mercoledì 13 maggio 2015

Lombardia e Reddito di Cittadinanza

Roberto Maroni annuncia a sorpresa: "Voglio introdurre in Lombardia la prima sperimentazione del reddito di cittadinanza riservato ai cittadini lombardi". La proposta del governatore della Lombardia ha colto di sorpresa perfino i suoi assessori.
"Ci sono proposte di legge, e quella presentata dai grillini mi interessa molto - ha confermato Maroni - Me la sono letta in questi giorni ed è interessante perché riguarda anche formazione e lavoro. Voglio dare una prima attuazione contemporaneamente alla legge di assestamento di bilancio fra fine giugno e luglio".
Bene Governatore, non conosciamo i motivi di questa sua inattesa sensibilizzazione ma è benvenuta, faccia i passi necessari per iniziare con urgenza;  e se la Lombardia comincia tanto meglio.
Incomprensibile l’atteggiamento dei sindacati, lo stesso articolo del giornale Repubblica riporta: per la Cgil Lombardia, "avere un lavoro è il primo reddito di cittadinanza". Mentre per il segretario generale della Cils Lombardia Osvaldo Domaneschi: "In Lombardia , il reddito di cittadinanza non è la priorità".
L’insensibilità dei sindacati su questo problema è ingiustificabile.

2 commenti:

  1. Io capisco la posizione dei sindacati (anche se in questi anni mi hanno delusa parecchio) perchè il reddito di cittadinanza può essere l'equivalente dell'assistenza e rendere il cittadino dipendente da quella che pare una regalìa e non un diritto. Il reddito da lavoro rende la persona autonoma, permette la dignità personale mentre il reddito di cittadinanza può divenire asservimento.
    Il lavoro deve avere la priorità su ogni altro aspetto e un governo giusto, che rispetta i diritti sanciti dalla costituzione (che troppo spesso i governanti "scordano") deve darsi da fare e non mettere in atto questi che paiono trucchi.

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    1. Cara Sari,
      per quasi 30 anni mi sono dedicato al sindacato, nel settore della scuola, e in qualche modo quando si parla di sindacato mi viene il magone per le cose che non si sono fatte. A mio avviso doveva essere in sindacato a farsi artefice di una proposta ben articolata sul reddito di cittadinanza. Quando si dice pane e lavoro, si mette il pane prima perché il pane è la vita ed il lavoro serve per procurasi quel pane. Comunque, principi a parte, occorreva rendersi conto che il fenomeno dell’espulsione dal lavoro era la cosa più inquietante di questa società post-indstriale e che doveva essere pagato non solo il lavoro ma la disponibilità al lavoro. Questo blog è nato su una piccola proposta di una indennità di disoccupazione generalizzata ma tante proposte in questa direzione dovevano proprio venir fuori dal sindacato. Il lavoro può venire fuori ma intanto chi lo cerca deve avere un aiuto. Poi di lavoro ce ne sta tanto basta pensare a tutte le necessarie opere di bonifica del territorio disastrato dall’inquinamento, dai terremoti e dagli alluvioni.

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