venerdì 30 gennaio 2015

Dicembre 2014, disoccupazione in calo, ma …

Il tasso di disoccupazione a dicembre 2014 risulta calo, scende al 12,9%, in diminuzione rispetto al 13,4% del novembre 2014.  Il dato è positivo ma dà anche il senso di quanta strada c’è fa fare, le immediate soddisfazioni dei politici sono fuori posto, occorre arrivare al 5% per la cosiddetta disoccupazione ottimale dei sistemi capitalistici, occorre arrivare allo 0,0% per una società fondata sulla giustizia sociale

venerdì 23 gennaio 2015

Cala fatturato industriale in Italia in novembre

L’Istat ha diffuso i dati del fatturato industriale del novembre 2014 e risulta in calo:  in flessione dello 0,6% su ottobre e dell'1,6% su base annua, dove segna il sesto ribasso consecutivo. La contrazione è dovuta alla cattiva performance del mercato nazionale, mentre sull'estero le vendite risultano positive. Il fatturato interno scende, infatti, dell'1,2%, al contrario di quello estero che sale dello 0,6%. Gli italiani non comprano perché non sono in grado di comprare o hanno ancora una paura enorme della crisi …

martedì 20 gennaio 2015

Spero che con l'Expo2015 qualcosa si muova

 Spero che con l'Expo2015 qualcosa si muova, ci dice Dario Pericolosi che nel suo blog ha inserito questo link

Re – Expo è uno spazio a latere di Expo, si svolgerà nella splendida cornice del parco della storica Villa Scheibler  a Quarto Oggiaro, ed è dedicato alle microditte che operano nel settore dell’alimentazione e che hanno una particolare cura del commercio equosolidale e delle culture biologiche


Spero che con l'Expo2015 qualcosa si muova, dice Dario Pericolosi, e c’è d’augurarselo perché Milano è diventata una città difficile per trovare lavoro e in questi ultimi anni sono più quelli che l’hanno perso rispetto a quelli che l’hanno trovato.

Anche Dario Pericolosi, grafico pubblicitario (oltre che un sensibile poeta lombardo), si è trovato disoccupato a più di 50 anni, non si è arreso ed ha iniziato una attività artigiana di  Self publishing (aiuta autori a realizzare dei buoni prodotti editoriali e a prezzi contenuti).

Questo blog che ha come centro il lavoro e tutti quelli che non vogliono arrendersi a questa società espulsiva è ben lieto di fare una piccola pubblicità al suo lavoro

 La sua micro ditta la potete visionare su

https://dafrape.wordpress.com/

per contattarlo

https://dafrape.wordpress.com/contatti/

domenica 18 gennaio 2015

il riposo forzato della società espulsiva

Sei milioni e seicentomila persone in Italia stanno a riposo forzato, non si tratta di pensionati ma di persone in età lavorativa: la metà di queste persone continua a cercare lavoro e si considerano disoccupati, l’altra metà non cerca più un lavoro perché ha perso pure la voglia di cercarlo e vengono chiamati tecnicamente inattivi. Nei casi migliori si sopravvive con lavoretti in nero, con i risparmi e con le entrate dei vecchi genitori delle famiglie di appartenenza;  nei casi peggiori si dorme nei cartoni …. al link gli ultimi dati

sabato 17 gennaio 2015

Auto e assunzioni, qualche spiraglio

Si parla di 1.000 nuove assunzioni  nello stabilimento di Melfi, almeno questo si desume dalle dichiarazioni di Marchionne.  Al Salone dell’Auto di Detroit  il gruppo FCA (ex Fiat)  ha annunciato l’inserimento di altri mille addetti nello stabilimento lucano entro tre mesi…
Anche il sindacato antagonista FIOM plaude alla scelta di investimento, in questo link le dichiarazioni di Landini ….
Il vero miracolo lo fa la debole ripresa del mercato dell’auto in Europa che torna positivo dopo sei anni. Nel 2014 le consegne nei 28 Paesi Ue più Efta, secondo i dati dell'Acea, sono state 13.006.451, il 5,4% in più rispetto al 2013.
Non è cambiato niente e si vuole ripartire come prima, si procede con lo stesso tipo di macchine, dunque petrolio, traffico, inquinamento e via,  si ricomincia. E’ probabile che la stessa diminuzione del prezzo del petrolio possa contribuire a questa debole ripresa.   Niente male per le nuove assunzioni, un sollievo per un po’ di lavoratori che aspettano, ma il metodo pare lo stesso; non c’è un’auto elettrica nell’immediato futuro , non c’è una linea di nuovi prodotti che possa determinare una svolta produttiva epocale.

Immagine: Fiat di Melfi da internet 

lunedì 12 gennaio 2015

PARTITE IVA marginali, un salvagente che affonda

Se non si trova un lavoro dipendente, costruire una microimpresa è un tentativo, una specie di salvagente per tentare di non affondare. La nascita di microimprese può creare lavoro, vanno aiutate e non strozzate sul nascere con la burocrazia e con un eccesso di tassazione.  Il Governo nel varare la legge di stabilità non ha mostrato la necessaria sensibilità verso il salvagente delle partite IVA:
Link
Sulla “distrazione” del Governo
La posizione del Movimento 5 Stelle
una intervista di Radio Orange (radio del Nuovo Partito d’Azione sullo Scandalo delle Partite IVA)

sabato 10 gennaio 2015

Disoccupazione: peggio di così!!!!

A Novembre 2014 il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto quota 13,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali (rispetto al 13,2% di ottobre) e di 0,9 punti nei dodici mesi. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 457 mila.

martedì 6 gennaio 2015

La Germania e la disoccupazione ottimale

La Germania ha chiuso il 2014 facendo registrare un tasso di disoccupazione al 4,7%, contro il 4,9% dell’anno precedente il più basso tra gli stati dell’Unione Europea.
Nei paesi ad economia liberista si considera il 5% di disoccupazione come accettabile, come un olio necessario allo stesso sistema, quindi il dato della Germania appare ottimale. Si può aggiungere anche un ulteriore argomentazione positiva per la Germania: oltre ad avere un basso tasso di disoccupazione ha anche un discreto sistema di welfare a tutela dei disoccupati
“Il sistema in vigore in Germania: il diritto al reddito minimo garantito viene riconosciuto ai cittadini tedeschi, ai residenti provenienti da Paesi dell'Unione europea che hanno sottoscritto il Social Security agreement e ai rifugiati politici. Lo Stato si premura tuttavia di condurre una volta ogni sei mesi degli accertamenti sui requisiti di chi beneficia del sussidio, che – in caso di abilità lavorativa – deve (obbligatoriamente) accettare offerte di lavoro congrue alle sue capacità e deve seguire programmi di reinserimento. Il sussidio aumenta però a seconda del numero dei figli e in base alla loro età.
Se proprio si vogliono fare confronti, in Italia abbiamo gli ultimi dati di disoccupazione che parlano del 13,2% e riguardo a un reddito minimo garantito siamo ancora lontani da una possibile introduzione. Ma anche gli stessi dati di disoccupazione in Italia sono poco attendibili, perché  si campa spesso di lavoro in nero e di carità disordinate. Necessita una legge che faccia emergere i dati reali  di disoccupazione e che provveda all’istituzione di un reddito minimo per chi ha dichiarato una propria disponibilità a lavoro.  
 Questo blog si è fatto promotore di una proposta , esiste una proposta del movimento 5 stelle che presto approderà in Parlamento, anche le misure del Jobs act del Governo dovrebbero comprendere qualche misura capace di mettere ordine su questo problema. Al momento si attende ancora, e molti giovani italiani sono già a Londra o a Berlino.

06/01/15 francesco zaffuto

lunedì 5 gennaio 2015

La Befana esiste, specie per i Vigili

Arrivano prove scientifiche dell’esistenza della Befana.
Mentre Babbo Natale viene in qualche modo messo in moto da una letterina con la lista dei doni desiderati,  la Befana ha una sua autonomia di giudizio, non legge letterine, porta doni a chi se li merita e carbone a chi non ha fatto il proprio dovere. Certo l’industria dolciaria ha inventato anche il carbone dolce, ma è sempre simbolicamente Carbone: siete stati cattivi.

Una tradizione della Befana era quella di portare doni ai Vigili Urbani, da dove venisse quella tradizione è difficile dirlo, ma in Italia è cominciata a diffondersi alla grande negli anni 50.

 Chissà  cosa può portare la Befana ai Vigili urbani dopo gli eventi del 31 dicembre 2014, che hanno coinvolto numerosi vigili urbani a Roma?
La promessa di un regalo ai Vigili urbani la fanno il Presidente del consiglio Renzi e il Ministro della funzione pubblica Madia, il regalo potrà allargarsi a tutto il pubblico impiego (anche i non colpevoli saranno dichiarati colpevoli). Quale regalo? E’ molto probabile che venga messa in discussione  la retribuzione per i primi giorni di malattia. Già in passato ci sono state proposte di eliminare il pagamento per il primo giorno di malattia o per i primi tre giorni, è molto probabile che l’ultimo comportamento dei Vigili di Roma possa mettere in campo questa misura.
05/01/15 francesco zaffuto

Vigili: reazioni Renzi e Madia
Vigili: reazioni Grillo

immagini – foto ombra della Befana  + foto d’epoca dalla Befana dei Vigili negli anni 50 http://www.vastospa.it/html/tradizione/trad_befana_a_vasto.htm

Link collegato per argomento

domenica 4 gennaio 2015

quando si multa la povertà

dalla pagina facebook di "Mai più disoccupati" ecco una notizia, un solerte vigile multa la povertà e la disperazione,
100 euro perché dormi per terra

mercoledì 31 dicembre 2014

Chi sono gli statali fannulloni da licenziare

 Se penso che aspettavo un libro che mi aveva spedito un amico e che da 20 giorni non arriva, e forse non arriverà mai,  mi viene voglia di dare retta a Renzi quando parla di licenziamento degli “statali fannulloni”.
Ma i postini sono statali?  Un quesito mica da poco. Da quando l’ente Posta è diventato una SPA, gli stessi postini non lo sanno. Allego qua il link di un dibattito in rete:
Ora un postino che non sa neanche lui chi è può portare la posta a giusta destinazione?
 Un postino con tale crisi d’identità conosce l’articolo 15 della Costituzione che parla dell’obbligo della custodia della posta e della tutela della sua segretezza?
 Un tempo il postino era considerato “Ufficiale postale”, oggi molto spesso è un precario;  una funzione costituzionale è stata ridotta a ben poca cosa.
 Nel gennaio 2009 scrissi una lettera al Presidente della Repubblica sul mal funzionamento della posta nella mia regione, e forse la Presidenza o la sua segreteria intervenne, perché mi arrivò successivamente una lettera di scuse di un dirigente dell’ufficio postale regionale che dava la colpa alla neve.  Questo il link sulla diatriba
Ma nulla cambiò, e ora di fronte a nuovi disservizi non oso fare più reclami;  anche perché dopo la Presidenza della Repubblica mi rimane il Padre Eterno che ha cose ben diverse da fare.
Quando si parla di Statali fannulloni da licenziare allora è necessaria qualche precisazione:
prima di tutto chi sono gli Statali che fanno parte del pubblico impiego e chi sono quelli che non sono né carne né pesce;
poi come si spiega che non sono state applicate misure disciplinari esistenti dal 1957 (DPR. 10 gennaio n.3).  L’art. 78 di tale legge dice: Sanzioni. L'impiegato che viola i suoi doveri è soggetto alle seguenti sanzioni disciplinari:
1) la censura;
2) la riduzione dello stipendio;
3) la sospensione dalla qualifica;
4) la destituzione
Il licenziamento per gli statali, Presidente Renzi, esiste dal 1957 e si chiama destituzione. 
I dipendenti pubblici debbono fare bene il proprio lavoro; per affrontare i disservizi non è tanto la minaccia del licenziamento (già esistente) che risolve i problemi,  ma l’applicazione immediata delle sanzioni minori.
Allora diciamola bene:  molti dirigenti per quieto vivere preferiscono le disfunzioni del servizio rispetto alle grane con i dipendenti e i politici  sono ben tolleranti con i dirigenti inadeguati.  Gli anatemi che i politici, ogni tanto,  hanno sollevato contro gli statali sono state forme di propaganda elettorale. Dare la colpa ai sindacati per eccesso di tutela è un po’ come dare la colpa agli avvocati per il loro ruolo di difensori.    L’equazione è quasi matematica: a politici corrotti stanno dirigenti inadeguati, a dirigenti inadeguati stanno dipendenti pubblici distratti.
 Non è con le eliminazione delle tutele che si raggiungono i risultati ma facendo ogni giorno tutti bene il proprio lavoro.

31/12/14 francesco zaffuto

domenica 28 dicembre 2014

Gli statali e la strana uguaglianza nei licenziamenti

Avanza il Jobs Act in modo alquanto strano:  l’argomento chiave che doveva essere quello di assumere si è trasformato nell’argomento chiave di licenziare. I nuovi assunti del settore privato (se ci saranno)  avranno meno garanzie di conservazione del posto e le imprese,  adducendo motivazioni economiche,  potranno licenziare senza tante preoccupazioni  di ricorsi al Giudice.  Si comincia a prospettare l’ipotesi di allargare le nuove regole sul licenziamento anche ai lavoratori statali (ipotesi fino ad ora solo  prospettata perché il Governo dice che deve essere il Parlamento a decidere in merito).
 Ci sono degli strani amanti dell’uguaglianza che vorrebbero portare tutti i lavoratori allo stesso stato di degradazione e che sostengono che gli statali sono dei privilegiati ed è giusto sarebbe sottoporli alla pratica del licenziamento. Ma il datore di lavoro Stato non è la stessa cosa di un’impresa:  l’impresa ha un suo limite territoriale e può avere anche un limite temporale, l’impresa può avere difficoltà economiche che possono portarla alla chiusura; lo Stato con i suoi enti di decentramento  è pur sempre un ente unico,  non ha un limite temporale, è un ente che dura nel tempo, non ha un limite spaziale, il suo spazio coincide con il territorio della nazione, non può chiudere,  perché se lo Stato fallisce e chiude vuol dire che siamo alle porte di un capovolgimento catastrofico di immane portata. Allora finiamola di cianciare sull’ipotesi di licenziamento degli statali; i lavoratori in sovrannumero in un settore possono essere trasferiti sul piano territoriale o per modifica di mansioni, il problema di licenziamento non esiste, al massimo possono esistere le dimissioni dello statale che non accetta il trasferimento. Parlare di licenziamento degli statali è solo un esercizio di cattiveria ammantato di uguaglianza.
28/12/14 francesco zaffuto
Qualche notizia collegata

Immagine – vaso greco – Procuste giustiziato da Teseo. Procuste,  per un suo strano senso dell’uguaglianza,  sottoponeva malcapitati passanti a particolari sevizie, li metteva su un letto e se troppo bassi li stirava a forza, se troppo lunghi gli amputava i piedi che sporgevano dal letto.  http://it.wikipedia.org/wiki/Procuste

venerdì 19 dicembre 2014

UN COMUNE SENZA DISOCCUPATI, SI PUO’ FARE

Si chiama Marinaleda, è un comune spagnolo di 2.645 abitanti situato nella comunità autonoma dell'Andalusia. Questo piccolo comune, ispirandosi agli ideali del socialismo storico, ha costruito nell'arco di 30 anni un sistema economico e sociale che garantisce la sussistenza dell'intera comunità. Grazie alla cooperativa Humar, il 70% della popolazione residente ha un reddito sufficiente prodotto dal lavoro nei campi e dall'industria della trasformazione. Il resto della popolazione lavora in piccoli esercizi commerciali e ovviamente qualche impiego pubblico in scuole e uffici. Disoccupazione 00,00%
A questo link il servizio

martedì 16 dicembre 2014

Una mano a Patrizia

L'art. 18 si avvia ad essere modificato, ma già il licenziamento per motivazioni economiche e senza giustificazioni fa le sue vittime, figuriamoci quando non si potrà ricorrere al giudice. DIAMO UNA MANO A PATRIZIA
QUI IL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE
Il mio nome è Patrizia e sono stata licenziata da LyondellBasell, una società chimica americana che produce polipropilene e opera all'interno del petrolchimico dell'area industriale di Brindisi.
Il licenziamento sarebbe avvenuto per ragioni legate al riassetto economico dell'azienda, o almeno questa è la spiegazione ufficiale. Su questi licenziamenti non si discute di possibilità di reintegro, è la strategia per opporsi alle impugnazioni davanti ai magistrati del lavoro. Tuttavia io ritengo di esser stata licenziata perchè affetta da cancro. Sono diventata insomma il simbolo di una logica che non è solo quella della prevalenza delle ragioni del profitto sulla vita delle persone, ma è anche il simbolo della logica dell'eccedenza e della rottamazione.
L’agonia è durata oltre due anni, senza parole ma solo ombre apparse improvvisamente nella stanza 22, il 17 novembre 2014 alle 15, ombre armate di un foglio.
Erano in due, uno dei due leggeva velocemente, le parole mi sfuggivano, chiedevo spiegazioni ma quella voce continuava a farsi sentire finendo tutto di un fiato la lettura del testo per concludere: “tutto è irrevocabile e non ci sono margini di conciliazione”.
Pochi istanti per capire di essere soli e di aver perso tutto.
Il rullino della vita si riavvolgeva su se stesso, si sgretolava anche quel tetto costruito con tanti sacrifici, con i risparmi di tutta una vita e con tanti impegni futuri.
In ottobre 2014, l’impianto di Brindisi festeggiava il record di produzione. Posso solo dire “uno su mille non ce la fa” sono infatti oltre mille i dipendenti della società in Italia.
E quindi a 52 anni, dopo 25 anni di servizio, vengo licenziata in tronco, perchè non rientro più "nei piani economici ed organizzativi dell'azienda". Un licenziamento senza avviso di apertura, nonostante io per il mio lavoro abbia dato l’anima e negli anni scorsi lo abbia fatto nonostante una malattia che non può dirsi risolta definitivamente.
In questi giorni aspetto la lettera definitiva di licenziamento, ma chiedo a tutti voi di firmare per chiedere a Basell di gettarla nel cestino quella lettera e darmi un’altra possibilità.
Ringrazio con forte emozione tutti coloro che hanno manifestato in mio favore solidarietà e affetto; tutti quelli che mi hanno circondato con innumerevoli testimonianze di sincero affetto e calore umano e quanti sono stati presenti in un momento della vita in cui ci si chiedono tanti perchè senza trovare una risposta.
Ho bisogno di ritornare al lavoro, anche perché è statisticamente provato che svolgere la normale attività lavorativa riduce significativamente le probabilità di recidiva della malattia oncologica. 
QUI IL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE

lunedì 15 dicembre 2014

Il dopo sciopero



Il 12 dicembre, c’è stata un’adesione allo sciopero generale superiore al 60% in tutti i settori,
milioni di lavoratori hanno sacrificato un giorno di paga con la speranza di
essere ascoltati; un milione e mezzo, oltre a scioperare, sono scesi in piazza
in 54 manifestazioni disseminate per il paese.
Dopo uno sciopero c’è un dopo sciopero: ci si aspettano delle reazioni, delle aperture di dialogo o almeno un atteggiamento di ascolto. Da quel poco che hanno riportato i giornali
ecco come ha reagito il presidente Renzi: "massimo rispetto" per
chi sciopera, ma "non sono tipo da farmi impressionare. C'è un Paese da
cambiare e lo cambierem
o. Non ci facciamo impressionare: a testa alta
andiamo avanti nell'unica direzione possibile per salvare l'Italia". E
"da domani si torna a lavorare sempre fianco a fianco con i sindacati per
le crisi aziendali, ma quanto alla valutazione sulle leggi, le leggi si fanno
in Parlamento: non siamo un governo che cambia opinione perché c'è una
piazza".
Un po’ come dire “io so io e voi ….
Con questo tipo di reazioni,  cosa ci si può aspettare dai lavoratori che hanno scioperato? 

giovedì 11 dicembre 2014

Lo sciopero è sciopero


12 dicembre Sciopero generale

 Il Presidente Renzi smorza i toni: "C'è profondo rispetto per i sindacati, non la pensiamo come loro, cambieremo paese anche per loro ma garantiamo la massima collaborazione istituzionale e mi auguro che si risolvano in poche ore le polemiche tra Lupi e Camusso".  
Lupi, che aveva precettato i ferrovieri, ritira la precettazione. Da parte del sindacato viene  decisa una rimodulazione dello stop da 8 a 7 ore (dalle ore 9 alle 16).

 Toni smorzati o no, lo sciopero è sciopero, costa mediamente circa 60 euro ai lavoratori e non è poca cosa per chi deve far quadrare i conti con la paga di un mese. 
 Si tratta di uno sciopero contro la politica del Governo sul lavoro. 
 I lavoratori dei buoni o cattivi rapporti tra  Renzi e Camusso se ne fanno un baffo: ci vuole un welfare che protegga dalla crisi, ci vuole garanzia per i licenziamenti arbitrari, ci vuole lavoro.

domenica 7 dicembre 2014

Più lavoro se siamo meno cattivi con gli animali

Più lavoro se siamo meno cattivi con gli animali, se passiamo ad un allevamento rispettoso degli animali. Circa 175 milioni di conigli sono macellati ogni anno,  il 99% di questi animali viene allevato in gabbie di batteria; non solo saranno uccisi per diventare alimento per gli uomini, ma per tutto il tempo  della loro vita non potranno vivere la loro vita. Animali che in natura corrono e saltano costretti a vivere prigionieri in uno spazio microscopico. Non mancano certo appezzamenti di terra per fare un allevamento meno cattivo e rispettoso per la vita, non mancano lavoratori visto che c’è tanta disoccupazione. Certo la carne di coniglio potrà costare di più e ne mangeremo di meno, ma ne avrà un beneficio anche la nostra salute perché la poca che mangeremo sarà sicuramente più buona. Qualche regola pubblica e una certificazione obbligatoria per gli allevamenti può creare lavoro e rispetto per gli altri esseri viventi.
07/12/14 francesco zaffuto
Qui il link per aderire alla campagna per un allevamento rispettoso degli animali

venerdì 5 dicembre 2014

Reddito di cittadinanza, una questione centrale

Arriverà in Parlamento in gennaio il disegno di legge sul reddito di cittadinanza del Movimento 5 stelle. Si tratta di una questione centrale per sconfiggere la povertà e per porre rimedio a una società espulsiva. E' importante che si sviluppi dibattito e interesse su questa questione, altrimenti l’argomento verrà archiviato …
Qui il testo integrale

giovedì 4 dicembre 2014

AST TERNI – fatto l’accordo

Non ci saranno licenziamenti, ci saranno solo 290 uscire di lavoratori anticipare volontariamente dietro compenso monetario.

E’ un buon accordo per i lavoratori della AST TERNI, ma in qualche modo riduce complessivamente gli occupati.

mercoledì 3 dicembre 2014

Eredi nel lavoro

Su huffintonpost una notizia esemplare

Vicenza, lascia l'azienda in eredità ai 25 operai. Il funerale in fabbrica di Leonardo Martini, patron della Dioma


Non aveva figli, i parenti più prossimi e più bisognosi erano gli operai. L’augurio ora è quello che questi eredi possano continuare collettivamente nella strada tracciata da Leonardo Martini

martedì 2 dicembre 2014

ILVA pubblica, sì ma non lo stesso film

Questa la dichiarazione del Presidente Renzi tratta da huffingtonpost
"Rimettere in sesto quell'azienda per due o tre anni, difendere l'occupazione, tutelare l'ambiente e poi rilanciarla sul mercato. Ci sono tre ipotesi. L'acquisizione da parte di gruppi esteri, da parte di italiani e poi l'intervento pubblico. Non tutto ciò che pubblico va escluso. Io sono perché l'acciaio sia gestito da privati. Ma se devo far saltare Taranto, preferisco intervenire direttamente per qualche anno e poi rimetterlo sul mercato".
Questo blog ha auspicato per l’ILVA la nazionalizzazione e non può che  salutare positivamente le frasi di Renzi.  Non si può però rifare l’esperimento Italsider.

 Va bene l’ILVA gestita da un soggetto pubblico, che deve risanare l’ambiente, produrre con criteri umani che non danneggiano la salute e sopportabili per l’ambiente;  arrivare a produrre economicamente in pareggio e senza oneri per lo Stato e restare pubblica. Non si può ripetere lo stesso film, ha avuto un pessimo finale, quello di risanare per regalare a privati. 

lunedì 1 dicembre 2014

Svizzeri e migranti, tra il sì e il no

In questo ultimo referendum di fine novembre 2014 gli svizzeri hanno respinto con 73% dei votanti l’ipotesi di mettere un tetto super rigido all’immigrazione. Il referendum promosso dagli estremisti ambientalisti di Ecopop proponeva non più dello 0,2 per cento di nuovi immigrati all'anno. In un referendum sullo stesso tema del febbraio 2014  gli svizzeri si erano espressi per mettere un limite agli immigrati. Apparentemente può sembrare una contraddizione ma rivela che gli svizzeri non hanno problemi razziali nei confronti degli immigrati e che sono disposti ad accettarli purché non stravolgano quel benessere e quel tenore di vita a cui sono abituati. Una immigrazione sì ma in qualche modo ben integrabile nel sistema.
 Come potrebbero rispondere a referendum di questo tipo gli italiani? E’ molto probabile che risponderebbero come gli svizzeri. L’aspetto diverso è che in Italia non ci sta il benessere diffuso che c’è in Svizzera e che la questione migrazione deve fare i conti con l’appartenenza all’Europa comunitaria. Paradossalmente le contraddizioni in Italia sulla questione migranti sono diventate più complesse di quelle svizzere e  su queste contraddizioni i politici preferiscono cavalcare consensi al posto di indicare soluzioni possibili.


Immagine -  foto del lago di Lugano

sabato 29 novembre 2014

L’EUROPEO CAMERUN

L’europeo Camerun, che da poco si è rincuorato dalla possibile scissione della Scozia,  dice che gli immigrati in Gran Bretagna sono troppi; e quando dice questo ci mette dentro anche gli immigrati europei e i circa 550 mila giovani italiani che hanno scelto il suo paese per migliorare il loro destino.  Camerun pensa  all’introduzione di misure che permettano di non garantire il welfare ai cittadini di altri paesi europei per i primi 4 anni di residenza e di rimpatriare chi è disoccupato da oltre sei mesi.
Dimentica l’europeo Camerun che tanti immigrati,  europei e non,  hanno scelto il suo paese “obtorto collo” per imparare l’inglese,  e che tanti portano anche quattrini al suo paese.  Essere europei quando conviene e non esserlo quando non conviene è lo sport più praticato dai politici europei (italiani compresi).
 Riguardo al welfare, come italiani, non abbiamo niente da insegnare a Camerun, visto che ancora non lo abbiamo ipotizzato neanche per gli italiani; il nostro presidente Renzi ci sta provando, ma intanto l’unica cosa sicura e che si chiamerà con due parole inglesi Jobs Act.
 Riguardo al trovare lavoro c’è da dire che né  Camerun e né Renzi ipotizzano un collocamento ordinato con qualche regola data alle aziende.
 Qualche regola sul collocamento darebbe ai cittadini del proprio paese qualche garanzia nel trovare lavoro e farebbe diminuire quella tensione che si sta cominciando a creare tra lavoratori immigrati e disoccupati del paese ospitante.
29/11/2014 francesco zaffuto

Immagine – il gallo di Trafalgar Square

venerdì 28 novembre 2014

ad ottobre 3 milioni e 400 mila disoccupati

ritorna a salire la disoccupazione  al 13,2% in ottobre, tre milioni e 400 mila disoccupati + 90.000 in un solo mese. Lo comunica l'Istat nelle stime. Si tratta del massimo storico, il valore più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (ben 37 anni fa). Il tasso di disoccupazione sorpassa così la soglia del 13%, a settembre infatti si era fermato al 12,9% (dato rivisto dall'Istat, rispetto al 12,6 precedentemente comunicato).
Altri dati su

immagine – Malevic il quadrato nero


PRECARI E SENTENZA UE, QUALCHE PRESISAZIONE IN Più

La Sentenza UE è sicuramente una vittoria della lotta portata avanti in tanti anni dai precari della scuola ,  ma se ci  si vuole rivolgere a un Tribunale italiano  per l’esecutività della sentenza è necessario vedere a quale casistica di precariato si appartiene.  La sentenza non chiude con il problema precariato nella scuola italiana, dice al Governo italiano  che se ci sono i posti disponibili non può ricorrere ad assunzioni a tempo determinato. Quindi è necessario vedere con attenzione quale è il campo di applicazione, non dimenticare che una cosa è l’organico di diritto,  un’alta cosa è l’organico di fatto, ed un’altra cosa ancora è la supplenza per momentanea assenza del docente in carica. Qui il link di un articolo di precisazioni + il link del testo integrale della sentenza + il link del comunicato della Corte UE.
TESTO
COMPLETO DELLA SENTENZA
COMUNICATO
DELLA SENTENZA