La Cassazione ha stabilito
che il datore di lavoro non può
costringere un dipendente a lavorare in una giornata festiva infrasettimanale.
Ed è illegittima la sanzione disciplinare che punisce il suo rifiuto.
lunedì 14 settembre 2015
mercoledì 19 agosto 2015
il sugo dello sfruttamento
APPELLO CONDIVISO di CHANGE.ORG
|
domenica 2 agosto 2015
Disoccupazione: il dato amaro di giugno 12,7%
Dopo il calo nel mese di aprile (-0,2 punti
percentuali) e la stazionarietà di maggio, a giugno il tasso di disoccupazione torna a crescere di 0,2
punti percentuali rispetto al mese precedente, arrivando al 12,7%. Su base
annua - fa sapere l’Istat - il tasso mostra un incremento di 0,3 punti
percentuali. Il numero di disoccupati in Italia aumenta dunque dell’1,7%
(+55mila) su base mensile.
sabato 18 luglio 2015
DERIVA DELL'ANIMA
Abbiamo assistito
recentemente a più di una manifestazione in Italia contro profughi,
rifugiati e immigrati; alcune si sono caratterizzate per la forma
violenta.
Gli italiani si stanno
scoprendo razzisti, non lo erano ma lo
stanno
diventando. Nel nostro paese,
dove non si è mai voluto affrontare
il problema della povertà con
un reddito di cittadinanza, l’accoglienza
agli immigrati e l’assegno
stabilito per la loro assistenza sta diventando
motivo di contesa.
Certo c’è chi soffia sul
fuoco della discordia per alimentare l’acredine,
ma uno Stato disordinato e
che non ha voluto mai porre rimedio
alle sue vecchie
contraddizioni in materia di welfare è il primo
responsabile di questa
catastrofe del sentimento degli italiani.
Qui il link di un’antica
favola di Giovanni Meli
martedì 14 luglio 2015
Salario minimo per legge
ARRIGO COLOMBO DEL MOVIMENTO PER LA SOCIETÀ DI GIUSTIZIA
E PER LA SPERANZA DI LECCE LANCIA A TUTTI NOI QUESTO APPELLO
![]() |
Arrigo Colombo nel suo studio a Lecce |
Urge introdurre il salario minimo garantito.
Cari amici,
il Movimento è intervenuto sull'urgenza del salario minimo garantito con questo documento, per il quale chiede la vostra collaborazione nell'invio e nella diffusione. Il documento può anche essere fatto proprio o modificato.
Gl'indirizzi:
Pres. Sergio Mattarella, presidenza.repubblica@quirinale.it
Premier Matteo Renzi, usg@mailbox.governo.it
Min. Giuliano Poletti, ufficiostampa@lavoro.gov.it
Dep. PierLuigi Bersani, bersani_p@camera.it
Dep. Gianni Cuperlo, cuperlo_g@camera.it
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Documento da inviare e diffondere se condiviso
Al Presidente Sergio Mattarella
al Premier Matteo Renzi
al Ministro Giuliano Poletti
ai deputatati PierLuigi Bersani e Gianni Cuperlo
È davvero vergognoso che in un paese come l'Italia, che è tra i maggiori d'Europa, non ci sia ancora il salario minimo garantito, che esiste in circa settanta paesi. In Francia, ad esempio, esiste dal 1950, e viene aggiornato all'inizio di ogni anno; nel 2014 era di 9,53 euro all'ora, quindi di 1445,38 euro lordi, 1130 netti al mese, per una settimana di 35 ore. Il che ci fa davvero vergognare se consideriamo i nostri salari, anche quelli sindacalmente pattuiti (ma anche quello che si dice sia il progetto del governo Renzi, cioè 6 o 7 euro l'ora); tanto più gli enormi abusi che, mancando una legge, e quindi un controllo, furoreggiano da noi, l'enorme sfruttamento del lavoro. Anche tutto il fenomeno del caporalato, dove lo sfruttamento è feroce, dove si lavora dieci ore al giorno per dieci euro, non può assolutamente essere tollerato: il fenomeno dev'essere recensito, un sistema di controllo permanente dev'essere stabilito, il caporalato deve scomparire. Una volta per sempre.
Vogliamo vedere qui la capacità innovativa di Renzi, il peso reale dei suoi programmi e delle sue promesse. E, con lui, quella del Partito Democratico, che su questo punto dev'essere compatto.
Lecce, luglio 2015
Per il Movimento il Responsabile
Prof. Arrigo Colombo
Arrigo Colombo, Centro interuniversitario di ricerca sull’Utopia, Università del Salento-Lecce
Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel. 0832-314160
E-mail arribo@libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia
Dal blog Odissea
venerdì 3 luglio 2015
reddito di cittadinanza, don Ciotti
Qui il link
della audizione in Parlamento di don Ciotti sul reddito di cittadinanza
della audizione in Parlamento di don Ciotti sul reddito di cittadinanza
giovedì 2 luglio 2015
il formaggio si fa con il latte
Dare il via libera anche in
Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in
cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la
Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato
e ricostituito per la fabbricazione del formaggio.
In questo modo non si dà
lavoro né in Italia e né in Germania e il formaggio farà un po’ schifo; solo il
profitto per aziende che hanno da smaltire residui di latte in polvere
lunedì 22 giugno 2015
Reddito di cittadinanza e Renzi
"La
questione occupazione è ai vertici di tutte le preoccupazioni, e' chiaro, ma il
compito dei politici non e' quello di dare i soldi per stare a casa: dobbiamo
dare l'idea di dare l'opportunità di crearti un posto di lavoro, se uno ha
voglia"
http://www.cassaforense.it/radiocor-news/starstarstar-renzi-reddito-di-cittadinanza-incostituzionale-no-soldi-per-stare-a-casa-1/
per poi
aggiungere (anche nel corso della direzione del Partito Democratico): “È anche incostituzionale, perché la nostra
Costituzione stabilisce che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”
http://www.fanpage.it/per-renzi-il-reddito-di-cittadinanza-e-incostituzionale-e-roba-da-furbi/
Si
ricorda al Presidente del Consiglio di leggere gli articoli 3 e 4 della
Costituzione
Art. 3
Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La
Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni
cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria
scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società.
Dunque Presidente, come intende applicare Lei l’articolo 3: È compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ci sono milioni di
lavoratori disoccupati che dichiarano di voler lavorare e sono disponibili al
lavoro; possono consegnare un Numero di telefono alla Signoria Vostra o al Suo
Ufficio di Governo, o a suoi uffici di Collocamento (che non ci sono e se ci
sono non funzionano); e: se la Signoria Vostra li chiama per un qualsiasi lavoro
e non si presentano, il reddito di cittadinanza (o indennità di disoccupazione generalizzata)
può essere benissimo sospeso. Nessuno
vuole vivere con una misera assistenza, Signor
Presidente, e dunque sceglierà di lavorare
per terzi o in proprio; ma se il lavoro non c’è, nel frattempo, non può restare nella disperazione.
22 giugno
2015 francesco zaffuto
qui
la minima ipotesi per una indennità di disoccupazione generalizzata
proposta da questo blog
mercoledì 3 giugno 2015
la cosiddetta inversione di tendenza
Il tasso di disoccupazione ad
aprile scende di 0,2 punti al 12,4% dopo l’incremento registrato negli ultimi
due mesi: i disoccupati sono diminuiti dell’1,2% (-40.000 a 3.161.000). Nei
dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il
tasso di disoccupazione di 0,2 punti. Dopo il calo degli ultimi due mesi
ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7% (+159 mila) rispetto al mese
precedente, tornando ai livelli di fine 2012.
Per i dati del mese
precedente
lunedì 25 maggio 2015
con figli e senza lavoro
Un dato estremamente preoccupante evidenziato dai dati ISTAT: genitori con figli e senza lavoro:
Nel
dettaglio si tratta di 1 milione e 182 mila genitori disoccupati. Un
milione e 36 mila vive con il coniuge o il convivente, mentre 146 mila
risultano madri o padri soli (nuclei monogenitore).
mercoledì 13 maggio 2015
Lombardia e Reddito di Cittadinanza
Roberto
Maroni annuncia a sorpresa: "Voglio introdurre in Lombardia la prima
sperimentazione del reddito di cittadinanza riservato ai cittadini
lombardi". La proposta del governatore della Lombardia ha colto di
sorpresa perfino i suoi assessori.
"Ci
sono proposte di legge, e quella presentata dai grillini mi interessa molto -
ha confermato Maroni - Me la sono letta in questi giorni ed è interessante
perché riguarda anche formazione e lavoro. Voglio dare una prima attuazione
contemporaneamente alla legge di assestamento di bilancio fra fine giugno e
luglio".
Bene
Governatore, non conosciamo i motivi di questa sua inattesa
sensibilizzazione ma è benvenuta, faccia i passi necessari per iniziare con
urgenza; e se la Lombardia comincia tanto meglio.
Incomprensibile l’atteggiamento dei sindacati, lo
stesso articolo del giornale Repubblica riporta: per la Cgil Lombardia,
"avere un lavoro è il primo reddito di cittadinanza". Mentre per il
segretario generale della Cils Lombardia Osvaldo Domaneschi: "In Lombardia
, il reddito di cittadinanza non è la priorità".
L’insensibilità dei sindacati su questo problema è ingiustificabile.
L’insensibilità dei sindacati su questo problema è ingiustificabile.
lunedì 11 maggio 2015
dati Inps e dati Istat
Secondo i dati forniti dall'Inps,
facendo un confronto con il I trimestre 2014, c’è una variazione positiva di
185,656 di nuovi contratti di lavoro.
Inevitabili gli entusiasmi del
Governo.
Tanto meglio, ma va considerato anche il dato sulla
disoccupazione globale recentemente diffuso dall’ISTAT 13%
Quando il dato della
disoccupazione comincerà sensibilmente a scendere si potrà parlare di dati
veramente positivi.
sabato 9 maggio 2015
Ad Assisi per il reddito di cittadinanza
Manifestazione per
richiamare l’attenzione sul problema essenziale: diritto a vivere per chi è
escluso dal mondo del lavoro
Il link
lunedì 4 maggio 2015
5 MAGGIO SCIOPERO DEGLI INSEGNANTI
Non c’è nessuna giustificazione per non
scioperare.
Si tratta di uno sciopero che ha il valore
di un Referendum
Sì o No al decreto di Renzi sulla buona
scuola
Sì o No al decreto che ha mischiato
l’assunzione dei precari con la cessione ai Dirigenti scolastici della scuola
pubblica
Sì o No al decreto che vuole trasformare la
scuola in azienda ed avviare maldestri tentativi di privatizzazione
Lo sciopero del 5 maggio è stato dichiarato
da tutti i sindacati:
CGIL – CISL – UIL – SNALS – GILDA degli
insegnanti – COBAS,
proprio tutti.
Il Ministro e Renzi il 5 maggio staranno a guardare alle
percentuali di adesione allo sciopero, quei dati saranno un vero e proprio Test
per misurare la forza di opposizione dei
docenti. Sarà difficile in futuro trovare migliori momenti per lottare.
sabato 2 maggio 2015
Di nuovo al 13 %, primo maggio addio
Di nuovo
al 13 % il tasso di disoccupazione, nonostante le misure del Jobs Act il mercato del lavoro non
riprende, ed aumenta la disoccupazione dello 0,2 rispetto al mese precedente.
Sono i dati di Marzo dell’Istat, che abbiamo conosciuto proprio il 1° Maggio. Dopo
i cali registrati a dicembre e a gennaio, quindi, si riconferma l’inversione il
trend negativo iniziato in febbraio. In termini numerici un incremento di
52mila disoccupati.
Purtroppo.
Si era intravista una piccola variazione positiva in gennaio e in febbraio, e si
era subito manifestato ottimismo
ma
purtroppo.
Qui non si
tratta di essere ottimisti o gufi, si tratta di trovare qualche rimedio per fare
ripartire l’economia, perché l’inceppamento sta producendo disastri.
Il lavoro
non riparte per tanti motivi:
bassi
investimenti pubblici per la stretta sul debito;
mancanza
di nuovi prodotti;
forte
concorrenza di manufatti prodotti all’estero a costi inferiori;
lavoro mal
ripartito con eccessi di straordinari;
la stessa
disoccupazione crea altra disoccupazione perché deprime i consumi delle
famiglie (i giovani non possono spendere e i vecchi con maggiorenni a carico
tendono a risparmiare al massimo);
ricchezza
mal distribuita (i ricchi, a differenza dei ceti meno abbienti e dei ceti medi,
tendono a tesaurizzare e non riportano nei consumi tutti i loro redditi);
tendenza a
ritirarsi dell’imprenditore italiano (c’è una sommatoria: quelli che non ce la
fanno e chiudono, quelli che vedono buio e chiudono prima del fallimento;
quelli che non riescono a trasferire ai figli l’attività perché i figli non
vogliono fare i lavori dei padri; quelli che chiudono perché hanno deciso di vivere di
rendita);
assenza di
imprenditoria pubblica (le imprese pubbliche vengono smantellate e quelle
private non nascono);
lavoro
nero (che non crea condizioni di sicurezza nel farsi una posizione);
malavita,
corruzione e pizzo (che in tante parti d’Italia scoraggia l’inizio di una
attività imprenditoriale);
mal
funzionamento della giustizia civile (che crea scoraggiamento negli
imprenditori);
forte
pressione fiscale sul lavoro;
All’elenco
sicuramente manca ancora qualcosa.
Il Governo, parlo di quest’ultimo, qualcosa l’ha
fatto:
ha tentato
di far riprendere i consumi con l’operazione 80 euro;
ha dato
dei vantaggi alle imprese che assumono a tempo indeterminato;
ha
diminuito le tutele ai lavoratori nuovi assunti per stimolare le imprese ad
assumere a tempo indeterminato;
è
intervenuto più volte in casi specifici di chiusure di grosse aziende;
ha
diminuito l’IRAP sterilizzandola dai costi del lavoro.
Fatti salvi gli interventi specifici per
salvare alcune aziende e la sterilizzazione dell’IRAP, gli altri interventi si sono rivelati poco
significativi: gli 80 euro non sono immediatamente ricaduti in consumi, e sono ricaduti
in buona parte nella debole tesaurizzazione delle famiglie spaventate; i
vantaggi alle aziende che assumono a tempo indeterminato, fino ad ora, hanno prodotto un aumento di contratti a tempo
indeterminato di lavoratori che prima venivano assunti a tempo determinato e
senza aggiungere nuova occupazione.
L’ampio
investimento usato per gli 80 euro se veniva utilizzato per creare una
indennità di disoccupazione allargata avrebbe prodotto una maggiore sicurezza e
il denaro destinato si sarebbe trasferito tutto sui consumi. Gli incentivi
contributivi per le assunzioni andavano date a quelle aziende che effettivamente
assumevano lavoratori in più rispetto all’anno precedente.
Allora due
investimenti inappropriati con le poche energie a disposizione.
Un altro elemento che va urgentemente
aggiunto: lo Stato e gli enti pubblici
debbono essere promotori per iniziative pubbliche di impresa, se non decolla l’impresa
privata deve esserci un cuscinetto di impresa sociale. L’impresa pubblica però
non deve diventare una spugna che assorbe energie monetarie pubbliche in
continuazione, dopo l’investimento iniziale ogni impresa pubblica deve essere
gestita con criteri di pareggio di bilancio.
02/05/2015
francesco zaffuto
venerdì 17 aprile 2015
non si può morire di lavoro a 21 anni
Klodian Elezi, 21 anni, morto sul lavoro –
11 aprile ha fatto un volo di 5 metri,
all’interno del cantiere della Teem, sbattendo la testa e morendo sul colpo, da
un ponteggio dove lavorava senza alcuna imbracatura.
- era integrato e benvoluto nel suo paese a
Chiari nel bresciano
avevano bisogno di accelerare i lavori del
cantiere Teem, anche a fronte dell'ormai imminente inaugurazione di Expo.
Whirlpool annuncia 1.350 esuberi in Italia
Un esempio di investimenti esteri in Italia
1350 licenziamenti in
tutta Italia: è il piano industriale presentato dalla Whirpool oggi ai
sindacati e governo al Mise. 1.200 persone perderebbero il lavoro
nelle fabbriche, mentre 150 nel centro di ricerca e sviluppo di None, in
Piemonte.Per farlo
si chiudono due stabilimenti: quello della Indesit, marchio acquistato dalla
multinazionale USA, a Caserta, e quello di Albacina. Fortemente contrari sia i
sindacati che il governo. Gli operai Indesit di Albacina, appresa la notizia,
hanno bloccato la provinciale e la superstrada Ancona-Roma. Poco fa hanno tolto
il blocco. Su questo stabilimento la dirigenza della multinazionale ha detto
che non ci saranno licenziamenti, ma i lavoratori dovranno trasferirsi a
Melano, a 8 km di distanza. Per la Fiom ”quello presentato è un piano che, se
da un lato contiene scelte industriali importanti in termini di investimenti e
volumi produttivi, con il rientro di produzioni attualmente fatte in Cina, in
Turchia e in Polonia, dall’altro contiene la decisione di chiudere stabilimenti
che non possiamo condividere”.
mercoledì 15 aprile 2015
Falsi braccianti di uno Stato approssimativo
Ennesima maxi truffa all'Inps scoperta dalla
Guardia di Finanza di Corigliano che ha denunciato 800 falsi braccianti
agricoli nella zona di Sibari.
Complessivamente le giornate agricole
falsamente dichiarate sono risultate ben 50 mila, la disoccupazione agricola e la malattia in questo modo è stata fatta pagare dall'Inps.
Nel
nostro paese non si vuole mettere ordine nel collocamento, sono stati resi
inutili i centri di collocamento e le liste di attesa, in questo modo le
risorse vanno dove non dovrebbero andare e chi versa in condizioni disperate
non ha un minimo aiuto. Questo blog sin da quando è nato porta avanti una campagna per l’indennità di
disoccupazione universale a tutti i disoccupati e per la reintroduzione delle
liste di collocamento. Si può fare e non lo si vuole fare.
martedì 14 aprile 2015
A regola d’arte
Il crollo sugli alunni di una scuola
di 5 metri quadrati di intonaco di un tetto assume un rilievo particolare quando
nella scuola era già stata completata la ristrutturazione da pochi mesi
Se il tetto era stato rifatto non
poteva crollare, se non era stato rifatto vuol dire che non era stato
controllato per le parti ammalorate o erano state solo coperte le parti ammalorate
con una imbiancatura.
Un vecchio muratore era in grado di tirare su una casa con tutti i
requisiti di sicurezza, un’impresa di oggi con tanti mezzi riesce a fare
disastri; la responsabilità va ricercata nella corruzione e nella mancanza di
competenza.
E’ evidente che i
lavori non erano stati fatti a regola d’arte.
Lavorare a regola d’arte non è un
fatto burocratico, non è solo riempire dei certificati di conformità, significa:
utilizzo delle tecniche più appropriate per la realizzazione del manufatto; utilizzo dei materiali migliori per resistenza, durata e sicurezza; utilizzo di manodopera qualificata in grado
di comprendere i processi di lavorazione.
Lavorare a regola d’arte significa
maggior possibilità di lavoro; il lavoro
fatto bene non fa sprecare denaro pubblico e fa aumentare la stessa l’occupazione.
(f.z.)
Immagine: mani e mattoni da http://consulenza-tecnica.lacasagiusta.it/regola-darte-lavori-non-eseguiti/
lunedì 13 aprile 2015
Contratti a tempo indeterminato e il facile ottimismo
Nei
primi due mesi del 2015, i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato
stipulati in Italia, rilevati da Inps, sono stati 307.582, il 20,7% in più
rispetto all'analogo bimestre del 2014. Se si considerano anche le conversioni
a tempo indeterminato di rapporti a termine e gli apprendisti “trasformati” in
tempo indeterminato, sono 403.386 i nuovi rapporti di lavoro a tempo
indeterminato stipulati nel primo bimestre dell’anno (in questo caso la
variazione rispetto allo stesso periodo del 2014 è di +12,3%). Pertanto la
quota di nuovi rapporti di lavoro stabili è passata dal 37,1% del primo
bimestre 2014, al 41,6% dei primi due mesi del 2015. Resta però sotto il
livello del 2013, quando il lavoro stabile era al 43,85% del totale.
Sul
versante delle assunzioni a termine si registra un calo del 7% e anche per
l'apprendistato, sempre nel primo bimestre dell'anno, si vede una flessione
dell'11,3%.
Quello che è
accaduto nei primi due mesi del 2015 si può spiegare con la scelta fatta da
alcune imprese di trasformare alcuni contratti a tempo determinato in contratti
a tempo indeterminato per fruire delle agevolazioni economiche del governo. Il
fenomeno in sé non è negativo ma nei fatti è ben limitato nei suoi effetti:
costa alla collettività nel suo complesso, migliora leggermente il rapporto di
lavoro per i nuovi assunti a tempo indeterminato (leggermente visto che saranno
licenziabili con le nuove regole a tutele crescenti), ma non
produce nuovi posto di lavoro. I posti di lavoro sono legati all’aumento della
produzione e la produzione è legata all’aumento degli investimenti. Intanto gli
investimenti privati non tendono ad aumentare e gli investimenti pubblici sono
in ritirata per la scelta un po’ miope che lo Stato deve privatizzare tutto.
(f.z.)
sabato 11 aprile 2015
1,5 miliardi e il Pronto Soccorso Italia
Tra le pieghe del Def Renzi dice che
ci sta un piccolo tesoretto di 1,5 miliardi da poter spendere. Qualcuno avanza
l’ipotesi di destinarlo ai più disagiati, il premier non ha preso ancora una
decisione, sarà presa in una prossima seduta di Governo. Andare a destinare
questa somma ai più disagiati è come dire: “mi sono restati degli spiccioli,
tenete ….” e via, ecco il lavaggio delle
coscienze con la carità. Il Presidente Renzi
il Reddito di cittadinanza o di sopravvivenza doveva metterlo come primo
punto delle azioni di governo, perché era la questione più urgente da affrontare,
ma ha voluto fare altro (e nell’altro c’è stata anche la scelta degli 80 euro).
Considerata l’iniziale urgenza si può ben dire che Renzi è stato, fino ad ora, il peggior medico del Pronto Soccorso Italia.
francesco zaffuto
venerdì 3 aprile 2015
giovedì 2 aprile 2015
mercoledì 1 aprile 2015
Braccianti rumeni come schiavi
Catania, sette persone
arrestate per caporalato: sfruttavano e maltrattavano braccianti rumeni
Un
"caporale" che gestiva la "manodopera" In un'intercettazione telefonica
replica a chi gli contesta l'assenza dai campi: «io mandare operai... a te che
interessa, che devo lavorare io per forza?». E all'interlocutore che gli
chiede: «Ah.. tu fai il padrone?», risponde: «certo».
immagine: Van Gogh – piantatori di patate
martedì 31 marzo 2015
DISOCCUPAZIONE febbraio risale al 12,7%
Nonostante gli sforzi per fare apparire il bicchiere mezzo pieno, i dati comunicati
dall’Istat per febbraio parlano di un nuovo aumento della disoccupazione che si
posiziona al 12,7%., rispetto al 12,6% del mese precedente.
lunedì 30 marzo 2015
L’Italia che riparte e …
L’Italia che riparte e … sempre quella
storiella del bicchiere …
Nei primi due mesi del 2015 sono stati attivati 79 mila contratti a
tempo indeterminato, il 38,4% in più rispetto ai primi due mesi del 2014".
Lo ha detto il ministro del lavoro Giuliano Poletti. L'annuncio era stato anticipato dal premier Matteo Renzi che aveva parlato di un aumento
"a doppia cifra" rispetto all'anno precedente: "E' il segnale
che l'Italia riparte".
Il fatturato nell'industria diminuisce a gennaio
dell'1,6% rispetto a dicembre, con una flessione dello 0,9% sul mercato interno
e del 3,1% su quello estero. Lo rileva l'Istat che parla di un calo
''abbastanza importante'' dopo il risultato positivo di dicembre (+1,4% su mese
e +0,9% su anno). Su base annua la riduzione di gennaio è del 2,5%.
Anche gli ordinativi si riducono del 3,6% rispetto a dicembre e del 5,5% rispetto a gennaio 2014. Più in dettaglio, il fatturato cala su base mensile del 13,6% per l'energia, del 2,2% per i beni strumentali e dello 0,4% per i beni di consumo, mentre aumenta dello 0,3% per i beni intermedi.
Anche gli ordinativi si riducono del 3,6% rispetto a dicembre e del 5,5% rispetto a gennaio 2014. Più in dettaglio, il fatturato cala su base mensile del 13,6% per l'energia, del 2,2% per i beni strumentali e dello 0,4% per i beni di consumo, mentre aumenta dello 0,3% per i beni intermedi.
Vale la pena sempre di ricordare al Ministro Poletti che in Italia
3,6 milioni di persone non cercano impiego
ma sarebbero disponibili a lavorare; e sommando i disoccupati che cercano il
lavoro, si superano i 6,6 milioni di persone senza lavoro.
domenica 29 marzo 2015
venerdì 13 marzo 2015
lunedì 9 marzo 2015
gravi conseguenze per mancati rimedi
Arezzo, 5 marzo 2015
– «Aveva 53 ANNI, da agosto non riscuoteva lo stipendio e domenica ha
deciso di farla finita, lasciando la moglie, disoccupata, e quattro figli.
Siamo spiazzati e preoccupati». Raccontano così Alessandro Mugnai, segretario provinciale
della Cgil e Nicola Innocenti, della Fillea dello stesso sindacato, la tragica
fine di un operaio cortonese.
«Non mi vergogno di usare la parola eroe
per questa persona – continua Mugnai – attaccato al lavoro, un operaio
esemplare. Il 3 febbraio l’azienda per la quale lavorava, una ditta edile, è
stata dichiarata fallita. Gli spettva la cassa integrazione ma da agosto
non riceveva più nulla e lo sportello anticrisi della Provincia non anticipa le
somme per questo tipo di ammortizzatore sociale. Il fatto tragico è che
ci sono circa 3 mila lavoratori in tutta la provincia che condividono la
stessa sorte: da sei mesi non si è più visto un euro».
«Arezzo è la
terza provincia in Toscana per numero di ore di cassa in deroga. Una parte
consistente di persone che l’anno scorso erano cassintegrati adesso è in
mobilità: finiscono gli ammortizzatori sociali e si rimane senza lavoro. La
storia dell’operaio morto suicida getta luce su chi avrebbe anche il
paracadute della cassa in deroga ma che, in pratica, non ha uno stipendio su
cui contare davvero».
Per
un Governo era la cosa più urgente: dare una mano a chi non ha un lavoro e
nessun reddito.
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