si può coltivare
un buon
Tè verde
in Sicilia;
un agricoltore,
dotato di spirito di osservazione,
ci ha provato
e i risultati
sono stati buoni
Ecco il servizio della Rai regionale all'agricoltore di Pietraperzia
domenica 12 luglio 2020
venerdì 10 luglio 2020
Al 10 Luglio già 571 morti sul lavoro
Dati da L'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Dall’inizio dell’anno sono morti 571
lavoratori, di questi 279 sui luoghi di lavoro (tutti i morti sul lavoro sono registrati da 13 anni in apposite tabelle excel con identità, luogo e data della tragedia, professione, età e nazionalità), a questi occorre aggiungere altri 361 lavoratori morti a causa del coronavirus, un conto ancora parziale che stiamo cercando di aggiornare), tra questi 171 medici, il 50% quelli di base, 46 infermieri e operatori sanitari, 105 parroci, 10 carabinieri, 3 giornalisti, poi 8 farmacisti, poliziotti/a, vigili del fuoco, operai, impiegati, cassiere, autotrasportatori, sindacalisti ecc. l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro, noi aggiungiamo anche gli altri che non lavorano nella Sanità, che svolgono altri lavori e che sono rimasti contagiati per il lavoro svolto) 270 con i morti sulle strade in itinere, sono già 68 gli agricoltori schiacciati dal trattore dal 1° gennaio: il più giovane aveva solo 13 anni il più anziano 90
il link dell'Osservatorio di Bologna
Metodi di licenziamento all'epoca del coronavirus
«Il suo rapporto di lavoro è terminato».
Alcuni imprenditori hanno agito velocemente, all’inizio dell’emergenza, subito dopo il caso di Codogno, prima dell’arrivo del decreto Cura Italia che ha bloccato i licenziamenti.
Il blocco dei licenziamenti - prorogato fino al 17 agosto - ha probabilmente evitato i danni peggiori. La diga legislativa, però, non ha tenuto fino in fondo. Dimissioni volontarie - a volte forzate -, risoluzioni consensuali dei rapporti di lavoro, fino a casi, che sfiorano l’assurdo, di “sospensioni” da lavoro e stipendio. Un limbo, questo, che ha colpito, ad esempio, le lavoratrici delle mense scolastiche comunali di Roma.
La gran parte delle aziende ha scelto di non anticipare gli ammortizzatori sociali, scaricando l’onere sull’Inps. E l’istituto, come è ormai noto, è andato in tilt, accumulando ritardi nei pagamenti.
L’osservatorio dell’Inps nell’ultimo rapporto pubblicato qualche giorno fa ha evidenziato un saldo negativo di 359 mila contratti non rinnovati nel solo mese di marzo Continua sull'Inchiesta dell'ESPRESSO
Alcuni imprenditori hanno agito velocemente, all’inizio dell’emergenza, subito dopo il caso di Codogno, prima dell’arrivo del decreto Cura Italia che ha bloccato i licenziamenti.
Il blocco dei licenziamenti - prorogato fino al 17 agosto - ha probabilmente evitato i danni peggiori. La diga legislativa, però, non ha tenuto fino in fondo. Dimissioni volontarie - a volte forzate -, risoluzioni consensuali dei rapporti di lavoro, fino a casi, che sfiorano l’assurdo, di “sospensioni” da lavoro e stipendio. Un limbo, questo, che ha colpito, ad esempio, le lavoratrici delle mense scolastiche comunali di Roma.
La gran parte delle aziende ha scelto di non anticipare gli ammortizzatori sociali, scaricando l’onere sull’Inps. E l’istituto, come è ormai noto, è andato in tilt, accumulando ritardi nei pagamenti.
L’osservatorio dell’Inps nell’ultimo rapporto pubblicato qualche giorno fa ha evidenziato un saldo negativo di 359 mila contratti non rinnovati nel solo mese di marzo Continua sull'Inchiesta dell'ESPRESSO
Malanniversari - 9 Luglio 1960 nasce l'Italsider di Taranto
Italsider, 60 anni fa a Taranto la prima pietra
Il link di un servizio sulla nascita dell'Italsider - ora ILVA, le speranze industriali e la distruzione di un imponente strato di economia agricola.
giovedì 9 luglio 2020
In provincia di Caltanissetta nascerà un grande impianto di compostaggio - speriamo
Autorizzato impianto di compostaggio a Santa Caterina. Tratterà 27 mila tonnellate di organico da trasformare in compost
L’impianto tratterà ogni tipo di rifiuto organico “che può essere facilmente trasformato in compost, un prodotto utile da riutilizzare in agricoltura migliorando la qualità del terreno soprattutto nei casi in cui quest’ultimo sia stato impoverito da pratiche agricole intensive”. notizia al link sopra riportato
mercoledì 8 luglio 2020
per l'ISTAT un'azienda su 3 rischia di chiudere per COVID
ANSA - riporta che secondo l'ISTATrischia di chiudere un'azienda su 3per la crisi generata dal COVID 19
seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell'occupazione, circa 3,6 milioni di addetti) ha denunciato l'esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell'anno
Particolarmente grave la crisi su alberghi e ristoranti - per la notizia vai al link sopra
riportato.
martedì 7 luglio 2020
Allevamento di bufale, mare e maltrattamenti
Aggiornamento sulla macchia nera che lo scorso mese è apparsa in Campania, lungo la foce del canale Agnena che sfocia in mare nella zona di Castel Volturno, lungo il litorale domizio.
il servizio su questo LINK
le indagini hanno confermato che quella macchia gigantesca e maleodorante che dilagava in mare era composta di reflui zootecnici provenienti da un allevamento di bufale a Capua; l’attività ora è stata posto sotto sequestro.
....gli sversamenti vengono praticati illegalmente e di proposito direttamente in mare o nei laghi, inquinando così l’ambiente e causando enormi rischi per la sicurezza biologica e sanitaria della zona.
....dietro alla mozzarella di bufala, un prodotto che definiamo eccellenza, ma che è di fatto frutto di sofferenze terribili, di animali torturati o brutalmente uccisi e di territori martoriati proprio dalla presenza degli allevamenti.
sì è vero, danno lavoro, ma gli animali vanno trattati con rispetto ed occorre una legge che lo imponga e che vada rispettata
il servizio su questo LINK
le indagini hanno confermato che quella macchia gigantesca e maleodorante che dilagava in mare era composta di reflui zootecnici provenienti da un allevamento di bufale a Capua; l’attività ora è stata posto sotto sequestro.
....gli sversamenti vengono praticati illegalmente e di proposito direttamente in mare o nei laghi, inquinando così l’ambiente e causando enormi rischi per la sicurezza biologica e sanitaria della zona.
....dietro alla mozzarella di bufala, un prodotto che definiamo eccellenza, ma che è di fatto frutto di sofferenze terribili, di animali torturati o brutalmente uccisi e di territori martoriati proprio dalla presenza degli allevamenti.
sì è vero, danno lavoro, ma gli animali vanno trattati con rispetto ed occorre una legge che lo imponga e che vada rispettata
Smart working o meglio telelavoro nella Pubblica Amministrazione
"Dal 1 gennaio 2021 si punta portare il 60% dei dipendenti pubblici in smart working. Il tutto accompagnato da un monitoraggio per l'assistenza in questa fase di riorganizzazione". Lo ha detto il ministro Fabiana Dadone a TgCom24 commentando le novità introdotte con l'emendamento al decreto Rilancio sullo smart working nella pubblica amministrazione.
sicuramente un beneficio in termini di trasporto e inquinamento - per il resto è tutto da vedere
immagine da https://www.peopleandnumbers.it/la-differenza-tra-lavoro-a-domicilio-telelavoro-e-lavoro-agile/
sicuramente un beneficio in termini di trasporto e inquinamento - per il resto è tutto da vedere
immagine da https://www.peopleandnumbers.it/la-differenza-tra-lavoro-a-domicilio-telelavoro-e-lavoro-agile/
lunedì 6 luglio 2020
Pasquasia - storia di una miniera - i miliardi perduti e le scorie radioattive
Qui il sito della miniera
PASQUASIA
tra le province di Caltanissetta ed Enna
dove si narra della
Storia di una miniera siciliana, di tanti miliardi perduti e di un mistero sulle scorie nucleari nascoste
http://www.pasquasia.it/?fbclid=IwAR0NvgNgXwZ5o1xejZL8RtyP2xpN6xfL2IM88d62WwQw7mN8dRY69Vxcfgg
PASQUASIA
tra le province di Caltanissetta ed Enna
dove si narra della
Storia di una miniera siciliana, di tanti miliardi perduti e di un mistero sulle scorie nucleari nascoste
http://www.pasquasia.it/?fbclid=IwAR0NvgNgXwZ5o1xejZL8RtyP2xpN6xfL2IM88d62WwQw7mN8dRY69Vxcfgg
domenica 5 luglio 2020
160 minatori morti in una miniera di giada in Myanmar
È il bilancio di uno smottamento di terreno in una miniera di giada nel nord della Birmania, vicino al confine cinese, una delle peggiori catastrofi negli ultimi anni. I minatori sono stati spazzati via da un torrente di fango causato dalle piogge monsoniche.
Sul posto c'erano decine di operai che lavoravano malgrado le autorità avessero consigliato di recarsi sul sito a causa del maltempo: cercavano le pietre preziose sui taglienti terreni montuosi, dove i solchi degli scavi precedenti avevano allentato la tenuta dei terreni.
Milano, la protesta degli infermieri
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Milano, la protesta degli infermieri: "Ci chiamavano eroi ma abbiamo gli stipendi più bassi d'Europa"
Appello al ministro della Salute: "Chiediamo rispetto, date gli indennizzi a chi si è ammalato"
Gli infermieri sono scesi in piazza con tamburi e fischietti, scandendo lo slogan: "mai più come prima". Sono arrivati da tutta Italia ma soprattutto dal centro nord e hanno deciso di manifestare a Milano perché è il capoluogo della Regione più colpita dal Covid
"Non chiediamo premi perché siamo professionisti ma i nostri stipendi devono essere allineati ameno alla media degli stipendi europei. I nostri sono i più bassi d'Europa".
sabato 4 luglio 2020
Nuovi robot per l'agricoltura
In arrivo nuovi robot per l'agricoltura
l diserbo meccanico - sotto i riflettori come risposta alternativa al controllo chimico delle malerbe - oggi dispone di macchinari intelligenti e autonomi che sfruttando sensori, telecamere e sistemi di guida migliorano l'efficienza di lavoro, facilitano l'attività degli operatori e mitigano l'impatto ambientale.
più informazioni su https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2020/07/02/diserbo-meccanico-arrivano-i-robot/67258?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_term=ev&utm_content=post&utm_campaign=AgroNotizie+2020&fbclid=IwAR1F-h6CHs0OsbiqNW-fhhdYEo3CF-OJKqsDVvEa7jApFTEDAHuP_mV1xAQ
buono l'aiuto dei robot - ?ma quando diminuirà l'oppressione del lavoro e l'oppressione della mancanza di lavoro?
post inserito il 04/07/2020
l diserbo meccanico - sotto i riflettori come risposta alternativa al controllo chimico delle malerbe - oggi dispone di macchinari intelligenti e autonomi che sfruttando sensori, telecamere e sistemi di guida migliorano l'efficienza di lavoro, facilitano l'attività degli operatori e mitigano l'impatto ambientale.
più informazioni su https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2020/07/02/diserbo-meccanico-arrivano-i-robot/67258?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_term=ev&utm_content=post&utm_campaign=AgroNotizie+2020&fbclid=IwAR1F-h6CHs0OsbiqNW-fhhdYEo3CF-OJKqsDVvEa7jApFTEDAHuP_mV1xAQ
buono l'aiuto dei robot - ?ma quando diminuirà l'oppressione del lavoro e l'oppressione della mancanza di lavoro?
post inserito il 04/07/2020
venerdì 3 luglio 2020
Istat: dai figli al lavoro, il Covid allarga i divari in Italia
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/07/03/istat-12-delle-imprese-pensa-di-ridurre-loccupazione_97546fa5-9d94-4701-8d7e-1fb5d15aa2d3.html
l'Istat nel Rapporto annuale, il Covid rischia di accentuarle, allargando i divari esistenti, con una 'scala sociale' nella quale è più facile scendere che salire. Il mercato del lavoro si restringe - il 12% delle imprese pensa di tagliare
La "classe" di origine influisce meno sulla collocazione sociale che si raggiunge all'età di 30 anni rispetto al passato ma pesa ancora in misura rilevante. Per l'ultima generazione (1972-1986), la probabilità di accedere a posizioni più vantaggiose invece che salire è scesa. Una mobilità, dunque, verso il basso: il 26,6% dei figli rischia un 'downgrading' rispetto ai genitori. Una percentuale, praticamente più di 1 su 4, superiore rispetto alle generazioni precedenti. E anche più alta di quella in salita (24,9%). Cosa che non era mai accaduta prima.
10MILA NATI IN MENO, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021". E La prospettiva peggiora se si tiene conto dello shock sull'occupazione. I nati scenderebbero a circa 426mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021
l'Istat nel Rapporto annuale, il Covid rischia di accentuarle, allargando i divari esistenti, con una 'scala sociale' nella quale è più facile scendere che salire. Il mercato del lavoro si restringe - il 12% delle imprese pensa di tagliare
La "classe" di origine influisce meno sulla collocazione sociale che si raggiunge all'età di 30 anni rispetto al passato ma pesa ancora in misura rilevante. Per l'ultima generazione (1972-1986), la probabilità di accedere a posizioni più vantaggiose invece che salire è scesa. Una mobilità, dunque, verso il basso: il 26,6% dei figli rischia un 'downgrading' rispetto ai genitori. Una percentuale, praticamente più di 1 su 4, superiore rispetto alle generazioni precedenti. E anche più alta di quella in salita (24,9%). Cosa che non era mai accaduta prima.
10MILA NATI IN MENO, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021". E La prospettiva peggiora se si tiene conto dello shock sull'occupazione. I nati scenderebbero a circa 426mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021
sabato 27 giugno 2020
giovedì 25 giugno 2020
Un anno di Reddito di Cittadinanza - Corte dei Conti e Giornali
Se su un giornale come Qui Finanza si
legge
e su Il Giornale di Sallusti si legge
Lo
dice pure la Corte dei Conti: il reddito di cittadinanza è un flop
Ti
può venire il dubbio che la Corte dei Conti sia andata oltre i suoi compiti di
vigilanza – se hai tempo e pazienza puoi andare sul
e
cercare i documenti originali.
Scopri
che alla Pagina 13/14 dalla Requisitoria
orale del Procuratore generale Fausta Di Grazia
Sul
fronte assistenziale, l’attuazione del “reddito di cittadinanza” è rientrato
tra le finalità della missione 24, con uno stanziamento definitivo di 5.728,6
milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni. Dai dati
degli uffici di controllo risultano essere state accolte circa 1 milione di
domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali, secondo
elaborazioni di questo Istituto, soltanto il 2% ha poi dato luogo ad un
rapporto di lavoro tramite i Centri per l’impiego. Il calo degli
investimenti pubblici non ha aiutato certamente la ripresa dell’economia nazionale,
in evidente sofferenza per la pressione
fiscale e l’alto costo del lavoro, nonché per i noti fenomeni corruttivi. Appare
non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto
possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti ed anche dei pensionati che,
pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le
generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle
quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese.
pagina 65/66 del Documento di Sintesi Relazione
sul Rendiconto Generale dello Stato
Per
quel che riguarda le politiche assistenziali, nel primo anno di vigenza
dell’RdC sono state accolte poco più di 1 milione di domande, con complessivi
2,4 milioni di beneficiari coinvolti. L’importo medio mensile del beneficio è
risultato pari a 513 euro. Rispetto al precedente programma (Reddito di
inclusione), si è registrato un sensibile incremento sia delle persone
assistite (erano pari a 1,3 milioni), sia del sussidio erogato (296 euro per
nucleo, nel 2018). Secondo
elaborazioni proposte dalla Corte nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza
pubblica, effetti sensibili si sono avuti in termini di riduzione degli indici
di povertà e minore concentrazione della distribuzione del reddito (indice di
Gini). Di contro, appaiono modesti i risultati in termini occupazionali.
Elaborazioni della Corte sui dati micro dell’indagine trimestrale sulle forze
di lavoro condotta dall’Istat mostrano che la quota di coloro i quali trovano
lavoro tramite i CPI resta modestissima: intorno al 2 per cento.
Ora,
dopo aver riportato la Fonte, aggiungo
una mia brevissima considerazione.
Dall’esame
di questi due documenti risulta che la Corte dei Conti dice che la misura del
Reddito di cittadinanza è costata meno del previsto (solo 3.878,7 milioni rispetto ai 5.728,6 milioni di euro
stanziati, e spendere di meno è sicuramente un bene) – ed inoltre dice che ha avuto un
sensibile effetto in termini di riduzione dell’indice di povertà: quindi meno
gente disperata – meno suicidi per disperazione – meno dolore – meno degradazione - e questo sul
piano umano è un risultato notevole.
Dice
pure che solo il 2% ha trovato lavoro con il collocamento tramite Centri d’impiego
e Navigator – Quindi c’è qualcosa che non va in questo sistema di trovare
lavoro. I Navigator non potevano trovare un lavoro da proporre perché non ci
sono stati investimenti per aumentare il lavoro (e lo dice il Procuratore della Corte
dei Conti). E io aggiungerei che quel
poco di lavoro che c’era non è arrivato neanche ai Centri per l’impiego perché
nessun obbligo di notifica di richieste è stato previsto per le Aziende, quindi
i Navigator dovevano gestire il nulla e questo nulla ha prodotto il 2%. (francesco zaffuto)
martedì 9 giugno 2020
Lavorare meglio, meno e tutti
intervento di
Lorenzo Andorlini
(da Rifrazione Critica http://rifrazionecritica.it/lavorare-meglio-meno-e-tutti/?fbclid=IwAR0eVJJ9Zq5iOD7cAZc4LA-T8m5H9f-ubuceTHtXJtTDM6EULrjhWDkHX_I)
Mi ricordo quando le persone più grandi ci spiegavano come prima il lavoro era una tappa obbligata e scontata nella vita di tutti. Oggi invece trovare un impiego è difficile e per nulla scontato, le assunzioni sono sempre meno, i contratti instabili e gli stipendi molto spesso bassi.
La disoccupazione riguarda più del 10,6% del totale della popolazione Italiana, con punte del 30% quando si parla della fasce più giovani del paese. I dati riportati sono stati raccolti prima della pandemia di Corona Virus, che ha avuto e avrà degli effetti devastanti sull’economia con inevitabili conseguenze anche sul mondo del lavoro.
Il Loockdown, giustamente adottato dal governo per contrastare l’espandersi del Covid-19, ha comportato nel mese di Marzo, Aprile e parte di Maggio, il quasi totale azzeramento della domanda per alcuni settori, ciò ha fatto andare in crisi tantissime attività produttive, con concrete possibilità nel futuro immediato di perdere molti posti di lavoro, con conseguenze sociali ed economiche catastrofiche.
L’attuale situazione ci costringe a effettuare una riflessione sulla necessità di rimodulare il concetto di lavoro e le sue modalità, cercando di trovare soluzioni per tutelare il più possibile l’occupazione, gli stipendi e diritti dei lavoratori e la sopravvivenza delle stesse aziende.
Noi di Orizzonte crediamo che per far fronte a questa emergenza sia arrivato il momento di attuare una vera riforma del lavoro, partendo da un abbassamento dell’orario lavorativo da 8 a 6 ore a parità di salario. L’equità di salario dovrà essere corrisposta al lavoratore attraverso una diminuzione (progressiva in base al salario) dalla tassazione sugli stipendi e un aumento della paga oraria dovuta al rinnovo dei contratti di categoria.
La riduzione dell’orario lavorativo oltre alle aziende che lavorano a ciclo continuo, le quali vedrebbero aumentare da 3 turni di 8 ore a 4 turni di 6, permetterà alle altre aziende di spalmare su più turni la propria operatività (2 turni da 6 ore o 3 turni da 6), aumentando così le proprie capacità produttive e di conseguenza il numero di persone occupate.
Lo stato incentiverà le aziende a ridurre le fasce orarie lavorative attraverso degli appositi bonus fiscali, così da ridurre la pressione fiscale sulle imprese.
Per ultimo a beneficiarne di tale iniziativa sarà anche lo stesso stato, perché se più gente lavora, maggiori saranno le entrate fiscali, inoltre più persone avranno potere d’acquisto da utilizzare accrescendo così l’economia.
Attuando questa rivoluzione nell’orario lavorativo ne guadagneremo tutti, sia da un punto da un punto di vista economico, garantendo il lavoro a molte più persone e potere d’acquisto, che di libertà con la possibilità di avere ancora più tempo libero a nostra disposizione.
Avremo la possibilità di uscire velocemente da questa crisi economica, solo se riusciremo a fare scelte coraggiose e di vero cambiamento, atte a cercare di migliorare la vita della maggioranza dei cittadini, senza favorire chi porta avanti interessi speculari e nocivi sulla pelle dei più.
Al contrario, rimandare questa riforma porterebbe a un mercato del lavoro profondamente segnato dalla crisi del Corona Virus, dove l’incertezza e la mancanza di stimoli ci condurrebbero a una crisi che rischierebbe di diventare oltre che economica anche sociale, dove a farne le spese saremo tutti indistintamente.
Lorenzo Andorlini
post inserito il 09/06/2020
mercoledì 1 maggio 2019
!° Maggio 2019
Gli sfruttati di oggi sono tanti:
operai,
contadini,
pastori,
pescatori,
lavoratori precari,
disoccupati,
disoccupati con reddito di cittadinanza e senza,
lavoratori in nero sempre ricattati,
migranti appena arrivati,
migranti arrivati da tempo e e che vivono come gli italiani più sfruttati,
impiegati di livello retributivo basso,
insegnanti malpagati,
pensionati ai livelli di sussistenza,
partite IVA che spuntano come lavoratori in proprio ma nei fatti sono dipendenti ricattati con orari di lavoro pesanti,
professionisti marginali,
imprenditori sull'orlo di chiudere la propria impresa.
Il fatto è che non sono uniti, ma divisi lottano spesso l'un contro l'altro.
PROLETARI DI TUTTO IL MONDO CERCATE DI CAPIRE CHI SIETE E UNITEVI.
operai,
contadini,
pastori,
pescatori,
lavoratori precari,
disoccupati,
disoccupati con reddito di cittadinanza e senza,
lavoratori in nero sempre ricattati,
migranti appena arrivati,
migranti arrivati da tempo e e che vivono come gli italiani più sfruttati,
impiegati di livello retributivo basso,
insegnanti malpagati,
pensionati ai livelli di sussistenza,
partite IVA che spuntano come lavoratori in proprio ma nei fatti sono dipendenti ricattati con orari di lavoro pesanti,
professionisti marginali,
imprenditori sull'orlo di chiudere la propria impresa.
Il fatto è che non sono uniti, ma divisi lottano spesso l'un contro l'altro.
PROLETARI DI TUTTO IL MONDO CERCATE DI CAPIRE CHI SIETE E UNITEVI.
giovedì 14 marzo 2019
Il salario minimo in Italia è un’urgenza
Abbiamo bisogno di una norma dove si dice con chiarezza che
se un lavoratore viene pagato 3 euro all’ora
per raccogliere pomodori trattasi di riduzione in schiavitù e vanno perseguiti
penalmente il datore di lavoro e il mediatore di lavoro.
Vediamo cosa dice
Landini segretario CGIL
“Non siamo contrari
al salario minimo come concetto ma, visto che tra l'80 e il 90 per cento
dei lavoratori italiani è coperto dai contratti nazionali, noi proponiamo di
rendere quei contratti ‘erga omnes’, che valgano cioè per tutti. In questo modo,
oltre al salario, anche altri aspetti come le ferie diventerebbero per legge i
minimi sotto cui non si può andare, minimi non fatti dal Parlamento, ma dalla
contrattazione tra le parti. Basterebbe recepire gli accordi interconfederali”.
A dirlo è il segretario
generale della Cgil Maurizio Landini, in un'intervista rilasciata al settimanale L'Espresso: “Se invece il Parlamento stabilisce un salario che
prescinde dalla contrattazione, e che può essere persino più basso dei limiti
contrattuali, diventa una norma di legge che contrasta la contrattazione
collettiva.
Non sono s’accordo
con Landini su questo aspetto: la retribuzione minima di un’ora di lavoro non contrasta con la contrattazione collettiva,
perché la contrattazione collettiva può essere sempre migliorativa del minimo.
E in tutte le situazioni organizzate il sindacato può esercitare il suo ruolo.
Qui si tratta di tutelare i lavoratori che non riescono ad organizzarsi
sindacalmente. Il minimo va considerato
come soglia per evitare le condizioni di supersfruttamento, e la norma sulla
retribuzione minima va accompagnata dalla funzione di controllo degli
ispettorati del lavoro.
Quanto all’allargamento
dei contratti “erga omnes”,
istituto già previsto, questo non riesce ad influire nelle situazioni di lavoro
marginale; e in molti casi, specie per
lavori occasionali e piccolissime aziende, è pressoché inapplicabile. (fr.z)
LINK
SALARIO MINIMO
IN GERMANIA
Francia
IN EUROPA
La proposta 5 stelle
IMMAGINE DA http://contropiano.org/news/politica-news/2015/03/11/arriva-il-salario-minimo-da-fame-naturalmente-029609
mercoledì 13 febbraio 2019
Il Reddito di cittadinanza e gli ultimi
Il
Reddito di cittadinanza rischia di lasciare fuori gli ultimi, i più bisognosi,
i cosiddetti clochard, i senza fissa dimora.
La
mancanza di una residenza può diventare l’ostacolo più forte per determinare
l’esclusione.
Ma se
ciò accade, questa volta non si può dare la cola allo Stato; sono i Comuni che
conoscono il fenomeno sul loro territorio, che hanno a disposizione i vigili
urbani e che possono censire l’entità del fenomeno.
I comuni debbono dare una residenza ai senza
fissa dimora che dormono all’aperto o in luoghi di transito coperti per
ripararsi dal freddo. Queste persone vanno censite e gli va dato un posto dove
dimorare, e se il Comune non riesce a provvedere subito, deve almeno
urgentemente dare una residenza virtuale presso lo stesso Comune, o una
qualsiasi sede comunale, per permettere a queste persone di accedere al reddito
di cittadinanza.
Una
volta ottenuto il Reddito di cittadinanza presso il Comune, il comune stesso potrà
trattenere una parte di tale reddito per provvedere ad un alloggio provvisorio
o definitivo. E visto che i comuni non sono tutti così solleciti verso gli Ultimi,
lo Stato deve dare una Direttiva ai Comuni anche sotto la forma di Dispositivo applicativo
della Legge sul reddito di cittadinanza.
Non va accettata la critica che alcuni
esponenti politici cominciano a fare al reddito di cittadinanza che non ha
pensato agli ultimi; c’è la possibilità di provvedere subito e con urgenza.
(fr. z.)
Immagine da:
mercoledì 30 gennaio 2019
reddito di cittadinanza in gazzetta ufficiale
Il
reddito di cittadinanza nella versione Di Maio del Governo 5stelle/lega è in
Gazzetta Ufficiale
Trattandosi di un decreto il provvedimento
è entrato in vigore. Successivamente,
il testo arriverà alle Camere, che avranno i consueti 60 giorni di tempo per l’iter di conversione.
E non si esclude che il passaggio parlamentare possa apportare modifiche al provvedimento.
Qui di seguito il
decreto in copia dalla Gazzetta – questo blog in post successivi esaminerà
alcuni punti di forza e di debolezza di questa misura.
domenica 27 gennaio 2019
Ad un passo dal reddito di cittadinanza, quali riflessi sulla domanda interna
Forse approda
il cosiddetto reddito di cittadinanza nella versione voluta da Di Maio, e ad
aprile ci dovrebbero essere le circolari applicative della nuova normativa.
E’ una
riforma, che sia pure con tutte le contraddizioni, viene a portare un
cambiamento importante nel welfare in Italia.
Una delle bordate degli acerrimi oppositori è
quella di dire che non porterà nuovo lavoro.
Questa affermazione non è vera. Non si riesce a quantificare l’entità di
lavoro che potrà generare, ma
sicuramente l’incrementare la domanda
interna di beni porta ad avere un riflesso sulla produzione con il conseguente
aumento di lavoro.
I circa sei
miliardi che arriveranno a cittadini
attualmente sprovvisti di reddito saranno sicuramente spesi in beni soprattutto
di prima necessità, e non saranno tesaurizzati e messi da parte, non solo per i
marchingegni delle tessere di Di Maio, ma perché quei cittadini hanno immediati
bisogni di spesa. Ma non tutto avrà un
riflesso sulla produzione nazionale, e per comprenderlo può servire un esempio:
se il percettore del reddito comprerà un chilo di limoni di Sicilia, si avrà un
riflesso su un produttore nazionale, se
comprerà un chilo di limoni spagnoli il riflesso si avrà in parte sulla rete di
commercializzazione nazionale e in parte sul produttore estero, Ma ciò è normale e dipende dalla condizione
dei mercati aperti.
Quindi il riflesso positivo sulla domanda
interna ci sarà e in qualche modo inciderà sull’incremento della produzione e
sull’incremento di posti di lavoro. Quanti è in quanto tempo, non è facile da
valutare. E se sarà poco dipende soprattutto dal fatto che sei miliardi sono
ben pochi.
Vediamo cosa potrebbe accadere se questi sei
miliardi, al posto di andare verso
persone povere prive di redditi, andassero verso persone che già percepiscono
redditi medio alti: una parte andrebbe verso lo sviluppo dei consumi ed un’altra
parte verrebbe tesaurizzato o messo da parte in previsione di consumi futuri, l’incremento
della domanda sarebbe sicuramente inferiore.
Certo non può essere solo questa misura a
generare nuovo lavoro, deve essere
accompagnata da più misure. Ma in ogni caso è una misura che ha un duplice
aspetto: quello di sostegno ai ceti più poveri per diminuire il malessere
sociale e quello di sostegno della domanda interna per il suo aspetto
economico. (fr. z.)
lunedì 14 gennaio 2019
In appello ha vinto Lisa, era stata licenziata per aver “rubato” un monopattino dai rifiuti
Comunicato di Change.org
12 GEN
2019 —
Cari amici/amiche,
grazie a tutti per le vostre firme e i vostri sforzi. E' con
grande piacere che vi annuncio che la vicenda di Lisa ha avuto un lieto fine.
I giudici in appello hanno dato ragione a Lisa che dovrà essere riassunta dalla sua azienda.
Vi auguro un buon week-end!
Grazie ancora.
Sergio
La recente notizia di stampa
i due precedenti post di questo blog
lunedì 7 gennaio 2019
Rider: un esempio di supersfruttamento
Tutto sincronizzato: consegne – velocità e
supersfruttamento
L’Espresso ha intervistato un addetto al
controllo – continua su …
http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/12/19/news/rider-controllo-foodora-1.329793?fbclid=IwAR1Hdd9TRw9Cek0DgONHI6TKT-PoIVKRmqE4zEel_Kz8gVC0XFsGvGLR4ng
venerdì 4 gennaio 2019
2018 l’orribile normalità dei morti sul lavoro
L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
comunica dati che
dovrebbero allarmare: i morti sul lavoro nel corso del 2018 sono
aumentati:
Sono 703 i
morti sui luoghi di lavoro del 2018. Con i morti sulle strade e in itinere,
considerati dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro, arriviamo a oltre
1450 lavoratori morti per infortuni. Mai stati così tanti da quando il 1°
gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio, che monitora tutti i morti sui
luoghi di lavoro, anche i non assicurati INAIL e tutti quelli che non
dispongono di un’assicurazione.
Rispetto al
2017 registriamo un aumento del 9,7%.
L’Agricoltura registra
il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti gli anni); il dato
impressionante è quello dei 149 agricoltori che hanno perso la vita guidando un
trattore rimanendone schiacciati. Nessuno ha mosso un dito neppure quest’anno
per arginare e informare sulla pericolosità del trattore, oltre che mettere a
disposizione fondi per renderli più sicuri.
La seconda
categoria con più morti è l’Edilizia che conta il 15,2% di tutti i morti sui
luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi dell’edilizia,
registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto al 2017.
Gli
autotrasportatori (li monitoriamo tutti assieme, anche se fanno parte di
categorie diverse) sono percentualmente il 12,1% di tutti i morti sul lavoro.
L’Industria, di tutte le categorie (esclusa l’edilizia) ha complessivamente il
7,8% di tutti i morti sul lavoro. Pur avendo milioni di addetti ha
percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato forte che
riesce a dialogare e a far rispettare più di altri comparti la Sicurezza sul
lavoro. A morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori in appalto:
dipendenti di altre aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle
aziende stesse. Nemmeno i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori
figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in insicurezza
senza nessun controllo. Continua su https://cadutisullavoro.blogspot.com/
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