lunedì 14 settembre 2015

Cassazione: legittimo rifiutare di lavorare nelle festività

La Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro non può costringere un dipendente a lavorare in una giornata festiva infrasettimanale. Ed è illegittima la sanzione disciplinare che punisce il suo rifiuto.

mercoledì 19 agosto 2015

il sugo dello sfruttamento

APPELLO CONDIVISO  di CHANGE.ORG

Circa il 95 per cento del pomodoro pelato "Sammarzano" trasformato nel mondo, e che ritroviamo sulle nostre tavole,proviene dalla provincia di Foggia.
D'improvviso le industrie conserviere del Sud Italia hanno portato il prezzo del pomodoro pelato da 0,10 cent (prezzo da accordo sottoscritto in fase di contrattazione all’interno delle regole del Distretto Sud del pomodoro da industria) a 0,08 cent al kg, decretando un effetto a pioggia che si riversa non solo sugli agricoltori e le loro famiglie, ma anche sulla mano d'opera e sullo sfruttamento ulteriore di tante povere persone. Più del 30 per cento delle aziende agricole è a rischio fallimento.
A pagarne le spese sarà soprattutto il consumatore finale, che compra a non meno di 0,90 cent al kg (per le marche private label): con una differenza di prezzo, quindi, di 0,83 cent, pari a più del 1000 per cento di differenziale.
Il pomodoro rappresenta l’ingrediente base dell’alimentazione degli italiani. Non è giusto che i consumatori debbano subire un prezzo così elevato, rispetto al valore reale del prodotto. Restituiamo dignità all’oro rosso del Mezzogiorno e a chi, con fatica, ogni giorno si impegna per produrlo.
La nostra terra ha tanto da offrire e può contribuire in modo concreto alla crescita e al reale sviluppo. Dobbiamo continuare a crederci e a fare in modo che si creino prospettive di futuro per i giovani agricoltori, senza farli fuggire verso altri lavori apparentemente più dignitosi. 
VaZapp è il primo hub rurale in Puglia, voluto da don Michele de Paolis, sacerdote salesiano volato in cielo lo scorso ottobre e che all’età di 93 anni amava leggere libri sul tablet e scrivere post su Facebook. VàZapp’ nasce nell’Azienda Agricola “Cascina Savino”, al suo interno ci sono spazi di coworking dove ci si incontra per ascoltare gli agricoltori, per creare eventi e format su agricoltura sostenibile e innovativa, workshop e format. Il prossimo step sarà quello di costruire una serra al cui interno si coltivino idee, con tavoli sedie e connessione a internet. Mission di “VàZapp’ – Coltiviamo idee” è quella di ridare dignità agli agricoltori.
Abbiamo a cuore il futuro dell’agricoltura e soprattutto delle nuove generazioni. Se non si porranno le basi del cambiamento, saremo costretti ad abbandonare i nostri terreni e vedere fallire il nostro futuro nella nostra terra.
Chiediamo che il ministro dell’Agricoltura Martina venga a Foggia per riscrivere le regole di una sana contrattazione, considerata la disattenzione degli accordi sottoscritti da parte dell’Industria di trasformazione e recepiti nell’accordo Quadro Pomodoro nell’annata 2015. Chiediamo che venga riconosciuto un prezzo equo per gli agricoltori e la riduzione della forbice del prezzo pagato dai consumatori finali.
Chiediamo al ministro dell’Agricoltura Martina un incontro al fine di confrontarci sulla crisi e di mettere in campo tutte le forze affinché questo problema venga affrontato e risolto.

domenica 2 agosto 2015

Disoccupazione: il dato amaro di giugno 12,7%

Dopo il calo nel mese di aprile (-0,2 punti percentuali) e la stazionarietà di maggio, a giugno il tasso di disoccupazione torna a crescere di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente, arrivando al 12,7%. Su base annua - fa sapere l’Istat - il tasso mostra un incremento di 0,3 punti percentuali. Il numero di disoccupati in Italia aumenta dunque dell’1,7% (+55mila) su base mensile.

sabato 18 luglio 2015

DERIVA DELL'ANIMA

Abbiamo assistito recentemente a più di una manifestazione in Italia contro  profughi, rifugiati e immigrati; alcune si sono caratterizzate per la forma violenta.
Gli italiani si stanno scoprendo razzisti,  non lo erano ma lo stanno
diventando. Nel nostro paese, dove non si è mai voluto affrontare
il problema della povertà con un reddito di cittadinanza, l’accoglienza
agli immigrati e l’assegno stabilito per la loro assistenza sta diventando
motivo di contesa.
Certo c’è chi soffia sul fuoco della discordia per alimentare l’acredine,
ma uno Stato disordinato e che non ha voluto mai porre rimedio
alle sue vecchie contraddizioni in materia di welfare è il primo
responsabile di questa catastrofe del sentimento degli italiani.
Qui il link di un’antica favola di Giovanni Meli


martedì 14 luglio 2015

Salario minimo per legge

ARRIGO COLOMBO DEL MOVIMENTO PER LA SOCIETÀ DI GIUSTIZIA
E PER LA SPERANZA DI LECCE LANCIA A TUTTI NOI QUESTO APPELLO

Arrigo Colombo nel suo studio a Lecce

Urge introdurre il salario minimo garantito.

Cari amici,
il Movimento è intervenuto sull'urgenza del salario minimo garantito con questo documento, per il quale chiede la vostra collaborazione nell'invio e nella diffusione. Il documento può anche essere fatto proprio o modificato.
Gl'indirizzi:
Pres. Sergio Mattarella,  presidenza.repubblica@quirinale.it
Premier Matteo Renzi, usg@mailbox.governo.it
Min. Giuliano Poletti, ufficiostampa@lavoro.gov.it
Dep. PierLuigi Bersani, bersani_p@camera.it
Dep. Gianni Cuperlo, cuperlo_g@camera.it
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

Documento da inviare e diffondere se condiviso
Al Presidente Sergio Mattarella
al Premier Matteo Renzi
al Ministro Giuliano Poletti
ai deputatati PierLuigi Bersani e Gianni Cuperlo

È davvero vergognoso che in un paese come l'Italia, che è tra i maggiori d'Europa, non ci sia ancora il salario minimo garantito, che esiste in circa settanta paesi. In Francia, ad esempio, esiste dal 1950, e viene aggiornato all'inizio di ogni anno; nel 2014 era  di 9,53 euro all'ora, quindi di 1445,38 euro lordi, 1130 netti al mese, per una settimana di 35 ore. Il che ci fa davvero vergognare se consideriamo i nostri salari, anche quelli sindacalmente pattuiti (ma anche quello che si dice sia il progetto del governo Renzi, cioè 6 o 7 euro l'ora); tanto più gli enormi abusi che, mancando una legge, e quindi un controllo, furoreggiano da noi, l'enorme sfruttamento del lavoro. Anche tutto il fenomeno del caporalato, dove lo sfruttamento è feroce, dove si lavora dieci ore al giorno per dieci euro, non può assolutamente essere tollerato: il fenomeno dev'essere recensito, un sistema di controllo permanente dev'essere stabilito, il caporalato deve scomparire. Una volta per sempre.
Vogliamo vedere qui la capacità innovativa di Renzi, il peso reale dei suoi programmi e delle sue promesse. E, con lui, quella del Partito Democratico, che su questo punto dev'essere compatto.
Lecce, luglio 2015
Per il Movimento il Responsabile
Prof. Arrigo Colombo
Arrigo Colombo, Centro interuniversitario di ricerca sull’Utopia, Università del Salento-Lecce
Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel. 0832-314160
E-mail arribo@libero.it/ Pag  web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia

Dal blog Odissea

giovedì 2 luglio 2015

il formaggio si fa con il latte

Dare il via libera anche in Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. 



In questo modo non si dà lavoro né in Italia e né in Germania e il formaggio farà un po’ schifo; solo il profitto per aziende che hanno da smaltire residui di latte in polvere

lunedì 22 giugno 2015

Reddito di cittadinanza e Renzi

 

"La questione occupazione è ai vertici di tutte le preoccupazioni, e' chiaro, ma il compito dei politici non e' quello di dare i soldi per stare a casa: dobbiamo dare l'idea di dare l'opportunità di crearti un posto di lavoro, se uno ha voglia"

http://www.cassaforense.it/radiocor-news/starstarstar-renzi-reddito-di-cittadinanza-incostituzionale-no-soldi-per-stare-a-casa-1/

per poi aggiungere (anche nel corso della direzione del Partito Democratico): “È anche incostituzionale, perché la nostra Costituzione stabilisce che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”

http://www.fanpage.it/per-renzi-il-reddito-di-cittadinanza-e-incostituzionale-e-roba-da-furbi/

 

Si ricorda al Presidente del Consiglio di leggere gli articoli 3 e 4 della Costituzione

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Dunque Presidente, come intende applicare Lei l’articolo 3: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Ci sono milioni di lavoratori disoccupati che dichiarano di voler lavorare e sono disponibili al lavoro; possono consegnare un Numero di telefono alla Signoria Vostra o al Suo Ufficio di Governo, o a suoi uffici di Collocamento (che non ci sono e se ci sono non funzionano); e: se la Signoria Vostra li chiama per un qualsiasi lavoro e non si presentano, il reddito di cittadinanza (o indennità di disoccupazione generalizzata)  può essere benissimo sospeso. Nessuno vuole vivere con una misera assistenza,  Signor Presidente,  e dunque sceglierà di lavorare per terzi o in proprio; ma se il lavoro non c’è, nel frattempo,  non può restare nella disperazione.
22 giugno 2015  francesco zaffuto

qui la minima ipotesi per una indennità di disoccupazione generalizzata proposta da questo blog


mercoledì 3 giugno 2015

la cosiddetta inversione di tendenza

Il tasso di disoccupazione ad aprile scende di 0,2 punti al 12,4% dopo l’incremento registrato negli ultimi due mesi: i disoccupati sono diminuiti dell’1,2% (-40.000 a 3.161.000). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti.  Dopo il calo degli ultimi due mesi ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7% (+159 mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli di fine 2012.

Per i dati del mese precedente

lunedì 25 maggio 2015

con figli e senza lavoro

Un dato estremamente preoccupante evidenziato dai dati ISTAT: genitori con figli e senza lavoro:
 Nel dettaglio si tratta di 1 milione e 182 mila genitori disoccupati. Un milione e 36 mila vive con il coniuge o il convivente, mentre 146 mila risultano madri o padri soli (nuclei monogenitore).

mercoledì 13 maggio 2015

Lombardia e Reddito di Cittadinanza

Roberto Maroni annuncia a sorpresa: "Voglio introdurre in Lombardia la prima sperimentazione del reddito di cittadinanza riservato ai cittadini lombardi". La proposta del governatore della Lombardia ha colto di sorpresa perfino i suoi assessori.
"Ci sono proposte di legge, e quella presentata dai grillini mi interessa molto - ha confermato Maroni - Me la sono letta in questi giorni ed è interessante perché riguarda anche formazione e lavoro. Voglio dare una prima attuazione contemporaneamente alla legge di assestamento di bilancio fra fine giugno e luglio".
Bene Governatore, non conosciamo i motivi di questa sua inattesa sensibilizzazione ma è benvenuta, faccia i passi necessari per iniziare con urgenza;  e se la Lombardia comincia tanto meglio.
Incomprensibile l’atteggiamento dei sindacati, lo stesso articolo del giornale Repubblica riporta: per la Cgil Lombardia, "avere un lavoro è il primo reddito di cittadinanza". Mentre per il segretario generale della Cils Lombardia Osvaldo Domaneschi: "In Lombardia , il reddito di cittadinanza non è la priorità".
L’insensibilità dei sindacati su questo problema è ingiustificabile.

lunedì 11 maggio 2015

dati Inps e dati Istat

Secondo i dati forniti dall'Inps, facendo un confronto con il I trimestre 2014, c’è una variazione positiva di 185,656 di nuovi contratti di lavoro.
Inevitabili gli entusiasmi del Governo.
Tanto meglio,  ma va considerato anche il dato sulla disoccupazione globale recentemente diffuso dall’ISTAT 13%

Quando il dato della disoccupazione comincerà sensibilmente a scendere si potrà parlare di dati veramente positivi. 

lunedì 4 maggio 2015

5 MAGGIO SCIOPERO DEGLI INSEGNANTI

Non c’è nessuna giustificazione per non scioperare.
Si tratta di uno sciopero che ha il valore di un Referendum
Sì o No al decreto di Renzi sulla buona scuola
Sì o No al decreto che ha mischiato l’assunzione dei precari con la cessione ai Dirigenti scolastici della scuola pubblica
Sì o No al decreto che vuole trasformare la scuola in azienda ed avviare maldestri tentativi di privatizzazione
Lo sciopero del 5 maggio è stato dichiarato da tutti i sindacati:
CGIL – CISL – UIL – SNALS – GILDA degli insegnanti – COBAS,  
proprio tutti.

Il Ministro e Renzi  il 5 maggio staranno a guardare alle percentuali di adesione allo sciopero, quei dati saranno un vero e proprio Test per misurare la forza  di opposizione dei docenti. Sarà difficile in futuro trovare migliori momenti per lottare.

sabato 2 maggio 2015

Di nuovo al 13 %, primo maggio addio

Di nuovo al 13 % il tasso di disoccupazione, nonostante le misure del Jobs Act il mercato del lavoro non riprende, ed aumenta la disoccupazione dello 0,2 rispetto al mese precedente. Sono i dati di Marzo dell’Istat, che abbiamo conosciuto proprio il 1° Maggio.  Dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio, quindi, si riconferma l’inversione il trend negativo iniziato in febbraio. In termini numerici un incremento di 52mila disoccupati.
Purtroppo. Si era intravista una piccola variazione positiva in gennaio e in febbraio, e si era subito manifestato ottimismo
ma purtroppo.
Qui non si tratta di essere ottimisti o gufi, si tratta di trovare qualche rimedio per fare ripartire l’economia, perché l’inceppamento sta producendo disastri.
Il lavoro non riparte per tanti motivi:
bassi investimenti pubblici per la stretta sul debito;
mancanza di nuovi prodotti;
forte concorrenza di manufatti prodotti all’estero a costi inferiori;
lavoro mal ripartito con eccessi di straordinari;
la stessa disoccupazione crea altra disoccupazione perché deprime i consumi delle famiglie (i giovani non possono spendere e i vecchi con maggiorenni a carico tendono a risparmiare al massimo);
ricchezza mal distribuita (i ricchi, a differenza dei ceti meno abbienti e dei ceti medi, tendono a tesaurizzare e non riportano nei consumi tutti i loro redditi);
tendenza a ritirarsi dell’imprenditore italiano (c’è una sommatoria: quelli che non ce la fanno e chiudono, quelli che vedono buio e chiudono prima del fallimento; quelli che non riescono a trasferire ai figli l’attività perché i figli non vogliono fare i lavori dei padri; quelli che  chiudono perché hanno deciso di vivere di rendita);
assenza di imprenditoria pubblica (le imprese pubbliche vengono smantellate e quelle private non nascono);
lavoro nero (che non crea condizioni di sicurezza nel farsi una posizione);
malavita, corruzione e pizzo (che in tante parti d’Italia scoraggia l’inizio di una attività imprenditoriale);
mal funzionamento della giustizia civile (che crea scoraggiamento negli imprenditori);
forte pressione fiscale sul lavoro;
All’elenco sicuramente manca ancora qualcosa.
 Il Governo, parlo di quest’ultimo, qualcosa l’ha fatto:
ha tentato di far riprendere i consumi con l’operazione 80 euro;
ha dato dei vantaggi alle imprese che assumono a tempo indeterminato;
ha diminuito le tutele ai lavoratori nuovi assunti per stimolare le imprese ad assumere a tempo indeterminato;
è intervenuto più volte in casi specifici di chiusure di grosse aziende;
ha diminuito l’IRAP sterilizzandola dai costi del lavoro.
 Fatti salvi gli interventi specifici per salvare alcune aziende e la sterilizzazione dell’IRAP, gli altri  interventi si sono rivelati poco significativi: gli 80 euro non sono immediatamente ricaduti in consumi, e sono ricaduti in buona parte nella debole tesaurizzazione delle famiglie spaventate; i vantaggi alle aziende che assumono a tempo indeterminato, fino ad ora,  hanno  prodotto un aumento di contratti a tempo indeterminato di lavoratori che prima venivano assunti a tempo determinato e senza aggiungere nuova occupazione.
L’ampio investimento usato per gli 80 euro se veniva utilizzato per creare una indennità di disoccupazione allargata avrebbe prodotto una maggiore sicurezza e il denaro destinato si sarebbe trasferito tutto sui consumi. Gli incentivi contributivi per le assunzioni andavano date a quelle aziende che effettivamente assumevano lavoratori in più rispetto all’anno precedente.
Allora due investimenti inappropriati con le poche energie a disposizione.
 Un altro elemento che va urgentemente aggiunto:  lo Stato e gli enti pubblici debbono essere promotori per iniziative pubbliche di impresa, se non decolla l’impresa privata deve esserci un cuscinetto di impresa sociale. L’impresa pubblica però non deve diventare una spugna che assorbe energie monetarie pubbliche in continuazione, dopo l’investimento iniziale ogni impresa pubblica deve essere gestita con criteri di pareggio di bilancio.
02/05/2015 francesco zaffuto

venerdì 17 aprile 2015

non si può morire di lavoro a 21 anni

Klodian Elezi, 21 anni, morto sul lavoro –
11 aprile ha fatto un volo di 5 metri, all’interno del cantiere della Teem, sbattendo la testa e morendo sul colpo, da un ponteggio dove lavorava senza alcuna imbracatura.
- era integrato e benvoluto nel suo paese a Chiari nel bresciano

avevano bisogno di accelerare i lavori del cantiere Teem, anche a fronte dell'ormai imminente inaugurazione di Expo. 

Whirlpool annuncia 1.350 esuberi in Italia

Un esempio di investimenti esteri in Italia
1350 licenziamenti in tutta Italia: è il piano industriale presentato dalla Whirpool oggi ai sindacati e governo al Mise. 1.200 persone perderebbero il lavoro nelle fabbriche, mentre 150 nel centro di ricerca e sviluppo di None, in Piemonte.Per farlo si chiudono due stabilimenti: quello della Indesit, marchio acquistato dalla multinazionale USA, a Caserta, e quello di Albacina. Fortemente contrari sia i sindacati che il governo. Gli operai Indesit di Albacina, appresa la notizia, hanno bloccato la provinciale e la superstrada Ancona-Roma. Poco fa hanno tolto il blocco. Su questo stabilimento la dirigenza della multinazionale ha detto che non ci saranno licenziamenti, ma i lavoratori dovranno trasferirsi a Melano, a 8 km di distanza. Per la Fiom ”quello presentato è un piano che, se da un lato contiene scelte industriali importanti in termini di investimenti e volumi produttivi, con il rientro di produzioni attualmente fatte in Cina, in Turchia e in Polonia, dall’altro contiene la decisione di chiudere stabilimenti che non possiamo condividere”.
 Continua la lettura su Radio Onda d’Urto 


mercoledì 15 aprile 2015

Falsi braccianti di uno Stato approssimativo

 Ennesima maxi truffa all'Inps scoperta dalla Guardia di Finanza di Corigliano che ha denunciato  800 falsi braccianti agricoli nella zona di Sibari. 
Complessivamente le giornate agricole falsamente dichiarate sono risultate ben 50 mila,  la disoccupazione agricola e la malattia in questo modo è stata fatta pagare dall'Inps.
Nel nostro paese non si vuole mettere ordine nel collocamento, sono stati resi inutili i centri di collocamento e le liste di attesa, in questo modo le risorse vanno dove non dovrebbero andare e chi versa in condizioni disperate non ha un minimo aiuto. Questo blog sin da quando è nato porta avanti  una campagna per l’indennità di disoccupazione universale a tutti i disoccupati e per la reintroduzione delle liste di collocamento. Si può fare e non lo si vuole fare.

martedì 14 aprile 2015

A regola d’arte

Il crollo sugli alunni di una scuola di 5 metri quadrati di intonaco di un tetto assume un rilievo particolare quando nella scuola era già stata completata la ristrutturazione da pochi mesi
Se il tetto era stato rifatto non poteva crollare, se non era stato rifatto vuol dire che non era stato controllato per le parti ammalorate o erano state solo coperte le parti ammalorate con una imbiancatura.
 Un vecchio muratore  era in grado di tirare su una casa con tutti i requisiti di sicurezza, un’impresa di oggi con tanti mezzi riesce a fare disastri; la responsabilità va ricercata nella corruzione e nella mancanza di competenza.
E’ evidente che i lavori non erano stati fatti a regola d’arte.
Lavorare a regola d’arte non è un fatto burocratico, non è solo riempire dei certificati di conformità, significa: utilizzo delle tecniche più appropriate per la realizzazione del manufatto; utilizzo dei materiali migliori per resistenza, durata e sicurezza;  utilizzo di manodopera qualificata in grado di comprendere i processi di lavorazione.
Lavorare a regola d’arte significa maggior possibilità di lavoro;  il lavoro fatto bene non fa sprecare denaro pubblico e fa aumentare la stessa l’occupazione. (f.z.)


lunedì 13 aprile 2015

Contratti a tempo indeterminato e il facile ottimismo

Nei primi due mesi del 2015, i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato stipulati in Italia, rilevati da Inps, sono stati 307.582, il 20,7% in più rispetto all'analogo bimestre del 2014. Se si considerano anche le conversioni a tempo indeterminato di rapporti a termine e gli apprendisti “trasformati” in tempo indeterminato, sono 403.386 i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato stipulati nel primo bimestre dell’anno (in questo caso la variazione rispetto allo stesso periodo del 2014 è di +12,3%). Pertanto la quota di nuovi rapporti di lavoro stabili è passata dal 37,1% del primo bimestre 2014, al 41,6% dei primi due mesi del 2015. Resta però sotto il livello del 2013, quando il lavoro stabile era al 43,85% del totale.
Sul versante delle assunzioni a termine si registra un calo del 7% e anche per l'apprendistato, sempre nel primo bimestre dell'anno, si vede una flessione dell'11,3%.


Quello che è accaduto nei primi due mesi del 2015 si può spiegare con la scelta fatta da alcune imprese di trasformare alcuni contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato per fruire delle agevolazioni economiche del governo. Il fenomeno in sé non è negativo ma nei fatti è ben limitato nei suoi effetti: costa alla collettività nel suo complesso, migliora leggermente il rapporto di lavoro per i nuovi assunti a tempo indeterminato (leggermente visto che saranno licenziabili con le nuove regole a tutele crescenti),  ma  non produce nuovi posto di lavoro. I posti di lavoro sono legati all’aumento della produzione e la produzione è legata all’aumento degli investimenti. Intanto gli investimenti privati non tendono ad aumentare e gli investimenti pubblici sono in ritirata per la scelta un po’ miope che lo Stato deve privatizzare tutto. (f.z.)

sabato 11 aprile 2015

1,5 miliardi e il Pronto Soccorso Italia

Tra le pieghe del Def Renzi dice che ci sta un piccolo tesoretto di 1,5 miliardi da poter spendere. Qualcuno avanza l’ipotesi di destinarlo ai più disagiati, il premier non ha preso ancora una decisione, sarà presa in una prossima seduta di Governo. Andare a destinare questa somma ai più disagiati è come dire: “mi sono restati degli spiccioli, tenete ….”  e via, ecco il lavaggio delle coscienze con la carità. Il Presidente Renzi  il Reddito di cittadinanza o di sopravvivenza doveva metterlo come primo punto delle azioni di governo, perché era la questione più urgente da affrontare, ma ha voluto fare altro (e nell’altro c’è stata anche la scelta degli 80 euro). Considerata l’iniziale urgenza si può ben dire che Renzi è stato, fino ad ora, il peggior medico del Pronto Soccorso Italia.
francesco zaffuto


mercoledì 1 aprile 2015

Braccianti rumeni come schiavi

Catania, sette persone arrestate per caporalato: sfruttavano e maltrattavano braccianti rumeni
Un  "caporale" che gestiva la "manodopera" In un'intercettazione telefonica replica a chi gli contesta l'assenza dai campi: «io mandare operai... a te che interessa, che devo lavorare io per forza?». E all'interlocutore che gli chiede: «Ah.. tu fai il padrone?», risponde: «certo». 


immagine: Van Gogh – piantatori di patate

martedì 31 marzo 2015

DISOCCUPAZIONE febbraio risale al 12,7%

Nonostante gli sforzi per fare apparire  il bicchiere mezzo pieno, i dati comunicati dall’Istat per febbraio parlano di un nuovo aumento della disoccupazione che si posiziona al 12,7%., rispetto al 12,6% del mese precedente.

lunedì 30 marzo 2015

L’Italia che riparte e …

L’Italia che riparte e … sempre quella storiella del bicchiere …
Nei primi due mesi del 2015 sono stati attivati 79 mila contratti a tempo indeterminato, il 38,4% in più rispetto ai primi due mesi del 2014". Lo ha detto il ministro del lavoro Giuliano Poletti. L'annuncio era stato anticipato dal premier Matteo Renzi che aveva parlato di un aumento "a doppia cifra" rispetto all'anno precedente: "E' il segnale che l'Italia riparte".
Il fatturato nell'industria diminuisce a gennaio dell'1,6% rispetto a dicembre, con una flessione dello 0,9% sul mercato interno e del 3,1% su quello estero. Lo rileva l'Istat che parla di un calo ''abbastanza importante'' dopo il risultato positivo di dicembre (+1,4% su mese e +0,9% su anno). Su base annua la riduzione di gennaio è del 2,5%.
Anche gli ordinativi si riducono del 3,6% rispetto a dicembre e del 5,5% rispetto a gennaio 2014. Più in dettaglio, il fatturato cala su base mensile del 13,6% per l'energia, del 2,2% per i beni strumentali e dello 0,4% per i beni di consumo, mentre aumenta dello 0,3% per i beni intermedi.

Vale la pena sempre  di ricordare al Ministro Poletti che in Italia  3,6 milioni di persone non cercano impiego ma sarebbero disponibili a lavorare; e sommando i disoccupati che cercano il lavoro, si superano i 6,6 milioni di persone senza lavoro.

lunedì 9 marzo 2015

gravi conseguenze per mancati rimedi

Arezzo, 5 marzo 2015 – «Aveva 53 ANNI, da agosto non riscuoteva lo stipendio e domenica ha deciso di farla finita, lasciando la moglie, disoccupata, e quattro figli. Siamo spiazzati e preoccupati». Raccontano così Alessandro Mugnai, segretario provinciale della Cgil e Nicola Innocenti, della Fillea dello stesso sindacato, la tragica fine di un operaio cortonese.
«Non mi vergogno di usare la parola eroe per questa persona – continua Mugnai –  attaccato al lavoro, un operaio esemplare. Il 3 febbraio l’azienda per la quale lavorava, una ditta edile, è stata dichiarata fallita. Gli spettva la cassa integrazione ma da agosto non riceveva più nulla e lo sportello anticrisi della Provincia non anticipa le somme per questo tipo di ammortizzatore sociale. Il fatto  tragico è che ci sono circa 3 mila lavoratori in tutta la provincia  che condividono la stessa sorte: da sei mesi non si è più visto un euro».
«Arezzo è la terza provincia in Toscana per numero di ore di cassa in deroga. Una parte consistente di persone che l’anno scorso erano cassintegrati adesso è in mobilità: finiscono gli ammortizzatori sociali e si rimane senza lavoro. La storia dell’operaio morto suicida getta luce su chi avrebbe anche il paracadute della cassa in deroga ma che, in pratica, non ha uno stipendio su cui contare davvero».



Per un Governo era la cosa più urgente: dare una mano a chi non ha un lavoro e nessun reddito.