venerdì 30 gennaio 2015
Dicembre 2014, disoccupazione in calo, ma …
Il tasso di disoccupazione a dicembre
2014 risulta calo, scende al 12,9%, in diminuzione rispetto
al 13,4%
del novembre 2014. Il dato è
positivo ma dà anche il senso di quanta strada c’è fa fare, le immediate
soddisfazioni dei politici sono fuori posto, occorre arrivare al 5% per la
cosiddetta disoccupazione ottimale dei sistemi capitalistici, occorre arrivare
allo 0,0% per una società fondata sulla giustizia sociale
venerdì 23 gennaio 2015
Cala fatturato industriale in Italia in novembre
L’Istat ha
diffuso i dati del fatturato industriale del novembre 2014 e risulta in calo: in
flessione dello 0,6% su ottobre e dell'1,6% su base annua, dove segna il sesto
ribasso consecutivo. La contrazione è dovuta alla cattiva performance del
mercato nazionale, mentre sull'estero le vendite risultano positive. Il fatturato interno scende,
infatti, dell'1,2%, al contrario di quello estero che sale dello 0,6%. Gli
italiani non comprano perché non sono in grado di comprare o hanno ancora una
paura enorme della crisi …
martedì 20 gennaio 2015
Spero che con l'Expo2015 qualcosa si muova
Spero
che con l'Expo2015 qualcosa si muova, ci dice Dario Pericolosi che nel suo blog
ha inserito questo link
Re – Expo è uno
spazio a latere di Expo, si svolgerà nella splendida cornice del parco della
storica Villa Scheibler a Quarto Oggiaro, ed è dedicato alle microditte
che operano nel settore dell’alimentazione e che hanno una particolare cura del
commercio equosolidale e delle culture biologiche
http://www.re-expo.biz/it/posizione/ e c'è ancora spazio per prenotare uno stand http://www.re-expo.biz/it/calendario-prenotazioni/
Spero che
con l'Expo2015 qualcosa si muova, dice Dario Pericolosi, e c’è d’augurarselo
perché Milano è diventata una città difficile per trovare lavoro e in questi
ultimi anni sono più quelli che l’hanno perso rispetto a quelli che l’hanno
trovato.
Anche Dario
Pericolosi, grafico pubblicitario (oltre che un sensibile poeta lombardo), si è
trovato disoccupato a più di 50 anni, non si è arreso ed ha iniziato una
attività artigiana di Self publishing
(aiuta autori a realizzare dei buoni prodotti editoriali e a prezzi contenuti).
Questo blog che ha come centro il lavoro e tutti quelli che non vogliono arrendersi a questa società espulsiva è ben lieto di fare una piccola pubblicità al suo lavoro
La sua micro ditta la
potete visionare su
https://dafrape.wordpress.com/
per contattarlo
https://dafrape.wordpress.com/contatti/
domenica 18 gennaio 2015
il riposo forzato della società espulsiva
Sei milioni e seicentomila persone in Italia
stanno a riposo forzato, non si tratta di pensionati ma di persone in età
lavorativa: la metà di queste persone continua a cercare lavoro e si
considerano disoccupati, l’altra metà non cerca più un lavoro perché ha perso
pure la voglia di cercarlo e vengono chiamati tecnicamente inattivi. Nei casi
migliori si sopravvive con lavoretti in nero, con i risparmi e con le entrate
dei vecchi genitori delle famiglie di appartenenza; nei casi peggiori si dorme nei cartoni …. al link gli ultimi dati
sabato 17 gennaio 2015
Auto e assunzioni, qualche spiraglio
Si parla di 1.000 nuove assunzioni nello stabilimento di Melfi, almeno questo si
desume dalle dichiarazioni di Marchionne.
Al Salone dell’Auto di
Detroit il gruppo FCA (ex Fiat) ha annunciato l’inserimento di altri mille
addetti nello stabilimento lucano entro tre mesi…
Anche il sindacato antagonista FIOM plaude alla scelta di
investimento, in questo link le dichiarazioni di Landini ….
Il vero miracolo lo fa la debole ripresa del mercato
dell’auto in Europa che torna
positivo dopo sei anni. Nel 2014 le consegne nei 28 Paesi Ue più Efta, secondo
i dati dell'Acea, sono state 13.006.451, il 5,4% in più rispetto al 2013.
Non è cambiato niente e si vuole ripartire come prima, si
procede con lo stesso tipo di macchine, dunque petrolio, traffico, inquinamento
e via, si ricomincia. E’ probabile che
la stessa diminuzione del prezzo del petrolio possa contribuire a questa debole
ripresa. Niente male per le nuove assunzioni, un
sollievo per un po’ di lavoratori che aspettano, ma il metodo pare lo stesso;
non c’è un’auto elettrica nell’immediato futuro , non c’è una linea di nuovi
prodotti che possa determinare una svolta produttiva epocale.
Immagine: Fiat di Melfi da internet
lunedì 12 gennaio 2015
PARTITE IVA marginali, un salvagente che affonda
Se non si
trova un lavoro dipendente, costruire una microimpresa è un tentativo, una
specie di salvagente per tentare di non affondare. La nascita di microimprese
può creare lavoro, vanno aiutate e non strozzate sul nascere con la burocrazia
e con un eccesso di tassazione. Il Governo
nel varare la legge di stabilità non ha mostrato la necessaria sensibilità
verso il salvagente delle partite IVA:
Link
Sulla “distrazione”
del Governo
La posizione
del Movimento 5 Stelle
una
intervista di Radio Orange (radio del Nuovo Partito d’Azione sullo Scandalo
delle Partite IVA)
sabato 10 gennaio 2015
Disoccupazione: peggio di così!!!!
A Novembre 2014 il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto quota 13,4%,
in aumento di 0,2 punti percentuali (rispetto al 13,2% di ottobre) e di 0,9
punti nei dodici mesi. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 457 mila.
martedì 6 gennaio 2015
La Germania e la disoccupazione ottimale
La Germania ha chiuso il
2014 facendo registrare un tasso di disoccupazione al 4,7%, contro il 4,9%
dell’anno precedente il più basso tra gli stati dell’Unione Europea.
Nei paesi ad economia
liberista si considera il 5% di disoccupazione come accettabile, come un olio
necessario allo stesso sistema, quindi il dato della Germania appare ottimale. Si
può aggiungere anche un ulteriore argomentazione positiva per la Germania:
oltre ad avere un basso tasso di disoccupazione ha anche un discreto sistema di
welfare a tutela dei disoccupati
“Il sistema in
vigore in Germania: il diritto al reddito minimo garantito viene riconosciuto
ai cittadini tedeschi, ai residenti provenienti da Paesi dell'Unione europea
che hanno sottoscritto il Social Security agreement e ai rifugiati politici. Lo
Stato si premura tuttavia di condurre una volta ogni sei mesi degli
accertamenti sui requisiti di chi beneficia del sussidio, che – in caso di abilità
lavorativa – deve (obbligatoriamente) accettare offerte di lavoro congrue alle
sue capacità e deve seguire programmi di reinserimento. Il sussidio aumenta
però a seconda del numero dei figli e in base alla loro età.”
Se proprio si
vogliono fare confronti, in Italia abbiamo gli ultimi dati di disoccupazione
che parlano del 13,2% e riguardo a un reddito minimo garantito siamo ancora
lontani da una possibile introduzione. Ma anche gli stessi dati di
disoccupazione in Italia sono poco attendibili, perché si campa spesso di lavoro in nero e di carità
disordinate. Necessita una legge che faccia emergere i dati reali di disoccupazione e che provveda all’istituzione
di un reddito minimo per chi ha dichiarato una propria disponibilità a lavoro.
Questo blog si è fatto promotore di una
proposta , esiste una proposta del movimento 5 stelle che presto approderà
in Parlamento, anche le misure del Jobs act del Governo dovrebbero comprendere
qualche misura capace di mettere ordine su questo problema. Al momento si
attende ancora, e molti giovani italiani sono già a Londra o a Berlino.
06/01/15 francesco
zaffuto
lunedì 5 gennaio 2015
La Befana esiste, specie per i Vigili
Arrivano prove
scientifiche dell’esistenza della Befana.
Mentre Babbo
Natale viene in qualche modo messo in moto da una letterina con la lista dei
doni desiderati, la Befana ha una sua autonomia
di giudizio, non legge letterine, porta doni a chi se li merita e carbone a chi
non ha fatto il proprio dovere. Certo l’industria dolciaria ha inventato anche
il carbone dolce, ma è sempre simbolicamente Carbone: siete stati cattivi.
Una tradizione
della Befana era quella di portare doni ai Vigili Urbani, da dove venisse
quella tradizione è difficile dirlo, ma in Italia è cominciata a diffondersi
alla grande negli anni 50.
La promessa di
un regalo ai Vigili urbani la fanno il Presidente del consiglio Renzi e il Ministro
della funzione pubblica Madia, il regalo potrà allargarsi a tutto il pubblico
impiego (anche i non colpevoli saranno dichiarati colpevoli). Quale regalo? E’
molto probabile che venga messa in discussione la retribuzione per i primi giorni di
malattia. Già in passato ci sono state proposte di eliminare il pagamento per
il primo giorno di malattia o per i primi tre giorni, è molto probabile che l’ultimo
comportamento dei Vigili di Roma possa mettere in campo questa misura.
05/01/15 francesco zaffuto
Vigili: reazioni
Renzi e Madia
Vigili: reazioni
Grillo
immagini – foto ombra
della Befana + foto d’epoca dalla Befana
dei Vigili negli anni 50 http://www.vastospa.it/html/tradizione/trad_befana_a_vasto.htm
Link collegato
per argomento
domenica 4 gennaio 2015
quando si multa la povertà
dalla pagina facebook di "Mai più disoccupati" ecco una notizia, un solerte vigile multa la povertà e la disperazione,
100 euro perché dormi per terra
100 euro perché dormi per terra
mercoledì 31 dicembre 2014
Chi sono gli statali fannulloni da licenziare
Se penso che aspettavo un libro che mi aveva
spedito un amico e che da 20 giorni non arriva, e forse non arriverà mai, mi viene voglia di dare retta a Renzi quando
parla di licenziamento degli “statali fannulloni”.
Ma i postini
sono statali? Un quesito mica da poco. Da
quando l’ente Posta è diventato una SPA, gli stessi postini non lo sanno. Allego
qua il link di un dibattito in rete:
Ora un postino
che non sa neanche lui chi è può portare la posta a giusta destinazione?
Un postino con tale crisi d’identità conosce
l’articolo 15 della Costituzione che parla dell’obbligo della custodia della
posta e della tutela della sua segretezza?
Un tempo il postino era considerato “Ufficiale
postale”, oggi molto spesso è un precario; una funzione costituzionale è stata ridotta a
ben poca cosa.
Nel gennaio 2009 scrissi una lettera al
Presidente della Repubblica sul mal funzionamento della posta nella mia
regione, e forse la Presidenza o la sua segreteria intervenne, perché mi arrivò
successivamente una lettera di scuse di un dirigente dell’ufficio postale
regionale che dava la colpa alla neve. Questo
il link sulla diatriba
Ma nulla cambiò,
e ora di fronte a nuovi disservizi non oso fare più reclami; anche perché dopo la Presidenza della
Repubblica mi rimane il Padre Eterno che ha cose ben diverse da fare.
Quando si parla
di Statali fannulloni da licenziare allora è necessaria qualche precisazione:
prima di tutto
chi sono gli Statali che fanno parte del pubblico impiego e chi sono quelli che
non sono né carne né pesce;
poi come si
spiega che non sono state applicate misure disciplinari esistenti dal 1957 (DPR.
10 gennaio n.3). L’art. 78 di tale legge
dice: Sanzioni. L'impiegato che viola i suoi doveri è soggetto alle seguenti
sanzioni disciplinari:
1) la censura;
2) la riduzione
dello stipendio;
3) la
sospensione dalla qualifica;
4) la
destituzione
Il licenziamento
per gli statali, Presidente Renzi, esiste dal 1957 e si chiama destituzione.
I dipendenti
pubblici debbono fare bene il proprio lavoro; per affrontare i disservizi non è
tanto la minaccia del licenziamento (già esistente) che risolve i problemi, ma l’applicazione immediata delle sanzioni
minori.
Allora diciamola
bene: molti dirigenti per quieto vivere
preferiscono le disfunzioni del servizio rispetto alle grane con i dipendenti e
i politici sono ben tolleranti con i
dirigenti inadeguati. Gli anatemi che i
politici, ogni tanto, hanno sollevato
contro gli statali sono state forme di propaganda elettorale. Dare la colpa ai
sindacati per eccesso di tutela è un po’ come dare la colpa agli avvocati per
il loro ruolo di difensori. L’equazione è quasi matematica: a politici
corrotti stanno dirigenti inadeguati, a dirigenti inadeguati stanno dipendenti
pubblici distratti.
Non è con le eliminazione delle tutele che si
raggiungono i risultati ma facendo ogni giorno tutti bene il proprio lavoro.
31/12/14
francesco zaffuto
domenica 28 dicembre 2014
Gli statali e la strana uguaglianza nei licenziamenti
Avanza il
Jobs Act in modo alquanto strano: l’argomento
chiave che doveva essere quello di assumere si è trasformato nell’argomento
chiave di licenziare. I nuovi assunti del settore privato (se ci saranno) avranno meno garanzie di conservazione del
posto e le imprese, adducendo
motivazioni economiche, potranno
licenziare senza tante preoccupazioni di
ricorsi al Giudice. Si comincia a
prospettare l’ipotesi di allargare le nuove regole sul licenziamento anche ai
lavoratori statali (ipotesi fino ad ora solo prospettata perché il Governo dice che deve
essere il Parlamento a decidere in merito).
Ci sono degli strani amanti dell’uguaglianza che
vorrebbero portare tutti i lavoratori allo stesso stato di degradazione e che
sostengono che gli statali sono dei privilegiati ed è giusto sarebbe sottoporli
alla pratica del licenziamento. Ma il datore di lavoro Stato non è la stessa
cosa di un’impresa: l’impresa ha un suo
limite territoriale e può avere anche un limite temporale, l’impresa può avere difficoltà
economiche che possono portarla alla chiusura; lo Stato con i suoi enti di
decentramento è pur sempre un ente
unico, non ha un limite temporale, è un
ente che dura nel tempo, non ha un limite spaziale, il suo spazio coincide con
il territorio della nazione, non può chiudere, perché se lo Stato fallisce e chiude vuol dire
che siamo alle porte di un capovolgimento catastrofico di immane portata.
Allora finiamola di cianciare sull’ipotesi di licenziamento degli statali; i
lavoratori in sovrannumero in un settore possono essere trasferiti sul piano
territoriale o per modifica di mansioni, il problema di licenziamento non
esiste, al massimo possono esistere le dimissioni dello statale che non accetta
il trasferimento. Parlare di licenziamento degli statali è solo un esercizio di
cattiveria ammantato di uguaglianza.
28/12/14
francesco zaffuto
Qualche notizia collegata
Immagine – vaso greco – Procuste
giustiziato da Teseo. Procuste, per un
suo strano senso dell’uguaglianza, sottoponeva malcapitati passanti a particolari
sevizie, li metteva su un letto e se troppo bassi li stirava a forza, se troppo
lunghi gli amputava i piedi che sporgevano dal letto. http://it.wikipedia.org/wiki/Procuste
venerdì 19 dicembre 2014
UN COMUNE SENZA DISOCCUPATI, SI PUO’ FARE
Si chiama
Marinaleda, è un comune spagnolo di 2.645 abitanti situato nella comunità
autonoma dell'Andalusia. Questo piccolo comune, ispirandosi agli ideali del socialismo
storico, ha costruito nell'arco di 30 anni un sistema economico e sociale che
garantisce la sussistenza dell'intera comunità. Grazie alla cooperativa Humar,
il 70% della popolazione residente ha un reddito sufficiente prodotto dal
lavoro nei campi e dall'industria della trasformazione. Il resto della
popolazione lavora in piccoli esercizi commerciali e ovviamente qualche impiego
pubblico in scuole e uffici. Disoccupazione 00,00%
A questo link
il servizio
martedì 16 dicembre 2014
Una mano a Patrizia
L'art. 18 si
avvia ad essere modificato, ma già il licenziamento per motivazioni economiche
e senza giustificazioni fa le sue vittime, figuriamoci quando non si potrà
ricorrere al giudice. DIAMO UNA MANO A PATRIZIA
QUI IL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE
Il mio nome è Patrizia e sono stata licenziata da LyondellBasell, una
società chimica americana che produce polipropilene e opera all'interno del
petrolchimico dell'area industriale di Brindisi.
Il licenziamento
sarebbe avvenuto per ragioni legate al riassetto economico dell'azienda, o almeno
questa è la spiegazione ufficiale. Su questi licenziamenti non si discute di
possibilità di reintegro, è la strategia per opporsi alle impugnazioni davanti
ai magistrati del lavoro. Tuttavia io ritengo di esser stata
licenziata perchè affetta da cancro. Sono diventata insomma
il simbolo di una logica che non è solo quella della prevalenza delle ragioni
del profitto sulla vita delle persone, ma è anche il simbolo della logica
dell'eccedenza e della rottamazione.
L’agonia è durata
oltre due anni, senza parole ma solo ombre apparse improvvisamente nella stanza
22, il 17 novembre 2014 alle 15, ombre armate di un foglio.
Erano in due, uno dei
due leggeva velocemente, le parole mi sfuggivano, chiedevo spiegazioni ma
quella voce continuava a farsi sentire finendo tutto di un fiato la lettura del
testo per concludere: “tutto è irrevocabile e non ci sono margini di
conciliazione”.
Pochi istanti per
capire di essere soli e di aver perso tutto.
Il rullino della vita
si riavvolgeva su se stesso, si sgretolava anche quel tetto costruito con tanti
sacrifici, con i risparmi di tutta una vita e con tanti impegni futuri.
In ottobre 2014,
l’impianto di Brindisi festeggiava il record di produzione. Posso solo dire
“uno su mille non ce la fa” sono infatti oltre mille i dipendenti della società
in Italia.
E quindi a 52 anni, dopo 25 anni di servizio, vengo licenziata in tronco,
perchè non rientro più "nei piani economici ed organizzativi
dell'azienda". Un licenziamento senza avviso di apertura, nonostante io
per il mio lavoro abbia dato l’anima e negli anni scorsi lo abbia fatto
nonostante una malattia che non può dirsi risolta definitivamente.
In questi giorni aspetto la lettera definitiva di licenziamento, ma chiedo
a tutti voi di firmare per chiedere a Basell di gettarla nel cestino quella
lettera e darmi un’altra possibilità.
Ringrazio con forte
emozione tutti coloro che hanno manifestato in mio favore solidarietà e
affetto; tutti quelli che mi hanno circondato con innumerevoli testimonianze di
sincero affetto e calore umano e quanti sono stati presenti in un momento della
vita in cui ci si chiedono tanti perchè senza trovare una risposta.
Ho bisogno di ritornare al lavoro, anche
perché è statisticamente provato che svolgere la normale attività lavorativa
riduce significativamente le probabilità di recidiva della malattia oncologica.
QUI IL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE
lunedì 15 dicembre 2014
Il dopo sciopero
Il 12 dicembre, c’è stata un’adesione allo sciopero generale superiore al 60% in tutti i settori,
milioni di lavoratori hanno sacrificato un giorno di paga con la speranza di
essere ascoltati; un milione e mezzo, oltre a scioperare, sono scesi in piazza
in 54 manifestazioni disseminate per il paese.
essere ascoltati; un milione e mezzo, oltre a scioperare, sono scesi in piazza
in 54 manifestazioni disseminate per il paese.
Dopo uno sciopero c’è un dopo sciopero: ci si aspettano delle reazioni, delle aperture di dialogo o almeno un atteggiamento di ascolto. Da quel poco che hanno riportato i giornali
ecco come ha reagito il presidente Renzi: "massimo rispetto" per
chi sciopera, ma "non sono tipo da farmi impressionare. C'è un Paese da
cambiare e lo cambieremo. Non ci facciamo impressionare: a testa alta
andiamo avanti nell'unica direzione possibile per salvare l'Italia". E
"da domani si torna a lavorare sempre fianco a fianco con i sindacati per
le crisi aziendali, ma quanto alla valutazione sulle leggi, le leggi si fanno
in Parlamento: non siamo un governo che cambia opinione perché c'è una
piazza".
ecco come ha reagito il presidente Renzi: "massimo rispetto" per
chi sciopera, ma "non sono tipo da farmi impressionare. C'è un Paese da
cambiare e lo cambieremo. Non ci facciamo impressionare: a testa alta
andiamo avanti nell'unica direzione possibile per salvare l'Italia". E
"da domani si torna a lavorare sempre fianco a fianco con i sindacati per
le crisi aziendali, ma quanto alla valutazione sulle leggi, le leggi si fanno
in Parlamento: non siamo un governo che cambia opinione perché c'è una
piazza".
Un po’ come dire “io so io e voi ….
Con questo tipo di reazioni, cosa ci si può aspettare dai lavoratori che hanno scioperato?
giovedì 11 dicembre 2014
Lo sciopero è sciopero
12
dicembre Sciopero generale
Il Presidente Renzi smorza i toni: "C'è profondo rispetto per i sindacati, non la pensiamo
come loro, cambieremo paese anche per loro ma garantiamo la massima
collaborazione istituzionale e mi auguro che si risolvano in poche ore le
polemiche tra Lupi e Camusso".
Lupi, che aveva
precettato i ferrovieri, ritira la precettazione. Da parte del sindacato viene decisa
una rimodulazione dello stop da 8 a 7 ore (dalle ore 9 alle 16).
Toni smorzati o no, lo sciopero è sciopero, costa mediamente circa 60 euro ai lavoratori e non è poca cosa per chi deve far
quadrare i conti con la paga di un mese.
Si tratta di uno sciopero contro la politica del Governo sul
lavoro.
I lavoratori dei buoni o cattivi rapporti tra Renzi e Camusso se ne fanno un baffo: ci
vuole un welfare che protegga dalla crisi, ci vuole garanzia per i
licenziamenti arbitrari, ci vuole lavoro.
domenica 7 dicembre 2014
Più lavoro se siamo meno cattivi con gli animali
Più
lavoro se siamo meno cattivi con gli animali, se passiamo ad un allevamento
rispettoso degli animali. Circa 175 milioni di conigli sono macellati ogni anno, il 99% di questi animali viene allevato in gabbie di batteria; non solo
saranno uccisi per diventare alimento per gli uomini, ma per tutto il
tempo della loro vita non potranno vivere
la loro vita. Animali che in natura corrono e saltano costretti a vivere
prigionieri in uno spazio microscopico. Non mancano certo appezzamenti di terra
per fare un allevamento meno cattivo e rispettoso per la vita, non mancano
lavoratori visto che c’è tanta disoccupazione. Certo la carne di coniglio potrà
costare di più e ne mangeremo di meno, ma ne avrà un beneficio anche la nostra
salute perché la poca che mangeremo sarà sicuramente più buona. Qualche regola
pubblica e una certificazione obbligatoria per gli allevamenti può creare
lavoro e rispetto per gli altri esseri viventi.
07/12/14 francesco zaffuto
Qui il link per aderire alla campagna per un
allevamento rispettoso degli animali
venerdì 5 dicembre 2014
Reddito di cittadinanza, una questione centrale
Arriverà in Parlamento in gennaio il disegno di legge sul reddito di
cittadinanza del Movimento 5 stelle. Si tratta di una questione centrale per
sconfiggere la povertà e per porre rimedio a una società espulsiva. E' importante che si sviluppi dibattito e interesse su questa questione,
altrimenti l’argomento verrà archiviato …
Qui il testo integrale
giovedì 4 dicembre 2014
AST TERNI – fatto l’accordo
Non
ci saranno licenziamenti, ci saranno solo 290 uscire di lavoratori anticipare
volontariamente dietro compenso monetario.
E’ un
buon accordo per i lavoratori della AST TERNI, ma in qualche modo riduce
complessivamente gli occupati.
mercoledì 3 dicembre 2014
Eredi nel lavoro
Su
huffintonpost una notizia esemplare
Vicenza, lascia l'azienda in eredità ai 25 operai. Il funerale in fabbrica di Leonardo Martini, patron della Dioma
Non aveva figli, i parenti più prossimi
e più bisognosi erano gli operai. L’augurio ora è quello che questi eredi
possano continuare collettivamente nella strada tracciata da Leonardo Martini
martedì 2 dicembre 2014
ILVA pubblica, sì ma non lo stesso film
Questa
la dichiarazione del Presidente Renzi tratta da huffingtonpost
"Rimettere in sesto quell'azienda per due o tre anni, difendere
l'occupazione, tutelare l'ambiente e poi rilanciarla sul mercato. Ci sono tre
ipotesi. L'acquisizione da parte di gruppi esteri, da parte di italiani e poi
l'intervento pubblico. Non tutto ciò che pubblico va escluso. Io sono perché
l'acciaio sia gestito da privati. Ma se devo far saltare Taranto, preferisco
intervenire direttamente per qualche anno e poi rimetterlo sul mercato".
Questo blog ha auspicato per l’ILVA la
nazionalizzazione e non può che salutare
positivamente le frasi di Renzi. Non si
può però rifare l’esperimento Italsider.
Va bene l’ILVA gestita da un soggetto
pubblico, che deve risanare l’ambiente, produrre con criteri umani che non danneggiano la salute e sopportabili
per l’ambiente; arrivare a produrre
economicamente in pareggio e senza oneri per lo Stato e restare pubblica. Non
si può ripetere lo stesso film, ha avuto un pessimo finale, quello di risanare
per regalare a privati.
lunedì 1 dicembre 2014
Svizzeri e migranti, tra il sì e il no
In
questo ultimo referendum di fine novembre 2014
gli svizzeri hanno respinto con 73% dei votanti l’ipotesi di mettere un tetto
super rigido all’immigrazione. Il referendum promosso dagli estremisti ambientalisti di Ecopop proponeva non più dello
0,2 per cento di nuovi immigrati all'anno. In un referendum sullo stesso
tema del febbraio 2014 gli svizzeri si
erano espressi per mettere un limite agli immigrati. Apparentemente può
sembrare una contraddizione ma rivela che gli svizzeri non hanno problemi
razziali nei confronti degli immigrati e che sono disposti ad accettarli purché
non stravolgano quel benessere e quel tenore di vita a cui sono abituati. Una
immigrazione sì ma in qualche modo ben integrabile nel sistema.
Come
potrebbero rispondere a referendum di questo tipo gli italiani? E’ molto probabile
che risponderebbero come gli svizzeri. L’aspetto diverso è che in Italia non ci
sta il benessere diffuso che c’è in Svizzera e che la questione migrazione deve
fare i conti con l’appartenenza all’Europa comunitaria. Paradossalmente le contraddizioni
in Italia sulla questione migranti sono diventate più complesse di quelle
svizzere e su queste contraddizioni i
politici preferiscono cavalcare consensi al posto di indicare soluzioni
possibili.
Immagine -
foto del lago di Lugano
sabato 29 novembre 2014
L’EUROPEO CAMERUN
L’europeo Camerun, che da poco si è rincuorato dalla possibile
scissione della Scozia, dice che gli
immigrati in Gran Bretagna sono troppi; e quando dice questo ci mette dentro
anche gli immigrati europei e i circa 550 mila giovani italiani che hanno
scelto il suo paese per migliorare il loro destino. Camerun
pensa all’introduzione di misure che permettano di non
garantire il welfare ai
cittadini di altri paesi europei per i primi 4 anni di residenza e di rimpatriare chi
è disoccupato da oltre sei mesi.
Dimentica l’europeo Camerun che tanti immigrati, europei e non, hanno scelto il suo paese “obtorto collo” per
imparare l’inglese, e che tanti portano
anche quattrini al suo paese. Essere
europei quando conviene e non esserlo quando non conviene è lo sport più
praticato dai politici europei (italiani compresi).
Riguardo al welfare, come
italiani, non abbiamo niente da insegnare a Camerun, visto che ancora non lo
abbiamo ipotizzato neanche per gli italiani; il nostro presidente Renzi ci sta
provando, ma intanto l’unica cosa sicura e che si chiamerà con due parole
inglesi Jobs Act.
Riguardo al trovare lavoro
c’è da dire che né Camerun e né Renzi
ipotizzano un collocamento ordinato con qualche regola data alle aziende.
Qualche regola sul
collocamento darebbe ai cittadini del proprio paese qualche garanzia nel
trovare lavoro e farebbe diminuire quella tensione che si sta cominciando a
creare tra lavoratori immigrati e disoccupati del paese ospitante.
29/11/2014 francesco zaffuto
Immagine – il gallo di Trafalgar Square
venerdì 28 novembre 2014
ad ottobre 3 milioni e 400 mila disoccupati
ritorna
a salire la disoccupazione al 13,2% in ottobre, tre milioni e 400 mila disoccupati +
90.000 in un solo mese. Lo comunica l'Istat nelle stime. Si tratta del massimo
storico, il valore più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004,
sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (ben 37 anni fa). Il tasso di
disoccupazione sorpassa così la soglia del 13%, a settembre infatti si era
fermato al 12,9% (dato rivisto dall'Istat, rispetto al 12,6 precedentemente
comunicato).
Altri dati su
immagine –
Malevic il quadrato nero
PRECARI E SENTENZA UE, QUALCHE PRESISAZIONE IN Più
La Sentenza
UE è sicuramente una vittoria della lotta portata avanti in tanti
anni dai precari della scuola , ma
se ci si vuole rivolgere a un Tribunale
italiano per l’esecutività della sentenza
è necessario vedere a quale casistica di precariato si appartiene. La sentenza non chiude con il problema
precariato nella scuola italiana, dice al Governo italiano che se ci sono i posti disponibili non può
ricorrere ad assunzioni a tempo determinato. Quindi è necessario vedere con
attenzione quale è il campo di applicazione, non dimenticare che una cosa è l’organico
di diritto, un’alta cosa è l’organico di
fatto, ed un’altra cosa ancora è la supplenza per momentanea assenza del
docente in carica. Qui il link di un articolo di precisazioni + il link del
testo integrale della sentenza + il link del comunicato della Corte UE.
TESTO
COMPLETO DELLA SENTENZA
COMPLETO DELLA SENTENZA
COMUNICATO
DELLA SENTENZA
DELLA SENTENZA
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