imparato svolgendo altri lavori. Perché Amazon è un mondo a parte e per riuscire in questo mondo bisogna rimboccarsi le maniche, oltre ogni limite di sopportazione fisica e mentale.
Un inchiesta del New York Times racconta quello che sono costretti a subire i dipendenti ogni giorno
C'è chi giura di aver visto scoppiare in lacrime ogni collega almeno una volta e chi ricorda di aver lavorato per quattro giorni senza dormire. Di solito, poi, chi non regge il ritmo delle 80 ore settimanali viene cacciato via, senza pietà.
 "La velocità è ciò che conta in questo lavoro" , Amazon ha pensato di monitorare anche il "tempo libero" dei suoi dipendenti: perfino i minuti che trascorrono in bagno vengono annotati. 
Tra le parole dei dipendenti:
 “Non ho una casa dove abitare. Ma le mie giornate peggiori sono meglio delle migliori giornate passate a lavorare lì dentro"
 "Ho subito un aborto, è stato uno degli eventi più devastanti della mia vita. Ma mi hanno messa nel programma per migliorare le prestazioni per assicurarsi che la mia attenzione continuasse ad essere focalizzata sul lavoro"
"Ero così presa dall'idea di avere successo. Per quelli che lavoravano lì era come una droga. Una volta non ho dormito per quattro giorni consecutivi e ho continuato a fare il mio dovere"

sabato 23 gennaio 2016

Alta tecnologia e lavoro minorile

Il nuovo rapporto di Amnesty International rivela la terribile situazione dei 40.000 bambini ridotti in schiavitù nelle miniere africane. Per due dollari al giorno cercano cobalto, litio e minerali utili a costruire le batterie dei nostri smartphone.
La Repubblica Democratica del Congo è uno dei paesi più poveri al mondo, ma è ricco di cobalto. I minatori finiscono qui perché non c’è altro lavoro, i bambini non possono permettersi di andare a scuola.
Il cobalto va a finire alla “Congo Dongfang Mining International”, sussidiaria della cinese “Huayou Cobalt”, che fornisce batterie alle grandi aziende tecnologiche tipo Apple, Sony, Samsung e Dell. Sono 16 le aziende implicate: una ha ammesso la connessione, quattro non sapevano dare risposte, cinque hanno negato il legame con la Huayou (ma i documenti le smentiscono), sei hanno promesso che indagheranno sulla questione. Milioni di persone si godono le nuove tecnologie a spese dei bambini africani.
Le multinazionali vietano il lavoro minorile ma poi non controllano le condizioni in cui lavorano i fornitori. Le aziende ricche e innovatrici mettono sul mercato dispositivi incredibilmente sofisticati ma nessuno chiede loro di mostrare la fonte dei componenti.
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mercoledì 20 gennaio 2016

5 milioni di posti di lavoro in più per i Robot e in meno per gli Umani

robot

5 milioni di posti di lavoro in più per i Robot e in meno per gli Umani; i guadagni ovviamente per pochi ricchi.


Il quadro delineato dal rapporto del World Economic Forum che si aprirà oggi a Davos vaticina la perdita di ben 5 milioni di posti di lavoro (in tutto il mondo) per colpa dei robot e delle macchine intelligenti.
Lo studio, intitolato “Future Jobs”, ha preso in considerazione un campione di 13 milioni di persone appartenenti alle 15 maggiori economie del mondo (dalla Cina al Messico, dalla Germania agli Stati Uniti passando per Francia, Regno Unito e Giappone) che rappresentano il 65% della forza-lavoro mondiale. E ha messo in evidenza come robot e macchine intelligenti si candidino, nell’arco dei prossimi 4 anni, a sostituire molti lavoratori. Quali? A rischiare di più sono le risorse impiegate nel settore amministrativo, ma anche quelle che si occupano di energia, telemedicina e servizi finanziari. Non solo: secondo l’indagine, a risentirne di più saranno le donne alle quali vengono solitamente affidati compiti amministrativi e di ufficio. Saranno loro a subire maggiormente gli effetti della “quarta rivoluzione industriale” che promette un solo posto di lavoro guadagnato ogni 5 persi 
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domenica 17 gennaio 2016

Le raccomandazioni nel lavoro e il Papa

Papa Francesco: “Basta raccomandazioni, generano illegalità e corruzione”
Papa Francesco ha recentemente usato parole gravi contro le Raccomandazioni: “Basta raccomandazioni che generano illegalità e corruzione”.
Qui dettagli e parti del discorso

Grazie per questo suo intervento Santità.
 Voglio solo aggiungere, per quelli che da anni ed anni si occupano di sindacato,  che nel settore pubblico la raccomandazione per superare gli altri è un vero e proprio reato; ma nel settore privato invece è addirittura la normale prassi.
 Il privato ha sempre assunto chi gli conviene: una piccola parte li assume secondo le loro capacità per evitare che l'impresa vada in malora; per il resto assume amici di amici per allargare le sue frequentazioni ed affari.
 C'era una volta nel nostro paese l'Ufficio di Collocamento Pubblico dove chi stava iscritto da più tempo e aveva necessità gravi familiari, aveva una qualche preferenza nell'assunzione; negli anni 90 è stato distrutto. Non c'è un politico ad oggi che vuole ridiscutere la questione Collocamento pubblico obbligatorio per una qualche percentuale, ed anche i sindacati evitano l'argomento.
 Noi siamo conciati molto male Santità; in ogni caso grazie per la sua attenzione.

Francesco Zaffuto (tanto tempo fa sindacalista)

sabato 9 gennaio 2016

amore per il lavoro e per chi lavora

In un mondo dove il capitale finanziario si sposta da una parte all’altra del mondo in speculazioni di borsa distruggendo il lavoro al posto di crearlo;  ecco un esempio  di amore per il lavoro e per chi lavora. Un imprenditore legato al suo lavoro e ai suoi operai lascia una parte della sua eredità ai dipendenti con un saluto…

Per i 250 dipendenti della Enoplastic, il regalo di Natale più inatteso è arrivato dall’Aldilà. Piero Macchi, il loro ex datore di lavoro scomparso lo scorso giugno a 87 anni, ha fatto in modo che mesi dopo la sua dipartita fosse recapitato a ognuno degli operai una busta. Dentro c’era una gratifica di qualche migliaio di euro, un grazie recapitato «post mortem» per la dedizione dimostrata sul lavoro. Così aveva messo nero su bianco nel suo testamento, il signor Piero, e così è stato. Dicono che Macchi abbia scritto le ultime volontà e abbia rivolto l’ultimo pensiero agli operai quando si è reso conto che non avrebbe superato una grave malattia che l’aveva colpito un anno fa. 
Coninua i dettagli della notizia  su ….

venerdì 8 gennaio 2016

Gioite ed aspettate ... disoccupazione 11,3%

Disoccupazione novembre 2015 all’11,3% rispetto all’11,5% dell’ottobre 2015.
Renzi felice,
chi sta nell’11,3% non tanto e si tratta di 2.871.000 di non tanto felici.
Riguardo a un possibile reddito di cittadinanza il Governo evita di parlarne: gioite dei progressi ed aspettate ….

MILANO Repubblica  - Il tasso di disoccupazione a novembre 2015 si attesta all'11,3%, toccando i minimi da 3 anni, ovvero dal novembre del 2012. Lo mette nero su bianco l'Istat diffondendo i dati provvisori sul mercato del lavoro da cui emerge che le persone in cerca di occupazione sono 2.871.000 in calo di 48.000 unità su ottobre e di 479.000 unità su novembre 2014. Nel dettaglio, gli occupati sono cresciuti di 36.000 unità su ottobre (+0,2%) e di 206.000 su novembre 2014 (+0,9%) portando complessivamente i lavoratori a quota 22.480.000: un segnale in controtendenza dopo i due cali consecutivi di settembre e ottobre. Numeri che, per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dimostrano che "il Jobs Act funziona"…. Continua su …

giovedì 7 gennaio 2016

I morti dell’Epifania:

Pesaro: muore di freddo su una panchina un clochard -  Era laureato in Filosofia – 42 anni – aveva fatto qualche supplenza – poi una vita da senza tetto
Cinisello Balsamo – clochard  muore dentro una macchina – era la sua abitazione – ci dormiva dentro da cinque anni – anche d’inverno.

Lo Stato italiano ancora vive ignorando ogni ipotesi di reddito di cittadinanza

lunedì 4 gennaio 2016

Da Natale a Capodanno: chiusura fabbrica a tradimento

In pochi giorni è stato portato via tutto: i macchinari, i materiali da lavorazione, le merci già pronte alla consegna. Restano solo i 38 operai della Carpigiana Service, cooperativa metalmeccanica di Carpi, che, rientrati dalle ferie natalizie, si sono scoperti sospesi dal proprio posto di lavoro … continua su
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/04/carpi-cooperativa-fa-svuotare-la-fabbrica-mentre-gli-operai-sono-ferie/2348953/

Per lavorare in FS non basta il Voto di Poletti


Vi ricordate di Poletti che diceva che era meglio laurearsi con 97 e in fretta.
Ma se vedete l’annuncio delle Ferrovie dello Stato leggete
• Laurea magistrale in Scienze Statistiche o Economia con un voto minimo pari a 105/110 

Le ferrovie parlano di assunzioni, non danno idea dei numeri e chiedono invio di curriculi
Chi fosse interessato può controllare sul link delle FS

Con le richieste di requisiti sparano alto, tanto con la massa di disoccupati laureati si possono permettere di fare gli schizzinosi.  Oltre ai requisiti di base, la richiesta di altre capacità misteriche che abbiamo evidenziato in rosso, il tutto per partecipare poi a uno stage.

Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ricerca neolaureati in Scienze Statistiche o Economiche per l’inserimento in ambito Revenue Management.
Le risorse saranno coinvolte, in affiancamento al tutor, nello svolgimento di tutte le attività finalizzate a:
• Garantire l’ottimizzazione di servizi di trasporto attraverso l’uso di un sistema di gestione dinamica dei posti offerti
(revenue management) basato su modelli di previsione della domanda, finalizzato alla flessibilizzazione tariffaria per singolo prodotto/data/mercato e volto alla massimizzazione dell’utilizzo e dei ricavi

Requisiti richiesti:
 
• Laurea magistrale in Scienze Statistiche o Economia con un voto minimo pari a 105/110
 
• Costituirà titolo preferenziale l’esperienza maturata in ambito di
revenue management
• Capacità di analisi dei dati attraverso l’uso di strumenti di business intelligence e di elaborazione tramite Excel e Access
• Capacità di elaborare la reportistica periodica finalizzata ad evidenziare
l’andamento del business 
• Conoscenza della lingua inglese almeno a livello medio superiore (B2 del quadro di riferimento europeo)
• Ottima conoscenza anche degli altri applicativi del pacchetto Office (Word e Power Point) e di Internet

Completano il profilo un forte orientamento al risultato, da raggiungere nei tempi previsti attraverso l’utilizzo di tutte le leve disponibili, buone capacità di
problem solving e “pensiero laterale” in ottica di miglioramento continuo, curiosità verso le innovazioni, capacità di gestione di processi complessi e continue interazioni con soggetti diversi, team working e condivisione best practice, nonché doti di sensibilità nel cogliere tutti gli elementi.
La tua candidatura potrà essere considerata tanto per significativi percorsi di stage (con rimborso spese mensile a pari € 600,00 e ticket restaurant), quanto per eventuali proposte di assunzione.
Sede lavoro: Roma
Se sei in possesso dei requisiti richiesti, seleziona questa offerta e candidati entro il 6 gennaio 2016, allegando alla tua candidatura l’elenco degli esami universitari sostenuti con la relativa votazione.


Qui sotto un po' di link per orientarsi nel linguaggio misterico delle capacità richieste

revenue management


problem solving


“pensiero laterale”

best practice

team working

andamento del business