sabato 11 maggio 2013

al disperato del mese di maggio



Pare che si chiamasse Pasquale ed era vecchio per questo mondo di soli 30 anni, aveva una pistola giocattolo che non poteva sparare, non era andato a Montecitorio, ma in una gioielleria;  senza voler uccidere ma minacciando di uccidere per  quello “strano modo” di volerci provare a risolvere i problemi con un gesto violento.  Ma la sua pistola fa paura come le altre e incontra una pistola vera.  Ora è già morto, uno straccio di notizia secondaria e via sepolto …
Forse se gli si dava un lavoro a Pasquale, chissà? Non avrebbe scelto quel gioco in un giorno di maggio …
(immagine – la nascita dei  papaveri )

venerdì 10 maggio 2013

Una risposta è come un fiore nella notte


La Bozza di proposta di legge su Liste di Collocamento e Welfare


è stata inviata a 640 parlamentari, con il timore di non ricevere alcuna risposta


Ma una risposta è arrivata
La cittadina (e mi piace di chiamarla cittadina) Gessica Rostellato, parlamentare del Movimento 5 stelle e membro della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, ha risposto dicendo di aver letto con attenzione la Bozza e di trovarla in sintonia con le sue intenzioni e con quelle del suo gruppo parlamentare, ed è passata a leggere anche i commenti inseriti in questo blog.  Riporto dalla sua  mail di risposta:

………Le posso assicurare che stavamo già affrontando l’argomento: Centri per l’impiego, che non svolgono la funzione di COLLOCARE ma solo di raccolta dati , agevolazioni nelle assunzioni,anche per il tramite dei CPI,  lavoratori socialmente utili ‘REALI’ …e se vogliamo chiamarlo con il proprio nome…Reddito di cittadinanza!!!!

Ho letto anche i commenti degli utenti, e da cittadina mi arrabbio come loro….
‘‘Visti precedenti appelli, non solo tuoi, caduti regolarmente nel vuoto, ho il fortissimo dubbio che questa proposta, essendo troppo sensata e motivata, da qualcuno venga letta e da quello stesso qualcuno sarà direttamente cestinata.’’

Questa volta non andrà cestinata!!!!  …….
 Cittadina Deputata
 Gessica Rostellato


Come andrà il percorso non possiamo prevederlo gli ostacoli sono tanti e non sarà facile: ci sarà chi dirà che con le liste pubbliche si può scoraggiare le aziende ad assumere e che le aziende hanno bisogno di selezionare il personale; ci sarà chi dirà che non ci sono i soldi; ci sarà chi dirà che è impossibile da applicare perché siamo legati a non ben chiare “disposizioni europee”; dipenderà anche dalle proposte che farà questo strano Governo e come reagiranno le diverse componenti politiche.
Comunque una risposta va considerata positivamente ed  è come un fiore nella buia notte che attraversiamo.
10/05/13 francesco zaffuto

una giornata normale

Non era una giornata particolare
era una
come tutte le altre
quotidiana
eppure di morti bianche ce ne sono state quattro
qui il link della notizia
http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_09/quattro-morti-sul-lavoro-italia_871872d2-b8bf-11e2-8563-aab5ecf30b92.shtml

giovedì 9 maggio 2013

RAPPORTO di TRASMISSIONE



Cari amici,
incoraggiato dalle adesione sui vostri blog  e dalle vostre parole,  ho inviato La Bozza di Proposta di Legge su Liste di collocamento e Welfare.
Tutta la giornata di ieri 8 maggio 2013 l’ho dedicata a questa attività. Di prima mattina ho chiesto a mia moglie di passare dall’ufficio postale per fare la raccomandata con ricevuta di ritorno al Ministro del lavoro Giovannini.
“Ci, risiamo con le tue pretese di essere ascoltato dai politici! Non bastano le mail che vai mandando?”
“E … no, dell’invio al responsabile della questione lavoro occorre avere la ricevuta cartacea.”  E con solo euro 4,30 mi sono assicurato la certezza di un invio ben dimostrabile.
Riguardo le trasmissioni via mail è stato ben più faticoso. All’inizio ho pensato di inviare le mail al Presidente Letta, ai due Presidenti della camera e a tutti i capigruppo parlamentari di camera e senato. Poi ho pensato che i capi gruppo non avrebbero certo informato gli altri parlamentari con una copia, e che ci poteva essere tra i parlamentari di SEL o del Movimento 5 Stelle qualcuno sensibile alle proposte della Bozza. In fin dei conti le questioni lavoro e reddito di cittadinanza facevano parte dei loro programmi di queste due componenti politiche.  Con un po’ di pazienza mi sono avviato a mandare le mail a tutti i parlamentari di SEL e a quelli di 5 stelle, e quelli di cinque stelle alla Camera sono proprio tanti.  Andavo guardando le loro faccine giovani man mano che spedivo le mail e le mie speranze di parlare con loro aumentavano. Leggeranno, si faranno una loro opinione o aspettano solo ordini che giustificano l’appartenenza? Che terribile nemica del pensiero l’appartenenza!  Behh … in ogni caso, di buona lena entro l’una ho terminato di fare tutte le mail ai parlamentari di 5 stelle e SEL di Camera e senato.
 Dopo pranzo mi assale un interrogativo: e i parlamentari del PD? Magari tra loro ci può essere qualcuno che viene dal sindacato, qualcuno sensibile a questi problemi, qualcuno con una propria autonomia di pensiero; magari può venire fuori in questa fase di travaglio del PD. L’impresa però consiste di altre ben 402 mail! Alla fine decido che con un po’ di pazienza ce la farò entro la giornata dell’otto maggio e comincio.
 Alle 20,30 tutti gli invii sono stati completati, circa 640, mi faceva un po’ male l’indice.
 Solo un intoppo: qualche parlamentare non ha inserito la propria mail negli elenchi delle due camere, molto pochi a dire il vero, una diecina me ne erano capitati;  ma, uno in particolare mi creava un problema: il deputato Damiano Cesare, in quanto Presidente della Commissione Lavoro della Camera.
 Come faccio? Un’altra raccomandata? Mandare mia moglie di nuovo all’ufficio postale il giorno dopo,  visto che io in questi giorni non cammino bene per via di un problema a un piede?
 Poi ricordo,  che abbiamo in Parlamento addirittura un Ministro per i Rapporti con il Parlamento l’On. Franceschini e da qui la mia logica pretesa,  e invio a all’onorevole una mail un po’ diversa con una preghiera iniziale:

Egregio On. Franceschini Ministro dei Rapporti con il Parlamento
le chiedo gentilmente di interessare l'On. Damiano presidente
della Commissione Lavoro poiché sprovvisto di email.
Le chiedo scusa e la ringrazio
fto. Francesco Zaffuto (incaricato per la trasmissione della presente)

 Vi rendete conto di come questa mia logica pretesa, vista con la logica del potere e del peso degli uomini, abbia qualcosa che rasenta la follia; io non rappresento migliaia di firme  e non sono neanche famoso come Celentano, quindi meglio che stia zitto. Ma uno vale uno, per la “democrazia diretta” dicono quelli di 5 stelle che non so se almeno leggeranno la mail inviata.
 Comunque il rapporto di trasmissione e concluso. Resta solo un interrogativo:  ci sarà uno di questi 640 parlamentari che vorrà occuparsi in prima persona dell’attesa angosciante di chi cerca un lavoro e farà qualche proposta di legge per porre un rimedio?
Un caro saluto a tutti. 09/maggio/013 francesco zaffuto
Immagine un vecchio telegrafo
NOTA - INFORMO CON PIACERE CHE HO RICEVUTO UNA MAIL DEL DEPUTATO DEL MOVIMENTO 5 STELLE  GESSICA ROSTELLATO, DELLA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA,  CHE HA LETTO LA BOZZA CON ATTENZIONE, sono ben lieto di correggere un po' il mio pessimismo. 

mercoledì 8 maggio 2013

INVIATA - LA LEGGERANNO????????????

LA BOZZA DI PROPOSTA DI LEGGE  e LA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO CHE E' STATA INVIATA   L'OTTO MAGGIO  AL MINISTRO DEL LAVORO ENRICO GIOVANNINI TRAMITE RACCOMANDATA R.R.
in copia via mail è stata già inviata 
alla segreteria dello stesso Ministro Giovannini
al Presidente del Consiglio Letta
al Presidente della Camera Boldrini
al Presidente del Senato Grasso
a tutti i capigruppo dei gruppi parlamentari di Camera e Senato
E' stata inoltre inviata a tutti il Deputati e Senatori del M5Stelle, SEL e PD e Gruppo misto 
Al momento hanno risposto:
La Segreteria della Presidente Boldrini  Cortesia ed attenzione istituzionale sono un altro...
e a nome deputati del Movimento 5 stelle Gessica Rostellato Una risposta è come un fiore nella notte

Egregio Signor Ministro del Lavoro
Prof. Enrico Giovannini
Le allego una bozza di proposta di legge su lavoro e disoccupazione che è stata condivisa in rete.
Sicuramente non mancano dati alla S.V. per misurare  il problema della disoccupazione in Italia; ma sui dati si legge una pena che travalica i dati stessi, i suicidi di disoccupati sono l’esempio più estremo.   Chi cerca lavoro è lasciato solo dallo Stato,  in una disperazione che aumenta per ogni giorno che si aggiunge nella ricerca, ma si aggiungono mesi  e in alcuni casi anni.  E’ estremamente necessario che i tempi di attesa producano una forma  di precedenza.
 Nel nostro paese esisteva un ruolo del Ministero del Lavoro di aiuto e di collaborazione nella ricerca del lavoro  e una normativa sulle liste di collocamento che è stata distrutta. Cercare un lavoro con gli attuali Centri di impiego si rivela inutile; cercarlo con centri privati o su internet è deprimente, spesso si tratta di meri annunci fatti allo scopo di accantonare curriculi e dati;  in alcuni annunci vengono richieste pretese esperienze pregresse anche per i lavori più umili dall’aiuto in cucina alle mansioni di pulizia. Chi cerca lavoro per la prima volta o chi cerca lavoro  in un campo diverso da quello precedente si trova sempre senza i requisiti necessari.  
 Le liste di collocamento pubbliche possono: diminuire l’angoscia di chi cerca lavoro, contrastare il lavoro nero e l’evasione fiscale connessa, permettere  di misurare con certezza l’entità della disoccupazione al fine di organizzare un welfare appropriato, permettere di centralizzare domanda e offerta di lavoro all’interno di un sistema informatico di alto livello evitando tempi morti e perdite di energie.  
  Fare ripartire il lavoro e farlo ripartire con un certo ordine fa parte dello stesso problema. Le aziende non riceveranno  un danno da una normativa che imponga le assunzioni tramite liste pubbliche per il  70% degli occupabili se a fronte di tale impegno solidale si vengono a concedere benefici fiscali.   La gestione delle assunzioni non può  essere considerato un fatto privato se poi si danno benefici  fiscali pubblici;  il 70 per cento per assunzioni tramite liste pubbliche e il 30 per cento tramite chiamata diretta può essere un buon equilibrio tra funzione pubblica e privata nel criterio delle assunzioni.
 Chi è in stato di disoccupazione con l’iscrizione alle liste di collocamento dichiarerebbe esplicitamente la propria disponibilità al lavoro e la disponibilità al lavoro va riconosciuta in parte come lavoro. Retribuire con un minimo  la disponibilità al lavoro e ancorare questa retribuzione ad un meccanismo di controllo è il modo meno umiliante con cui concedere un reddito minimo di cittadinanza ed evita la dispersione delle risorse.
 Gli esborsi monetari per tale welfare avranno la caratteristica di ritornare immediatamente nel circuito della domanda dei beni. Questi costi sono capaci di generare ricchezza perché determineranno la riduzione di altri costi: si sottrae manodopera alla malavita, si fa diminuire l’evasione, si riducono costi sanitari e di altra assistenza, e soprattutto si riduce la disperazione.
 I fondi?  Possono derivare dalla riduzione dei costi della politica e dal contenimento delle paghe pubbliche più elevate, e se non basta facendo ricorso a un tributo di solidarietà, come tributo di scopo e con vincolo di destinazione ben preciso, una forma  di mutualità tra tutti i lavoratori dove lo Stato viene ad assolvere alla sua funzione di assicuratore sociale.
Le allego la bozza della  proposta.
Distinti saluti
Monza 08/05/13
Prof. Francesco Zaffuto
firma
Per comunicazioni via mail  zafra48@gmail.com

Disponibilità al lavoro, collocamento e welfare
1
Ai fini dell’applicazione degli articoli 1, 4 e 38 della Costituzione italiana sono istituiti presso i Centri di impiego regionali le Liste di Collocamento al Lavoro con carattere obbligatorio e pubblico.
2
Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può chiedere l’iscrizione alle Liste di Collocamento e sarà iscritto in base alle proprie capacità e formazione a diverse tipologie di mansioni, oltre a una di generica iscrizione di disponibilità a lavori di pubblica utilità predisposti dal Comune di appartenenza e comuni viciniori. Sono da considerare cittadini in stato di disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo indeterminato, determinato, a progetto e di qualsiasi altra forma; tutti i cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro autonomo.
3
Tutte le ditte private che assumono personale sono obbligate a farlo tramite le liste di collocamento pubbliche per almeno il 70% delle assunzioni, sia per le assunzioni a tempo indeterminato e sia per le assunzioni a tempo determinato. Tutti gli organismi pubblici sono obbligati ad assumere tramite dette liste per il 100% delle assunzioni a tempo indeterminato e determinato, tranne per i posti soggetti a concorso pubblico. Le percentuali indicate sono comprensive delle quote previste per le categorie protette.
4
 Solo le ditte che dimostrano di assumere per il 70% tramite le Liste di Collocamento pubbliche potranno godere di incentivi per l’occupazione e potranno detrarre gli emolumenti corrisposti ai lavoratori dalla base imponibile IRAP.
5
Le assunzione avverranno sulla base delle seguenti priorità: carichi di famiglia e precedenza per maggior tempo di attesa in collocamento.
6
 Durante il tempo di attesa verrà riconosciuta una indennità di disponibilità al lavoro di 20 euro al giorno a carico dello Stato  esente da ogni tassazione e tributo. Ai fini previdenziali e pensionistici i periodi di permanenza di iscrizione alle liste di collocamento sono riconosciuti come lavoro effettivo.
7
 Il Centro di impiego comunicherà al lavoratore in disponibilità il primo lavoro disponibile e il lavoratore sarà obbligato a prendere servizio. La mancata presa di servizio viene a comportare la cancellazione dalle liste per mesi tre e la sospensione dell’indennità per lo stesso periodo.
8
 Durante il periodo di permanenza in disponibilità i Comuni possono utilizzare gli iscritti alle liste per lavori socialmente utili. In tal caso i comuni provvederanno a pagare al lavoratore altri 20 euro per l’effettiva utilizzazione giornaliera.
9
 Ai fini del finanziamento di questi dispositivi vengono sospese tutte le pensioni superiori a 5.000 euro netti mensili e tutti gli emolumenti pubblici del personale in attività  non potranno  superare il doppio di tale riferimento;  in caso di mancata capienza finanziaria si farà riferimento ad un tributo di scopo con carattere solidale,  proporzionale e progressivo,  e con vincolo di destinazione al solo finanziamento degli oneri derivanti da questi dispositivi. 

Dove una giornata di lavoro costa un euro

FIRMA
L'APPELLO
DI
AVAAZ  http://www.avaaz.org/it/crushed_to_make_our_clothes_loc/?bCfjVab&v=24747

Abbiamo visto tutti le orribili immagini di centinaia di donne innocenti bruciate o seppellite sotto il crollo delle fabbriche mentre producevano i nostri vestiti. Nei prossimi giorni possiamo fare in modo che le aziende si impegnino perché fatti come questi non accadano più.

Le grandi marche della moda appaltano i loro vestiti a centinaia di aziende in Bangladesh. Due aziende, tra cui Calvin Klein, hanno firmato un patto vincolante per la sicurezza degli edifici con adeguamenti antincendio. Altre, tra cui Wal-Mart o Benetton, stanno cercando di evitare di firmare, proponendo invece alternative deboli e utili solo all’immagine dell’azienda. L’ultima tragedia ha però dato vita a dei nuovi incontri per affrontare l’emergenza e ha generato forti pressioni perché il patto vincolante, in grado di salvare delle vite, venga firmato.

Le trattative finiranno a breve. H&M a GAP potrebbero essere le prime a sostenere un accordo vincolante e il modo migliore di fare pressione su di loro è rivolgersi direttamente agli amministratori delegati. Se un milione di noi farà appello proprio a loro tramite una petizione, attraverso le pagine Facebook, i tweet e altri annunci, tutti i loro amici e addirittura le loro famiglie lo verranno a sapere. Sapranno che la loro reputazione e quella delle loro aziende sono a rischio. Alcune persone sono obbligate a produrre i *nostri* vestiti in edifici pericolosi a un livello inaccettabile: firma perché siano resi sicuri e inoltra questa email a tutti quelli che puoi:

http://www.avaaz.org/it/crushed_to_make_our_clothes_loc/?bCfjVab&v=24747

La tragedia di questi giorni rientra in uno schema preciso. Negli ultimi anni, incendi e disastri di vario tipo hanno tolto la vita a molte migliaia di persone e altre sono rimaste invalide e non possono più lavorare. Il governo bengalese ha chiuso un occhio davanti a condizioni tragiche, permettendo ai fornitori di tagliare i costi per produrre vestiti con ritmi e costi dettati dai giganti globali della moda. Le grandi marche dicono di fare dei controlli, ma i lavoratori affermano che le ispezioni delle aziende non sono affidabili.

L’accordo sulla sicurezza a sostegno dei lavoratori prevede ispezioni indipendenti, rapporti pubblici sulle condizioni delle fabbriche dei fornitori e provvedimenti obbligatori. Sarebbe applicabile persino per le corti di giustizia dei paesi d’origine delle aziende stesse! Non sono ancora noti i dettagli su quali aziende comprassero dalla fabbrica crollata poche settimane fa e non ci sono prove che H&M o GAP fossero tra queste. Ma molti operai sono morti in altre fabbriche di fornitori di H&M e GAP in Bangladesh e coinvolgere ora queste marche significherebbe fare in modo che altre aziende le seguano.

Le aziende stanno prendendo delle decisioni a riguardo proprio in queste ore. Facciamo appello agli amministratori delegati di H&M e GAP perché indichino la strada a tutto il settore, firmando il piano sulla sicurezza. Firma la petizione e poi condividi questa email quanto più puoi; una volta che avremo raggiunto un milione di firme attireremo così tanta attenzione che non potranno non notarci:

http://www.avaaz.org/it/crushed_to_make_our_clothes_loc/?bCfjVab&v=24747

Molte volte i membri di Avaaz hanno unito le loro forze per combattere l’avidità delle aziende e sostenere i diritti umani. L’anno scorso abbiamo contribuito a fare in modo che 100 lavoratori indiani tornassero a casa sani e salvi quando un’azienda del Bahrein si era rifiutata di lasciarli andare. Ora prendiamo posizione per fermare la corsa mortale al ribasso nella sicurezza delle fabbriche.

Con speranza e determinazione, 

Jamie, Jeremy, Alex, Ari, Diego, Marie, Maria-Paz, Ricken e tutto il team di Avaaz 

lunedì 6 maggio 2013

liste pubbliche di collocamento e welfare

Questa proposta è iniziata a circolare in rete - è aperta a dibattito e contributi di perfezionamento -

1
Ai fini dell’applicazione degli articoli 1, 4 e 38 della Costituzione italiana sono istituite presso i centri di impiego regionali e provinciali le liste di collocamento al lavoro con carattere obbligatorio e pubblico.
2
Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può iscriversi, a seconda delle sue capacità professionali,  alle liste di collocamento e come minimo a tre tipologie di mansioni, oltre a una di generica adesione a lavori di pubblica utilità e assistenza predisposti dal Comune di appartenenza e comuni vicinori. Sono da considerare cittadini in stato di disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo indeterminato, determinato, a progetto e in qualsiasi altra forma; tutti i cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro autonomo.

3
Tutte le ditte private che assumono sono obbligate ad assumere tramite le liste di collocamento pubbliche per almeno il 70% delle assunzioni, sia per le assunzioni a tempo indeterminato e sia per le assunzioni a tempo determinato. Tutti gli organismi pubblici sono obbligati ad assumere tramite dette liste per il 100% delle assunzioni a tempo indeterminato e determinato, tranne per i posti soggetti a concorso pubblico.

4
 Tutte le ditte private che dimostrano di assumere per il 70% tramite le liste di collocamento pubbliche potranno detrarre gli emolumenti corrisposti a questi lavoratori dalla base imponibile IRAP.
5
Le assunzione avverranno sulla base delle seguenti priorità: carichi di famiglia e precedenza per maggior tempo di attesa in collocamento.
6
 Durante il tempo di attesa verrà riconosciuta una indennità di disponibilità al lavoro di 20 euro al giorno a carico dello Stato  esente da ogni tassazione e tributo. Ai fini previdenziali e pensionistici i periodi di permanenza di iscrizione alle liste di collocamento sono riconosciuti come lavoro effettivo.
7
 Il centro di impiego comunicherà al lavoratore in disponibilità il primo lavoro disponibile e il lavoratore sarà obbligato a prendere servizio. La mancata presa di servizio viene a comportare la cancellazione dalle liste per mesi tre e la sospensione dell’indennità per lo stesso periodo.
8
 Durante il periodo di permanenza in disponibilità i Comuni possono utilizzare gli iscritti alle liste per lavori socialmente utili. In tal caso i comuni provvederanno a pagare al lavoratore altri 20 euro per l’effettiva utilizzazione giornaliera.
9
 Ai fini del finanziamento di questi dispositivi vengono sospese tutte le pensioni superiori a 5.000 euro netti mensili e tutti gli emolumenti pubblici del personale in attività  non potranno  superare il doppio di tale riferimento;  in caso di mancata capienza finanziaria si farà riferimento ad un tributo di scopo con carattere solidale,  proporzionale e progressivo,  e con vincolo di destinazione al solo finanziamento degli oneri derivanti da questi dispositivi. 

questa proposta è stata inserita inizialmente sul blog lacrisi2009 il 30 aprile 2013 ricevendo commenti e condivisioni
http://www.lacrisi2009.com/2013/04/a-partire-dal-1-maggio-2013.html

é stata inserita anche sui seguenti blog
http://vocedivento.blogspot.it/2013/04/un-lavoro-da-sogno.html

http://ideateatro.blogspot.it/2013/04/se-in-qualche-modo-condividete.html#axzz2SEsGtaAO

http://pietro-gattonero-pietro.blogspot.it/2013/04/affinche-primo-maggio-sia.html

http://beppedeleonardis.blogspot.it/2013/04/dal-1-maggio-2013-iscrizione.html

ha ricevuto commenti e condivisioni su facebook e su google +
a seguito di alcuni interventi è stata leggermente modificata ai punti 1,2,e 9
- fra alcuni giorni il testo definitivo sarà inviato al Ministro del lavoro tramite Raccomandata Ricevuta Ritorno e via mail
SI PREGANO TUTTI COLORO CHE LA CONDIVIDONO DI FARLA CIRCOLARE E DI INVIARLA AD ESPONENTI POLITICI, SINDACALI e ad ASSOCIAZIONI e GRUPPI CULTURALI

Commenti pervenuti sul blog la crisi 2009 a su questa proposta

10 COMMENTI:

  1. io te lo firmo subito questo programma, il problema è che ce lo condividamo tra di noi, come capita per la maggior parte dei nostri post! un saluto
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  2. T'ho creduto almeno fino alla metà di questo post, Francesco. Faccio mio il tuo post per riportare a chi leggerà il senso della normalità perduto. In fondo che hai scritto di così campato per aria? Nulla, è solo giustizia e buonsenso.
    Ciao.
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  3. D'accordo con Antonio, ma l'ho pubblicato ugualmente. Ciao!
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  4. Mi sa tanto di utopia.
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    1. in qualche paese europeo è normalità
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  5. Dovresti dirmi, Francesco, in quale paese europeo è normalità. Germania?
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    1. Il reddito minimo esiste con diverse tipologie in diversi paesi europei tranne in Italia e in Grecia. Anche in Inghilterra esistono centri di impiego con un assegno di disoccupazione. Non so se tutto funziona bene i quei paesi ma sicuramente un po' meglio che da noi.
      In Italia esistevano le liste di collocamento pubbliche e invece di migliorarle e renderle efficienti sono state cancellate. Aspettare un lavoro che si può non trovare per un tempo indefinito fa aumentare la disperazione in modo esponenziale. Un ordine sul mercato del lavoro verrebbe a contrastare il dilagante lavoro nero in Italia, lavoro nero ed evasione fiscale vanno di pari passo.
      Il costo dell'operazione non è facilmente definibile ma può essere ancorato ad una tassa di scopo, una forma di assicurazione obbligatoria a tutela della disoccupazione con vincolo di destinazione. Avrebbe un effetto positivo sulla domanda dei beni e sui consumi, allontanerebbe dalla criminalità e dalle mafie che stanno diventando datrici di lavoro. A conti fatti farebbe risparmiare perché gli attuali costi del disastro sono più elevati.
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  6. Da condividere in toto, senza peraltro ignorare la «furberia» tipicamente italiana, quella che consente a falsi invalidi di percepire pensioni e accompagno per anni e anni, prima di venire, talvolta casualmente o su delazione, scoperti. E non mi risulta che qualcuno sia finito mai nelle patrie galere; come non ci finiscono quelli che stabiliscono le invalidità fasulle.
    Ovvero di continuare a percepire, anche qui per anni, pensioni di persone decedute.
    I 20 euro che tu proponi farebbero gola a tutti, e la possibilità di averli, pure esentasse, sarebbe occasione ghiotta per chiunque.
    Più che questo, credo sia più utopica la speranza che i centri per l'impiego tornino ad essere quello per cui sono stati creati.
    Firmo, così come firmo tutti i sogni.
    Ciao.
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  7. Non posso che esprimere tutta la mia più calda solidarietà alla tua istanza solidaristica e il mio più forte auspicio a ciò che si compiano poderosi passi lungo la strada da te indicata!
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    COMMENTI PERVENUTI  SUL BLOB VOCE DI VENTO
  8. Posso suggerire una postilla, da aggiungere all' ottima proposta di Zaffuto, che condivido in pieno ?

    Postilla: "Anche i lavoratori autonomi debbono essere considerati esseri umani e, nel caso di un piccolissimo imprenditore in proprio, di un rappresentante, di un negoziante o di un artigiano che siano rimasti senza lavoro, avranno diritto, come tutti i dipendenti diretti, alle iscrizioni alla lista dei disoccupati, alla mutua ed ad un minimo di cassa integrazione". Oggi come oggi chi chiude la partita Iva, per mancanza di lavoro, anche con moglie e figli a carico, non ha diritto neppure al rispetto degli pseudo-sindacalisti della Confcommercio e della Confesercenti.

    Scusate, ma conosco il problema più profondamente di quanto pensiate, e fremo di sdegno ogni volta che ci penso. Saluti a tutti !
    Saluti a tutti.
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    1. Purtroppo è un luogo comune, suggerito per le loro campagne dai sindacati, credi. Se avessi inserito anche i professionisti, che avresti detto ? Vedi, io sono stato un autonomo, da sempre. Allo Stato non ho mai chiesto nulla, ho sempre dato. Quando facevo consulenze all'estero pagavo due volte, all'estero ed in Italia, ma allora ti restava di che vivere. Un dipendente, se lavora, almeno 1.200 euro puliti li porta a casa. Sai cosa porta a casa un rappresentante che guadagni 10.000 euro al mese ? Ci sono spese non documentabili che portano via il 20 % del reddito (parcheggi, mance ai commessi dei grossisti, aggiornamenti professionali). Sui 10.000 euro paghi tasse (55%) Inps ed Enasarco (15%, se non il 20%), usura vettura e carburante che si possono detrarre solo in parte e solo sull'importo lordo, periodi di crisi cui devi far fronte, star del credere (è una percentuale sulle perdite da rifondere alle aziende), periodi di malattia non remunerati (mica puoi vendere se hai la febbre), nessuna cassa integrazione, tassa sulla partita IVA, sulla Camera di commercio, iscrizione all' albo, multe non detraibili (divieti di sosta, in genere). Bene, se guadagni 10.000 euro al mese cambia mestiere o ci rimetterai. A questo non avevi pensato eh ?
      In vita mia ho lavorato solo con grosse aziende che non evadevano una lira, pagavano la cedolare secca e detraevano tutti i compensi che ci davano, dietro regolari fatture. Avevo tre collaboratori, una cinquantina di rappresentate, una piccola impresa in proprio e mi recavo in Francia, in Belgio, in Inghilterra e negli Usa per consulenze sulle prospettive di vendita in Italia e nel medio oriente e lo studio dei prodotti da inserire nel mercato del tessile.
      Se non avessi fatto tutto questo lavoro non avrei un centesimo, oggi, e non sono ricco. Ed ho una sola casa, la mia. Notate che, allora le tasse erano minori, di poco ma minori.
      Ora, ho un figlio architetto ed uno che fa il rappresentante. L'architetto oggi, per mangiare, deve far la spola con la Cina, perché in Italia non si costruisce un accidenti. La sua famiglia la vede col binocolo.
      Al rappresentante avevo lasciato le mie mandanti, imprese centenarie, che sono TUTTE fallite. Lui non può, con moglie e due figlie, neppure aver diritto ad iscriversi al collocamento e, se non ci fossi io che farebbe ? Certo, si rifarà, è un uomo "tosto", ma comprenderete che ci girino, quando vien fuori la barzelletta dei ricchi commercianti che hanno le medicine gratis !
      Chi fa le pulci ai negozi che chiudono ? Secondo voi se un negozio guadagna, chiude ? Ma non scherziamo.
      Che ne facciamo dei dipendenti ENEL che fanno gli elettricisti a tempo perso, dei professori che si fanno pagare le ripetizioni, degli statali, parastatali, paramedici che timbrano sei cartellini e lavorano un giorno la settimana ?
      Io sono pratico do ospedali, purtroppo. La mattina, al day hospital, sapete quanti infermieri vedo arrivare e timbrare per tre o quattro colleghi ? Tutte le sante mattine.
      Quelli descritti dall' amico Gattonero sono malviventi, non commercianti onesti. Oggi il commercio dà soltanto fame. E governi lampo. Ciao Gattonero, grazie e perdonami lo sfogo.
      Ciao Sari.
    2. Mi pareva di avere eliminato dal novero proprio i rappresentanti, che, pur non conoscendone le vicissitudini che tu qui bene descrivi, ho sempre considerato fratelli 'poveri' di me dipendente privilegiato. Quelle rare volte che mi sono trovato in attesa nella sala d'aspetto del mio medico, non ho mai sbuffato né ostacolato né criticato l'entrata dei rappresentanti di medicinali, anzi non ho esitato a difendere il loro diritto a lavorare.
      Inoltre non ho detto, di commercianti e artigiani, che dovrebbero essere eliminati dall'eventuale lista: ho solo suggerito una maggiore attenzione al loro ingresso. So anch'io che ci sono commercianti e artigiani che fanno la fame come, e forse più, dei disoccupati. Infatti la mia non voleva essere una generalizzazione; ho solo considerato la vicinanza al mio piccolo vissuto di situazioni aberranti.
      Ciao, grazie a te per l'intervento, e un saluto a chi ci ospita.
  9. A testimonianza di presenza e lettura
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    1. Insomma, hai timbrato il cartellino, Massimo. :)))))))))))))
      Ciao!
  10. Postilla sacrosanta!!!
    Francesca
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    1. Di questo argomento so veramente poco, Francesca, così leggo ma vi lascio parlare, contenta di questo scambio.
      Ciao!
  11. Grazie Sari per avere iniziato questo dibattito. Trovo molto importanti le riflessioni in questo post. Ho visto il suggerimento chiamato postilla, pensavo che la seconda frase fosse comprensiva di tutti i lavoratori in stato di disoccupazione, comunque è meglio specificare, e per questo il secondo punto della bozza l’ho modificato in questo modo:
    "Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può iscriversi, a seconda delle sue capacità professionali, alle liste di collocamento e come minimo a tre tipologie di mansioni, oltre a una di generica adesione a lavori di pubblica utilità e assistenza predisposti dal Comune di appartenenza e comuni vicinori. Sono da considerare cittadini in stato di disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo indeterminato, determinato, a progetto e in qualsiasi altra forma; tutti i cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro autonomo."
    Ho letto il dibattito nei commenti sul lavoro autonomo; non possiamo fare semplificazioni, tra i lavoratori autonomi ci sono i ricchi, quelli che se riescono a viverci modestamente e i poverissimi. Le regole applicative per fare pagare le tasse ai ricchi vanno bene e vanno potenziate, ma è necessario anche un qualche aiuto per non fare chiudere l’attività ai poveri. C’è anche da considerare che le grandi imprese della distribuzione hanno avuto grandi vantaggi nel loro insediarsi nel territorio nazionale facendo chiudere tanti piccoli esercenti. Il lavoro autonomo nelle diverse tipologie è una forma di occupazione per il lavoratore autonomo e può creare altro lavoro dipendente, vanno studiate tutte le possibilità per svilupparlo.
    La bozza è solo di riferimento per dare qualche rimedio ai livelli più elevati di disperazione nella ricerca del lavoro, non è certo esaustiva per creare lavoro e andrebbe accompagnata da altre proposte per lo sviluppo del lavoro.
    Ma cosa fare di questa proposta iniziale? Continuare nella raccolta adesioni? Inviarla al Ministro del Lavoro? Sono tutti dubbi che in questo momento mi assillano. Al momento ho messo su un altro blog dove raccogliere tutti gli interventi su pane e lavoro e questo è il suo link http://creapaneelavoro.blogspot.it/
    Saluti.
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