venerdì 23 agosto 2013

le perle del nostro Welfare

L’indennità di disoccupazione in vigore dal 1 gennaio 2013 aiuta un poco i disoccupati che erano prima occupati, ma:  i disoccupati  da più tempo,  i sottooccupati precipitati in stato di totale disoccupazione e quelli che non hanno mai trovato un lavoro, per lo Stato non esistono.
Ecco dal sito dell’INPS
Evidenziati in rosso le discriminanti

Indennità di disoccupazione ASpI


COSA E’

E’ una prestazione economica istituita dal 1° gennaio 2013 e che sostituisce l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola requisiti normali. E’ una prestazione a domanda erogata, per gli eventi di disoccupazione che si verificano dal 1° gennaio 2013, a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perduto involontariamente l’occupazione.

A CHI SPETTA

Ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente l’occupazione, ivi compresi:
·         gli apprendisti;
·         i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato;
·         il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
·         i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni;

A CHI NON SPETTA

Non sono destinatari della indennità di disoccupazione ASpI:
·         i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni;
·         gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato;
·         i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa.

QUANDO SPETTA

Spetta in presenza dei seguenti requisiti:
·         Stato di disoccupazione involontario.
L’interessato deve rendere, presso il Centro per l’impiego nel cui ambito territoriale si trovi il proprio domicilio, una dichiarazione che attesti l’attività lavorativa precedentemente svolta e l’immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa.
L’indennità quindi non spetta nelle ipotesi in cui il rapporto di lavoro sia cessato a seguito di dimissioni o risoluzione consensuale.
Il lavoratore ha diritto all’indennità nelle ipotesi di dimissioni durante il periodo tutelato di maternità ovvero di dimissioni per giusta causa.
Inoltre, la risoluzione consensuale non impedisce il riconoscimento della prestazione se intervenuta:
·         nell’ambito della procedura conciliativa presso la Direzione Territoriale del Lavoro, secondo le modalità previste all’art. 7 della legge n. 604 del 1966, come sostituito dall’art. 1, comma 40 della legge di riforma del mercato del lavoro (Legge 28 giugno 2012 n.92);
·         a seguito di trasferimento del dipendente ad altra sede distante più di 50 Km dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile in 80 minuti o più con i mezzi pubblici.

Almeno due anni di assicurazione

Devono essere trascorsi almeno due anni dal versamento del primo contributo contro la disoccupazione; il biennio di riferimento si calcola procedendo a ritroso a decorrere dal primo giorno in cui il lavoratore risulta disoccupato.

Requisito Contributivo

Almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione. Per contribuzione utile si intende anche quella dovuta ma non versata. Ai fini del diritto sono valide tutte le settimane retribuite purché risulti erogata o dovuta per ciascuna settimana una retribuzione non inferiore ai minimi settimanali. La disposizione relativa alla retribuzione di riferimento non si applica ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, agli operai agricoli e agli apprendisti per i quali continuano a permanere le regole vigenti.

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, si considerano utili:
·         i contributi previdenziali comprensivi di quota DS e ASpI versati durante il rapporto di lavoro subordinato;
·         i contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria se all’inizio dell’astensione risulta già versata contribuzione ed i periodi di congedo parentale purché regolarmente indennizzati e intervenuti in costanza di rapporto di lavoro;
·         i periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari o convenzionati ove sia prevista la possibilità di totalizzazione (non sono utili i periodi di lavoro all’estero in Stati con i quali l’Italia non ha stipulato convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale);
·         l’astensione dal lavoro per periodi di malattia dei figli fino agli 8 anni di età nel limite di cinque giorni lavorativi nell’anno solare.
Qualora il lavoratore abbia periodi di lavoro nel settore agricolo e periodi di lavoro in settori non agricoli, i periodi sono cumulabili ai fini del conseguimento dell’indennità di disoccupazione agricola o dell’indennità di disoccupazione ASpI, sulla base del criterio della prevalenza. Per verificare l’entità delle diverse contribuzioni restano fermi i parametri di equivalenza che prevedono 6 contributi giornalieri agricoli per il riconoscimento di una settimana contributiva.

Non sono invece considerati utili, pur se coperti da contribuzione figurativa, i periodi di:
·         malattia e infortunio sul lavoro solo nel caso non vi sia integrazione della retribuzione da parte del datore di lavoro, nel rispetto del minimale retributivo;
·         cassa integrazione straordinaria e ordinaria con sospensione dell’attività a zero ore;
·         assenze per permessi e congedi fruiti dal coniuge convivente, dal genitore, dal figlio convivente, dai fratelli o sorelle conviventi di soggetto con handicap in situazione di gravità.
Ai fini della determinazione del biennio per la verifica del requisito contributivo, i suddetti periodi - non considerati utili – devono essere neutralizzati con conseguente ampliamento del biennio di riferimento. 

LA DOMANDA

Per il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione ASpI la domanda deve essere presentata all’INPS, esclusivamente in via telematica, attraverso uno dei seguenti canali:
·         WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto;
·         Contact Center multicanale attraverso il numero telefonico 803164 gratuito da rete fissa o il numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico;
·         Patronati/intermediari dell’Istituto - attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi con il supporto dell’Istituto.
La domanda deve essere presentata entro il termine di due mesi che decorre dalla data di inizio del periodo indennizzabile così individuato:
·         a) ottavo giorno successivo alla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro;
·         b) data di definizione della vertenza sindacale o data di notifica della sentenza giudiziaria;
·         c) data di riacquisto della capacità lavorativa nel caso di un evento patologico (malattia comune, infortunio) iniziato entro gli otto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro;
·         d) ottavo giorno dalla fine del periodo di maternità in corso al momento della cessazione del rapporto di lavoro;
·         e) ottavo giorno dalla data di fine del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate;
·         f) trentottesimo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa.

DECORRENZA DELLA PRESTAZIONE

L’indennità di disoccupazione ASpI spetta:
·         dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno;
·         dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda, nel caso in cui questa sia stata presentata dopo l’ottavo giorno;
·         dalla data di rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa nel caso in cui questa non sia stata presentata all’INPS ma al centro per l’impiego e sia successiva alla presentazione della domanda;
·         dalle date di cui alle lett. c), d), e), f) del precedente paragrafo “la domanda” , qualora la domanda sia stata presentata prima di tali date o dal giorno successivo alla presentazione della domanda, qualora presentata successivamente ma, comunque, nei termini di legge.

COSA SPETTA

Un’indennità mensile la cui durata, collegata all’età anagrafica del lavoratore, aumenta gradualmente nel corso del triennio 2013-2015 (periodo transitorio), per essere definita a regime con decorrenza 1° gennaio 2016.

La durata massima della prestazione per il periodo transitorio 2013-2015 è di seguito indicata:


Anno di cessazione del rapporto di lavoro

Età anagrafica


Inferiore a 50 anni
Pari o superiore a 50 anni;
inferiore a 55 anni
Pari o superiore a  55 anni

2013
8 mesi
12 mesi
12 mesi

2014
8 mesi
12 mesi
14 mesi

2015
10 mesi
12 mesi
16 mesi

PERIODO TRANSITORIO 2013-2015

QUANTO SPETTA

La misura della prestazione è pari:
·         al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni, se questa è pari o inferiore ad un importo stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT (per l’anno 2013 pari ad € 1.180,00). L’importo della prestazione non può comunque superare un limite massimo individuato annualmente per legge.
·         al 75% dell’importo stabilito (per l’anno 2013 pari ad € 1.180,00) sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile imponibile ed euro 1.180,00 (per l’anno 2013), se la retribuzione media mensile imponibile è superiore al suddetto importo stabilito.
L’importo della prestazione non può comunque superare un limite massimo individuato annualmente per legge.

All’indennità mensile si applica una riduzione del 15% dopo i primi sei mesi di fruizione ed un’ulteriore riduzione del 15% dopo il dodicesimo mese di fruizione.

Il pagamento avviene mensilmente ed è comprensivo degli Assegni al Nucleo Famigliare se spettanti. L’indennità può essere riscossa:
·         mediante accredito su conto corrente bancario o postale o su libretto postale;
·         mediante bonifico domiciliato presso Poste Italiane allo sportello di un ufficio postale rientrante nel CAP di residenza o domicilio del richiedente. Secondo le vigenti disposizioni di legge, le Pubbliche Amministrazioni non possono effettuare pagamenti in contanti  per prestazioni il cui importo netto superi i 1.000 euro.

NUOVA ATTIVITA’ LAVORATIVA IN CORSO DI PRESTAZIONE

Nel caso di nuova occupazione del soggetto assicurato con contratto di lavoro subordinato, l’erogazione della prestazione ASpI è sospesa d’ufficio, sulla base delle comunicazioni obbligatorie, per un periodo massimo di sei mesi; al termine della sospensione l’indennità riprende  ad essere corrisposta per il periodo residuo spettante al momento in cui l’indennità stessa era stata sospesa.
Il soggetto titolare dell’indennità di disoccupazione ASpI può svolgere attività lavorativa di natura meramente occasionale (lavoro accessorio), purchè la stessa non dia luogo a compensi superiori a 3.000 euro (al netto dei contributi previdenziali) nel corso dell’anno solare 2013.
In caso di svolgimento di lavoro autonomo o parasubordinato, dal quale derivi un reddito inferiore al limite utile alla conservazione dello stato di disoccupazione, il soggetto titolare dell’indennità di disoccupazione ASpI deve, a pena di decadenza, informare l’INPS entro un mese dall’inizio dell’attività, dichiarando altresì il reddito annuo che prevede di trarre dall’attività.
Nel caso in cui il reddito rientri nel limite di cui sopra, l’indennità di disoccupazione è ridotta di un importo pari all’80% dei proventi preventivati. Qualora il soggetto intende modificare il reddito dichiarato, può farlo attraverso nuova dichiarazione “a montante”, cioè comprensiva del reddito in precedenza dichiarato e delle variazioni a maggiorazione  o a diminuzione. In tal caso l’indennità verrà rideterminata.

DECADENZA DALL’INDENNITA’

Il beneficiario decade dall’indennità nei seguenti casi:
·         perdita dello stato di disoccupazione;
·         rioccupazione con contratto di lavoro subordinato superiore a 6 mesi;
·         inizio attività autonoma senza comunicazione all’INPS;
·         pensionamento di vecchiaia o anticipato;
·         assegno ordinario di invalidità, se non si opta per l’indennità;
·         rifiuto di partecipare, senza giustificato motivo, ad una iniziativa di politica attiva (attività di formazione, tirocini ecc.) o non regolare partecipazione;
·         mancata accettazione di un’offerta di lavoro il cui livello retributivo sia superiore almeno del 20% dell’importo lordo dell’indennità.

ISTITUTI IN VIGORE

Alla prestazione si applicano, per quanto non previsto dalla legge di riforma del mercato del lavoro ed in quanto applicabili, le norme già operanti in materia di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola.


immagine - striscione "il welfare non è un lusso" da 

giovedì 22 agosto 2013

Uno stage prestigioso

Quando si sta portando a termine uno stage prestigioso ti chiedono di essere pronto a tutto

Morire di stage: a uno studente tedesco di 21 anni è scoppiato il cuore dopo aver lavorato per 72 ore di seguito nella filiale londinese di Bank of America ….
 Erano tre giorni di seguito che il giovane tedesco tornava nel suo appartamentino di Bethnal Green alle sei del mattino, si legge sul sito Wallstreetoasis.com che ha raccolto commenti di altri stagisti, tutti concordi sulle pesanti richieste dei loro datori di lavoro e i massacranti orari ai limiti della sopravvivenza, sopportati nella fievole speranza di un’assunzione. «Sono stati i tre mesi peggiori della mia vita», ha scritto un anonimo stagista della City. …

immagine – Bank of America insegna pubblicitaria da

mercoledì 21 agosto 2013

Un miracolo per trovare lavoro

Considerato che in Italia non esiste un Ufficio di Collocamento,
considerato che non esistono liste di attesa per i disoccupati,
considerato il modo selvaggio di trovare lavoro in Italia,
considerata l’assenza sindacale:
sono in tanti a chiedere ai Santi un aiuto per trovare lavoro.
Fra le suppliche lasciate nella Basilica di Sant’Antonio di Padova si trovano sempre  più richieste di un aiuto per trovare un'occupazione ….
E’ un paradosso
ma anch’io,
vecchio sindacalista,
mi sono rivolto al Cielo
per un lavoro ai miei figli. (f.z.)

immagine candela votiva

martedì 20 agosto 2013

37 miliardi sotto la cenere

37 miliardi e mezzo di euro, già messi a disposizione e mai utilizzati (30 dai fondi Cipe, 5 chiusi nelle casse degli enti locali e lì fatti prigionieri dal Patto di stabilità interno, 2 miliardi e mezzo stanziati dal decreto del Fare) . Secondo una simulazione elaborata dal Centro studi Cna e dal Cresme potrebbero dar vita a 283 mila posti di lavoro.
Lo stesso centro studi  dice che senza interventi d’urto nelle opere pubbliche, la tendenza negativa proseguirà nel 2013: Cna e Cresme stimano che alla fine dell’anno spariranno altri 53 mila posti di lavoro.


Immagine – cenere

lunedì 19 agosto 2013

Annunci di lavoro per le donne


Quando si tratta di lavoro per le donne gli annunci che potete reperire su internet chiedono qualche requisito in più.  
Ecco un elenco di qualità richieste su
- Intelligenza superiore alla media;
- Sveglia tanto da saper vedere in anticipo quello che gli passa o passerà davanti;
- Simpatica da saper rendere piacevole il lavoro in tandem;
- Vera capacità di problem soving;
- Ottima presenza e look piacevole;
- Ottimo italiano scritto e parlato;
- Libera da qualsiasi impegno sentimentale ( è un lavoro che impegna la testa a 360° );
- Capacità di relazionarsi a 360°;
- Capacità autonome organizzative;
Il lavoro che offro, materia gestione del credito, ….


domenica 18 agosto 2013

L’ondeggiare tra il poco e il niente

Il ministro Bray ha annunciato possibili assunzioni al ministero dei beni culturali ed ha assicurato gli enti lirici che non ci saranno licenziamenti.
Ma quante le possibili assunzioni e quante con concorso.
500 posti,  pare che siano secondo Letta,  e non si comprende se si tratta solo di stabilizzazioni di lavoratori che già lavorano come precari

«Vogliamo dare un messaggio forte che riguarda i giovani e la cultura. Una misura riguarda un'opportunità per i giovani e la cultura», ha detto il premier Letta illustrando il provvedimento intitolato "Valore Cultura". Letta ha illustrato la norma che prevede un tirocinio di 500 giovani per la cultura: «è un'opportunità di lavoro offerta a 500 giovani per un periodo determinato di tempo sullo sviluppo della digitalizzazione e della catalogazione del patrimonio culturale del Paese».

Intanto dalla CGIL arriva l’allarme su 150.000 contratti a rischio alla fine dell’anno su tutto il pubblico impiego.

 …  E' allarme precari nella pubblica amministrazione: dalla fine dell'anno sono a rischio rinnovo circa 150.000 persone. Il coordinatore del Dipartimento del pubblico impiego della Cgil, Michele Gentile, avverte: sono lavoratori che si occupano di servizi essenziali, se non verranno rinnovati scoppierà un doppio problema sociale, per il loro futuro ma anche per i cittadini e specifica: "Lavoratori precari per servizi duraturi e questa è la peculiarità del sistema pubblico rispetto a quello privato". 

Fino a oggi "abbiamo avuto gli stessi servizi pubblici con minor numero di persone e con molti rapporti di lavoro precari che alla loro scadenza determinano la chiusura dei servizi. Questo è inaccettabile e deve finire, sottolinea il sindacalista.
Se non saranno varati provvedimenti ad hoc, chi ha il contratto in scadenza il 31 dicembre e ha superato i tre anni con proroga, dovrà andare a casa lasciando scoperti servizi "stabili" della pubblica amministrazione. 


I numeri nel dettaglio.
 Nel settore pubblico i contratti a tempo determinato considerati a partire dal 2011 sono 86.467. Allo stesso rischio sono esposti anche i co.co.co (42.409) e in misura minore i lavoratori interinali (9.346) e per addetti a lavori socialmente utili (17.998).
Secondo la Cgil il governo deve intervenire "con la stessa solerzia" con cui ha prorogato il blocco dei contratti e degli scatti di stipendio". 

 Il governo Letta nel campo del lavoro, sui dati reali,  pare ondeggiare tra il poco e il niente; ma in quanto a dichiarazioni di ottimismo abbonda.


Immagine – una strada di Pompei – il piano Letta prevede anche un intervento per la valorizzazione dell’area archeologica.

venerdì 16 agosto 2013

Modena: azienda svuota la fabbrica in ferragosto


Andate a timbrare il cartellino in Polonia
http://www.fanpage.it/modena-azienda-approfitta-del-ferragosto-per-svuotare-la-fabbrica-e-trasferirla-in-polonia/
http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/provincia/2013/08/14/934595-firem-formigine-trasferimento-attivita-polonia.shtml

Nel giorno di ferragosto la Firem, azienda specializzata nella produzione di resistenze elettriche con sede a Formigine, in provincia di Modena ha svuotato tutto lo stabilimento e l'ha trasferito in Polonia.  Quindici dei quaranta dipendenti, racconta la Gazzetta di Modena, non appena hanno saputo che si stava svuotando la fabbrica, si sono riuniti in presidio permanente dalla tarda serata di ieri impedendo che un ultimo camion carico di materiale lasciasse lo stabilimento. Un tavolo di confronto con la proprietà, attraverso la mediazione di Comune di Formigine e Provincia, sarà avviato tra martedì e mercoledì.

Sul piatto anche il mancato pagamento dell'ultimo stipendio, oltre agli straordinari.L'amministrazione comunale di Formigine con una nota deplora la vicenda: “Pur in un periodo di forti difficoltà economiche, comportamenti come quelli tenuti dai titolari dell’azienda Firem sono censurabili sia nei modi sia nei tempi .

giovedì 15 agosto 2013

Valore laurea in Italia 2013

Rapporto Unioncamere 2013

In Italia meno di due lavoratori dipendenti su 10 (nel settore privato) sono laureati, contro una media europea di 3 e punte di 4 su 10 in Gran Bretagna e Spagna.


E tra i lavoratori italiani dotati di laurea, molti svolgono attivita' che richiedono competenze minori: un fenomeno questo in forte aumento negli ultimi anni. E' quanto emerge dal Rapporto Unioncamere 2013.
Nel 2012 meno di un occupato su cinque (il 18,7%) nella fascia tra i 15 e i 64 anni, in Italia poteva vantare un titolo di livello universitario, meno della metà del Regno Unito (39,9%) e della Spagna (39,5%), molto al di sotto del 35,2% della Francia e oltre 10 punti sotto la Germania (28,9%). In parte, tale squilibrio nel settore privato, riflette la maggiore età media degli occupati italiani - rileva lo studio Unioncamere - poiché i più anziani tendono ad avere livelli di istruzioni più bassi dato che la scolarizzazione di massa è un fenomeno relativamente recente in Italia. Restringendo alla fascia 25-49 anni, quella maggiormente attiva e più giovane, il quadro però non migliora molto: i laureati italiani rappresentano solo il 20% degli occupati in Italia, contro una media europea del 34,7%; aumenta la distanza con la 'colta' Gran Bretagna dove poco meno della meta' (45,5%) dei lavoratori e' laureata, seguita a breve distanza dagli spagnoli (43,8%) Inoltre, tra i laureati italiani, sono rari quelli in materie tecnico-scientifiche, piu' facilmente spendibili sul mercato del lavoro. D'altra parte - indica ancora Unioncamere - molti di questi laureati spesso fanno lavori sottoqualificati, svolgono cioe' attività per le quali sono richieste competenze inferiori. Il fenomeno del sottoinquadramento è aumentato negli ultimi anni in Italia, quale manifestazione del disallineamento tra la domanda e l'offerta di competenze sul mercato del lavoro. È il risultato di due situazioni: da una parte una scarsa offerta di opportunità lavorative per i laureati; dall'altra, una crescita dei livelli medi di istruzione e della relativa offerta di lavoro, sebbene con ancora un ampio gap rispetto agli altri paesi europei. Sebbene investire in istruzione paghi ancora aumentando le probabilità di ingresso nell'occupazione, a parità di condizioni alcuni studi hanno evidenziato come, negli ultimi decenni, il differenziale salariale associato al possesso di un titolo di studio si sia decisamente ridotto, soprattutto per i diplomati. In altre parole, investire in capitale umano paga sempre ma meno che in passato: i dati Ocse evidenziano come il tasso di rendimento interno degli investimenti in istruzione universitaria sia decisamente inferiore rispetto ad altri Paesi avanzati, per gli uomini ma soprattutto per le donne. Tuttavia, la compressione dei rendimenti interessa meno le lauree a indirizzo scientifico, la cui offerta resta ancora più contenuta, mentre è maggiore per le lauree ad indirizzo umanistico.

NOTA - Aggiungerei tra le spiegazioni del fenomeno che in Italia è prassi trovare lavoro in tutto il settore privato tramite conoscenze e raccomandazioni, quando entrano in campo queste due variabili una licenza media può valer più di una laurea (f.z.)

immagine - libri e tocco di laurea - da internet